Football news and notes #2

Maurice Clarett è più indeciso che mai. Giocherà  ad Ohio State, in Division I-AA o in tribunale con la NFL?

Finalmente sembra essersi concluso, salvo clamorosi colpi di scena, il tormentone Maurice Clarett. Il tailback di Ohio State è stato sospeso per l'intera stagione dalla sua università  per aver ricevuto benefici economici (biglietti aerei, cd e vestiti) e per aver mentito agli investigatori NCAA quando è stata aperta un'inchiesta che lo riguardava.

Il direttore della sezione atletica dell'università , Andy Geiger, dopo aver fatto sfoggio di originalità  dicendo le solite frase di routine ("Questo è un giorno triste per tutti noi" seguita da "Giochi secondo le regole, vivi secondo le regole") ha dichiarato che il giocatore potrà  continuare ad usufruire della borsa di studio che gli è stata assegnata. Inoltre il prossimo anno se provvederà  a versare in beneficenza le "migliaia di dollari ricevuti" il tailback sarà  riammesso nel roster dei Buckeyes.

La decisione dell'università  non ha stupito nessuno perché fra le 2 parti non c'era dialogo da molto tempo. Da una parte ci sono i dirigenti di Ohio State che non hanno certo gradito il fatto di essere oggetto di un'attenta indagine da parte della NCAA e dall'altra c'è tutto lo staff del giocatore (compreso lo stuolo di super avvocati che probabilmente farà  di tutto per far diventare Clarett professionista il prima possibile per intascare una buona percentuale sul suo stipendio).

Non ha giovato alla situazione l'intervento del mitico (almeno sul campo) Jim Brown. L'ex giocatore dei Browns, considerato il miglior running back nella storia della NFL, ha probabilmente perso una buona occasione per occuparsi d'altro.

Brown ha cercato fin dal primo momento di minare la credibilità  di Geiger per impedire che "Clarett diventi uno schiavo della società ". L'"accusa" è di aver rallentato di proposito le indagini per far perdere più gare possibili a Clarett per vendicarsi del trambusto creato dal giocatore prima del Fiesta Bowl.

Pochi giorni prima della finale per il titolo nazionale era scomparso un amico fraterno del tailback e Clarett aveva dichiarato di voler tornare il prima possibile in Ohio (la squadra si trovava in Arizona per la partita) per assistere al funerale.

Il giocatore si è però dimenticato di un piccolo dettaglio: non ha messo per iscritto la richiesta ed ha così impedito ad Ohio State di farlo tornare a casa. Dopo il funerale il giocatore, davanti alle telecamere di tutta la nazione, ha addirittura accusato i dirigenti dell'università , soprattutto Geiger, dicendo che erano dei bugiardi.

La tesi di Brown non sembra reggere perché Geiger in fondo deve far tornare i conti dell'università  e la presenza in campo di Clarett avrebber sicuramente portato un maggior beneficio economico ad Ohio State. Le chance dell'università  di ripetere il titolo della scorsa stagione con il conseguente guadagno finanziario, infatti, sarebbero aumentate sensibilmente con Clarett in campo.

Nelle prime 2 partite stagionali i Buckeyes hanno sofferto non poco per superare 2 avversari non certo irresistibili e il tailback avrebbe fatto molto comodo alla squadra allenata da Jim Fassell.

Anche Thom McDaniels, allenatore del liceo dove ha giocato Clarett e mentore inascoltato del giocatore, ha dichiarato che "se tutti conoscessero a fondo la situazione non crocifiggerebbero Geiger. Se Maurice riceverà  una punizione dura purtroppo sarà  meritata perché è lui è la causa principale di tutto quello che è successo".

Le ragioni di questa mossa da parte di Ohio State non vanno in ogni caso cercate nel nobile desiderio di punire chi ha violato le leggi. La volontà  di Geiger è quella di evitare sanzioni della NCAA che potrebbe, come è successo in passato, punire l'università  per non aver esercitato un maggior controllo sul giocatore.

Ohio State inoltre spera anche che la NCAA si “dimentichi”
degli altri casi di illeciti accademici denunciati da un'ex assistente. L'inchiesta è ancora in corso e se le accuse dovessero essere dimostrate la NCAA potrebbe cancellare le vittorie dello scorso anno. La vittoria nel Fiesta Bowl resterebbe comunque all'università  perchè la NCAA non ha voce in capitolo per quanto riguarda i Bowl della BCS.

Nonostante le parole del direttore è difficile prevedere un futuro per Clarett con la maglia dei Buckeyes. La decisione di Ohio State di confermare la borsa di studio al giocatore è una mossa fatta più per tutelare gli interessi del programma che quelli del tailback. Se gli fosse stata tolta Clarett avrebbe potuto cambiare università  e giocare già  dalla prossima stagione e magari affrontare proprio i Buckeyes.

Non sono poche, infatti, le squadre interessate ad assicurarsi i servigi del giocatore, prima fra tutte Michigan, la rivale storica di Ohio State. Il talento del tailback, a livello NCAA, non si discute e se dovesse avere la possibilità  di ripartire da zero in uno spogliatoio non indisposto dal suo comportamento da prima donna potrebbe ripetere l'ottima stagione che ha portato i Buckeyes al titolo.

Clarett ha fatto sapere, tramite uno dei suoi avvocati, che "non è ancora stata presa una decisione sul suo futuro e che al momento sta considerando tutte le opzioni a disposizione". Parole confermate dalla madre che ha dichiarato che "noi non abbiamo ancora deciso se restare o andarcene e ogni domanda sull'argomento è prematura".

La scelta più saggia (e quindi da escludere nel caso di Clarett) sarebbe quella di restare ad Ohio State, scontare la squalifica e sfruttare il prossimo anno tutte le occasioni per mettersi in mostra che un programma come quello di Columbus offre.

In una sola stagione, grazie alla visibilità  dell'università , è già  riuscito a segnalarsi come uno dei migliori talenti grezzi del college e altri 2 anni ad alto livello gli permetterebbero di alzare ulteriormente le sue quotazioni nel draft.

Un'altra possibilità  ventilata dal giocatore in passato è quella di fare causa alla NFL perché obbliga i giocatori a far passare 3 anni dall'ultima stagione al liceo prima di potersi dichiarare eleggibili per il draft.

Inutile dire che questa è una causa persa in partenza, non tanto per l'esito del tribunale, quanto per i tempi che occorreranno per arrivare al verdetto . La NFL potrebbe protrarre a lungo il processo facendo così perdere ulteriore tempo al giocatore.

Inoltre il commissioner Paul Tagliabue ha sempre dichiarato che la NFL non diventerà  mai come la NBA ed anche l'associazione dei giocatori ha sempre escluso un cambio nell'attuale regolamento. Quindi anche se gli avvocati dovessero vincere la causa Clarett non sarebbe certo accolto con un tappeto di petali di rose nella lega.

Una possibilità  "esotica" è la firma con i Montreal Alouettes, squadra della Canadian Football League che detiene i diritti sul giocatore. Il general manager degli Alouettes, Jim Popp, ha molta fiducia nelle doti del giocatore ma ha dichiarato che "non contatteremo mai il giocatore. Se lui ci dirà  di voler giocare con noi lo accoglieremo a braccia aperte ma fino ad allora non ci muoveremo".

Popp ha aggiunto che "anche se in questo caso andrebbe a mio danno sono convinto che Clarett debba restare al college perché tutti abbiamo diritto ad un'educazione. Non potrà  giocare in eterno nella NFL e deve pensare al suo futuro, deve diplomarsi. Inoltre nella CFL non girano gli ingaggi milionari della NFL quindi non è certo la migliore soluzione dal punto di vista economico".

Ultima possibilità , consigliata da Brown, è quella di chiedere ad Ohio State il ritiro della borsa di studio per trasferirsi in un altro college. Bisogna però considerare che se Clarett restasse nella Division I-A dovrebbe star fermo un anno mentre se decidesse di andare nella Division I-AA non perderebbe la stagione ma giocherebbe sicuramente in un programma di secondo livello ed alla fine non avrebbe molte opportunità  per maturare come giocatore.

Come andrà  a finire non lo sa nessuno. L'ostacolo più importante da superare per Clarett è lui stesso. Per uscire fuori da questa situazione il giocatore dovrà  prima di tutto dimostrare di essere maturato come persona ma finché si circonderà  di persone che mirano soltanto ad incassare una fetta dei suoi prossimi ingaggi o che cercano di strumentalizzarlo a fini razziali sarà  impossibile cambiare.

McDaniels ha dichiarato che "usando un'analogia con il football possiamo dire che siamo in presenza di un quarto down lungo e la speranza di tutti è che Maurice riesca a convertirlo".

La conference di Ohio State, la Big Ten, è stata al centro dell'attenzione anche per quello che è accaduto durante l'incontro fra la Northwestern University e Air Force. Durante il terzo quarto Chance Harridge, quarterback di NU, perde il pallone e non riesce a recuperarlo riconsegnando così la palla agli avversari proprio quando Air Force cercava in tutti i modi di tornare in partita.

Jay Peterson, assistente di NU, entra in campo per festeggiare e cercando di abbracciare un suo giocatore finisce per colpire con il gomito il collo di Harridge che reagisce dandogli un pugno. Gli arbitri decidono allora di espellere il quarterback ma non l'assistente.

Air Force ad inizio settimana ha chiesto alla Northwestern, alla Big Ten e alla MWC (conference di appartenenza del college militare) di esaminare un video in cui si vede chiaramente Peterson colpire Harridge. La Big Ten, dopo aver visto quello che è successo in campo, ha però deciso di non punire la NU perché non ci sono prove sufficienti per affermare che Peterson ha violato qualche regola della conference.

Dal filmato, infatti, non si può stabilire se l'assistente ha volontariamente colpito il giocatore o se è stato solo un incidente, come sostiene l'allenatore di NU, Randy Walker: "Si è trattato solo di un allenatore che si è esaltato un po' troppo per il fumble. Sono cose che non dovrebbero capitare ma in fondo l'agitazione degli allenatori fa parte dello spettacolo, no? Secondo me è assurdo pensare che il contatto sia stato cercato da Peterson".

I dirigenti di Air Force dopo essere venuti a conoscenza del responso della Big Ten hanno dichiarato chiuso il caso senza rilasciare ulteriori commenti. Si possono comunque consolare con l'annuncio della Mountain West Conference di non squalificare Harridge che potrà  così scendere in campo regolarmente contro North Texas.

La Big Ten ha approfittato dell'occasione ricordato ad arbitri, allenatori e giocatori "quanto è importante la disciplina a bordo campo. Gli allenatori e i giocatori a bordo campo non dovrebbero entrare in campo. Inoltre bisogna evitare, nei limiti del possibile, ogni contatto fisico con gli avversari e gli arbitri".

Altra notizia rivelante della settimana è stato anche l'incontro fra le università  per dirimere la questione BCS. Tutto era nato all'atteso incontro al Congresso indetto per esaminare i problemi del Bowl Championship Series. Il comitato incaricato dell'indagine aveva avuto un colloquio con i rappresentati del BCS dopo la richiesta di alcune università  "minori" di rivedere i criteri di ammissione ai Bowl più importanti.

Alla fine delle discussioni il presidente del comitato aveva caldamente invitato i dirigenti della BCS ad apportare alcuni cambiamenti alla formula per "salvaguardare le nobili aspirazioni dello sport senza farle schiacciare dalla fredda logica del profitto". In ogni caso il comitato non è voluto scendere in campo in prima persona facendo emanare una legge dal Congresso ma ha preferito lasciare al BCS il compito di apportare le modifiche necessarie.

I rettori delle università  che hanno chiamato in causa il Congresso e i dirigenti della BCS hanno dichiarato di voler risolvere la cosa in 6 mesi, al massimo un anno. Gli allenatori delle 6 conference che hanno un posto automatico nei Bowl della BCS si sono a loro volta riuniti e non si sono detti d'accordo con la proposta. J.L. Smith, allenatore di Michigan State, si chiede "perché bisogna ulteriormente dividere la torta". "Realisticamente i campioni delle conference più piccole non hanno chance di competere con noi. Non vedo nessuna ragione per cambiare la formula".

Il commissioner della Big Ten, Jim Delany, ha dichiarato che "non è colpa della BCS se c'è una disparità  così evidente fra chi è dentro e chi non ne fa parte. Sono ormai 20 anni che non tutte le squadre sono sullo stesso piano. Anzi la BCS per come è adesso ci permette di identificare i 2 migliori team e assegnare il titolo alla squadra più meritevole. Inoltre non abbiamo mai distribuito così tanto denaro alle università  che non fanno parte della BCS".

Quindi per il momento non ci saranno cambiamenti e non è neanche chiaro se ce ne saranno entro il 2006, anno in cui termina l'attuale contratto televisivo del BCS.

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