Maurice Clarett, discusso tailback di Ohio State
C'era una volta un running back di nome Maurice Clarett che già durante l'anno da freshman, nonostante qualche problema fisico di troppo, riusciva ad essere un protagonista nella vittoria del titolo nazionale da parte di Ohio State, impresa che ai Buckeyes non riusciva dal 1968. La sua presenza in campo elettrizzava non solo il pubblico sugli spalti ma gli stessi compagni di squadra.
Tutti gli appassionati di college football hanno rivisto centinaia di volte le immagini della sua corsa nel Fiesta Bowl contro Miami che suggellava il successo di Ohio State andando a segnare il touchdown decisivo. Non c'è un tifoso che non apprezzasse le doti del giocatore e fra gli stessi scout della NFL c'era chi lo paragona a Priest Holmes, running back dei Kansas City Chiefs.
In ogni favola che si rispetti deve essere presente il cattivo di turno che rovina l'ambiente romanzesco in cui si muove il protagonista. Nella storia di Clarett l'antagonista è"Clarett stesso. Durante la sua prima stagione a Columbus il tailback aveva già mostrato qualche aspetto poco edificante del suo carattere ma non c'era stata nessuna conseguenza per il giocatore e soprattutto per l'università .
Durante una partita con Northwestern Clarett era stato protagonista di un'animata discussione andata in onda in diretta televisiva con l'allenatore dei running back di Ohio State, Tim Spencer. In quell'occasione solo l'intervento dell'head coach dei Buckeyes, Jim Tressel, aveva evitato che la polemica divenisse, grazie all'intervento dei media, più grande di quello che in realtà era.
Non ci sono state sanzioni perché Tressell ha motivato l'esplosione del giocatore con la frustrazione per aver giocato una pessima partita (3 fumble) anche se i palloni persi non erano il motivo della discussione.
Spencer in una dichiarazione successiva lo ha però smentito: "Gli stavo parlando proprio dei fumble e lui in un certo senso ha voluto rispondere alle mie critiche. Comunque il problema è superato anche se quella volta probabilmente abbiamo perso entrambi un'ottima occasione per stare zitti".
Un'altra occasione in cui Clarett è finito sulle prime pagine dei quotidiani non per i meriti sportivi ma per i problemi caratteriali è stato il funerale di un caro amico del giocatore. A fine dicembre, nel mezzo degli allenamenti per il Fiesta Bowl Clarett aveva chiesto all'università il permesso di lasciare l'Arizona per tornare nell'Ohio e dare così l'ultimo saluto all'amico.
Il regolamento dell'università prevede in queste occasioni che il giocatore compri il biglietto e faccia poi richiesta per il rimborso delle spese sostenute. Il direttore della sezione atletica, Andy Geiger, sostiene di aver concesso il permesso al giocatore di allontanarsi dall'Arizona per il funerale ma che "Maurice non ha voluto o non ha potuto dar seguito alla sua richiesta". Dichiarazione confermata anche da Tressel il quale ha detto che non è mai stato negato il permesso al tailback.
Il giocatore ha invece provveduto a far sapere a tutti i media, senza parlarne con Geiger, il suo dispiacere non solo per la scomparsa dell'amico d'infanzia ma anche per il modo in cui è stato trattato dall'università . Nelle interviste concesse in quei giorni Clarett ha anche dichiarato che Geiger ha mentito e che il permesso di tornare a casa gli era stato negato.
La vittoria del Fiesta Bowl in ogni caso aveva fatto dimenticare tutte le polemiche e per qualche mese la stampa si era dimenticata del caratterino di Clarett. Il tailback è tornato alla ribalta nel mese di aprile quando andava a denunciare alla polizia del campus universitario il furto di impianto stereo, denaro, vestiti e cd per un valore di più di 6000 dollari da un auto di lusso che dichiara di aver preso in prestito da un venditore della zona.
Fin qui tutto normale se non fosse che durante le indagini della polizia il giocatore ha ammesso di aver esagerato parecchio nel calcolare il valore degli oggetti rubati. Appena il rapporto della polizia è arrivato sul tavolo degli investigatori della NCAA questi si sono subito messi in azione.
Si vuole determinare come faceva un giocatore proveniente da una famiglia disagiata a possedere un'auto del genere e ad andare in giro con beni così preziosi. La NCAA vuole assicurarsi che il giocatore non abbia ricevuto regali sotto forma di auto, vestiti o denaro, cosa espressamente vietata dal regolamento.
Nello stesso periodo il New York Times ha pubblicato le rivelazioni di Norma C. McGill, un assistente di due corsi frequentati dal giocatore lo scorso autunno, studi africani e afro-americani. La McGill sostiene che il giocatore è stato aiutato durante alcuni test ed in un'occasione gli è stato concessa, unico studente di tutto l'ateneo, l'opportunità di sostenere l'orale di un esame in cui si era ritirato alla prova scritta.
L'inchiesta della NCAA si è poi allargata ad altri componenti della squadra di football (il wide receiver/cornerback Chris Gamble, il linebacker E.J. Underwood e il wide receiver Chris Vance) e sono stati acquisiti i registri degli esami anche se questi, a detta della McGill, risultano alterati rispetto a qualche mese fa. Clarett avrebbe anche ammesso con l'assistente che il suo tutore gli aveva fornito in anticipo le risposte alle domande del quiz.
Anche l'università ha avviato una propria inchiesta istituendo una commissione per investigare esclusivamente sulle accuse della McGill. In seguito il tailback è stato sospeso a tempo indefinito dall'università e si è scusato per aver danneggiato l'immagine di Ohio State. La scorsa settimana poi un quotidiano dello stato ha riportato l'esatto ammontare della squalifica proposta da Ohio State alla NCAA: 6 partite.
Geiger non ha confermato la notizia dicendo solo che Clarett è stato sospeso per molte partite. La NCAA da parte sua non si è ancora pronunciata sulla questione perché l'inchiesta sulle frodi accademiche di Ohio State si è allargata parecchio e ci vorrà del tempo perché si schiariscano le cose.
Janet Justus, ex dirigente della NCAA, ha dichiarato che "sicuramente le indagini su Ohio State andranno ancora avanti a lungo. Non prevedo una rapida risoluzione del caso perché la NCAA deve acquisire elementi senza tutte le possibilità giudiziarie che ha un organo di polizia. Non possono obbligare qualcuno a testimoniare quindi devo seguire altre vie".
Venerdì scorso Clarett ha avuto un incontro faccia a faccia con Geiger e, forse grazie anche all'assistenza dei 3 avvocati che si era portato dietro, ha ricevuto il permesso di allenarsi senza però ovviamente scendere in campo per le partite ufficiali. All'uscita dal colloquio il giocatore era molto contento ed anche se non ha rilasciato nessuna dichiarazione molti hanno notato la scritta sulla sua maglietta: "No More Trouble".
È stato chiesto a Tressel se qualcuno gli ha assicurato che Clarett tornerà in campo quest'anno: "Nessuno mi ha assicurato niente", è stata la risposta dell'allenatore. Ora che l'università ha proposto un fermo di 6 partite bisognerà vedere cosa ne dice la NCAA e se ci saranno altre sanzioni da parte del comitato di Ohio State che sta investigando sugli illeciti accademici.
Nella foto della squadra di quest'anno Clarett non è presente ma Geiger ha dichiarato che prima o poi Clarett tornerà in campo da Buckeye. Se non dovesse farcela quest'anno la prossima stagione sarà sicuramente a disposizione di Tressel.
In un primo momento persone vicine a Clarett avevano dichiarato che se la squalifica fosse stata troppo lunga il tailback avrebbe anche potuto andarsene da Ohio State per cercare fortuna nella Canadian Football League.
Un'altra possibilità ventilata era quella di portare in tribunale la NFL per cancellare quella regola che impedisce ai giocatori di dichiararsi per il draft prima che siano passati almeno 3 anni dall'uscita dal liceo. Clarett sembra aver cambiato idea a proposito nell'ultimo periodo ma questa rimane una possibilità da non escludere.
Il cambio di intenzioni potrebbe anche essere dettato da un mutamento delle opinioni degli scout nei confronti del giocatore. Subito dopo il Fiesta Bowl tutti pronosticavano un futuro radioso nella NFL per lui ma con il passare dei mesi qualcuno ha iniziato ad avere i primi dubbi ed ora la sensazione diffusa fra gli scout è che un running back con il fisico di Clarett durerebbe poco nella lega.
Un alto dirigente della NFL che non ha voluto essere identificato ha dichiarato che ci vorranno almeno 2 o 3 anni prima che il giocatore possa essere in grado di sopportare lo stress fisico di una stagione intera ad alti livelli fra i professionisti.
Indipendentemente da quale sarà la sua scelta, Ohio State è sicura di avere le carte in regola per difendere il titolo nazionale. Già la passata stagione i Buckeyes hanno dovuto fare a meno in 3 occasioni di Clarett ed hanno sempre vinto. Al suo posto hanno giocato Lydell Ross (più di 1000 yard corse in 2 anni da riserva) e Maurice Hall.
Infine c'è un'ultima eventualità da considerare. Anche se la NCAA permettesse a Clarett di tornare in campo quest'anno varrebbe la pena rovinare lo spogliatoio inserendo un giocatore che già in passato ha dimostrato di non sentirsi parte di una squadra? Donnie Nickey, ex safety dei Buckeyes che è rimasto in contatto con alcuni giocatori attuali di Ohio State, ha detto che "non saranno molti quelli che si lamenteranno per l'assenza di Maurice".
Anche il supporto dei fan nei confronti del tailback è andato calando negli ultimi tempi. Qualcuno è anche arrivato a dire che "Clarett è una disgrazia per tutto il football collegiale. Non fa altro che prendere in giro le istituzioni. Per lui il college non significa niente. Tutto quello che gli è capitato se lo è andato a cercare da solo perché quando si è atleti ad Ohio State bisogna stare attenti a quello che si dice e si fa".
Dopo aver letto tutto quello che è successo nei 18 mesi che il giocatore ha passato a Columbus, in molti saranno d'accordo con quest'ultima opinione. L'unica persona che in tutto questo marasma si è schierata ufficialmente dalla sua parte è uno dei pochi che lo conosce bene: Thom McDaniels, allenatore di Clarett al liceo.
McDaniels ha dichiarato che "le intenzioni di Maurice sono buone ma le sue azioni purtroppo spesso non sono altrettanto buone. Non è che sia una persona stupida, anzi. È molto intelligente però è vittima delle situazioni che lui stesso ha creato".