Michael Sweetney ci mostra la sua bella tecnica di tiro.
Michael Damien Sweetney nasce a Oxon Hill, nel Maryland, il 25 Ottobre dell'anno 1982. All'età di 10 anni viene indirizzato verso il basket dal padre Samuel, un ingegnere civile di una base aerea. Frequenterà l'high school del suo paese, la Oxon Hill HS, e disputerà un grande anno da senior, che lo porterà alla ribalta nazionale.
Infatti i 25 punti e 13 rimbalzi di media gli serviranno per ottenere una chiamata al McDonald's All-American Game, la classica rassegna annuale dei migliori liceali, un posto nella selezione statale del Maryland, e per scatenare attorno al suo nome una grande lotta per il recruiting.
Alla fine saranno gli Hoyas di Georgetown, lo stesso college che ha frequentato Allen Iverson, ad assicurarsi i servigi di Sweetney.
Già nell'anno da freshman è il top-scorer degli Hoyas, con 12.8 punti, ma anche il top-rebounder, vantando una media di 7.4 tabelle a partita.
Verrà incluso nel primo quintetto di freshman della Big East Conference.
In estate, appena conclusa la sua prima stagione colleggiale, vincerà il Campionato del mnodo giovanile con la nazionale americana.
L'anno da sopohomore vede un netto miglioramento di Mike: metterà a referto 19 punti e 10 rimbalzi di media. Migliorerà anche la sua percentuale dalla lunetta, tallone d'Achille nella sua stagione da freshman: dal 62% passerà a un ottimo 79%. Favolosa la sua partita contro UCLA, sul campo nemico: doppia-doppia da 19 punti e ben 17 rimbalzi, che, ci crediate o no, non costituiscono il suo season high: contro Notre Dame si impadronisce di ben 20 rimpalli!
Verrà anche inserito nel primo quintetto assoluto della Big East, non proprio l'ultima delle conference.
La sua stagione da junior sarà fantastica. Finirà con 22.8 punti (9° in tutta la nazione), 10.4 rimbalzi (15°), 3.2 stoppate (ancora 9°), quasi 2 assist di media e il 54.7% dal campo. Unico neo: il passo indietro fatto dalla linea della carità , da dove ha concluso con il 73.8%, meno rispetto all'anno passato.
Per il resto, tutte cifre da far paura, che naturalmente gli garantiranno anche l'inclusione per la seconda volta consecutiva nel primo quintetto della Big East. Inclusione più che meritata, conquistata con prestazioni fantastiche, come le due contro la futura campione Ncaa, Syracuse, in una grande classica della Big East: prima 32 punti e 13 rimbalzi, poi 31 e 19, conditi anche da sette stoppatine date qua e là .
Fa segnare il suo career-high contro Notre Dame (una delle sue vittime preferite, a quel che si vede), tornando negli spogliatoi dopo 38 punti scritti nel tabellino.
Al termine di quest'annata fantastica, datata 2002-2003, ha deciso di dichiararsi per il draft Nba, e adesso Mike fa gola a molti Gm.
Michael Sweetney è un'ala grande undersized: è alto 203 cm e pesa quasi 120 Kg. E' un gran lavoratore, farebbe di tutto pur di migliorarsi. Nella off-season dell'anno scorso, quella tra la sua stagione da sophomore e quella da junior, ha perso tantissimo peso, ma è ancora un tantino sopra quello che dovrebbe essere lo standard ideale. Non bellissimo da vedere esteticamente, ma tremendamente efficace.
Riempie l'area nonstante la statura limitata, possiede buoni movimenti in post basso, l'efficacia del suo gancio è cresciuta di giorno in giorno a Georgetown e nessuno dubita riesce a vedere come possa arrestarsi questa crescita, anzi. Ottimo tiro dalla media, merito di mani dolcissime, rarissime per un giocatore della sua stazza. Apparentemente lento, osservandolo attentamente possiamo scoprire una velocità di piedi non indifferente. Prende posizione con grande efficacia in attacco.
La sua gamma di movimenti è già abbastanza varia (anche se ancora si trova in difficoltà quando gli viene impedito di eseguirne uno dei suoi preferiti), come si è detto, ma ha imparato anche a dar via la palla con velocità e intelligenza, merito dei continui raddoppi che ha subito quest'anno non appena riceveva palla in post. Il che naturalmente non gli ha impedito di segnare a piacimento.
In difesa sbatte il suo corpaccione nell'area colorata, è un intimidatore non indifferente come dimostrano le 3.2 stoppate ad uscita nel suo anno da junior. In imbarazzo invece quando si trova a marcare 4 atipici che lo portano sul perimetro, dove il suo atletismo di base non gli permettere di stare dietro ai più veloci avversari.
Ma il vero punto debole di Michael Sweetney è la statura. Impensabile possa trasformarsi in un 3 in futuro, 203 cm non sono tantissimi per giocare da 4. In passato troviamo undersized d'eccezione in quel ruolo, l'ultimo dei quali, Elton Brand, è il giocatore a cui viene più facile accostare Sweetney. Tecnicamente ineccepibili, mani dolcissime, atleticamente non fenomenali (ma Brand ci pare un tantino superiore al nostro indiziato, che comunque può ancora perdere un po' di peso): tutti pregi-difetti in comune.
Ecco: Sweetney potrebbe ripetere la carriera di Brand, e assicurare il 20+10 praticamente ogni sera, oppure restare un buon giocatore con il rimorso di non aver a disposizione 5-7 centimetri in più che lo avrebbero reso una grande stella Nba.
Ai posteri l'ardua sentenza.