Luke Ridnour

Luke Ridnour. Della serie: a volte ritornano (i vecchi play)"

Lukas Robin Ridnour, noto al mondo semplicemente come Luke, nasce il 13 Febbraio del 1981 a Blaine, Washington.

Nasce da predestinato: la palla a spicchi è la passione di famiglia, il padre Rob è il coach dell'high school che frequenterà  poi Luke, la sorella Heather intraprenderà  anche lei la strada del basket, Eastern Washington il suo college. In questo contesto familiare, Luke non potrebbe essere da meno, e infatti non deluderà  le grandi aspettative familiari che erano riposte in lui.

Andrà  alla Blaine High School, e sotto la guida del padre condurrà  i Borderites ad un record di 97 doppie vu a fronte di sole 11 sconfitte nei suoi quattro anni di permanenza al liceo. Le 97 vittorie portano inevitabilmente a 4 titoli statali in 4 anni con il nostro protagonista assoluto, tanto da vincere tre titoli consecutivi di miglior giocatore statale. Finirà  con una media di 23 punti e 7 assist a partita, ma al di là  dei numeri impressiona subito la grande facilità  (e annessa fantasia) con cui dà  via la palla. Detiene il record statale di punti e assist complessivi, nonché in una singola partita: 37 punti contro Cleveland e 12 assist contro Elma.

Nel 2000 viene invitato al McDonald's All-American Game e ai Global Games, manifestazione che lo vedrà  emergere come migliore guardia del lotto, duettando con Luke Jackson, con il quale formerà  la coppia dei Lukies a Oregon, università  che si assicurerà  i servigi di Ridnour.

Già  nell'anno da freshman Luke strega il mondo (Ncaa): verrà  nominato freshman dell'anno nella Pac-10, non salterà  nemmeno una partita con i suoi Ducks. Finirà  con 7.4 punti, 3.8 assist e 1 recupero a partita, ma soprattutto un rapporto assist-palle perse stupefacente (1.60 assist a ogni palla buttata al vento) per un esordiente nel basket che conta. Domostra anche una discreta freddezza dalla linea della carità , e chiuderà  con un 79% destinato a migliorare, e parecchio.

In quell'annata, datata 2000-2001, Luke lascia impresse nell'immaginario collettivo di tutti gli scout d'oltreoceano due prestazioncine niente male: 17 punti, 7 rimbalzi e 3 recuperi per un bellissimo upset dei suoi Ducks contro Arizona e 12 punit, 9 assist e 6 rimbalzi in una facile vittoria contro Portland State.

Dunque con credenziali di tutto rispetto si presenta per la stagione da sophomore. Stagione trionfale: viene inserito nel primo quintetto della Pac-10 e viene inserito nel Midwest Regional Team della Ncaa. Tutto questo mettendo a referto 15.5 punti, 5 assist e 1.7 rapine per allacciata di scarpe, oltre che l'86.7% dalla lunetta (avete visto che è migliorato?), il 46% dal campo e il 44% dall'arco.

In stagione ancora una prestazione pazzesca contro Arizona (i Wildcats sono decisamente il suo bersaglio preferito!): 23 punti e 10 assist. Condurrà  i suoi alle Elite Eight, quando i Ducks, potendo contare anche sul contributo della guardia Fred Jones, si arrenderanno ai Jayhawks per 104-86. Ma Ridnour giocherà  un Torneo Ncaa semplicemente abbagliante: 18 punti contro Montana al primo turno, 28 con sette triple contro Wake Forest, 20 punti contro i Longhorns di TJ Ford. Pazzesco!

Decide di tornare alla corte di coach Ernie Kent nonostante le sirene Nba si fossero già  accese, e nell'anno da junior, quello appena conclusosi, finirà  con 19.9 punti, 6.7 assist e 3.3 rimbalzi di media ad uscita e, dopo essere stato incluso ancora una volta nel primo quintetto della Pac-10 condurrà  ancora una volta i suoi Ducks alla March Madness nonostante una stagione deludente con l'unico acuto della vittoria contro Kansas. Ma stavolta Oregon verrà  eliminata al primo turno da Utah anche a causa di una giornata no per il nostro Luke, che chiuderà  con 13 punti e solo 3-13 dal campo. Ma di certo questa prestazione non influenza più di tanto gli scout Nba nel giudicare Ridnour. Che decide di dichiararsi eleggibile con un anno di anticipo. D'altronde le sue quotazioni sono ormai altissime. E non potrebbe essere altrimenti.

Ridnour è alto 1.88 per un peso di circa 80 kg.
E' un play old-style, un discendente inconsapevole di Bob Cousy, non uno dei nuovi play atleticamente impressionanti con scopi realizzativi prima di tutto. No, Luke pensa prima a dar via la palla, poi a colpire personalmente, cosa che tra l'altro non gli riesce nemmeno tanto male, possedendo un ottimo tiro da tre sicuro e preciso ma anche un buon jump-shoot dalla media, anche senza dubbio non è la soluzione che predilige. Discreto penetratore, frenato dalla scarsa esplosività .

Tratta la palla come un bambino il proprio peluche, mani dolcissime e visione di gioco abbacinante. Discreto rimbalzista per la sua taglia, non è un mastino in difesa ma nessuno gli chiederà  mai d'esserlo. Comunque ottimo senso per il recupero, si inserisce molto bene tra le linee di passaggio, con un'intelligenza che non lo porta mai a scoprire difensivamente la sua squadra. Velocissimo in contropiede, situazione nella quale s'inventa giocate pazzesche che fanno felici i compagni.

Sa sempre cosa fare con gli spicchi tra le mani, possiede un'intelligenza cestistica non da ventiduenne, e difficilmente perde palla. Và  dietro la schiena come Ben Wallace a rimbalzo (oddio, rende l'idea, no?). Ama dare via gli spicchi direttamente dal palleggio, esecuzione rischiosa ma sempre bella da vedere. E Luke è moolto bello da vedere, cestisticamente parlando.

Se vogliamo a tutti i costi trovare il pelo nell'uovo che ostacoli la sua rincorsa allo starreggiare anche al piano di sopra, ecco a voi l'atletismo di base non proprio eccelso (eufemismo), ma non è una dote necessariamente richiesta, come insegna il recordman all-time di assist e recuperi nella Nba, aka John Stockton. Certo, ci sono anche i Dan Dickau di turno (tra l'altro molto amico di Ridnour, quest'ultimo), ma qui non ci sembra proprio il caso"

Luke ha dichiarato che la sua principale fonte d'ispirazione non è proprio Stockton, ma piuttosto Pete-"White chocolate"-Maravich: in entrambi i casi, diciamo che c'è di peggio.

Un grande futuro attente Luke Ridnour, e lui non fa che rincorrerlo.

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