Marquis Estill

Marquis Estill. Un enigma in arrivo per la Nba.

Marquis Estill. Il classico giocatore che dopo averlo visto una volta, dici: "Non ho capito se è un fenomeno o una bufala grande quanto lo Stato del Kentucky", quello dov'è nato, Quis, come lo chiamano i fan (gli amici, forse è meglio: non è che ne abbia tanti di quelli sopra, almeno per adesso).

Marquis Daron Estill nasce il 15 Settembre del 1981 a Richmond, nel Kentucky come già  riportato in precedenza. Figlio di una famiglia di contadini, fatto abbastanza usuale da quelle parti, Quis è attratto fin da piccolo dagli spicchi, confortato e spinto anche da una crescita fisica prepotente.

Andrà  alla Madison Central HS. Già  nella sua stagione da sophomore come Indians (questo il nomignolo dei giocatori della sua High School) si mette in mostra, guidando la graduatoria statale per percentuale di tiro dal campo: ha il 76.9, che porta a 14 punti ad uscita conditi da 7.7 rimbalzi"condurrà  la sua squadra alle finali regionali con un record di 21 doppie vu e 9 sconfitte.

L'anno da junior alla HS sarà  un calvario per il nostro: gioca solo 13 partite a causa di un infotunio al ginocchio sinistro, parte del corpo che lo perseguiterà  anche in seguito, e le sue cifre rimangono pressocchè invariate. L'anno da senior sarà  quello della consacrazione personale ma dell'epifania al mondo del basket che conta: chiuderà  con 20.5 punti e 11.3 rimbalzi di media, il 71.2% dal campo, ma soprattutto una serie di riconoscimenti e inclusioni nei migliori quintetti dello stato che attireranno l'attenzione di due prestigiosi college"Marquis è indeciso fino all'ultimo istante se andare a University of Kentucky o a Louisville.

Alla fine opterà  per la prima opzione, ma il destino lo aspetta dietro l'angolo: infortunio al menisco con conseguente operazione e stagione da freshman andata a farsi benedire. Infatti adesso è considerato un senior dalle regole Ncaa, ma possiede ancora un altro anno di elegibilità  per non aver giocato neanche un minuto di partita nella stagione d'esordio; comunque tutti sono convinti che quest'estate farà  il salto tra i pro, nonostante la possibilità  di essere allenato ancora per un anno da un grande coach come Tubby Smith.

Tornando alla sua avventura colleggiale, il suo anno da sophomore, quello del grande ritorno all'attività  agonistica, scivola via (un po' come tutta la sua carriera finora) tra momenti di assoluto anonimato e altri di totale trance cestistica: memorabile la sua prestazione contro Iowa, quando segnerà  22 punti in 22 minuti con il 9-11 dal campo, 6 rimbalzi, 2 stoppate e un recupero, con anche una tripla messa a referto. In quell'anno guiderà  la sua squadra in stoppate (1.1 a sera) e percentuale dal campo (60.3).

Nella stagione da junior, Smith lo fa partire in quintetto 12 volte in tutta la stagione, ma non salterà  nemmeno una partita. Finirà  con 8.9 punti a partita e il 60% dal campo, percentuale ormai abituale per lui. Ma durante quell'annata, Quis perde il padre, che viene a mancare improvvisamente. Durissimo colpo per il ragazzo, che nonostante tutto saprà  reagire bene e fornire prestazioni eccellenti sul parquet di gioco, come le sei stoppate in 19 minuti di impiego contro Mississipi State.

L'inizio di quest'ultima stagione, quella appena conclusa, vedeva Kentucky nel lotto delle grandi favorite per la conquista del titolo Ncaa, ma alla fine la squadra di Marquis si è fermata alle finali dei Regionals (complici anche le precarie condizioni fisiche con le quali è sceso in campo Keith Bogans, la stella dei Wildcats edizione 2002-2003), bloccata da Marquette, sorpresissima del torneo, squadra guidata dalla coppia formata dal fenomenale Dwayne Wade e dal pivottone Robert Jackson. Estill gioca bene, finisce con 10 punti, ma quello che resterà  ben impresso nell'immaginario collettivo degli appassionati è stata la sua prestazione nel turno precedente, contro Wisconsin: alla fine contava 28 punti e ha dato l'impressione di essere addirittura immarcabile in alcuni momenti.

Ma c'è stato un episodio che ha fatto riflettere più degli altri nella sfida contro i Golden Eagles: Estill va su morbido (troppo morbido), ed ecco la stoppata cinque-stelle-cinque di Dwayne Wade, che gli rende una ventina di centimetri circa. In quest'azione c'è tutto Marquis Estill, il vostro classico giocatore "prendere o lasciare", e partiamo proprio da qui per buttarci nell'analisi tecnica del giocatore.

Estill è un ala forte alta 6-9, quindi circa 205 cm, con un peso di 110 Kg. La caratteristica che lo contraddistingue più di ogni altra è la discontinuità : alcuni giorni sembra Karl Malone, in altri le sue qualità  balistiche vengono tenute nascoste. Un fisico scolpito nella parte superiore del corpo che non gli impedisce un'invidiabile coordinazione di movimenti lo rendono oggetto molto appetibile. Piedi molto veloci, buoni movimenti in post e un semigancio tanto automatico quando discontinuo a causa della scarsa concentrazione in talune circostanze. Potenzialmente un ottimo difensore, se non fosse che la voglia di contenere gli attacchi avversari va e viene come i fidanzati di Alessia Merz.

Ottimo senso per il rimbalzo, effettua un ottimo tagliafuori usando prepotentemente il fisico compatto. Discreto stoppatore, soprattutto quando la voglia di cui sopra è nella fase del venire. Ha bisogno di variare il suo bagaglio offensivo, ma le basi sono buone. Alla voce ball-handling siamo messi maluccio, e non è ancora un passatore che si possa definire appena decente. Ottima etica per il lavoro, quasi un "topo da palestra" per la sua attitudine. In campo con la sua aggressività  trascina i compagni, ma sicuramente non è un leader.

Per essere un buon lungo Nba deve mantenere sempre alta la concentrazione sul parquet, cosa che ha fatto con discontinuità  (eufemismo) oseremo dire eccessiva. Le prospettive perché diventi un big ci sono, sta a lui decidere che farne.

Personaggio bizzarro, il suo sogno ricorrente è Jennifer Lopez (pollice su per Quis) e il suo piatto preferito sono gli spaghetti. Quindi non si troverebbe male neanche in Italia. Ma Quis ha altri progetti. O almeno potrebbe averli.

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