Nick Collison

Nick Collison: la Nba lo attende al varco.

Nicholas John Collison, più comunemente conosciuto come Nick Collison, nasce il 26 Ottobre del 1980 a Orange City, un piccolo e sperduto paesino nei pressi della capitale dell’Iowa, Des Moines.
Anche lui, come l’amico e compagno di squadra a Kansas Kirk Hinrich, figlio di un allenatore di basket, che lo allenerà  in tutti i suoi 5 anni di High School alla Iowa Falls HS. Con la premiata coppia Collison sr. E Collison jr., la Iowa Falls chiuderà  con un record di 101 vinte e una sola partita persa più due titoli statali.

Nell’estate del 1998 Nick gioca le qualificazioni ai mondiali giovanili con la nazionale Americana: nella Repubblica Dominicana contribuirà  ad un 6-0 di record degli Stati Uniti con 6.5 punti e 4.3 rimbalzi di media ad uscita…ironia della sorte, l’allenatore di quella nazionale era Jim Boeheim, proprio il coach di quella Syracuse che quest’anno ha strappato alla Kansas di Nick il titolo Ncaa.

La stagione da senior alla high school lo farà  notare come uno dei principali talenti d’America: chiuderà  con quasi 22 punti e 10 rimbalzi di media, conditi da 4.5 stoppate a partita più 2.5 assist e 2.5 recuperi a partita. Vincerà  il titolo di Mr.Basketball dell’Iowa in coabitazione con Hinrich. Giocherà  il McDonald’s All-America Game che chiuderà  con 16 punti e l’8/9 dal campo. Verrà  inserito nel secondo quintetto di All-America. Nell’estate del 1999 gioca i mondiali Juniores in Portogallo: gli Stati Uniti allenati da Rob Evans finiranno secondi, Collison partirà  sempre in quintetto segnando 7.8 punti di media e catturando 4.3 rimbalzi a partita. Cattura l’attenzione di Roy Williams, che fa di lui un Jayhawks.

Nella stagione da freshman a Kansas, Nick viene subito inserito nel primo quintetto di matricole della Big12, dopo esser partito nel quintetto base in tutte le partite dei Jayhawks tranne che nel Senior Day, come viene definita l’ultima partita stagionale che vuole celebrare i senior della squadra.

Chiuderà  con 10.5 punti e quasi 7 rimbalzi a partita, il 50% dal campo e il 67% ai liberi, suo punto debole che è rimasto tale (vedi finale Ncaa edizione 2003) anche dopo quattro anni da coach Williams. Subito però fa impressione la sua versalità , tanto che nessuno lo battezza dall’arco dove può colpire con una discreta sicurezza se ha spazio. Nella off-season del 2000 farà  parte della selezione di giocatori collegiali che giocherà  a Maui, nelle Hawaii, contro la nazionale maggiore, conosciuta anche come Dream Team. E il 2 settembre prenderà  parte ad una partita di esibizione contro le star Nba.

Nella stagione da sophomore, arriva a fare coppia con lui Drew Gooden, ma le sue statistiche non ne risentono, anzi: alla fine conterà  14 punti e 6.7 rimbalzi ad uscita, con un’altra statistica impressionante: il 60% dal campo, decimo in tutta la nazione. Sarà  inserito nel primo quintetto della Big12 dagli allenatori, nel secondo da Associated Press. In estate, anno 2001, giocherà  nella sesta selezione nazionale diversa in quattro anni: questa volta si tratta del Basketball World Championship For Young Men. Sotto coach Boeheim, gli Usa vinceranno l’oro e Collison sarà  protagonista con 9.1 e 5.4 rimbalzi di media.

La stagione da junior sarà  quella della definitiva consacrazione: 15.6 punti di media, uniti a 8.3 rimbalzi e 2.2 stoppate a partita (primo della sua conference), l’ormai consueto 60% dal campo e Kansas alle final-four. Con Gooden formerà  la migliore coppia di lunghi del college basket, che verrà  sconfitta solo da Maryland in semifinale grazie ad uno strepitoso Chris Wilcox. In estate, Collison viene scelto come riserva per allenarsi con la nazionale maggiore nel training camp di Oakland.

L’inizio della stagione seguente, quella da senior per Nick, vede Kansas sfavorita in ottica final-four rispetto alle corazzate del paese tipo Arizona e Florida, anche a causa della partenza destinazione Nba di Drew Gooden. Ma il nostro, insieme all’altro senior della squadra, Kirk Hinrich, guida ancora i Jayhawks ad una stupenda March Madness che sfocierà  nella finale del 7 Aprile, quando Collison e co. Cadranno sotto i colpi di Carmelo Anthony. Ma la stagione di Nick è stata strepitosa, e ha smentito gli scettici che credevano che non avrebbe giocato allo stesso modo e tirato con le stesse medie dopo la partenza del “vichingo” Drew per Memphis.

E’ stato chiamato, insieme a Rich Jefferson dei New Jersey Nets, per completare il roster della nazionale Americana che quest’estate giocherà  il pre-olimpico a San Juan, in Portorico.

Analizzando il giocatore tecnicamente, abbiamo un ragazzo di 2,10 metri per 115 Kg, quindi una stazza fisica di tutto rispetto.
Possiede una grande tecnica di base, e in attacco fa sempre le scelte giuste applicando soluzioni di rara efficacia. In uno-contro-uno non si trova mai in difficoltà  e sa creare buoni tiri per se e per gli altri compagni.

Sul parquet non sa vestire i panni del leader e difficilmente sa infiammare il pubblico con le sue azioni. Punta più sulla concretezza che sull’emotività  nelle sue giocate. Nonostante non sia un grande atleta, corre bene sui 28 metri. Va seriamente a rimbalzo, con una buona tecnica, ma è penalizzato dal fatto di non avere mani forti: in ottica Nba deve lavorare in questa specialità . Buon stoppatore, anche se certamente non si può definire proprio un intimidatore d’area: comunque chiude bene le linee di penetrazione.

Nella metà  campo offensiva possiede movimenti bellissimi da vedere ma anche molto efficaci… il suo semi-gancio, eseguito sia con la mano destra che con la sinistra, è un tiro ad altissima percentuale e di rara bellezza estetica. Si muove molto anche senza palla, creando spazi per i compagni.

Nel suo bagaglio Nick ha anche ottimi movimenti in post, ma anche partendo dal palleggio dal post-alto la sua grande efficacia offensiva non viene meno: infatti ama metter la palla per terra e fronteggiare il canestro. Mani molto dolci e buon tiro anche da 6 metri. Ottimo passatore, legge le situazioni come pochi lunghi sanno fare.

In difesa si applica, posizione del corpo bassa come c’è scritto sul libro. In alcune circostanze riesce anche a contenere gli esterni meno veloci.
Non è sempre concentratissimo, e questo non è un bene pensando al futuro, ma le basi per lavorarci ci sono.

L’unico dubbio in prospettiva Nba è la sua mancanza di esplosività , che secondo molti, lo porterà  a giocare lontano dal canestro. Per il resto sentiamo di poterci sbilanciare prevedendo un futuro roseo per Nick.

Personaggio interessante, tra l’altro: Nick possiede una grande collezione di Dvd, ascolta indifferentemente Miles Davis (nonostante sia nato nello stato degli Slipknot) ma anche Jay-Z…ha dichiarato che il suo giocatore preferito è Tim Duncan: non male come modello!

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