Che succederebbe se…

Mike Tranghese, commissioner della Big East

Mike Tranghese, commissioner della Big East sostiene che “se le università  di Miami, Syracuse e Boston College dovessero davvero andare nella ACC questo sarebbe il peggior colpo allo sport collegiale che io abbia mai visto in vita mia”.

Bisogna ammettere che Tranghese nella sua dichiarazione ha sicuramente esagerato cercando la frase ad effetto per trattenere le tre università  invitate ad aggregarsi alla Atlantic Coast Conference.

È anche vero però che il passaggio alla ACC di Miami potrebbe causare un vero e proprio balletto di università . Vediamo cosa potrebbe cambiare nell'ipotesi che la Big East perda le tre università .

Atlantic Coast Conference

Il motivo principale per cui sono state invitate tre università  invece della sola Miami è quello di potersi dividere in due divisioni da sei ed organizzare così una finale di football per assegnare il titolo della ACC.

Non è stato ancora deciso il criterio di divisione delle università  (nord e sud o est ed ovest) ma sono già  stati proposti alcuni accoppiamenti. Miami ha chiesto di essere nella stessa divisione di Florida State per evitare di doverla incontrare nella finale rischiando così un posto nei Bowl più importanti.

Inoltre è probabile che le università  del North Carolina non vengano separate. Quindi Duke, North Carolina, North Carolina State e Wake Forest dovrebbero restare insieme. In questo caso le tre università  della Big East verrebbero collocate nell'altra divisione.

Se non fosse possibile tenere insieme le quattro università  allora si cercherebbe di mettere nella stessa divisione almeno Duke e North Carolina perché una loro partita porterebbe un maggior guadagno economico alla conference.

Questa divisione permetterebbe alle squadre di football di affrontare tutte le università  della propria divisione e tre dell'altra divisione lasciando così libere tre o quattro partite da giocare contro avversari fuori dalla conference.

Per quanto riguarda il basket, ogni squadra giocherebbe due volte contro quelle della propria divisione ed una contro le altre. C'è la possibilità  che per mantenere vive le rivalità  fra università  ad alcune di esse sia concessa la possibilità  di giocare due volte contro avversari dell'altra divisione.

Big East

Tranghese dovrà  fare i salti mortali per riuscire a mantenere competitiva la conference sia nel football che nel basket. La partenza dei campioni in carica del basket e della migliore squadra di football della nazione lascia vuoti difficili da colmare.

Resterebbero soltanto quattro squadre con un programma di football nella Division I-A (cinque considerando l'arrivo nel 2005 di quella del Connecticut). Questo comporterà  quasi sicuramente la perdita di un posto automatico nelle BCS con l'immaginabile disastro economico che ne segue.

Una volta persi questi guadagni c'e' la possibilità  che le università  della Big East legate più al basket decidano di abbandonare la conference e fondarne una basata su un solo sport.

L'alternativa e' quella di seguire l'esempio della ACC ed attirare università  di altre conference per riempire i tre vuoti creatisi. Questa soluzione ha il vantaggio di non far sparire nel nulla la Big East, costringendola però ad un passo indietro in termini di esposizione con la conseguente perdita del posto nella BCS a meno che non si riesca a convincere Notre Dame.

Il programma dei Fighting Irish e' già  legato alla Big East per tutti gli sport tranne il football. Per quest'ultimo, per non dividere gli introiti derivanti da contratti televisivi, l'università ' ha preferito accordarsi da sola con la NBC da cui riceve 1.5 milioni di dollari a partita. Sembra in ogni caso improbabile che Notre Dame decida di rinunciare ad una decina di milioni l'anno.

Consapevoli di questo gli alti vertici della conference, nonostante stiano ancora trattando con Miami, stanno già  discutendo le possibili strategie di “attacco”.

La Conference-USA sembra la candidata più probabile cui rivolgersi. Se Tranghese decidesse di dare più importanza al basket le università  seguite sarebbero Marquette e DePaul altrimenti si cercherebbe di far arrivare il totale delle squadre di football ad 8 invitando East Carolina, Louisville e Cincinnati.

Altra conference in pericolo e' la Mid-American Conference. Le università  da contattare sarebbero Marshall e Central Florida. L'aggiunta di quest'ultima permetterebbe alla Big East di restare nel mercato televisivo della Florida nonostante la perdita di Miami.

Una teoria poco realizzabile per convincere Miami a restare è quella dell'eliminazione di tutte le università  che non hanno un programma di football di alto livello per formare una conference che privilegi il football. In questo caso se ne andrebbero Villanova, Seton Hall, Providence, Georgetown, St.John's e Notre Dame lasciando così solo 8 squadre nella Big East.

Infine si vocifera di un contro-raid della conference teso a portare via dalla ACC tre università  (Florida State, Clemson e Georgia Tech), costruire una super-conference più a sud dell'Atlantico e dare una “lezione” alla conference avversaria.

L'ipotesi peggiore prevede la scomparsa della conference e la lotta delle altre per accaparrarsi quello che resta. L'impressione è che le restanti università  faranno di tutto pur di evitare la disgregazione della Big East. Questo perché sarebbero pochi i programmi inseguiti da altre conference. Infatti non sono venuti alla luce contatti in questo senso anche se e' noto l'interesse di molte conference per il football di Virginia Tech e della Big Ten per Pittsburgh.

Per evitare questa fine il commissioner dovrà  fare affidamento soltanto sulle sue forze. Myles Brand, presidente della NCAA, ha dichiarato che “il ruolo della nostra istituzione è quello di appoggiare le università  ma dell'organizzazione delle conference se ne occupano loro direttamente”.

Insomma, bye bye Big East!

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