Roy Williams assediato dalla stampa dopo la riunione di addio ai suoi Jayhawks
Roy Williams alla fine ha detto si, accettando l'offerta di tornare presso la sua alma mater, dal suo grande maestro Dean Smith, presso cui è stato giocatore ed assistente allenatore per dieci anni (1979-88), che ha fatto di tutto per averlo con sè e rilanciare alla grande il programma dei Tar Heels. Roy troverà una buona ossatura, con Felton, McCants e May sophomore di sicuro livello, nonchè molto adatti al running game da sempre profetizzato anche con i JayHawks. A Chapel Hill arriverà senz'altro una buona comitiva di reclute, per ora caratterizzati dall'ala di due metri Reyshawn Terry. North Carolina, anche con Matt Doherty, era stata inserita tra le prime dieci nelle prime top 25 per l'anno prossimo. Con un coach come Roy Williams, il parere è che entrino di diritto tra le prime cinque. Approfondiremo questi punti quando saranno chiare le prime mosse di Williams in casacca blue Carolina.
Spostiamoci ora a Lawrence.
A Kansas c'è grande sgomento, delusione, rispetto per la scelta di Williams, un coach che con i falchetti ha vinto 418 partite, con un record superiore all'80%, numeri che ne fanno sicuramente il miglior coach in attività da questo punto di vista, e comunque uno tra i primi cinque in qualsiasi graduatoria possibile ed immaginabile.
Lascia un grande vuoto, nei giocatori, nei dirigenti dell'ateneo, nei fans, un vuoto percepibile nelle parole di Jeff Boschee, il tiratore uscito l'anno scorso, subito dopo la Final Four persa contro Maryland: “Ci mancherà , soprattutto ai ragazzi che avevano scelto di giocare per lui, e che lo amavano, come lui del resto amava loro; se fossi ancora un giocatore non so come avrei reagito”. Dura, ma di poche parole la reazione di Wayne Simien, l'alona da Leavenworth che sta ancora smaltendo i postumi di un intervento chirurgico alla spalla lussata due volte quest'anno. I cronisti lo hanno incontrato subito dopo la riunione di addio a porte chiuse con Roy Williams, con un braccio ancora appeso al collo: “Ho dato un braccio per lui, ho davvero dato un braccio…”, rifiutandosi poi di proseguire nell'intervista.
Tuttavia, occorre guardare avanti, con continuità , alla ricerca di una soluzione che possa proseguire nella linea intrapresa da Williams in questi quindici anni a Lawrence.
Il principale indiziato per la sua sostituzione pare essere il coach di Illinois, Bill Self, nativo di Oklahoma City e già assistente, tra l'altro, a Kansas tra l'85 e l'86 di coach Larry Brown, subito dopo essersi laureato a Oklahoma State, ateneo in cui sarà assistente dal 1987 al 1993, prima con Leonard Hamilton, poi con Eddie Sutton, il coach che ancora allena i Cowboys.
Al suo attivo Self, oltre all'ottima esperienza attuale con i Fightin' Illini, è stato head coach anche a Oral Roberts e Tulsa, dove nel 2000, dopo una incredibile stagione che l'ha portato fino alle Elite Eight nel torneo, con un record complessivo di 32-5, è stato riconosciuto come National Coach of the Year.
Self sarebbe una scelta basata sia sulle sue abilità di allenatore, sia nella sua conoscenza del movimento cestistico dell'Oklahoma ed in generale dell'intero Midwest, dove tradizionalmente i JayHawks reclutano i loro talenti, salvo qualche escursione in California di tanto in tanto.
E' presto per avere conferme sull'interessamento di Kansas nei confronti di Self, ma le alternative potrebbero essere costituite da Tom Crean, altro coach emergente, che ha portato Marquette alle Final Four quest'anno, dal disoccupato Tim Floyd, ex Iowa e Chicago Bulls; dall'ottimo coach di Gonzaga Mark Few, oppure da Mike Brey di Notre Dame. Tutti coach relativamente giovani comunque, per rilanciare un programma a lungo termine, questo pare essere l'obiettivo.
Per chiunque sia il prescelto, non sarà comunque facile per Kansas chiudere il buco lasciato da Roy Williams, un coach che in quindici anni ha vinto nove titoli di conference tra Big8 e Big12, e raggiunto per 4 Final Four, tutte perse, ma lanciando in Nba giocatori come Paul Pierce, Raef LaFrentz, Jacque Vaughn, Scot Pollard, Greg Ostertag, Drew Gooden e, nel giugno prossimo, anche Kirk Hinrich e Nick Collison, alfieri dell'ultima grande cavalcata dell'era Williams.