Boston, Albany e infine New Orleans: le tappe di un miracolo.
Jim Boeheim, regista. Carmelo Anthony, miglior attore protagonista. Gli Oscar del basket Ncaa 2003 premiano i due nomi piu' illustri, ma arrivare ad un titolo nazionale non sarebbe stato possibile soltanto grazie a loro due.
Gli Orangemen partivano alla vigilia con pronostici contrastanti: chi li vedeva giungere alle Sweet 16 dopo un'ottima annata; chi invece li relegava al "povero" NIT a leccarsi le ferite.
L'inizio stagione e' stato la vetrina per il Melo, campione annunciato. La sua sfida a distanza con Lebron James ha caratterizzato tutta la preseason, ma alla fine il ragazzino terribile ha messo qualcosa di storico in bacheca.
Gia' nella sconfitta iniziale con Memphis, Anthony scrisse ventisette con undici rimbalzi, mostrando subito barlumi di leadership nella sua nuova squadra. L'unico senior, Keith Duany, niente ha "potuto" contro il prorompente carisma del ragazzo di Baltimora.
Dietro di lui, altri freshmen di valore come Gerry McNamara e Billy Edelin hanno messo i loro mattoncini, creando quel muro arancione sul quale si sono stampati, ultimi in ordine di tempo, i sogni del mitico Roy Williams.
Coach Boeheim ha tirato su una squadra piena di talento e di gioventu', sostenendola nei pochi momenti di crisi; nonostante sconfitte amare (come quella contro Rutgers, la cenerentola della lega), Syracuse si e' fatta largo nella West Division a furia di vittorie al Carrier Dome, raggiungendo la vetta con un mese di febbraio immacolato.
Sorpassata da Pittsburgh nel finale di regular season, ha perso netto in semifinale da Uconn, palesando un preoccupante vuoto dietro al solito grande Melo. Lo stesso Anthony, eletto dieci volte freshman della settimana nella Big East (battuto il record di Allen Iverson a GTown), ha tirato il carretto nei momenti bui, dimostrando un discreto carattere per un diciottenne con tutti gli occhi addosso.
Merito a lui, ma anche ai suoi strepitosi e sorprendenti compagni,: in primis Gerry McNamara; esploso con sei triple nel solo primo tempo di finale, Gerry si e' ritagliato un posto nei cuori di tutti i piccoletti magrolini che hanno sempre sognato fare di queste magie.
Billy Edelin invece era all'esordio per modo di dire: sospeso dalla Ncaa, ha ricominciato a giocare a meta' gennaio, ma il suo impatto e' stato notevole. Non un realizzatore, ma una solida spalla del binomio Anthony-McNamara.
Hakim Warrick: nato a Philadelphia, questo sophomore, appartiene invece alla categoria "se giocasse in un altra squadra sarebbe il leader"; il ragazzo possiede doti atletiche strabordanti e le ha dimostrate con quel balzo stoppante in fine partita!!
Sottocanestro il duo Craig Forth e Jeremy McNeil, che insieme non fanno un centro puro; il primo con i centimentri e buone mani da passatore, il secondo intimidatore notevole. Punti di media totali della coppia: sette… Per fortuna che ci pensava qualcun altro!
Gli altri membri del cast vincente sono stati il gia' citato Duany, giocatore di esperienza, ma relegato spesso a cambio di Edelin per le sue imbarazzanti medie al tiro (da segnalare in stagione un eloquente 1/10).
Josh Pace, al contrario, ha prodotto minuti di qualita' sia in regular season che nei tornei di marzo, lasciando una notevole impronta anche nella sfida con i Jayhawks.
Se in attacco spesso ci si e' affidato alla vena di Carmelo, capitolo a parte merita la famigerata difesa due-tre degli Orangemen. Contro squadre organizzate ed attrezzate la "fissa" di coach Boeheim ha traballato, mettendo in discussione le doti difensive di Melo in chiave futura. Al torneo Ncaa, pero', l'arma si e' rivelata piu' potente del previsto e ha fatto vittime illustri (Oklahoma, Texas, Kansas: tutte Big 12), poco abituate a questo "banale" schema.
In definitiva, titolo a sorpresa, ma strameritato per un coach alla sua 653a vittoria, quella piu' importante: il tabu' e' caduto dopo 27 anni di onorata panchina (di cui 25 con annate sopra le venti vittorie)