Allora Roy, sarà la volta buona?
Siamo all’atto decisivo, la Big Dance dopo il gran tango delle sorprese dei Regionals, farà il salto di qualità verso il più ricercato jazz che si suona dalle parti di New Orleans, dove il Torneo Ncaa, nelle tradizionali nottate di sabato e lunedì assegnerà lo scettro alla sua regina.
Chi sarà quindi la legittima erede della corona di Maryland?
Scopriamolo attraverso un rapido glossario che ci porta alla scoperta delle quattro aspiranti.
Si parte con Marquette-Kansas e Syracuse-Texas.
Marquette Eagles (vincitrice Midwest region – seed n. 3)
Coach: Tom Crean
Stella: Dwyane Wade (21.6 punti, 6.3 rimbalzi, 4.4 assist, 2.2 steals; 192 cm, guardia/ala, Junior)
Punti forti – Dwyane Wade è on fire e la sua prova da 29 punti, 11 rimbalzi e 11 assist sfoderata contro UK rimarrà per sempre nella storia del torneo. È una squadra molto bilanciata che può far male in tutti i modi. Se Wade non è in serata, Travis Diener e la rivelazione Steve Novak hanno dimostrato di poterlo surrogare al meglio. E’ una squadra in grado di attaccare qualsiasi tipo di difesa.
Punti deboli – Gli Eagles hanno dimostrato di saper attaccare le migliori difese del torneo, ma contro Kansas potrebbero patire la sua trazione offensiva, soprattutto sotto canestro, dove Robert Jackson sta andando alla grande, ma è un po’ troppo solo: dovesse avere problemi di falli sarebbero dolori.
Kansas Jayhawks (vincitrice West region – seed n. 2)
Coach: Roy Williams
Stella: Nick Collison (18.6 punti, 9.6 rimbalzi, 2.1 assist, 1.9 stoppate; 205 cm, centro, Senior)
Punti forti – l’esperienza. Delle quattro a New Orleans i Jayhawks sono gli unici ad esserci stati già l’anno scorso, ed inoltre hanno due senior potenziali All America. Esperienza quindi, considerando che la sconfitta contro Maryland brucia ancora, e Roy Williams lo ricorda ai suoi ragazzi prima di ogni gara.
Hanno diversi uomini in grado di risolvere la gara, anche da soli, come hanno dimostrato Collison contro Duke e Hinrich contro Arizona, la favoritissima alla vigilia. Questi sono due successi importantissimi, contro due college contro cui i falchetti hanno una tradizione negativa. Vincere ha dato prova di una solidità mentale che altrimenti avrebbe fatto dubitare, visti alcuni clamorosi capitomboli nella regular season.
Punti deboli – l’eccessiva emotività del suo coach. Roy Williams è un uomo forse troppo genuino, la tensione delle Final Four lo ha spesso distrutto, facendogli sbagliare la preparazione delle partite. L’esperienza potrebbe averlo tuttavia temprato. L’infortunio alla spalla di Wayne Simien ha accorciato la frontline e una rosa già molto risicati da un’annata di nulla a livello di recruiting, anche se Jeff Graves viene da una prova da 13 punti e 15 rimbalzi.
Tatticamente invece, il fatto di non avere una vera ala piccola in quintetto potrebbe pesare se Wade impostasse la sua gara come ha fatto contro Kentucky.
Syracuse Orangemen (vincitrice East region – seed n. 3)
Coach: Jim Boeheim
Stella: Carmelo Anthony (22 punti, 9.8 rimbalzi, 2.1 assist, 1.5 steals; 202 cm, ala, Freshman)
Punti forti – Sorpresa assoluta non solo del torneo, ma di tutta la stagione, al momento che in preseason non comparivano nemmeno in molte top 25. Carmelo Anthony è un giocatore Nba prestato alla Ncaa, anche perché altrimenti sarebbe difficile definire un freshman con questo impatto e con queste cifre. La squadra è giovanissima, ma ha alternative valide al suo leader, come Billy Edelin, Hakim Warrick e Gerry McManara. La zona di coach Boeheim non sarà il massimo in quanto ad insegnamento di fondamentali, ma ha fatto già parecchie vittime illustri, anche se TJ Ford potrebbe avere la chiave per aprirla.
Punti deboli – la freschezza e la pluralità di opzioni è un bonus, ma è al tempo stesso un limite. I tre uomini più importanti (Anthony, Edelin e McManara) sono freshmen, Warrick è un sophomore. L’unico senior che gioca un minutaggio apprezzabile è infatti Kueth Duany. Finora le Final Four hanno dato la loro preferenza a squadre con più chilometri nelle gambe, ma gli Orangemen come hanno stupito fino ad ora, possono benissimo continuare a farlo.
Texas Longhorns (vincitrice South region – seed n. 1)
Coach: Rick Barnes
Stella: TJ Ford (15.1 punti, 3.9 rimbalzi, 7.5 assist, 1.9 steals; 175 cm, playmaker, Sophomore)
Punti forti – un uomo solo al comando, ossia TJ Ford. Il Naismith Player of the Year sa gestire la gara come nessun altro nel college basket, impressionante la maestria e la tranquillità con cui sa condurre la sua brigata alla vittoria, tant’è che il suoi compagni l’hanno già soprannominato: “il generale”. La squadra inoltre è completa in tutti i reparti, è la più profonda in panchina, e sotto le plance James Thomas può dare filo da torcere a qualsiasi lungo avversario, oltre ad andare costantemente in doppia doppia.
Punti deboli – tolto Ford, questa squadra non sa più trovare la via del canestro. E’ stato così per tutto l’anno, non appena il playmaker ha avuto problemi di falli e Barnes l’ha dovuto mettere a sedere. In generale quindi se Ford dovesse andare in crisi è quasi matematica la certezza con cui tutti i Longhorns avrebbero alte probabilità di fallire, pur mantenendo ottimi equilibri difensivi.