Blake difende contro Chris Hill di MSU. Blake ha sbagliato l'ultimo tiro che avrebbe potuto consegnare ai Terps l'Elite 8
E al terzo turno, anche i campioni uscenti vennero buttati fuori dal torneo. Un torneo che già dalla prima partita aveva fatto capire che non avrebbe potuto durare troppo a lungo, anche con la fortuna alleata dei Terrapins.
La vittoria inaugurale molto sofferta contro UNC Wilmington, maturata solamente all'ultimo secondo grazie a un tiro da tre completamente fuori equilibrio mandato miracolosamente a bersaglio da Drew Nicholas, aveva infatti lasciato intuire quello che si sarebbe manifestato in seguito.
La vittoria, non eccessivamente problematica contro Xavier aveva lasciato che le speranze dei tifosi, che fino ad allora erano rimaste piuttosto tiepide, ritornassero ad ardere. Ma era tutta un'illusione, e così al turno successivo, quello delle Sweet 16, la parte dei giustizieri l'hanno fatta i sorprendenti Spartans, guidati da coach Izzo, che ha raggiunto il regional per il terzo degli ultimi quattro anni.
Nonostante tutto, la stagione di Maryland è stata comunque un successo e una riconferma che il programma di pallacanestro dell'università è uno dei migliori dell'intera nazione, così come lo è pure il coach Gary Williams, che se consideriamo quello che ha perso rispetto all'anno prima. Giusto per intenderci, Williams ha perso quattro quinti dello starting five che si era laureato campione ad Atlanta, con il solo Steve Blake ad essere rimasto per disputare il suo anno da senior. Quest'anno, oltre a Blake, il quintetto era composto da Drew Nicholas, Nick Caner-Medley, Tahj Holden e Ryan Randle, tutta gente che 365 giorni fa rimpinguavano il pino dei Terrapins, o che addirittura erano ancora all'high school, come Caner-Medley.
Eppure, anche con le seconde linee, Maryland si è saputa dimostrare una delle squadre più toste di tutto il campionato. Prima che Wake Forest decidesse di chiudere i giochi per vincere la regular season della ACC, Maryland aveva anche battuto Duke ed era arrivata perfino ad essere in vetta. E se si considerano tutte le aggravanti citate in precedenza, si può tranquillamente affermare che questo è un risultato di tutto rispetto e che, aggiunge chi vi scrive, pochi allenatori avrebbero saputo raggiungere.
Dice Williams : “Mi dispiace moltissimo per come sono andate le cose contro Michigan State, ma anche in una sconfitta come quella di questa sera avete potuto vedere di che pasta sono fatti i miei ragazzi. Complimenti a tutti”. In conferenza stampa inoltre Williams ha tracciato un bilancio piuttosto positivo per l'anno cestistico appena passato, sottolineando il fatto che coloro i quali l'anno scorso sedevano in panchina, quest'anno chiamati in causa a ricoprire ruoli non loro, hanno lavorato il doppio per riuscire a mantenere alto il livello di gioco, senza fare una piega.
I complimenti sono più che giustificati, quando arrivi a giocarti la partita all'ultimo tiro poi è impossibile non lodare la propria squadra. Sotto anche di 13 nel secondo tempo, i Terrapins hanno trovato le forze per reagire e riportare la gara nel binario giusto, anche se il finale fiabesco Maryland se l'era già giocato contro Wilmington, e come Paganini non dava repliche, così neanche gli dei del basket.
Per il secondo anno di fila, Williams si ritroverà con una squadra completamente nuova, perdendo anche in questa estate 4 componenti del quintetto base.
Il prossimo anno i Terrapins non potranno ad esempio più contare sul playmaker Steve Blake, che conclude la sua carriera universitaria al quinto posto nella classifica ogni epoca di assist per la NCAA, un traguardo invidiabile da molti. Non ci saranno più neanche Holden e Randle, e la frontline sarà da ridisegnare per intero, per quello che sarà il compito più difficile da svolgere. E' probabile che sarà Jamar Smith a partire in quintetto in ala grande, un ruolo che avrebbe dovuto già essere suo quest'anno e che invece ha visto Holden protagonista, per via della maggior esperienza di quest'ultimo visto che Smith, transfer da junior college, era alla sua prima stagione di Division I. Il prossimo anno invece non ci sarà storia, e ad affiancarlo in ala piccola ritroveremo quel Caner-Medley che ha concluso la sua ottima stagione da freshman con una distorsione alla caviglia sinistra che, sembrata inizialmente preoccupante, si è rivelata in seguito ordinaria amministrazione.
Nel reparto lunghi arriveranno due freshmen interessanti quali Ekene Ibekwe e Hassan Fofana, che si spera possano essere pronti da subito a dire la loro, anche se l'impatto del mondo collegiale rispetto a quello liceale è di norma abbastanza traumatico.
Anche il reparto dietro subirà un radicale cambiamento. Il posto di Blake verrà preso stabilmente da Gilchrist (che ha comunque avuto già un buon minutaggio anche questa stagione), nonostante il giocatore eletto per due volte mvp della Virginia non sia propriamente un playmaker. “John (Gilchrist, ndr) può giocare un paio di posizioni – asserisce Williams – tira bene e il prossimo anno darà spessore al nostro reparto di guardie”. Un reparto che in due anni perde dapprima Juan Dixon, e poi Drew Nicholas, non solo il top scorer dei Terps di quest'annata (18 punti e il 40% da tre), ma anche, insieme a Randle, l'anima della squadra.
Non rimarrà dunque che affidarsi nelle mani dei freshmen, tra cui spicca il nome di Michael Jones, dai più etichettato come uno dei primi cinque prospetti della nazione, messosi in mostra già a un Nike Camp di due anni fa, e che sebbene abbia un accordo con Maryland solo a livello verbale, sembra essere destinato con certezza verso College Park.
Il fatto che si debba ricorrere a tre freshmen come parte integrante della rotazione dei Terrapins, lascia trasparire che la prossima sarà necessariamente una stagione di transizione, nella quale fondare le basi per cercare di riportare Maryland alle Final Four a partire dalla stagione 2004-2005, non prima.
Final Four che quest'anno per la prima volta dal 1979 sono completamente orfane di un team della ACC.