Wade vola con le sue aquile verso le Elite Eight, dove troverà Estill e compagni
I pronostici delle semifinali del Midwest Regional erano generalmente concordi: ci si aspettava una finale, per così dire, tra felini, ossia tra i "Gattacci" di Kentucky e le "Pantere" di Pittsburgh. Ma se nella prima semifinale tutto è filato liscio per UK (anche se con molti più patemi di quanto previsto), nella seconda le "Aquile d'oro" di Marquette hanno pensato bene di costringere alla fuga i Panthers"..
Lasciando alle rispettive mascotte la disfida ludico-zoologica, è il caso di ritornare al basket giocato. Ed il protagonista indiscusso delle sweet 16 al Metrodome è stato Dwayne Wade, giocatore dell'anno nella Conference USA, ma in ombra nella post-season, dove in tre partite aveva totalizzato un 20/51 al tiro non degno della sua reputazione. E i problemi realizzativi erano proseguiti nel primo tempo della gara contro Pitt, con soli due punti; e con il top scorer dei primi due turni Travis Diener pure lui in difficoltà in attacco, era difficile che Marquette riuscisse a venire a capo della temuta difesa dei Panthers.
Ma nel secondo tempo Wade ha fatto quello che tutti si aspettano dai leader, ossia diventare il punto di riferimento nei momenti di crisi: 20 punti con 9/14 al tiro, con una varietà impressionante di movimenti e conclusioni. Ha iniziato con 10 punti consecutivi nei primi minuti, ma in tutti gli highlights non possono mancare l'acrobatico gioco da tre punti che ha dato il +9 a Marquette a metà del secondo tempo; ed il canestro del +3 a 21 secondi dalla fine, nel mezzo della disperata rimonta di Pitt, con una entrata ed un movimento che, per sua stessa ammissione, non aveva mai tentato durante tutto l'anno"" Altri hanno dato il loro contributo fondamentale, da Robert Jackson al cecchino Scott Novak, ma è indiscutibile che la prestazione di Wade sia stata decisiva.
E ora? Il ritorno dei Golden Eagles alle Elite 8 dopo oltre 20 anni, ossia dai tempi del leggendario Al McGuire, è già un gran risultato, ma non è detto che costituisca un traguardo. Kentucky è sembrata vulnerabile contro Wisconsin, potrebbe non schierare Keith Bogans, e deve fronteggiare la famigerata legge dei grandi numeri (striscia di 26 vittorie consecutive); Marquette ha superato test durissimi come Missouri e la "steel curtain" di Pittsburgh, sarà seguita da moltissimi tifosi e non si farà intimorire da UK. Forse il regional che sembrava sulla carta il più scontato ha ancora in serbo qualche sorpresa"""