NIT: l’altro torneo

Ancora una volta Sweetney ha fatto la voce grossa

Come ogni anno in alternanza con il torneo NCAA si sta svolgendo il National Invitation Tournament, torneo di consolazione per le squadre che non sono riuscite a meritarsi una chiamata dal comitato della NCAA. E come ogni anno il Madison Square Garden di New York sarà  il teatro delle semifinali e delle successive finali nei giorni che precederanno le Final Four di New Orleans, ma New York è ancora lontana per tutti.

Al secondo turno sono approdate squadre che in passato hanno fatto la storia del College Basket come Georgetown, North Carolina, St. John's, Virginia, Minnesota, Iowa e Georgia Tech, tutte università  che nell'ultimo quarto di secolo hanno scritto almeno una volta il loro nome nell'albo delle Final Four.

Ovviamente non mancano nemmeno i protagonisti famosi come ad esempio Bobby Knight, Mike Jarvis, Matt Doherty e Steve Alford o i futuri prospetti per la NBA come Chris Bosh, Mike Sweetney, Raymond Felton, Rashad McCants, Rick Rickert, Andre Emmett o Marcus Hatten per citare solo i più conosciuti.

Insomma anche quest'anno i motivi di interesse che accompagnano lo svolgimento di questo torneo non mancano.

La prima partita del secondo round di venerdì scorso ha visto i Red Raiders di Texas Tech sfidare sul proprio campo gli Aztecs di San Diego State nella rivincita della sfida che ad inizio gennaio vide Texas Tech sbancare il campo degli Aztecs. La squadra di casa arrivava da una vittoria abbastanza prevedibile con Nevada mentre gli ospiti avevano appena superato in overtime la piccola UCSB (University of California, Santa Barbara).

La partita è iniziata bene per San Diego State che si è portata facilmente in vantaggio 12-9. Ma da quel momento gli Aztecs non hanno trovato più la via del canestro e sbagliando 12 tiri consecutivi hanno consentito a Texas Tech di riprendere il comando grazie ad un parziale di 17-0. Il 28% dal campo per la squadra della California li condanna a chiudere il tempo sotto di 14.

Il brutto primo tempo costringe San Diego State e rincorrere la squadra di Bobby Knight per tutta la ripresa e lo sforzo si conclude con successo a poco meno di 7 minuti dalla fine quando gli Aztecs riescono ad accorciare a -1 (46-45). A quel punto, dopo aver perso l'occasione del sorpasso, San Diego State però resta ancora una volta a bocca asciutta per 5 minuti permettendo a Texas Tech di chiudere la partita vittoriosamente 57-48.

Protagonista inatteso per Texas Tech, il lungo di origine polacca Robert Tomaszek che ha chiuso la partita con 14 punti ed 8 rimbalzi. Male invece il miglior realizzatore della Big 12 Andre Emmett (22,1 punti di media a partita nella conference) che non riesce nemmeno ad andare in doppia cifra (9 punti) per via di un disastroso 2 su 10 anche se contribuisce sotto i tabelloni con il career high di 14 rimbalzi. L'odiatissimo Bobby Knight avanza così ai quarti.

Lunedì tocca ai Red Storm di St. John's ospitare i Virginia Cavaliers. I ragazzi di coach Mike Jarvis sono reduci da una sfida tirata con Boston University che si è conclusa solo dopo la classica altalena dei tiri liberi dei minuti conclusivi mentre Virginia, dopo una stagione deludente nella ACC, ha eliminato facilmente la piccola Brown, ateneo della Ivy League famoso più per gli studenti che per gli atleti.

La partita si decide nella ripresa con Virginia che dopo essere stata in vantaggio 42-34 si fa rimontare nella seconda parte della ripresa dai Red Storm che grazie ad un parziale di 14-4 riprendono la testa della gara. Con 9 punti realizzati da Marcus Hatten nel break decisivo St. John's si porta sul 62-56 con 4 minuti scarsi da giocare. Virginia non riesce più a recuperare e la partita si chiude sul 73-63 per St. John's.

Impossibile non sottolineare la prestazione Hatten che, malgrado il 39% complessivo al tiro di squadra, con 30 punti (4 su 8 al tiro pesante) guida i suoi Red Storm ai quarti di finale. Inutili i 19 punti di Devin Smith ed i 15 di Travis Watson e Todd Billet che concludono la quinta stagione di Pete Gillen a Charlottesville con un pessimo record vittorie/sconfitte (16-16).

Nella terza partita del secondo turno Georgetown, dopo il campo dei Volunteers di Tennessee violato nel primo turno, ha espugnato anche quello di Providence in una sfida tutta targata Big East.

Con un problema di falli che ha costretto in panchina la stella degli Hoyas Mike Sweetney già  a 14 minuti abbondati dalla fine dopo aver commesso il quarto fallo, coach Craig Esherick sembrava rassegnato al peggio.

“Ero spaventato a morte quando ho visto Mike andare a sedersi in panchina con il quarto fallo perché solitamente quando lui non è in campo noi facciamo fatica a segnare punti” ha commentato Esherick in conferenza stampa al termine della partita.

A quel punto il punteggio era in sostanziale equilibrio con gli Hoyas in vantaggio di 3 (35-32) ed è toccato alla difesa di Georgetown, in contumacia Sweetney, alzare il volume della radio annichilendo letteralmente gli avversari che per ben 10 minuti non hanno trovato la via del canestro.

Georgetown alla fine concederà  complessivamente il 35% dal campo incluso un 3 su 20 da 3 che toglie ogni perplessità  nel giudizio della partita. Il risultato finale di 67-58 permette a Georgetown di approdare ai quarti.

Malgrado tutto nei 30 minuti in cui è restato in campo, Sweetney ha totalizzato 26 punti e 11 rimbalzi compreso un 10 su 11 ai tiri liberi che tra i lunghi a tutti i livelli è merce rarissima. L'ennesimo punto esclamativo per un ragazzo che ha ambizioni da NBA. Dall'altra parte per i Friars non è servita la prova maiuscola di Ryan Gomez che con 21 punti e 13 rimbalzi ha lottato per 40 minuti come un leone.

Tutt'altro che facile anche la vittoria di Minnesota che a Minneapolis ha abusato di Hawaii approfittando soprattutto dei "mismatch" dei suoi lunghi che hanno stravinto il duello a rimbalzo 39-22.

Con i Warriors di Hawaii in vantaggio al termine della prima frazione la partita ha preso una brutta piega per Minnesota quando ad inizio ripresa la guardia Michael Kuebler, eroe della vittoria dei Warriors di Hawaii su UNLV nel primo turno, ha insaccato l'ennesimo tiro pesante (alla fine saranno 6 su 10) portando i suoi in vantaggio di 9 (50-41).

A questo punto, con le spalle al muro, è toccato ai Golden Gophers mostrare i muscoli. Un parziale di 26-6, nel quale la guardia Maurice Hargrow ha contribuito con i tiri dalla lunga distanza, ha permesso a Minnesota di portarsi sul 67-56 con circa 7 minuti sul cronometro da giocare.

Le speranze di vincere la sfida da parte dei Warriors sono crollate quando l'unico lungo di una certa consistenza, il centro nigeriano Nkeruwem Akpan (poco più di 2 metri), è uscito per raggiunto limite di falli a 3 minuti e mezzo dalla fine.

La partita si chiude sull'84-70 con Minnesota che supera il turno grazie anche alla buona precisione al tiro (52%) frutto della strepitosa prestazione degli esterni Maurice Hargrow (22 punti) e Ben Johnson (18 punti). Rick Rickert, la stella che viene spesso collocata in zona lotteria nelle previsioni dei prossimi draft NBA ha contribuito con 16 punti e 5 rimbalzi ma solo 4 su 11 al tiro, dimostrandosi ancora una volta scarsa personalità  per passare nei professionisti.

A Chapel Hill invece tocca a North Carolina scendere in campo per cercare di dare un senso ad una stagione fino a questo punto negativa. Dopo la facile vittoria contro DePaul è il turno di Wyoming, reduce dalla vittoria casalinga con Eastern Washington.

I Tar Heels escono dagli spogliatoi determinati ed infilano 9 dei primi 14 tiri portandosi subito sul 24-14. Poco dopo, con un break di 14-0, il trio delle meraviglie di UNC, Rashad McCants, Raymond Felton e Jawad Williams spinge i Cowboys a -23.

Con un mostruoso 55% dal campo nel primo tempo, un 7 su 12 da 3, 9 turnover forzati e 5 stoppate, i Tar Heels chiudono il primo tempo in vantaggio 47-30. Quando nella ripresa il margine diventa di 22 punti la partita sembra chiusa. Ma si sa nel College Basket e soprattutto con la North Carolina degli ultimi tempi, le partite non sono mai finite.

Infatti Wyoming in sei minuti confeziona un parziale 18-0 e riavvicina UNC portandosi a -3 (61-58) con tanto tempo ancora da giocare. A questo punto tocca ancora al trio delle meraviglie calare gli assi per portare il vantaggio ancora in doppia cifra.

La partita si chiude sul 90-74 con McCants leading scorer con 20 punti per North Carolina insieme all'altra guardia Melvin Scott (20 anche per lui). Per UNC, che chiude con il 52% dal campo ed il 46% da 3, vanno segnalati anche i 15 punti farciti da 14 assists per il play Raymond Felton, mentre Williams chiude sua la partita con 13 punti.

Dall'altra parte il centro nigeriano di Wyoming, Uche Nsonwu-Amadi, chiude la partita e la carriera universitaria con 17 punti (8 su 14) ed 8 rimbalzi. Adesso il nigeriano (208 centimetri per 120 kg) può provare giocare le sue carte per il prossimo draft NBA.

Sempre lunedì scorso, ad Iowa City è andata in scena la sfida tra gli Hawkeyes di Iowa e gli Yellow Jackets di Georgia Tech. Per Steve Alford, allenatore di Iowa, è una partita fondamentale: in caso di vittoria affronterebbe nel turno successivo Texas Tech ed il suo vecchio coach Bobby Knight.

Knight è quello che lo trattò come un figlio lanciandolo ad Indiana e portandoselo con se anche nella nazionale che nel 1984 vinse la medaglia d'oro alle olimpiadi di Los Angeles. Ma Knight, da quando è diventato soprattutto un allenatore avversario (fin dai tempi della Big Ten), è anche quello con cui Alford ha avuto molti screzi, nel più classico dei rapporti padre-figlio.

Purtroppo per Iowa la partita si mette male quando Georgia Tech doppia gli avversari con un bel 36-18, a meno di 8 minuti dalla fine del primo tempo. Il primo tempo si chiude 44-37 per i ragazzi di coach Paul Hewitt che hanno cominciato la partita con tre freshman in quintetto: i lunghi Chris Bosh e Theodis Tarver ed il play Jarrett Jack.

Con Iowa che segna i primi 7 punti della ripresa la partita va subito in parità  e prosegue in sostanziale equilibrio per tutta la ripresa fino agli ultimi secondi decisivi. Tocca quindi alla guardia Chauncey Leslie dare il vantaggio temporaneo ai suoi Hawkeyes che si portano sul 78-77 con 24 secondi sul cronometro.

Dopo un timeout Georgia Tech consegna la palla nelle mani di B.J. Elder, fino a quel momento in ombra con un disastroso 2 su 11, che indisturbato segna il tiro in sospensione suggellando così la vittoria degli Yellow Jackets con il punteggio di 79-78.

“Non avevo dubbi, volevo che quella palla finisse a B.J.” ha detto coach Hewitt “Noi sapevamo esattamente quello che volevamo fare”

Per la stella Chris Bosh, sempre più vicino al grande salto nella NBA, la partita si chiude con 17 punti e 9 rimbalzi grazie anche ad un buonissimo 10 su 13 dalla linea del tiro libero mentre per l'altro freshman Jack vanno assolutamente segnalati i 9 assists a fronte di 2 soli turnover che lo posizionano sempre di più sui taccuini dei General Manager della NBA. Tra gli Hawkeyes non basta ne il career high di Leslie (27 punti), ne la buona prova di Brody Boyd (17 punti) e Sean Sonderleiter (13) dalla panchina.

Ad Albany, nello stato di New York, martedì sera si è svolta una delle ultime due sfide del secondo round tra la locale università , i Saints di Siena, proveniente dalla piccola Metro Atlantic Athletic Conference, ed i Blazers di UAB (University of Alabama, Birmingham).

Un'altalena di emozioni che si è conclusa solo grazie ad un parziale decisivo di 16-7 negli ultimi 6 minuti che ha fermato il punteggio sull'80-71 per UAB. L'ala freshman Demario Eddins, con 19 punti e 8 rimbalzi ha guidato i Blazers al secondo successo consecutivo nel torneo, che viene dopo la sofferta vittoria casalinga con la sconosciuta Louisiana Lafayette. Da segnalare che tutti i giocatori del quintetto di UAB sono andati in doppia cifra.

Nell'ultima sfida a South Kingstown l'università  di Rhode Island ha ospitato Temple in un derby dell'Atlantic 10 Conference. Nelle due partite di regular season gli ospiti hanno raccolto due vittorie e per i Rams sembrava giunto il momento di prendersi una rivincita.

Detto fatto e Rhode Island prova in tutte le maniere ad allungare tanto che a 4 minuti dal riposo si trova avanti 29-20. Blackout generale però per i Rams nei minuti successivi che si fanno infilare 10 punti dagli Owls guidati dall'esterno Brian Polk che centra il canestro anche dalla distanza (4 su 10 alla fine da 3 per lui). Al termine della prima frazione Temple guida 30-29.

Temple mantiene le distanze anche nel secondo tempo grazie alla matchup zone defense di coach John Chaney fino a quando, sul 55-45, arriva la rimonta rabbiosa dei padroni di casa che accorciano fino a -3 (56-53) con 1 e 40 ancora da giocare. Nella solita sfida ai tiri liberi poi gli Owls si fanno trovare pronti e chiudono così la partita sul 61-53.

Questo enplein di vittorie su Rhode Island lancia Temple ai quarti di finale malgrado una stagione regolare che li ha visti spesso lontano dai riflettori. Brian Polk è stato sicuramente l'assoluto protagonista per gli Owls con 19 punti e 9 rimbalzi mentre l'altra guardia David Hawkins, miglior realizzatore dei suoi al termine della stagione regolare, lascia il campo con 8 punti e 4 falli che ne hanno penalizzato la permanenza in campo.

Vale la pena inoltre sottolineare che ancora una volta l'illeggibile difesa di Coach Chaney ha mietuto la sua vittima visto che gli avversari hanno realizzato 32% complessivo dei tiri dal campo.

Ora arrivano i quarti di finale. Queste sono le sfide che si giocheranno nel prossimo turno (le prime squadre ospiteranno le partite):

North Carolina – Georgetown
Texas Tech – Georgia Tech
St. John's – UAB
Temple – Minnesota

I motivi di interesse per continuare a seguire il torneo NIT non mancano, soprattutto nella sfida tra UNC e Georgetown che è il rematch della finale NCAA del 1982 che vide MJ da freshman centrare il canestro della vittoria.

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