Hinrich dovrà giocare alla grande per battere Duke e i suoi infallibili tiratori
Arizona deve sudare le proverbiali sette camicie per approdare alle Sweet 16, mentre per le altre grandi il secondo turno è molto più agevole del primo.
(1) ARIZONA - (9) GONZAGA 96-95 (2OT)
Una delle più belle partite nella storia del Torneo NCAA a detta di tutti i fortunati che hanno avuto modo di assistervi, chi direttamente in campo come giocatore o allenatore, chi da commentatore o inviato giornalistico. Ci è mancato poco che Gonzaga non iscrivesse ancora il proprio nome fra le protagoniste degli upset più clamorosi degli ultimi anni.
Una favola quella degli Zags che si è spenta al 2° overtime con 2 conclusioni all'apparenza facili, ma che prima Skinner e poi Stepp hanno fallito. Proprio questi due sono stati i protagonisti assoluti per la banda di coach Few, trascinando i compagni in una partita caratterizzata dall'estremo equilibrio fin dalle prime battute.
Skinner ha chiuso con il career-high di 25 punti e il fondamentale canestro che ha portato le due squadre ai supplementari, Stepp, autore anche lui di 25 punti, aveva dato il vantaggio a Gonzaga nel primo overtime, pareggiato da una bella conclusione di Luke Walton.
Few si è detto orgoglioso di questa squadra, più di tutte le altre Gonzaga da lui allenate in questi anni. Arizona ha vinto la partita perché tutto il suo quintetto base è andato sopra i 15 punti e perché nei momenti decisivi trova sempre un uomo capace di tirarla fuori dalle secche, come Stoudamire, deficitario per tutta la gara, ma protagonista nel secondo overtime con 5 punti che hanno dato il vantaggio ai Wildcats.
Bene Gardner, Walton e Frye che ha approfittato nei supplementari dell'assenza sottocanestro di Turiaf e Brooks usciti per falli. Lute Olson tiene la panchina a soli 33 minuti totali, ma vede in crescita le due stelle Gardner e Walton e spera che questa incredibile vittoria sciolga le briglie dei suoi ragazzi per il duro scontro con Notre Dame e l'eventuale battaglia nella Finale del Regional contro Duke o Kansas.
(5) NOTRE DAME - (4) ILLINOIS 68-60
Un compleanno da favola per coach Mike Brey, che vede i suoi ragazzi battere Illinois ed approdare alle Sweet 16 dopo sedici anni e sfatare il pronostico che vedeve gli Irlandesi sfavoriti contro una squadra che a detta di qualcuno poteva creare grossi problemi alle tre grandi del Regional West.
Con un primo tempo nel quale ha tirato col 66.6% da 3 punti (10/15), Notre Dame ha costruito un vantaggio importante poi gestito al meglio nella ripresa, con la sapiente regia di un Chris Thomas formato All Star. Oltre ai punti e agli assist della sua stella, coach Brey deve ringraziare la spettacolare prova balistica di Dan Miller, autore di un 5/5 da oltre l'arco nella prima frazione e di 23 punti (career high) totali, che hanno surrogato la prova sottotono in attacco di Torin Francis (dopo i grandi numeri del primo turno) e le difficoltà fisiche di un Matt Carroll non ancora recuperato a pieno dopo l'infortunio alla caviglia.
Illinois non ha avuto quello che sperava dai suoi tre freshman, protagonisti della vittoria contro Western Kentucky, e ha pagato a caro prezzo la prima vera giornata no di Brian Cook, che segna 19 punti con 16 rimbalzi, ma ha un deficitario 6/23 dal campo, frutto dalla grande pressione difensiva a centro area di Francis e Cornette su di lui.
Brown, Williams e Augustine, decisivi nel primo turno, segnano solo 24 punti totali, non approfittando perciò di una certa libertà concessa dalla difesa di Notre Dame concentrata più su Cook in zona pitturata. Occhio alle percentuali dei Figthin Irish da oltre l'arco nella sfida con Arizona, con la sfida tra All-American, Gadner vs Thomas.
(3) DUKE - (11) CENTRAL MICHIGAN 86-60
Impressionante prova dei ragazzi di coach K, che schiantano fin dall'inizio le minime speranze di Central Michigan. Dontae Jones è on fire in questo inizio di Torneo NCAA (25.5 di media) e con lui tutto l'attacco di Duke, che gira alla perfezione, finalmente guidato con sagacia da Chris Duhon, autore anche di 16 punti 8 assist e 6 recuperi (20 turnovers per Central Michigan).
Sono ancora una volta però i freshman dei Blue Devils a mettere in ghiaccio la partita: JJ Reddick si conferma cecchino infallibile dalla distanza (5/7) e chiude con 26 punti e 3 steals, mentre in difesa Williams coadiuvato da Daniel Ewing mette la museruola all'eroe del primo turno per i Chippewas, quel Mike Manciel, tenuto a soli 5 punti con 1/9 dal campo. Central Michigan come pronosticato gioca la sua partita offensiva su Chris Kaman, troppo alto e grosso per i lunghi atipici dei Blue Devils.
Kaman ne mette 25 con 10 rimbalzi e 2 stop, ma alla lunga risulta troppo solo in attacco e in difesa non è un fattore in quanto Duke buca a piacere dalla distanza, mettendolo fuori causa. Viste le percentuali del secondo turno per Duke e Kansas, probabilmente i Blue Devils per vincere la battaglia del terzo turno dovranno cercare di limitare il fatturato di Collison e difendere, come contro Central Michigan, sul backcourt dei Jayhawks.
(2) KANSAS - (10) ARIZONA STATE 108-76
Si era detto che Kansas poteva trovare un osso duro in Arizona State, vista la difficoltà avuta con Utah State, ed invece i Jayhawks giocano una delle migliori gare offensive della stagione, scollinando sopra i 100 punti, tirando con un fantascientifico 68% dal campo (55% da 3) e chiudendo con 5 uomini in doppia cifra. Hinrich si riscatta dell'opaca prova del primo turno con 24 punti (9/14), ma è Collison a dare prova di grande forza sui due lati, limitando difensivamente Ike Diogu (tenuto a soli 13 punti con 5/12) e fornendo offensivamente una prova all-around che gli fa avvicinare la tripla doppia (22p+10r+7a).
Oltre ai due senior, da elogiare stavolta la buona prova in attacco di Aaron Miles, a volte un po' troppo restio in fase d'attacco, che ha chiuso con 18 punti. Arizona State ha chiaramente potuto poco contro la straordinaria prova balistica dei ragazzi di Roy Williams, i quali anche in difesa hanno saputo tenere fuori dal gioco dei Sun Devils le due stelle Diogu e Millage, limitandone di gran lunga sia la circolazione che la pericolosità in fase realizzative.
Ora spazio alla grande sfida con Duke, in cui sarà decisivo ancora una volta la prova di Collison sotto le plance e, soprattutto, la difesa del backcourt sulle conclusioni dalla distanza dei Blue Devils e la capacità di Miles e Hinrich in particolar modo di non lasciarsi travolgere dalla pressione difensiva di Duke.