Midgley indica la english way
Primo turno terminato nella parte est del bracket senza che si siano materializzati upset clamorosi (anche se Wake è andata davvero a un soffio dall'uscire con ETSU), ma con partite da torneo NCAA che nonostante tutto riesce a mantenere intatta la magia che lo circonda, anche se l'America quest'anno non si fermerà per guardare la big dance ma altre immagini che tutti avrebbero voluto non vedere.
Quella magia che trova protagonisti, che di questi tempi non si possono chiamare eroi, inaspettati come Richard Midgley, il freshman from London
The english way
Richard Midgley viene da Burgess Hill, piccola cittadina a sud di Londra, dove ha coltivato da subito una passione smodata per “the game” anche se il contesto inglese non è di quelli che ti incoraggiano ad appassionarti ad un canestro: se in Italia il basket è emarginato in Inghilterra non ha diritto di cittadinanza…
Ed ecco che il nostro prende e parte per gli USA, high school a Modesto, California e poi a Barkley dove si ritrova a essere la point guard titolare nel suo anno da freshman di California perchè il senior se n'è andato e qualcuno la palla la dovrà portare da un canestro all'altro, risultato? Canestro decisivo nell'overtime del primo turno del torneo NCAA…
La storia però ha dei buchi di sceneggiatura perchè coach Braun il ragazzo non lo ha reclutato a caso e se il play londinese, che quando chiama gli schemi non viene capito, si prende e mette il tiro per andare avanti nel torneo è difficile credere che sia solo frutto del caso: Richard Midgley a basket ci sa giocare e basta vedere come gli esce la palla delle mani quando tira per schiarire eventuali dubbi.
Midgley è stata la storia del primo giorno del torneo, poco importa se aveva sbagliato la penetrazione per vincere la gara prima del supplementare e se, in fondo, qule tiro era stato talmente ben costruito da Shipp che sarebbe stato grave sbagliarlo, la magia del torneo ha trovato un interprete in un inglese che sembrava essere lì per caso e questo basta…
Eddie “junkyard dog” Sutton
Eddie Sutton è uno dei coach più vincenti della storia del torneo NCAA (24 apparizioni al torneo con 4 squadre diverse, un record), ma negli ultimi 2 anni la sua Oklahoma State è stata eliminata al primo turno e il finale di stagione (8 sconfitte nelle ultime 12) sembrava proprio prefigurare un'altra uscita immediata. Sutton lo sapeva e ha deciso di cambiare il ritmo ai suoi con un two-a-days, due allenamenti al giorno mentre i compagni di college si godevano le vacanze di primavera… E che allenamenti: Victor Willimas (il senior che con i suoi 29 punti ha messo la firma sulla vittoria) dopo aver visto la foga del coach durante i due allenamenti al giorno non c'ha messo molto a chiamarlo Junkyard dog.
E coach Sutton dopo aver passato il primo turno con una prova maiuscola dei suoi (vittoria di 14 punti tirando con meno del 50% ai liberi) narra degli allenamenti dei suoi tempi quando Henry Iba durante le vacanze li faceva allenare 3 volte al giorno, 9 ore in palestra, non una gran cosa le vacanze negli anni '50 per gli studenti di Oklhoma State… “Volevo renderli pronti in modo che potessero vincere- commenta Sutton- Stavano facendo troppi errori. C'era lo spring break così tutto quello che dovevano fare era giocare a basket, tanto tutte le loro ragazze erano tornate a casa…”
E se grazie agli allenamenti intensivi di coach Sutton OSU è tornata ad essere quella di inizio anno meglio che Syracuse cominci a preoccuparsi: prima del 4-8 finale il record diceva 18 vinte e una sola persa…
They belong
Due upset ad est caratterizzati da un sentimento comune da chi li ha effettuati: dimostrare di meritare la chimata al torneo. Infatti sia Butler sia Auburn sono quelle mid-major chiamate dal comitatone e che avevano provocato qualche polemica, avevano un record discreto ma non avevano dimostrato di essere di altissimo livello, inoltre in situazioni simili negli anni precedenti la chiamata non era arrivata.
Butler, una volta chiamata, voleva mostrare qualcosa anche per l'anno scorso ed ecco l'upset dopo una partita tutt'altro che bella sulla strafavorita Missisipi State: “Ci sentivamo come se stessimo facendo qualcosa per recuperare il tempo perduto dal momento che l'anno scorso ci siamo sentiti snobbati” dice Linghfoot, la guardia di Butler, e il tempo lo hanno recuperato alla grande visto che Missisipi State era sulla carta di altro livello rispetto ai vicecampioni della Horizon League. Coach Lickliter un anno fa più o meno di questi tempi stava piangendo per la mancata convocazione, adesso si prepara a fare un'altra partita a basso punteggio, brutta e cattiva contro la LSU di Pitino, quando si chiamano le mid-major…
Anche la selezione Auburn, pur essendo una squadra della SEC, aveva suscitato qualche perplessità : il loro record era 4-8 contro squadre appartenti alle 64 e il record di 21-11 sembrava dovuto soprattutto al calendario facile di inizio stagione. Dubbi giusti, ma la vittoria in overtime su St.Joseph's mostra che di talento per stare nel torneo i ragazzi do coach Ellis lo hanno, “they belong” e c'è uno dei Tigers che appartiene a questo livello più degli altri: Marquis Daniels, semplicemente eccezionale ad annullare Carrol in difesa e a rispondere a ogni canestro di uno scatenato Nelson dall'altra parte quando i ragazzi di coach Martelli si sono rifatti sotto.
E adesso per Auburn c'è Wake Forest, la sfida Daniels-Howard promette più che bene: attenzione la mid-majors' ravange potrebbe continuare…