Round 1 – Miracolo Maryland

Con questo tiro, Drew Nicholas ha salvato i Terps !

(4)Stanford – (13) San Diego 77-69
Escono a testa alta i Toreros, in grado di impegnare per tutto l’arco della gara Barnes e compagni. A mettere le cose al sicuro ci ha pensato il solito Matt Lottich, autore della tripla che ha praticamente fissato il risultato ad una quarantina di secondi dalla fine, punendo l’errore del go to guy avversario Jason Blair.

Lottich commenta l’episodio con un’aria di assoluta naturalezza, rifuggendo ogni velleità  supereroica: “Julius (Barnes, NdR) e Josh (Childress, NdR) sono molto bravi in penetrazione, e per questo usiamo questa arma, loro vanno dentro e io mi smarco sul perimetro, abbiamo diversi schemi per farlo; contro San Diego alla fine abbiamo fatto la stessa cosa”.

Childress ancora una volta con la sua micidiale agilità  è stato la chiave vincente dei Cardinals, fatturando 22 punti, 11 rimbalzi e 5 assist. Grande delusione della serata invece Jason Keep, il potentissimo centro dei Toreros, 12 punti, 9 rimbalzi con virgola nel secondo tempo: “Purtroppo ci è mancato – commenta coach Holland – siamo sempre rimasti in gara, ma soltanto con i suoi punti potevamo pensare di vincere”. Holland esce come anticipato a testa alta, ed entra nella lotteria che porterà  alla designazione del prossimo coach di Ucla.

(5)Connecticut – (12) Brigham Young 58-53
Partita circa il quale si è discusso più per la famosa Sunday-rule che avrebbe impedito di giocare a BYU la gara successiva in caso di vittoria, che non per quanto si è realmente visto in campo. Gli Huskies han confermato comunque di avere in Emeka Okafor, 20 punti, 8 rimbalzi, 7 stoppate, il miglior centro difensivo dell’intera Ncaa, come sostiene a gran voce il suo coach Jim Calhoun: “E’ il miglior difensore in circolazione, è in grado di disturbare qualsiasi tiro all’avversario, con uno come lui nessuno può stare tranquillo”.

Della stessa opinione è Travis Hansen, il migliore dei Cougars: “Ha messo in crisi i nostri lunghi, facendo saltare i nostri schemi, è davvero un giocatore fenomenale”. Le sette stoppate di Okafor sono state oltretutto la base per diversi contropiedi: “Io non sono uno che cerca di spazzarla in tribuna, per lo show, cerco sempre di tenerla in campo, se possibile anche dando la direzione giusta”. E’ esattamente questa del resto la dote principale dei grandi stoppatori. Ben Gordon ha infilato 14 punti, per il resto, poca produzione offensiva per questa squadra che tende a gravitare un po’ troppo attorno alle sue due stelle. Sarà  molto dura contro Stanford.

(1)Texas -(16) Unc Asheville 82-61
Tutto tranquillo per i Longhorns in questo primo turno da seed 1, preceduto da alcune polemiche interne alla Big12, successivamente alle dichiarazioni del coach di Kansas Roy Williams, che si era detto assolutamente contrariato dal fatto che i Longhorns, pur avendo chiuso in maniera negativa l’esperienza nella Big12, avessero mantenuto il seed number 1, mentre Kansas avendo vinto la regular season è stata soltanto ricompensata con un seed number 2 nel terribile west bracket.

La gara contro Unc Asheville, vincitrice del tradizionale play in game, non ha offerto particolari spunti di interesse dal punto di vista tecnico, ma una curiosità , relativa alle due panchine. Biedenbach, il coach di Unc Asheville è colui che ingaggiò nel 1978 un ventitreenne Barnes come assistente a Davidson, lanciando in pratica la sua sfolgorante carriera. Al termine della gara i due si sono abbracciati e hanno scambiato le classiche chiacchere da vecchi compari, nelle quali Biedenbach avrà  detto a Barnes: “Eh si, è proprio vero che l’allievo supera il maestro…”.

(8)Louisiana State – (9)Purdue 56-80
Un upset in tono minore relativamente al seed delle due candidate, ma non in termini di logistica sul tabellone di Birmingham, dove si è disputato l’incontro. I Tigers arrivavano da sette vittorie consecutive, per cui non era semplice attendersi un risultato di questo tipo, anzi, molti li davano tra i possibili protagonisti del bracket.

Invece, nonostante un Jaime Lloreda da 21 punti e 14 rimbalzi, proprio per il freshman che costituisce la nota più positiva di Lsu quest’anno, i Tigers sono incappati in una secondo tempo disastroso, in cui si è letteralmente spenta la luce. Radiosa invece la prestazione dei Boilermakers, che hanno vinto la gara grazie ai loro tiri da fuori, tra cui spicca il 6/8 del secondo tempo. Eroe di giornata Melvin Buckley, autore di 20 punti che lanciano Purdue verso una possibile impresa contro Texas al secondo round.

(7)Michigan State – (10)Colorado 79-64
Questa volta i giovani Spartans non falliscono: “Ho detto ai miei ragazzi – confessa coach Izzo – di pensare all’anno scorso, quando avevamo 12 punti di vantaggio nel secondo tempo, ma ci siamo fatti riprendere ed eliminare da North Carolina State; da queste cose devi trovare le giuste motivazioni per vincere”. In effetti così è stato, e gli Spartans sono sempre stati sopra nel punteggio. Colorado esce nonostante la buona prova di Michel Morandais, autore di 15 punti e 8 rimbalzi.

Soltanto discreto David Harrison, autore di 13 punti e soli 6 rimbalzi, decisamente deludente Stephane Pelle con il suo 3/11 dal campo. Tuttavia Ricardo Patton, coach dei Buffaloes, non si abbatte: “Abbiamo giocato una brutta gara, hanno limitato moltissimo Harrison, ma la stagione per me rimane positiva, anche perché all’inizio dell’anno ci davano in fondo alla Big12, invece abbiamo addirittura centrato il torneo”. Era dal 1997 che non succedeva.

(3) Xavier -(14) Troy State 71-59
I Musketeers di coach Matta celebrano il seed più alto della loro storia (non era mai infatti andati oltre il sesto), con una vittoria tirata ma ottenuta stando sempre avanti nel punteggio: “Non volevo giocare solo per sopravvivere – afferma Matta – volevo anche che la mia squadra giocasse bene”. In realtà  non è stato sempre così, in quanto Xavier ha sbagliato ad esempio dieci dei suoi primi undici tiri, soffrendo abbastanza l’entusiasmo dei Troyans, college che gravita in Division I soltanto dal 1993, e la serata no di David West, il giocatore dell’anno della A-10, serio candidato per il Wooden Award, che è stato però limitato dai falli.

Molto bene invece Lionel Chalmers, con 20 punti e 5 triple e Romain Sato, 18 punti, 11 rimbalzi, 7 assist.

(2) Florida-(15) Sam Houston State 85-55
Florida era arrivata al torneo con il morale a terra ed in chiara crisi tecnica, avendo perso le ultime tre partite prima del torneo, unico caso quest’anno. I 23 punti di David Lee, una buona prova generale, e la modestia di Sam Houston State hanno consentito a Donovan di tornare al successo, in vista del gran match al secondo turno contro Michigan State, vero remake della finale 2000 che vide vincenti gli Spartans di Tom Izzo. Molte cose sono cambiate, Florida sa di non poter sbagliare, anche per cercare di vendicare quella finale persa, ma sarà  in ogni caso una battaglia.

(6) Maryland – (11)Unc Wilmington 75-73
Chissà  cosa avrà  pensato Gary Williams quando Nicholas ha preso il tiro at the buzzer che ha letteralmente salvato i Terps? “Questa è una stagione di alti e bassi per noi, per fortuna oggi ci siamo salvati, pensiamo alla prossima”. Buona liquidazione, sentiamo invece l’autore del canestro decisivo, quel Nicholas che quest’anno ha dovuto farsi carico di tutta la pressione realizzativa dei Terps orfani di Dixon, Wilcox e Baxter: “Ho cercato di ricevere la palla più lontano possibile da canestro, in modo da avere piu’ spazio per cercare una soluzione di tiro, sapevo che avrei tirato in maniera miracolosa, anche brutta da vedere, ma è entrata, meno male”.

Una giornata no quindi per i Terps, che già  nel corso della giornata hanno dovuto affrontare altri inconvenienti, vedasi il furto di alcune divise bianche nell’albergo, ennesimo caso di passione nella Madness. Tutto si è concluso per il verso giusto, ed ora la difficilissima gara contro Xavier.

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