Ike Diogu

Ike Diogu è un ottimo lungo, con buonissime mani…

Nella caldissima PAC-10 di quest’anno, dove Arizona è lanciata verso il primo posto della regular season e le grandi Oregon e UCLA stanno deludendo oltre ogni limite, un freshman e un senior stanno facendo vedere che l’NCAA, oltre ai talenti super citati, può avere nel sommerso giocatori di ottimo livello e chissà  anche qualche prospettiva NBA.

Ike Diogu di Arizona State e Joe Shipp di California sono i 2 giocatori, insieme a Salim Stoudemire di Arizona, più caldi di questo periodo all’interno della PAC-10 e tra i più in forma anche a livello nazionale.

Due giocatori diversi non solo per caratteristiche fisiche, il primo e’ una power forward che ad Arizona State gioca centro mentre il secondo è un’ala piccola con tendenze da guardia, ma anche perché diversi nell’approccio al College basket, Diogu al primo anno e (per stesso dire del ragazzo) pronto a gettarsi nella mischia collegiale per un altro anno almeno, Shipp invece all’ultimo anno con tutto il suo futuro cestistico alle porte, che potrebbe essere divino (NBA) o un po’ più cupo (CBA o Europa?).

Due giocatori comunque non molto alla ribalta nel palcoscenico nazionale, che però vanno conosciuti per ammirarne le doti che, in questa stagione, hanno portato le loro università  a recitare un ruolo importante all’interno della Conference.

Ci soffermeremo innanzitutto sul lungo dei Sun Devils per poi parlare successivamente in un altro articolo dell’ala di California.

Diogu è un prodotto della grande nidiata di talenti texani arrivati quest’anno nella NCAA e per confermare il tutto possiamo dire che nella selezione texana di senior high-schooler del 2002, era compagno di squadra con Chris Bosh, Bracey Wright e Daniel Horton, cioè 3 freshman che stanno facendo cose egregie rispettivamente a Georgia Tech, Indiana e Michigan, ma come i suoi illusti compagni non ha scelto una delle prestigiose università  dello Stato, ma ha deciso di emigrare in Arizona, non ai titolati Wildcats di coach Olson, ma ai poveri Sun Devils di Arizona State da coach Evans, mai così entusiasta di avere dopo anni un prospetto da top 50 high-schooler da poter inserire nel proprio programma.

Proprio coach Evans, a detto di Ike, è stato il principale motivo per cui il ragazzo ha scelto Tempe e non programmi ben più famosi, perchè è sicuro che sotto di lui potrà  migliorare le sue doti e diventare un prospetto da lotteria per i prossimi draft NBA…ah, un futuro NBA è già  scritto per il figlio di Garland (Texas) che sia questo o i prossimi, statene certi.

Le doti di Diogu sono palesi e parlano di una power forward pura per il College basket, che nonostante il suoi 205 cm e i 115 kg riesce ad essere dominante a queste latitudini e che tecnicamente potrebbe essere una buona ala grande anche a latitudini maggiori (anche se l’altezza lo penalizza), se migliorerà  l’aspetto fisico con qualche muscolo in più, avendo nel bagaglio movimenti tipici del pivot, come il sapiente uso del corpo e soprattutto dei piedi (veloci) all’interno dell’area e soprattutto la tecnica con cui riesce a giocare gli uno contro uno con i vari lunghi anche più strutturati, fattore che gli permetterà , dopo sicuri miglioramenti, di poter competere in post anche al piano di sopra.

La sensibilità  di mani è comunque la sua arma migliore, lo rende pericoloso anche dalla media non disdegnando anche qualche sortita da oltre l’arco, come dimostra il 7/19 finora ottenuto, ma le percentuali dal campo (61%) e quelle ai liberi (73%) denotano come possa benissimo giocare anche a 4-5 metri dal canestro, avendo ampio raggio di tiro e percentuali ottime.

Coach Evans, approfittando del fatto che probabilmente Diogu resterà  ancora 1 o addirittura 2 anni a Tempe, potrà  lavorare col ragazzo in prospettiva NBA, cercando di velocizzarne i movimenti di partenza fronte canestro, ma soprattutto di aumentare il ball-handling per permettergli di dichiararsi anche in ala piccola, avendo come già  detto mani morbide per colpire dalla media.

Anche a rimbalzo le sue doti vanno migliorate, soprattutto difensivamente, in quanto tende ad essere incisivo più sotto le plance avversarie che sotto le proprie, non a caso dei 7.4 rimbalzi catturati di media, quasi 3 sono quelli offensivi, frutto di braccia molto lunghe che gli permettono di spezzare molti tagli fuori attraverso l’allungo e l’atletismo, di casa fin dalla nascita.

Difensivamente dovrà  sicuramente aumentare la “cattiveria” agonistica, in quanto a volte si lascia un po’ andare ad atteggiamenti troppo soft, e per un lungo che vuole far strada nella Lega, ci vogliono attributi a rimbalzo e intimidazione che permetta anche di giostrare miss-match con qualche atipico che sta da Stern. Inoltre per essere completo dovrà  migliorare la visione del gioco, in quanto ad assist siamo molto sotto standard per un lungo atipico come lui, forse il bagaglio tecnico su cui Evans dovrà  lavorare di più è proprio la possibilità  di punire i raddoppi con scarichi precisi, anche se la pericolosità  offensiva dei Sun Devils non è cosi mortifera da poterlo aiutare.

Certo per essere un freshman la strada è già  spianata verso vette importanti (il titolo di freshman dell’anno è scontato), e le cifre lo dimostrano abbastanza palesemente, per lo più in una Conference tra le più difficili come la PAC-10 e in una squadra non proprio eccelsa come Arizona State.

L’aver battuto all’interno della stagione squadre come California, Oregon, UCLA (sweep dopo decenni) e Utah denota che i Sun Devils con l’arrivo di Diogu hanno acquistato quella pericolosità  offensiva sotto canestro che permette a gente come Millage di forzare di meno e quindi avere 2 scorers di tutto rispetto che vanno raddoppiati e danno libertà  al resto del team (Tommy Smith su tutti).

Il futuro è tutto nel segno del ragazzo del Texas, ma attenti al presente, soprattutto in chiave torneo della PAC-10, sognando magari l’invito al Torneo più importante, quello a 64 squadre. Certo si sa che quel futuro ha 3 lettere segnate, NBA, e la speranza concreta di trovare qualche suo vecchio amico della nidiata d’oro texana per ritrovare il sapore di casa anche tra i pro.

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