Il condottiero di Pittsburgh

Brandin Knight sta facendo molto bene: è addirittura tra i candidati a giocatore dell'anno…

Come dite? Il nome non vi è nuovo? Vi sembra di conoscerlo?

Forse vi state confondendo con suo fratello maggiore Brevin (i genitori vollero dare un nome speciale al loro primogenito e così presero le prime tre lettere del nome di mamma Brenda e le ultime tre di papà  Melvin ed uscì fuori questo nome unico al mondo) ex playmaker di Stanford ed ora nella NBA coi Memphis Grizzlies, oppure siete dei veri appassionati di college basketball e vi siete "innamorati", come molti, del piccolo guerriero di Pittsburgh che, oramai senior, sta provando a portare i Panthers nell'olimpo delle Final Four.

Brandin Knight viene da East Orange nel cuore del New Jersey dove ha cominciato sin da piccolo a giocare a basket battagliando col fratellone (…diciamo così) di sei anni più grande e proprio da lui ha imparato i rudimenti del gioco ed i piccoli segreti che fanno grande un regista.

Ne ha seguito le orme diventando, prima il leader alla Seton Hall Prep High, poi il miglior giocatore della zona; come Brevin ha "subito" il disinteresse della locale Università , Seton Hall (dove peraltro la mamma è assistente del Rettore ed il padre membro del comitato sportivo), salvo poi vendicarsi con una carriera NCAA coi fiocchi dimostrando così agli uomini dei Pirates di essersi sbagliati clamorosamente sui due ragazzi che da piccoli facevano i "ball boys" alle partite interne.

Ora però proverà  a fare ciò che nemmeno al fratello è riuscito: portare la propria squadra fino in fondo al torneo NCAA. Già  perché arrivato all'ultimo anno di università  il ragazzo ha questo grande sogno, riuscire finalmente a vincere qualcosa, e, ad essere onesti, ha buone chance di riuscirci.

Quest'anno infatti Pittsburgh ha un'ottima squadra, ci sono tanti buoni elementi, ma nessuna prima donna, così coach Howland ha plasmato un gruppo fantastico in cui tutti si aiutano e nessuno lesina impegno, in cui ognuno segna e difende, ma quando c'è da vincere, da mettere la zampata da campione tutti attendono che il numero 20 illumini la scena.

La sua grande forza è proprio questa, Brandin è un leader nato, un regista capace di dettare il ritmo come pochi, di leggere il gioco con calma e raziocinio trovando sempre il compagno meglio piazzato, la soluzione ideale per sbrogliare la matassa tanto in attacco, quanto in difesa.

Infatti è opinione comune che si tratti del miglior play del lotto su ambo i lati del campo, in grado di innescare il gioco come di distruggerlo. E' lui il direttore d'orchestra della zone-trap che Ben Howland ha predisposto, e quando ciò non basta, tocca a Knight inventarsi la giocata, il numero che spezza la schiena agli avversari.

<Brandin è il miglior regista possibile per un allenatore di college, guida la squadra con attenzione ed intelligenza, rispetta dettami e schemi, ma quando ne hai bisogno ci mette quel qualcosa in più, quel cambiamento in corsa che risulta decisivo, quell'inerzia che cambia volto alla gara>. Così ne parla il suo allenatore che ha legato a Knight la sua carriera a Pittsburgh.

Infatti è stato lui a volerlo fortemente per la ricostruzione del programma cestistico dei Panthers quando gli altri avevano dubbi sul suo reale valore, e ancora lui ne ha valorizzato il talento costruendogli attorno (rarità  nel mondo dei college) un gruppo che ne sapesse assecondare gioco ed "umori".

Così gli viene un po' da ridere quando gli dicono che la sua formazione ha tanti buoni giocatori, ma nessuna stella.

Che poi ci sarebbe da capire come mai questi siano tanto sottovalutati! Accanto al nostro ci sono Julius Page guardia junior che sta facendo onde, Donatas Zavackas ala lituana titolare di un tiro micidiale, Jaron Brown specialista difensivo ed il pivot Ontario Lett due metri per centotrenta chili di forza e rimbalzi, più una panca di mezze figure sì, ma capaci di estrarre dal cilindro grandi prove come quelle del sesto uomo Troutman contro Syracuse e Rutgers.

Certo, questi ragazzi sono dei mezzi sconosciuti, ma insieme stanno realizzando un sogno incredibile e siccome non sono i nomi a fare le vittorie (ne sanno qualcosa a Wisconsin) per ora sono 16-2 (6-1 nella competitiva Big East) ed al quarto posto nel ranking nazionale.

Ma torniamo a Brandin, lui in questa stagione si gioca parte del proprio futuro, vuole dimostrare di meritare la NBA e di poter competere ai massimi livelli con tutti.

Alto 180 cm con un buonissimo fisico viene però ritenuto da alcuni troppo basso per il piano di sopra (ed allora il fratello?) e troppo lento per poter sopperire con la velocità ; poi, è tutto da vedere se saprà  mantenere la stessa efficacia difensiva e se in attacco potrà  trovare dei buoni tiri (cruccio di Brevin) per punire l'avversario.

Fin qui le obiezioni future, ora la realtà  “universitaria”: siamo di fronte ad un signor atleta, tonico, veloce (non un fulmine) e ben messo muscolarmente; in attacco ha buon tiro da tre e dalla media, in penetrazione, se non riesce ad andare sino in fondo, ama fermarsi in mezzo all'area per un arresto e tiro.

E' dotato di ottima visione di gioco, comanda la squadra al meglio imbeccando l'uomo più ispirato con continuità ; passa la palla divinamente senza ricercare forzatamente i numeri e non forza mai il gioco. In difesa è terribile tanto di squadra quanto sull'uomo e potrebbe, anche nella NBA, essere letale per giocatori più alti.

In questa stagione viaggia a 13.6 punti, 6.5 assist e 3.4 rimbalzi con 2 palle rubate. I numeri lo promuovono come uno dei migliori nel ruolo e forse non dicono tutto sulla sua importanza e quanto gli avversari lo temono. La NCAA lo ha inserito tra i papabili al titolo di giocatore dell'anno.

Magari sarà  prematuro, ma se fossi in uno dei 29 GM della NBA la darei un'occhiata al ragazzo (che a mio avviso è da primo giro) prima di bocciarlo, questo è uno vero…

Per adesso concentriamoci solo sul college basketball, sono in pieno svolgimento le battaglie all'interno delle conference per conquistarsi un posto di diritto (o un invito) al torneo NCAA; lì, quando si comincerà  a fare sul serio, vedremo di che pasta sono fatti questi Panthers ed il loro condottiero.

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