Il talento di Marvin Williams è tutto lì da vedere…
C'è un liceale negli States che sta facendo letteralmente impazzire tutti gli addetti ai lavori dell'ambiente cestistico, state tranquilli, non è l'ennesimo pezzo su LeBron James, stavolta vogliamo parlarvi di un ragazzo di nome Marvin Williams.
Avrete probabilmente sentito parlare di lui quest'estate, quando il suo nome venne tirato in mezzo durante le varie irregolarità commesse in sede di recruiting da Cameron Dollar, vice di Lorenzo Romar a Washington.
Dollar ha violato le regole Ncaa tempestando di telefonate Marvin e sua madre, con la quale si sarebbe anche incontrato per avere un lungo colloquio. Ricordiamo che Williams è soltanto un Junior a livello di High School, per cui i vari coach e adetti ai lavori possono soltanto vederlo giocare.
E' stata proprio la scorsa estate a consacrare e far salire alle stelle le quotazioni di Marvin, che ha chiuso la sua annata da sophomore con 18 punti e 11 rimbalzi nella High School di Bremerton (class 4A), tra l'altro sua città natale nello stato di Washington.
Successivamente la partecipazione all'ABCD camp, in cui il giocatore ha espresso tutte le sue potenzialità , giocando ad altissimi livelli. Tecnicamente è un vero all around di 204 cm, che a detta degli scout che lo hanno visionato può tranquillamente giocare in cinque posizioni, almeno nei livelli in cui gravita attualmente. Ha un fisico molto atletico, una grande elevazione, sa trattare molto bene la palla ed ha una grandissima facilità di passaggio. Insomma, il classico talento naturale, con tutti i numeri per essere la prossima triple double machine.
Per lui è quindi cominciata la sfilza di pellegrinaggi dei vari coach Ncaa, che cercheranno di assicurarsi quello che sembra effettivamente essere il migliore esponente della classe 2004, ossia i liceali che saranno senior il prossimo anno.
Prima di novembre non potrà scegliere la sua università , ma è chiaro che il pressing su di lui sia a dir poco asfissiante, come dimostra il maldestro caso di Cameron Dollar.Oltre alla locale Washington si sono già mosse per vederlo Arizona, Kansas, Notre Dame, Tennessee, Missouri, Kentucky e North Carolina.
C'è giusto l'imbarazzo della scelta, l'impressione è che possa indirizzarlo il suo attuale coach, vale a dire Casey Lindberg, personaggio con diverse conoscenze nell'ambiente collegiale, con un probabile filo preferenziale con Roy Williams, con il quale è stato sorpreso ad una cena qualche tempo fa.
Del resto era stato proprio Lindberg a far conoscere a tutti Marvin l'anno scorso, quando, per sua stessa ammissione, telefonò ad oltre 40 college per mostrare loro questo giocatore di oltre due metri che giocava tranquillamente in qualsiasi posizione. Lindberg è un personaggio molto particolare, basti sapere che oltre ad allenare la squadra di basket del liceo insegnare anche storia ed economia…
La figura più importante nella formazione del ragazzo è stata senza dubbio quella di suo padre Marvin Williams Sr. (evviva la fantasia all'anagrafe), originario di Burgaw, nel North Carolina, dove narra di aver incrociato i palleggi con un certo Michael Jordan. Marvin Sr. è stato un discreto giocatore di basket per cui, anche se il professionismo l'ha visto con il binocolo, per anni è stato colui che ha fatto scoprire al figlio i segreti di questo sport, guardando insieme a lui i filmati di Dean Smith, per scoprire quali erano i suoi insegnamenti e metterli in pratica.
Insomma, la classica passione del padre tramandata ad un figlio fisicamente molto più attrezzato a farne un business: “Sapevo – confessa Marvin sr. - che mio figlio poteva diventare un grande playmaker, per cui abbiamo lavorato tanto sul palleggio, sul tiro, su tutto quanto poteva dargli futuro in quel ruolo, davvero non mi sarei mai aspettato che potesse crescere così tanto”.
I centimetri continuavano ad aggiungersi l'uno sull'altro, e a quattordici anni Marvin aveva già superato il metro e novantacinque, avviandosi alla sua prima stagione, alla Sedgwick Junior High, già con una fama di numeri incredibili a livello locale, roba del tipo triple doppie all'intervallo, classici numeri da chi, già grande, gioca con i bambini.
Chiuso il primo anno alla Sedgwick, Marvin junior e senior tornarono a Bremerton in estate, per decidere in quale high school sarebbe andato a giocare il ragazzo l'anno successivo. Tutti si aspettavano una high school di Seattle, lontana una sessantina di chilometri da Bremerton, invece, dopo lunghe indecisioni, si optò per la soluzione più semplice, ossia quella di far giocare Marvin per i locali Knights della Bremerton High School, agli ordini del già citato Casey Lindberg.
Il dato inconfutabile è quello di un ragazzo strutturato tecnicamente per fare il playmaker, ritrovatosi con una statura da ala di tutto rispetto, considerando che il suo sviluppo fisico poi non è nemmeno terminato, avendo soltanto sedici anni. Marvin sr. in maniera anche inconsapevole, ha cominciato a scrivere così il suo futuro, che ha incamerato ulteriori crediti nell'ABCD camp dell'Adidas che si è tenuto a Teaneck (N.J.) la scorsa estate.
Marvin era arrivato al camp non da perfetto anonimo ma quasi, anche perchè Bremerton non era certo stata una vetrina sensazionale per lui, essendo una qualsiasi high school dello stato di washington con un record 13-12, ma si è fatto notare già il primo giorno, infilando una buona serie di sospensioni dalla media distanza.
Nel secondo giorno, durante la sessione pomeridiana, ha piazzato un bel 13+10, dimostrando oltretutto chiari segni di poliedricità davanti ai coach di ogni angolo di college basketball (per non dire nba…). Alla fine dei giochi Marvin è stato nominato all star della manifestazione, entrando a pieno diritto nella carta geografica dei maggiori prospetti del panorama liceale.
Oggi come oggi, in qualsiasi graduatoria relativa alla Class 2004, lo si trova nelle prime dieci posizioni, e le aspettative su di lui crescono di giorno in giorno. La battaglia per assicurarselo l'anno prossimo è già iniziata. La corsa per diventare il miglior giocatore di sempre dello stato di Washington, che dalla sua può annoverare un certo playmaker bianco originario di Spokane e trascorsi collegiali a Gonzaga, può dirsi cominciata.
E' un obiettivo ambizioso, che non si è certo cercato Marvin, quanto piuttosto gli è stato affibiato dalla stampa locale, che ripone in lui già grandissime aspettative.