Josh Howard, il giocatore della settimana per la ACC…
Cambiano i protagonisti, cambiano i luoghi, cambiano le posizioni nel ranking, ma la sfida per capire chi è il padrone della ACC è sempre la stessa, Maryland contro Duke, i ragazzi di coach Williams contro quelli di coach “K”, ormai la sfida per eccellenza quando si parla di college basket, mondo in cui di sfide sentite ce ne sono parecchie.
Cambiano i protagonisti visto che, ad esempio, dalla magnifica semifinale del 2001 sono rimasti in pochi (dei due quintetti solo i due play, Blake da una parte e Duhon dall'altra) e cambiano i luoghi visto che la sfida di sabato sera si è giocata al Comcast center, l'impianto che sostituisce la leggendaria Coldfield house, ma l'intensità è sempre quella e poco importa se questo è un anno in cui entrambi i programmi si ritrovano a ricostruire, perchè un programma di alto livello sotto una certa soglia non scende mai e i due record, 9-4 per i Terps e un ammorbante 12-0 per i Blue Davils prima della gara, stanno lì a dimostrarlo.
La numero uno del ranking (già , perchè quelli che non hanno ancora conosciuto la parola sconfitta non hanno perso l'abitudine di guardare la nazione dalla vetta) parte forte, va sopra di 10 fin da subito, ma i freshman di Maryland danno energia dalla panchina ( comincia Nick Caner-Medley con 2 triple nel contro-break) e Duke chiude avanti di 6 il primo tempo, 43 a 37.
Nel secondo tempo però Maryland, sospinta dal pubblico delle grande occasioni, tanto che coach Gary Williams ha parlato del miglior pubblico da quando è alla guida dei Terps, e dall'aver messo a posto un paio di chiavi difensive, è andato subito a impattare, piazzando poi un 10-0 che l'ha portata sul 63-53 a sei minuti dalla fine, preludio del 75-60 finale.
Non è un caso che quei 10 punti siano venuti tutti da John Gilchrist e Jamar Smith, i freshman sono stata l'arma in più dei Terps che doveva trovare nuove fonti di gioco oltre ai soliti Blake e Nicholas (24 punti per Drew). Note positive anche da Ryan Randle, che con 15 punti e soprattutto 17 rimbalzi ha spostato gli equilibri sotto canestro (+11 nel conto dei rimbalzi per i padroni di casa).
Insomma la crisi dei Terps (0-4 contro team presenti nel ranking prima della vittoria sulla numero uno), se di crisi si può parlare, sembra essere alle spalle : “Battere un team trai primi 20 era ciò che volevamo e di cui avevamo bisogno” – ha dichiarato Randle – “Battere Duke è una grossa iniezione di fiducia”, concetto lapalissiano, ma per una squadra giovane vittoria di questo genere potrebbero far scattare meccanismi importanti.
E Duke? Coach Krzyzewski sapeva che una prima sconfitta doveva arrivare, soprattutto se per buona parte della squadra questa è la prima sconfitta da quando sono al college, come per J.J. Redick, freshman che ha iniziato col botto (miglior marcatore di Duke con 16 punti a sera) o per Randolph (10 punti e 5,5 rimbalzi) : “So di essere a capo di un work in progress. Per il fatto che avevamo vinto tutti gli incontri fino ad ora qualcuno ci ha votato al primo posto del ranking. Io ho allenato una numero uno e so che noi in questo momento non lo siamo”, difficile essere più chiari.
Delle due duellanti avremo occasione di riparlare più avanti, come potrebbe capitare anche per la squadra forse più in on fire dell'ACC, ovvero i Deamon Deacons di Wake Forest. La squadra di Skip Prosser dopo aver perso la propria imbattibilità con Duke il 12 gennaio ha vinto due partite in fila portando il proprio record a 12-1 (lo stesso dei Blue Devils).
Le vittime sono state due, Maryland (i dubbi diradati dei Terps derivavano anche da questa sconfitta) e Georgia Tech, uno il protagonista: Josh Howard.
Il giocatore della settimana della ACC nelle due vittorie ha snocciolato 26,5 punti, 7 rimbalzi, 4,5 stoppate e 3 assist (quando si dice all-around) prendendosi maggiori responsabilità in contumacia Justin Gray, freshman che aveva impressionato nelle 10 vittorie in fila con 10,5 punti e 4 assist a sera prima di rompersi la mandibola (non proprio il vostro classico infortunio) nella sconfitta contro Duke.
Interessante anche il contributo del lituano superstite, Danelius, che in questa prima parte di stagione viaggia a 12 punti e 8 rimbalzi a sera, Songaila è un'altra cosa, ma i 19 messi a segno da Vytas nella vittoria su Maryland confermano che la pista che porta all'est Europa continua a dare buoni frutti nel college di Winston-Salem.
Dalla squadra del MVP settimanale a quella col freshman della settimana (e non solo), ovvero i Tar Heels di Rashad McCants. La guardia di Ashville prima ne ha messi 20 con 4 rimbalzi nella vittoria sofferta contro Clemson (68-66), poi ha sfoderato una prova da 27 punti con 7/11 dal campo e 9/10 ai liberi, compresi i 2 che hanno chiuso la partita nell'up-set rifilato a Uconn, insomma non esattamente uno che lascia passare le responsabilità .
Anche grazie alle prove di Rashad i Tar Heels stanno reagendo bene all'infortunio di Sean May, il record senza di lui recita 4-2, 3 sono state vinte con uno scarto inferiore ai 4 punti segno che le difficoltà ci sono ma anche la voglia di lottare, cosa che mancava nell'ultima stagione a Chapel Hill: “Ho apprezzato il modo con cui quei ragazzi hanno giocato” – ha detto Calhoun, coach di Uconn- “Giocano duro. Li abbiamo rimontati, ma hanno resistito, gli va dato credito”.
Difficile non darglielo visto anche cosa rappresentano: la vittoria è stata la 1800 nella storia di UNC, solo Kentucky ha vinto più vittorie nella sua storia.
Record vincente nella conference (2-1) anche per i Wolfpack di North Carolina State che contro Florida State (4 sconfitte su 4 nella conference per i Seminoles) ha ottenuto la prima vittoria “on the road” portando il loro record totale a 9-6, forse ci si aspettava qualcosa in più da Hodge (19 punti, 6 rimbalzi e 3,5 assist a sera) e compagni, ma è ancora presto per tracciare qualsiasi bilancio, il torneo di conference potrebbe cambiare gli scenari.
Squadra interessante è Georgia Tech, al centro delle attenzioni dei media per schierare tra le sue fila quel Chris Bosch che molti vedono già spostare in un futuro nemmeno tanto remoto nella NBA.
Gli Yellow Jackets, 2-2 nella conference dopo essere stati travolti dal ciclone Josh proveniente da Wake Forest di cui si è parlato sopra, cominciano ad avere buone notizie anche da Lewis, l'unico senior con punti nelle mani in una squadra acerba, che nella vittoria contro Florida State (che strano…) di una settimana fa ne ha messi 33, record di carriera.
Capitolo Bosh: il ragazzo viaggia a più di 15 punti e 10 rimbalzi a sera con quasi il 60 % dal campo, sicuramente in lizza per il miglior freshman dell'ACC, anche se la concorrenza è ampia. Da segnalare anche la stagione di Elder, sophomore capace di metterne 16 a sera.
In fondo Virginia, capace di sorprendere i Tar Heels ,ma di farsi poi battere da Clemson nel finale con 2 liberi a tempo praticamente scaduto di Olu Babalola, che si candida, se non altro per il nome, a diventare idolo di molti a Clemson e non solo…
Per i Cavaliers soliti numeri di Watson (15 e 10), capace di fare una doppia doppia ai 20 (21 punti e 20 rimbalzi) contro Wafford (non una grande opposizione a dire il vero), non accadeva da vent'anni a uno dei Cavaliers.
Naturalmente alla fine staccati i Seminoles di Florida State, 0-4 nella conference e col rischio di finire fuori dai giochi tra pochissimo, da segnalare solo le buone cifre di Tim Pickett, per lui quasi 16 punti a sera, ma è ben lontano dal 40% al tiro…