Ritorno al basket giocato per Mario Austin…
Ha scelto proprio il momento adatto per tornare al College basket giocato, nell'occasione in cui la sua squadra, Mississipi State, incontrava Xavier e i Musketeers significano David West, il suo grande antagonista nella personale sfida tra i migliori lunghi del basket universitario.
"Mario Austin is back" come ha detto coach Da Matta di Xavier, e la sua presenza è stata subito devastante. Il centro dei Bulldogs ha chiuso una partita pressoché dominata dalla sua squadra con un eloquente bottino di 28 punti col 57% dal campo, un 3 punti segnato che sa di prestazione baciata dagli dei, 9 rimbalzi e una pressione difensiva costante che ha fatto andare in tilt l'attacco di Xavier e in particolare David West, apparso nettamente sotto i suoi standard abituali, soprattutto nel primo tempo.
Le sei partite in cui l'ala/pivot di Miss State ha dovuto guardare i suoi compagni evoluire sul parquet senza il suo contributo sono state troppe per uno come Austin, che vive di basket ed ha deciso di ritirarsi dal Draft 2002 all'ultimo momento solo perché consapevole di dover migliorarsi ancora per puntare alla lottery pick.
Il direttivo della NCAA lo aveva bloccato ad inizio anno fino a tempo indeterminato per controllare la situazione eleggibilità del ragazzo dell'Alabama nel suo anno da freshman, in quanto c'erano state delle possibili irregolarità sia nel suo reclutamento che nel suo andamento scolastico per poterlo a tutti i costi inserire nel roster dei Bulldogs.
Cosicché anche lui come Chris Marcus (per motivi fisici), dopo essersi ritirato dalle scelte NBA, ha iniziato la stagione universitaria in borghese, e subito la squadra ne ha risentito perdendo una partita tutt'altro che difficile contro Lafayette, salvo poi inanellare una serie di 5 W consecutive, dovute anche ad un calendario tutt'altro che insidioso.
L'NCAA ha studiato a lungo la pratica Austin in questi mesi, senza per altro trovare prove concrete sulle presunte accuse di ineleggibilità , e con un gesto molto magnanimo ha archiviato il tutto, dando il via libera al ragazzo proprio alla vigilia della sfida con Xavier.
La sua voglia di basket si è dimostrata subito tanta, ed infatti dopo la super prestazione contro i Musketeers è arrivata un'altra prestazione da incorniciare contro Georgia State: 24 punti con 10/16 dal campo e 10 rimbalzi di cui 8 offensivi e una vittoria mai in discussione.
La presenza di SuperMario in campo ha subito cambiato in meglio gli equilibri di una squadra che stava già viaggiando a pieno ritmo, ma senza avere delle controprove giustificabili per ritenersi convinti di poter competere anche con le grandi potenze del College basket e ripetere l'ottima stagione passata, conclusa con la sconfitta di misura con Texas al 2° turno del Torneo NCAA.
Austin con la sua potenza fisica e la sua altezza, è difficilmente contenibile da qualsiasi lungo del basket universitario; anche West, pur dominante sotto canestro, ha preferito marcare la power forward Harper, evitando lo scontro diretto e le sue ragioni sono molto plausibili, in quanto il centro dei Bulldogs può costringerti ad un lavoro talmente stressante dal punto di vista fisico nella metà campo difensiva da privarti di parecchie energie in attacco. Oltre a questo la sua potenza nell'attaccare il canestro, unita ad un equilibrio nei movimenti sorprendente per un ragazzo di quella stazza lo rendono molte volte inquilino fisso della lunetta dei liberi, la cui percentuale è decisamente migliorata rispetto agli anni scorsi.
Prima del suo ritorno, il gioco di coach Stansbury passava quasi tutto dalle mani di Bowers, apparso in crescita esponenziale dal suo anno da sophomore, quando le responsabilità oltre che ad Austin venivano date al senior Marckell Patterson, e si assisteva più ad una manovra perimetrale con penetrazioni, contropiedi veloci e tiri da 3.
Quando Austin è ritornato a vestire canotta e calzoncini granata, l'attacco dei Bulldogs ha cambiato completamente pelle, ritornando allo schema abituale in cui è il centro a dettare i ritmi del gioco e la palla dentro è quasi un obbligo, vista la differenza fisica con molti pivot. Con questo gioco, i raddoppi su Austin sono quasi obbligatori e gli spazi per gli attaccanti tipo Bowers e Ignerski sono ampi.
La vittoria su Oklahoma, poi, ha dimostrato che il ritorno di SuperMario ha giovato non poco alla pressione difensiva di Mississipi State, riducendo un attacco come quello dei Sooners ad un misero bottino di 45 punti, che ha permesso un'importante vittoria, in una partita dominata dalla difese, in cui Austin ha segnato 1/3 dei punti della propria squadra, che ha permesso ai Bulldogs di balzare all'8° posto del Ranking.
Ha avuto ragione quindi il ragazzo a non affrettare il suo passaggio nella NBA, visto da tutti e soprattutto dal suo mentore coach Stansbury come un azzardo in un Draft dominato dagli Europei, e sta approfittando di quest'anno per dimostrare ancor di più il suo valore e magari portare Mississipi State a rinverdire i fasti della squadra di Dampier e Dontae Jones che arrivò alle Final Four.
Sicuramente ci sono ancora dei miglioramenti sostanziali nel bagaglio del ragazzo, soprattutto in difesa, nella cattiveria con cui va a rimbalzo (è ai margini dei 10 a sera ma potrebbe arrivare tranquillamente a 12-13) sia nella sua metà campo che in quella avversaria, può migliorare il gioco d'aiuto per la stoppata a centro area e nella visione dello scarico sul penetrante o per un tiro dalla media, ma sono margini che in un anno di College, con allenamenti mirati possono essere colmati in vista del Draft 2003, in cui sarà sicuro protagonista.
La sconfitta dell'ultima ora contro Florida ha visto sfumare una possibile scalata dei Bulldogs al Ranking e ha decretato la prima sconfitta nel torneo della SEC (vinto da Miss State nel 2002), interrompendo la striscia di 10 vittorie consecutive. Austin ha giocato la sua solita partita sopra le righe, con un season-high di 16 rimbalzi, ma è stato tradito stavolta dai compagni, molto sottotono.
Comunque si è visto ancora una volta che per SuperMario pochi sono gli ostacoli che offensivamente lo possono limitare e per Mississipi State e coach Stansbury questa certezza può far sognare un grande obiettivo stagionale.