Kansas, problemi di mira?

Kirk Hinrich, l'uomo chiave di Kansas

Non è certo iniziata nel migliore dei modi questa stagione per i Jayhawks, per cui si rende opportuno, quantomeno in sede di critica, cercare di analizzare quali sono i fattori che hanno fatto precipitare nel ranking una squadra data nei primi tre posti di qualsiasi preseason top 25, comprese naturalmente le due ufficiali, ossia la AP e la ESPN/USA TODAY.

Le sconfitte contro North Carolina e contro Florida, hanno riportato sulla terra le ambizioni di chi pensava che si sarebbe passeggiato fino al torneo, dando invece ragione a coach Roy Williams, che già  alla vigilia era scettico circa un paio di fattori: "Dobbiamo sostituire due giocatori fondamentali come Drew Gooden e Jeff Boschee, io penso che contrariamente a quanto si possa pensare, la cosa più difficile sarà  proprio sostituire Jeff, in quanto il suo tiro da tre era per noi un'ancora di salvezza, che ci consentiva sempre di uscire dalle situazioni di difficoltà ".

Senza l'ex Mr. Basketball dello stato del Nebraska infatti, particolare emerso in modo lampante nelle prime gare, è mancato quel go to guy in grado di trovare sempre la tripla allo scadere dei 24 secondi. Infatti nelle prime gare, le percentuali dall'arco dei falchetti non hanno mai superato il 30%, e ancora oggi, nonostante i grossi progressi mostrati nelle gare vinte contro Tulsa e UCLA, non supera ancora il 33%. Non mancano probabilmente nemmeno i tiratori, in quanto Kirk Hinrich e Keith Langford dalla lunga ci sanno anche fare, manca una precisa identità  di gioco.

Hinrich infatti tirava da tre con il 48% l'anno scorso, quest'anno sta lentamente risalendo dal 35% con cui ha iniziato. Un altro particolare rende perfettamente l'idea delle difficoltà  offensive dei biancoblu sta nelle percentuali dall'arco concesse agli avversari, ossia il 36.1%, lo stesso valore dello scorso anno, a testimonianza di come la difesa non abbia perso la propria aggressività  sul perimetro, mentre la percentuale da tre propria è appunto fissa sul 33%, ma nel Preseason NIT, quando i Jayhawks hanno incontrato le maggiori difficoltà , non si andava oltre il 27%, contro il 42% abbondante dell'anno scorso.

Uno dei problemi principali è stato l'infortunio alla schiena di Kirk Hinrich, l'elemento più rappresentativo insieme al centro Nick Collison. Appena risolto questo fastidioso inconveniente, la guardia ha subito piazzato 27 punti con 8/13 dal campo (5/9 da tre) schierando ogni resistenza dei Bruins di coach Steve Lavin.

Curiosamente, 8/13 anche per Collison, che ha migliorato le cifre dell'anno scorso pur senza dare grandi segnali di devastazione, e per il sophomore Wayne Simien, autentica rivelazione una volta preso il posto in quintetto lasciato vacante da Gooden. L'alona di Leavenworth sta viaggiando a 16.8 punti e 9.2 rimbalzi a sera, formando quindi con Collison (19.1 ppg e 8.6 rpg) una delle front line più forti della Ncaa.

Il playmaker Aaron Miles (8.2 ppg, 4 rpg, 7.2 apg) ha avuto finora un rendimento molto altalenante, toccando il fondo nella sfida persa contro Oregon, ma tutto sommato è un playmaker che non si mangia tiri giocando duro al servizio della squadra, così come la guardia Keith Langford (16.9 ppg, 5.1 rpg, 2.3 apg), che sta tirando però meglio dal campo, con un incredibile 56%, che ai liberi, dove sverna con un mediocrissimo 52%.

Al di là  dei problemi al tiro da tre, che sono ad avviso di chi scrive solamente temporanei, il problema di Kansas risiede nella panchina, da dove si alza ben poca roba. I migliori sono Michael Lee (3.9 ppg), Bryant Nash (2 ppg) e Jeff Hawkins (1.6 ppg), con cifre che rendono pienamente l'idea di come Roy Williams non riesca ad usare la panchina, in quanto questi tre superano a malapena i dieci minuti di impiego.

Alla lunga questo potrebbe pesare, soprattutto perché appena ci sono problemi di falli, per i Jayhawks son dolori, e qui pesa una campagna di recruting del tutto fallimentare come quella dell'anno scorso, quando è in pratica arrivato il solo Jeff Graves (2.3 ppg, 3.1 rpg, ma con il 30% dal campo), primo, ed in pratica unico, cambio dei lunghi. Fare strada a marzo con un roster così striminzito sarà  dura, a meno che Williams si sbilanci, rischiando di perdere qualche partita, facendo giocare però di più almeno Lee e Nash, che comunque vantano discrete doti.

L'uomo chiave comunque sarà  sempre lui, Kirk Hinrich: quando sta bene, e gioca bene, Kansas non ha nulla da temere, ed è tranquillamente in grado di battere qualsiasi avversario, in quanto pur non avendo panchina dispone di un quintetto completo e bilanciato come forse soltanto Pittsburgh può vantare. Il campionato della Big12 è alle porte, e contro Oklahoma, Texas, Mizzou e compagnia si vedranno davvero pregi e difetti dei Jayhawks.

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