Il freshman di Arizona Hassan Adams ha già messo in mostra dei numeri non da poco…
Due partite e due vittorie per i Wildcats di Arizona nelle prime due gare del torneo della PAC-10, la prima molto importante perché ottenuto contro Oregon, da tutti indicati come la contendente principale per il successo della Conference, e non secondariamente, una delle pretendenti con Arizona per il titolo nazionale NCAA.
L'aver perso il primo posto del ranking ufficiale dopo l'inopinata sconfitta di 1 punto contro Louisiana State ha intaccato la fiducia dei Wildcats, partiti con tutti gli onori del caso nei pre-ranking, ma mai del tutto convincenti nelle 10 gare fin qui disputate, nonostante le vittorie contro i Ducks e contro Texas.
La cosa che più salta all'occhio è la percentuale dal campo, quasi sempre sotto il 40% totale, soprattutto Gardner è partito sottotono con una media non esaltante di poco meno di 15 punti di media e una percentuale sotto il 40% sia da 2 che da 3 punti, e ciò ha condizionato una squadra che deve fare a meno in questo periodo dell'altra stella Luke Walton, infortunatosi prima della sfida persa con LSU.
Senza il collante Walton, la manovra di Arizona appare molto legata all'andamento dei singoli. Tra questi si possono già dire cose egregie del freshman Hassan Adams, realizzatore purissimo e capace di andare già in doppia cifra di media (2° realizzatore di squadra dietro a Gardner) e con un'ottimo 50% dal campo, anche se deficitario da oltre l'arco.
Insieme all'altro freshman Iguodala stanno dando prove abbastanza confortanti a coach Olson, che si aspetta molto di più da Channin Frye, ora che Walton non c'è, sperando che il figlio del grande Bill recuperi per la grande sfida contro Kansas di fine gennaio, dove Arizona dovrà dare grande prova di maturità se vorrà essere considerata ancora la favorita per il titolo.
Come detto la sicura contendente per Arizona nella PAC-10 è Oregon, incappata però in 2 sconfitte nello scontro diretto con i Wildcats e contro Cincinnati, anche se sono arrivate vittorie di prestigio come quella su Kansas.
I Ducks vivono e muoiono con il loro duo Ridnour-Jackson, se girano tutti e due assieme pochi rivali possono impensierire la squadra di coach Kent, ma se uno dei 2 non è in gran giornata di tiro, salgono alla ribalta i problemi fondamentali di inizio stagione, soprattutto la mancanza cronica di un rimbalzista di alto livello a centro area, dove Johnson e Helquist non riescono ad incidere e Crosswhite è un lungo atipico, poco propenso al gioco in the paint (il miglior rimbalzista è Jackson con 7 a sera).
Non a caso le 2 sconfitte patite da Oregon hanno avuto come comune denominatore la perdita netta della battaglia a rimbalzo (-20 contro Arizona e -10 contro Cinci), in particolar modo quello offensivo e se contro i Wildcats la serata non felice di ambedue le squadre al tiro ha permesso ad Oregon di restare in partita, contro la squadra di coach Huggins il risultato non è mai stato in discussione con i Bearcats vittoriosi di ben 25 punti.
La sfida di venerdi con California potrà dare a coach Kent ottime indicazione sullo stato di forma della propria squadra e sulla possibilità di restare ad alti livelli, anche con un reparto lunghi al di sotto degli standard dell'elite del College basket.
Proprio i Golden Bears potrebbero essere la terza incomoda nello scontro per l'assegnazione del titolo della PAC-10, anche se il calendario che li ha portati ad avere un record di 8 vinte e 2 sole perse era fin troppo facile, e le uniche sconfitte sono venute da squadre di rango pari se non superiore, quali Georgia e Kansas.
Il trio Shipp-Tamir-Wethers può risultare indigesto a molte squadre, in quanto a turno uno dei 3 è in grado di regalare la partitona da più di 20 punti e quindi offensivamente California ha le carte in regola per mettere in difficoltà chiunque, anche se la discontinuità di qualcuno del magico trio e la scarsità di attori non protagonisti, unite all'approccio un po' troppo soft in difesa, potrebbe risultare fatale soprattutto contro squadre solide in difesa e offensivamente versatili, in particolar modo nella zona vicino a canestro.
Contro Oregon, sarà sicuramente una battaglia condotta con i tiri dalla media-lunga distanza, ma la propensione di Shipp al rimbalzo offensivo potrebbe essere un'ottima arma per mettere in difficoltà i Ducks.
Tra le deluse della Conference sicuramente UCLA, partita con un tragico 2-5 e riscattatasi con 2 vittorie nelle prime 2 partite della PAC-10 contro le 2 Washington, trascinata nella sfida con i Cougars di Washington State da uno stratosferico Kapono, autore di 44 punti con 9/10 da 3 punti. I Bruins però sono i grave crisi e le sconfitte con squadre di basso livello come S.Diego, Michigan e Northern Arizona, unite a quelle con Duke e Kansas, hanno fatto sprofondare la squadra di coach Lavin, deluso da un approccio totalmente sbagliato in questo inizio stagione, soprattutto in difesa e in zona pitturata.
Kapono non è stato sempre constante e le buone prove di Thompson e Cummings non sono bastate, anche perché Bozeman è ancora molto lontano da uno stato di forma accettabile e Crispin non è un fattore, tanto che ha perso minutaggio a favore di un più convincente Walcott. Lavin spera che il rientrante Patterson possa dare linfa al gioco di UCLA, in cerca di un rilancio almeno interno alla PAC-10.
In brutte acque anche USC e Stanford incappate già in 4 sconfitte a testa, arrivate anche contro squadre nettamente inferiori sulla carta.
Tra i singoli da tener d'occhio, oltre al capocannoniere della Conference Marcus Moore di Washington State attestatosi sui 21,1 di media con quasi 5 assist, anche il freshman di Arizona State Ike Diogu, già leader dei Sun Devils con 18,6 punti di media e quasi 7 rimbalzi, e mattatore della gara persa con Oregon con 27 punti e percentuali di assoluto valore.