McCants in contropiede, ecco come finisce…
“Ricominciaaamo”, questo grido lanciato da un Pappalardo paonazzo alla massima estensione delle sue rauche corde vocali non credo sia un'immagine familiare a Chapel Hill, sede dei Tar Heels di North Carolina, ma serve a spiegare bene la stagione dei ragazzi di coach Doherty (che oltretutto ha una facilità a “prender fuoco” non indifferente) che si trovano, forse per la prima volta nella storia dei Tar Heels, a essere protagonisti di una vera e propria rifondazione dopo un'annata buia e altrettanto rara come quella scorsa.
Il college basket è cambiato dai tempi di Dean Smith (che non sono poi così lontani…), la NBA fa razzia di tutti i senior liceali con le migliori prospettive e se qualcuno fa la differenza da freshman è difficile vedere il suo anno da sophomore, quindi i senior determinanti sono merce rara quasi quanto un centro che sposti gli equilibri.
Però nemmeno in questo scenario è normale che un college storico come UNC si trovi a dipendere in tutto per tutto dai freshman, senza possibilità alcuna di avere qualcuno con dell'esperienza che gli risolva la partita, a meno che non pensiate che un fallo duro o un blocco ben fatto (quello che offre alla causa un senior come Will Johnson) possa cambiare fino a tal punto le sorti di una partita (pensiero, tra l'altro, tutt'altro che sbagliato, ma il fine ultimo è sempre quello di metterlo dentro il cesto arancione…).
Freshman al potere quindi e che freshman visto che al momento il record è 7-2 dopo una partenza lanciata di sei vittorie in fila e UNC si ritrova nelle prime 25 del ranking, la regola fino a un paio d'anni fa, un miraggio nella scorsa stagione.
Si era parlato in pre-stagione dei “Fab six” di North Carolina, diciamo che si era esagerato, almeno per l'impatto immediato meglio parlare di “Fab three”, ovvero Felton, McCants e il figlio d'arte May, per l'altra metà si dovrà aspettare ancora un po' prima di capirne il valore.
Felton è probabilmente nella posizione più complicata per un freshman con tante aspettative addosso perchè fare il play implica avere la palla in mano spesso e volentieri, e quando hai il talento cristallino del ragazzo del South Carolina il rischio di voler strafare e mettersi in proprio è dietro l'angolo.
Quell'angolo però sembra rimanere lontano visto che Raymond smazza 7 assist a sera, cosa non semplice in un attacco ancora in costruzione che tende ad incepparsi quando davanti c'è una zona (e le oltre 3 palle perse a sera ne sono una dimostrazione), ma Felton ha capacità di controllo del corpo e del pallone tali che lo scarico per un canestro facile gli viene troppo facile per non incappare qualche volta in una doppia doppia a punti e assist.
Poi c'è il capitolo transizione dove Felton sembra fatto apposta per accendere l'altro freshman del reparto dietro di coach Doherty: Rashad McCants.
McCants viene da New Hampton HS e quando lo si vede giocare ci si spiega perchè facesse onde al liceo: troppo potente fisicamente per essere limitato da una guardia “normale” di 18 anni, ma anche da una di 20.
Al momento viaggia a 19 punti e 5 rimbalzi a sera con un 58% dal campo che dice sia quanto gli piaccia mettere la bimane in transizione sia che le mani sono tutt'altro che quadre (45% da 3), insomma l'attaccante è di quelli di razza.
I centimetri sono pochi (attorno ai 190), ma l'impressione è che fino a quando resterà al college sarà difficile negargli un tiro in sospensione o un penetrazione a difesa schierata, poi nella NBA sarà altra storia, ma ai Tar Heels interessa cosa gli può dare ora, ovvero un ventello comodo ed è solo al suo primo anno…
Il terzo freshman è Sean May, un ragazzo che ha un fisico importante quanto il cognome visto che il padre Scott è vicino allo status di leggenda del gioco e la bilancia segna 272 libbre, 123 chili, più o meno, spalmati su 2 metri abbondanti e non tutti sotto forma di muscoli…
Non proprio il vostro lungo verticale insomma, ma se si parla di mani e fondamentali del gioco meglio stare col figlio dell'Indiana che dà del tu al pallone come pochi altri della sua stazza e difficilmente sbaglia una scelta offensiva o la posizione a rimbalzo (più di 13 punti e quasi 9 rimbalzi a sera in 30 minuti).
I suoi problemi per ora sono nella fase difensiva in quanto subisce la verticalità e la fisicità dei lunghi avversari, riuscisse a lavorare sul suo fisico se ne potrebbe sentir parlare anche ai piani sopra…
Completano il quintetto due sophomore (se non è ricostruzione questa…): Jawad Williams e Jackie Manuel (8 punti e 4 rimbalzi). Williams sta facendo bene (13 punti a sera) e con May forma una coppia di lunghi atipici che permette di aprire bene il campo in attacco, ma che soffre un po' a rimbalzo.
Williams sta confermando le ottime impressioni della fine dello scorso anno, è reattivo, atletico e con una mano educata anche dalla distanza, doti che ne fanno in prospettiva un interessante all-around, la rinascita di UNC passa anche da lui.
Coach Doherty è fiducioso nel futuro della stagione, questi ragazzi sono i “suoi” ragazzi, quelli che ha voluto e reclutato. Dopo le due sconfitte in fila con Illinois e Kentucky, sono arrivate due vittorie, la seconda in casa di Florida State nella prima gara della ACC.
“E' emozionante vedere questi ragazzi crescere partita dopo partita” – ha dichiarato il coach – “Quelle esperienze [le due sconfitte con Illinois e Kentucky] ci hanno aiutato molto oggi”.
I Tar Heels sono giovani, inesperti e con tanto talento addosso, la ACC non è di certo una conference che ti lascia il tempo per maturare con calma, ma incontrarli fra un paio di mesi potrebbe non essere una bella esperienza.
Last news: Nella sconfitta imprevista rimediata da UNC contro IOna al Madison Square Garden Sean May ha rimediato un pesante infortunio (rottura) al piede sinistro e dovrà stare fuori dalle 8 alle 10 settimane. Coach Doherty spera di averlo al massimo per fine febbraio, ma il colpo è uno di quelli che rischia di cambiare gli scenari della stagione…