Palmer è l’Heisman 2002

Il biondo Carson Palmer, ha sbaragliato la concorrenza nella corsa all'Heisman Trophy

“And the winner is …: Carson Palmer from University of Southern California”

Con un risultato più largo del previsto, il Downtown Athletic Club di New York City, ha assegnato anche quest'anno l'Heisman Trophy, il trofeo che premia l'Outstanding College Football Player of the year.

Con questa vittoria il quarterback Carson Palmer ha riportato ad USC il prestigioso trofeo, vinto in precedenza nello stesso ateneo da campioni del calibro di Marcus Allen ed O.J. Simpson, dopo un astinenza che durava da più di vent'anni.

Alla sua nomina dopo il bacio di rito alla fidanzata, conosciuta al campus nel suo anno di freshman, Palmer è salito sul podio per ricevere il premio. “Il mio cuore sta uscendo dalla maglietta” ha commentato il quarterback con la statuetta tra le mani. “E' incredibile, almeno quanto tutta la mia stagione”.

Risultato incredibile è dir poco visto che Palmer con 1328 punti è riuscito a battere abbastanza facilmente l'altro quarterback favorito, Brad Banks da Iowa, che è finito a ben 233 punti di distacco.

Per Banks non è stato sufficiente guidare la nazione nell'apposita classifica del rating (166.1) che misura l'efficienza dei quarterback, vinta grazie ai 25 touchdowns a fronte dei soli 4 intercetti. Vincendo lo scontro diretto con Palmer solo nel suo Midwest e perdendo invece in tutte le altre cinque aree, Banks non ha potuto fare altro che guardare il trofeo alzato al cielo dall'avversario.

Alle loro spalle, sul terzo gradino del podio è salito Larry Johnson, il runningback di Penn State che, correndo per 2015 yards e diventando il nono giocatore a superare il fatidico muro delle 2000 yards, non è riuscito a far innamorare abbastanza di se i numerosi giurati con diritto al voto. Anche per lui niente trofeo.

Niente da fare nemmeno per i due giocatori dei Miami Hurricanes, il runningback Willis McGahee ed il quarterback Ken Dorsey che sono terminati rispettivamente quarto e quinto.

Pochi sono stati infatti i consensi per il runningback di Miami, reduce da diverse prestazioni straordinarie. McGahee ha stabilito in questa stagione i records della sua università  per touchdowns (27), yards corse (1686) e yards totali guadagnate (2036) ma malgrado tutto si è dovuto accontentare della metà  dei voti di Palmer.

Se pensate che nella recente storia degli Hurricanes nel ruolo di runningback sono passati atleti del calibro di Edgerrin James o Clinton Portis, tutti andati poi nella prima stagione al di sopra delle 1000 yards tra i professionisti, allora non è un eresia definire quella di McGahee come una stagione da Heisman. Ma così non è stato.

Anche il suo compagno Ken Dorsey, che ha chiuso la carriera a Miami con l'invidiabile record di 38-1 come quarterback partente (è stato il quarterback titolare nelle ultime tre stagioni a Miami), si è dovuto accontentare di qualche voto in meno del compagno di squadra.

Per la cronaca era dal 1994 che un'università  non piazzava due compagni di squadra nei primi cinque posti. Allora successe a Penn State con il runningback Ki-Jana Carter ed il quarterback Kerry Collins.

In ogni caso Palmer non ha rubato niente a nessuno.

Certo pochi potevano immaginare ad inizio stagione che questo ragazzo sarebbe riuscito a vincere il premio come miglior giocatore. Palmer infatti cominciò a settembre l'ultimo anno da senior con il tutt'altro che invidiabile record di 16-16 come quarterback partente, mostrandosi incapace di assecondare le aspettative cresciute attorno a lui sin da quando approdò ai Trojans

Ma quest'anno il coach Pete Carroll e l'offensive coordinator Norm Chow sono riusciti a far scoccare quella scintilla che ha letteralmente trasformato il ragazzo californiano. Palmer durante l'anno ha completato quasi il 63% dei suoi passaggi per 3639 yards e 32 touchdown (10 intercetti), tutti records ad USC.

Tutt'altro che trascurabili, nonché altro record scolastico, sono anche i 147 passaggi consecutivi completati senza un intercetto. Questo ha sicuramente contribuito a raggiungere il record di vittorie 10-2 (quinti nel ranking nazionale) ed il successivo approdo al FedEx Orange Bowl, ancora una volta contro Brad Banks e la sua Iowa.

La sua performance migliore è avvenuta proprio nel recente incontro con Notre Dame dove, sotto gli occhi di tutta la nazione (la partita era in diretta TV nazionale), Palmer ha steso i Fighting Irish lanciando per 425 yards, il massimo concesso ad un quarterback da Notre Dame nella sua lunga storia. Un tempismo straordinario per un candidato all'Heisman Trophy.

”Questo premio deve essere diviso con i miei compagni a Los Angeles. Questo trofeo è più loro che mio” ha commentato Palmer. ”E’ tutto incredibile. Ancora adesso non riesco a realizzare cosa mi è successo”. Speriamo che il quarterback riprenda consocenza presto perché quello che lo aspetta è un vero e proprio bivio.

Diventerà  un giocatore vincente nella NFL o scomparirà  come hanno fatto alcuni suoi predecessori?

Difficilmente potrà  ripercorrere i passi di Charlie Ward, il quarterback che alzo il trofeo nel 1993. Difficilmente potrà  farlo perché Ward, dopo aver vinto il premio, decise di giocare professionista nel basket NBA e per Palmer questa possibilità  non pare sia aperta.

A far propendere il fenomenale quarterback di Florida State verso i palazzetti anziché gli stadi fu la sua fidanzata di allora, tale Tonja Harding che lo convinse a praticare quello sport perché privo o limitato nei contatti fisici che ne avrebbero mutato il suo meraviglioso (almeno per lei) aspetto fisico. La Harding per la cronaca, che fu sposata poi qualche anno dopo dallo sfortunato quarterback, fu quella pattinatrice a livello olimpico coinvolta in uno scandalo a sfavore della connazionale Nancy Kerrigan.

Ora i due sono separati con il risultato finale che la NBA non è riuscita a trovare un campione mentre la NFL e tutti i tifosi del football ne hanno perso uno che forse poteva lasciare qualche traccia.

E che dire del recente vincitore Eric Crouch, quarterback di Nebraska che nel 2001 sorprese tutti portandosi a casa la statuetta. Non cercatelo tra le franchigie NFL perché dopo un anno il ragazzo ha già  dovuto abbandonare le sue aspirazioni di giocatore da NFL.

Scelto dal St Louis al terzo giro e firmato per tre anni alla modica cifra di 1,3 milioni di dollari, Crouch venne subito dirottato nella posizione di Wide Receiver. Dopo aver ricevuto un paio di passaggi in preseason Couch fu fermato da un problema alla coscia che lo costrinse a ritirarsi qualche mese dopo. Complimenti a Crouch perché a quella cifra ci potevo provare anch’io ad entrare nel roster dei Rams.

Per non parlare del runningback Rashaan Salaam da Colorado, Heisman Trophy del 1994, che nella sua stagione da senior corse per più di 2000 yards. Scelto poi al primo giro dai Chicago Bears il suo inizio sembrò abbastanza convincente. Più di 1000 yards nella sua stagione da rookie, e record di franchigia per un esordiente.

L’anno dopo fu falcidiato dagli infortuni e pian piano fu costretto a perdere il posto da titolare per poi ritrovarsi addirittura tagliato. Riprovando a Miami, Oakland, Cleveland, ed ultimamente a Green Bay, Salaam non riuscì a vincere la concorrenza e fu anche qui tagliato inesorabilmente. In questo momento probabilmente starà  provando a rientrare nel giro passando dalle leghe minori come hanno fatto alcuni fortunati quarterback della NFL ma non chiedetemi dov’è perché anch’io ne ho perso le tracce.

Non fatevi tradire quindi da questo trofeo. Anche gente come Gino Torretta, Ty Detmer, e Danny Wuerfell, per citare solo i più recenti, hanno vinto il trofeo nella posizione da quarterback ma giocare in quel ruolo al piano di sopra si è poi rivelato molto diverso.

Chissà  se Carson Palmer riuscirà  ad adattarsi.

Di certo vincere l’Heisman Trophy dopo aver cominciato la stagione lontano dai riflettori gli resterà  per sempre come una sorpresa inaspettata.

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