Quest'anno i tifosi dei Terrapins sperano molto in Drew Nicholas
I campioni uscenti si sa hanno sempre una responsabilità maggiore rispetto a tutte le altre compagini. Sono loro che hanno trionfato nella stagione passata e quindi su di loro si concentrano molte delle attenzioni di addetti e di avversari nella speranza, poco sportiva, ma molto diffusa negli ultimi tempi, che possano fallire.
Maryland, campione della NCAA nel 2002, si è ripresentata in questa stagione senza 3/5 del quintetto base che trionfò contro gli Hoosiers di Indiana, portando il primo storico titolo all’Università . Lonnie Baxter, Chris Wilcox e soprattutto Juan Dixon hanno fatto il grande salto nel mondo dorato della NBA, lasciando a coach Gary Williams un vuoto difficilmente colmabile in tempi brevi, in particolar modo se la covata di freshman venuti dalla high-school ha preferito altre mete come Duke, Arizona o North Carolina.
Così coach Williams ha cercato di pescare fra chi nelle passate stagioni, partiva dalla panchina e dava quel contributo solido e sempre efficace, importante anche per la conquista del titolo NCAA. Avendo in cabina di regia Steve Blake, grande regista dell’attacco dei Terrapins di questi anni, ma discontinuo realizzatore, le sorti offensive di Maryland, dopo la perdita dei 20 a serata di Dixon, sono cadute quasi tutte su Drew Nicholas.
Nicholas è stato negli anni del regno di Dixon, il classico paggetto alla corte di sua maestà , partendo praticamente sempre come primo sostituto delle guardie e in particolar modo di Dixon, si era ritagliato un luoro di comprimario, pochi tiri ma sempre di ottima fattura, punti quando servivano e abnegazione difensiva.
Quest’anno il posto da guardia titolare è suo e i minuti in campo sono raddoppiati, ma quel che forse solo coach Williams poteva sapere è che il suo senior col n. 12 è letteralmente esploso, triplicando quasi il suo fatturato punti rispetto all’annatta passata.
Le prime 3 partite dei Terrapins di quest’anno hanno visto 3 facili vittorie contro realtà davvero misere, quindi pochi possono essere stati i motivi di interesse per i media, alla ricerca di un punto d’incontro per capire meglio quali possono essere le aspirazioni dei campioni uscenti in questa annata, ma le sorprese in positivo per coach Williams non sono mancate.
Prima fra tutti la capacità difensiva mantenuta sulla stessa intensità del 2001/2002, che ha permesso di tenere sotto i 50 punti sia Miami (Ohio) che Citadel che Duquesne (tra l’altro con i Dukes è arrivata l’87° doppia w consecutiva in casa contro squadre non dell’ACC), in secondo luogo la chirurgica capacità realizzativa di Nicholas, addirittura letale da oltre l’arco, con percentuali clamorose.
Coadiuvato alla grande da Blake e da Ryan Randle, Nicholas ha potuto dimostrare a chi non lo conoscesse tutto il suo repertorio cestistico offensivo, fatto di tiri dalla distanza, di conclusioni sempre in equilibrio e in generale di una capacità di costruire buoni tiri da ogni situazione, e di intendersi a meraviglia con Steve Blake, proprio come Dixon in passato.
Inoltre, a differenza dell’MVP NCAA dello scorso anno, Nicholas ha sviluppato una propensione più naturale al ruolo di play, avendo girato tutti i ruoli del backcourt nei suoi primi 3 anni in Maryland, passa meglio la palla di Dixon e sa trovare abbastanza facilmente il lungo in area.
La media punti fino ad ora si è attestata sui 21 tondi tondi, cifre addirittura superiori a quelle dell’ultimo Dixon, ma che rispecchiano, bisogna dirlo, anche la pochezza degli avversari affrontati, ma quel che più sorprende è la percentuale dal campo della guardia dei Terrapins, che abbonda il 50% totale e sfiora il 45% dalla lunga distanza.
La sconfitta patita con Indiana nel remake della Finale della scorsa stagione ha sporcato le sue medie, e la sua partita lo ha visto soffrire Tom Coverdale sia difensivamente che offensivamente, ma la guardia degli Hoosiers ha annullato nella cavalcata al Torneo 2002 molte stelle ben più quotate di Drew, perciò le ottime impressioni di questo inizio di stagione non si sono ofuscate per una sola brutta partita.
Certo Nicholas dovrà dimostrare di avere la freddezza necessaria per essere decisivo per i Terrapins anche nelle partite che contano se vorrà davvero recitare un ruolo da protagonista nel panorama stagionale del College Basket.
Coach Williams sa che senza i punti della sua guardia il gioco di Maryland soffre terribilmente, non avendo in Blake un realizzatore costante e mancando di lunghi, a parte Randle, che sappiamo andare con continuità in doppia cifra.
La capacità di Nicholas di essere estremamente pericoloso da 3 punti, potrebbe aprire molti varchi per il gioco offensivo dei campioni in carica e sicuramente le sue medie di inizio stagione lo portano ad essere visto come uno spauracchio da molte difese. Come detto l’unico vero ostacolo da oltrepassare è quello di saper essere decisivo nelle partite che contano, perché al Torneo servirà soprattutto questo.
Il cammino è iniziato nel migliore dei modi, ma Nicholas sa che ogni partita presenta un ostacolo e uno come lui, non abituato ai riflettori della ribalta, dovrà saper gestire la pressione e giocare nel modo che coach Williams conosce, pulito e preciso.