Addio Yankee Stadium

Yogi Berra saluta il suo stadio per l'ultima volta

Con l'epilogo della stagione regolare, e non essendo gli Yankees riusciti a guadagnarsi il diritto di disputare i Playoffs, si chiudono per sempre le porte del vecchio Yankee Stadium nel Bronks, e con esse anche una parte di storia del baseball, e non solo.

Dunque l'ultima partita disputata resterà  quella contro i Baltimore Orioles il 21 settembre scorso, accompagnata da un degno corollario di festeggiamenti a cui hanno partecipato tra gli altri, Whitey Ford e Yogi Berra, due icone della squadra, che dopo aver ricevuto il giusto omaggio da parte del pubblico presente, sono stati ospiti dei cronisti della ESPN che ha trasmesso in diretta l'evento.

La struttura verrà  infatti demolita e la squadra si trasferirà  poche centinaia di metri più in là  nel nuovo Yankee Stadium, che sarà  aperto per l'inizio della stagione 2009.

Ci sembra quindi doveroso offrire un tributo a questo glorioso tempio dello sport, ripercorrendo alcuni tra gli eventi che ne hanno caratterizzato la vita fin dal giorno della sua apertura; "The House that Ruth built" , come fu chiamato, ha visto disputarsi 6581 gare di Regular Season, 100 gare di World Series, in 37 diverse edizioni, almeno una in ogni decade, e 4 edizioni dell'All Star Game.

La Storia

La struttura fu inaugurata il 18 aprile del 1923 giorno in cui si disputò la gara di apertura contro i rivali di allora, e che sarebbero diventai i rivali di sempre, i Boston Red Sox, e la superstar del tempo Babe Ruth aveva dichiarato ironicamente che avrebbe volentieri scambiato un anno della propria vita con un Home Run battuto proprio in quella gara contro la sua ex squadra; ed in effetti il destino volle che fosse proprio lui a battere nel nuovo stadio il primo Home Run, che fruttò la vittoria per 4-1, mentre l'onore di battere la prima valida spettò a Gorge Burns, prima base dei Red Sox.

Da allora e per i successivi decenni lo stadio fu la casa degli Yankees, e vide le gesta di tutti i più grandi giocatori che abbiano militato nella lega, come idoli di casa o come avversari. Oltre a Babe Ruth lasciarono le proprie impronte nel Bronks uomini del calibro di Joe Di Maggio che nel 1941 vide iniziare la sua incredibile striscia di 56 partite con almeno una battuta valida, Mickey Mantle, che nel 1967 battè il suo 500esimo Home Run, Lou Gerig, la cui carriera fu crudelmente e prematuramente stroncata dal morbo che porta ancora il suo nome e che allo Stadium il 4 luglio del 1939 pronunciò il suo celebre discorso in cui si definì "L'uomo più fortunato della terra" .

Un altro importantissimo evento fu la prestazione del pitcher Don Larsen l'8 ottbre del 1956, primo e finora unico perfect game in una gara di post season.

Il 17 aprile del 1951 ci fu l'esordio dietro il microfono dello stadio di Bob Sheppard, la storica voce degli Yankees, che essendo malato e quindi assente all'opening game di quest'anno, registrò l'annuncio dell'ingresso in campo del capitano Derek Jeter su precisa richiesta dell'interessato, e che i tifosi si augurano di continuare a sentire anche al nuovo stadio.

In tempi un po' più recenti dalle parti Bronx passarono altri grandissimi atleti che lasciarono il segno con eventi come il perfect game di David Wells nel 1998 e di David Cone l'anno successivo, il no-hitter di Dave Rigetti nel 1983, le straordinarie prestazioni, soprattutto in post season, di Reggie Jackson, che gli valsero il soprannome di Mr. October.

Citiamo anche Roger Clemens, benché il suo nome non sia stato menzionato in tutta la serata dell'addio, e benché la sua fama sia stata offuscata, in maniera forse irreversibile dalle rivelazioni del Mitchell Report.

Ma lo Stadium non fu solo la casa degli Yankees, infatti ospitò anche i New York Giants, squadra del campionato NFL, tra il 1956 ed il 1973, e fu teatro di quella partita contro i Bsltimore Colts che viene tutt'oggi ricordata come "The greatest game ever played" , valida per l'assegnazione del titolo del 1958 a cui viene attribuito il merito per aver promosso il football ad un rango di interesse superiore.

E ci fu un'altra importantissima partita di football, questa volta a livello universitario, tra Notre Dame e la squadra dell'accademia militare degli Stati Uniti, nel 1928, passata alla storia per il famoso discorso "Win one for the Gipper" pronunciato dal coach di Notre Dame Knute Rockne durante l'intervallo di metà  partita, e col punteggio ancora in parità , evocando la memoria di George Gipp un loro compagno morto anni prima a causa di una malattia.

Sempre allo Yankee Stadium si disputarono 30 incontri di Boxe che valsero l'assegnazione di un titolo mondiale. Il più celebre di tutti resta quello tra il pugile di colore Joe Louis e Max Schmeling, il 22 giugno del 1938; l'incontro valeva la difesa del titolo dei pesi massimi, detenuto dall'atleta tedesco, che, in pieno regime nazista, era supportato da Hitler ed elogiato come un simbolo della superiorità  della razza ariana; ebbene Louis mise KO l'avversario dopo 124 secondi di combattimento, conquistando il suo primo titolo mondiale. Dopo di lui seguirono le sue gesta altre star della boxe come Rocky Graziano e Muhammad Ali.

Sport e non solo

Lo Stadium non vide però solo eventi sportivi: a far parte della sua storia entrarono anche alcuni importanti concerti rock; Pink Floyd, U2, per citare alcuni tra gli artisti che scelsero quello stadio per esibirsi. Tre papi vi dissero messa, l'ultima delle quali da parte dell'attuale pontefice nel corso del 2008.

Il presidente George W. Bush fu chiamato al lancio inaugurale di gara 3 delle World Series del 2001, la prima allo Stadium, in un momento molto delicato per gli Stati Uniti che avevano appena subito l'attacco al World Trade Center di New York, e quell'anno proprio allo Yankee Stadium ebbe origine l'abitudine di far suonare all'inizio del Seventh-inning stretch "God Bless America" , abitudine che dura tuttora.

Lo stadio nel corso degli anni ha visto varie modifiche: nel 1946 fu installato l'impianto di illuminazione, le misure del campo subirono diverse variazioni, fino ad arrivare al restauro complessivo che fu effettuato tra il '74 ed il '75, anni in cui gli Yankees giocarono le partite domestiche allo Shea Stadium. Durante i lavori una gran parte della struttura fu demolita e ricostruita senza le colonne di sostegno che limitavano la visuale, secondo un nuovo progetto. Furono sostituiti tutti i sedili e fu installato un nuovo schermo per il pubblico. Al termine dei lavori la grande arena del Bronks era uno degli impianti più moderni pur conservando l'antica identità .

L'addio

E così dopo 86 anni di onorato servizio si è giunti all'ultima stagione che tra le altre cose ha fatto registrare proprio nell'ultima settimana il nuovo record assoluto delle battute valide allo Stadium, ad opera proprio del capitano dell'attuale squadra Derek Jeter, che in 1003 gare di Regular season ne ha totalizzate 1,270 superando il precedente record di Lou Gehrig, che era di 1,269 e resisteva dal 1937.

E per la gran partita finale i festeggiamenti sono stati grandi, come grande è stato il coinvolgimento di tutte le star presenti alla cerimonia. C'era anche la 92enne figlia di Babe Ruth, Julia Ruth, che ha effettuato il lancio inaugurale, prima di ricevere un lungo tributo di applausi da parte di una folla particolarmente commossa. E per quanto riguarda la cronaca della gara, ammesso che abbia una minima importanza, la vittoria è andata ai padroni di casa; Andy Pettitte ha conquistato l'ultima vittoria allo Yankee Stadium, Jose Molina l'ultimo fuoricampo, Mariano Rivera l'ultimo lancio e l'ultimo out, come era giusto che fosse.

Jeter ha avuto l'onore della passerella di commiato ad un out dalla fine, ed alcuni giocatori al termine dell'incontro si sono portati a casa dei ricordi: Rivera si è portato a casa un po' della terra del monte di lancio, Brian Bruney due sedili, Robinson Cano non ha riconsegnato la divisa e le scarpe ancora sporche di terra, mentre il rookie Phil Coke ha chiesto ai suoi compagni di fotografarlo per poter dimostrare di esserci stato anche lui, quella notte; finchè poi le luci si sono spente, per l'ultima volta.

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