Mo’ better blues

Maurice Williams è atteso alla stagione della consacrazione!

Provate ad essere nei suoi panni, quelli di un ottimo playmaker ma non il migliore, dal momento che alcuni scout gli preferiscono i vari T.J Ford e Kirk Hinrich, e capirete. Provate ad essere nei suoi panni, quelli, a detta di tutti di un giocatore con un buon tiro ma non eccezionale, nonostante la vittoria nella gara del tiro da tre punti al McDonald All American e capirete, capirete che Maurice Williams il play di Alabama è uno che, grazie alla sua continua voglia di migliorare, percorrerà  molta strada.

La nostra storia comincia in una tipica giornata di Dicembre (il 19 per l'esattezza) di 20 anni fa in quel di Jackson, Mississippi da una coppia di genitori Isaiah e Griceldia, con una strana peculiarità  nel dare i nomi ai propri figli ovvero tutti devono iniziare con la lettera M (Michael, Maurice, Montrell, Marcia).

Il racconto continua nei playground e alla Murrah High School, sempre di Jackson, dove si rivela, semplicemente, il migliore giocatore della zona e dove riceve il curioso soprannome di Mister Peanut, vergato anche sul proprio bicipite sinistro, a causa del continuo ciondolare della testa, che lo faceva assomigliare a questo buffo marchio pubblicitario (stiamo parlando di una nocciolina vestita da vero lord inglese con cappello a cilindro, monocolo e bastone che sponsorizza per l'appunto un marchio di noccioline, divenuto in seguito anche la striscia di un fumetto).

Reclutato da coach Mark Gottfried per i suoi Crimson Tide è partito in quintetto fin dalla sua prima partita rispondendo subito in maniera egregia e sommando al termine della stagione cifre di tutto rispetto come: 10.5 punti quattro rimbalzi e 4.5 assist che gli sono valsi il premio di freshman dell'anno per la Sec.

Una stagione, tuttavia, oltre ai suoi lati buoni, rappresentati oltre che dal riconoscimento ricevuto anche dall'aver stabilito il suo career high al primo turno del torneo Ncaa contro Florida Atlantic e dall'aver aiutato a migliorare la percentuale di tiro di Ron Grizzard ed Erwin Dudley di ben quattro punti percentuali contiene anche dei lati negativi ad esempio l'essere stato spazzato via da Antonio Gates di Kent State nel secondo turno del torneo (come Maurice stesso affermò al termine della partita: “Mi sentivo solo un pezzo del puzzle non la chiave che fa scattare la serratura”) o i seri dubbi che si nutrivano sul suo jumper o ancora di più sul suo tiro da fuori (29%) ma proprio partendo da questi errori Mo ha pianificato la propria rivincita su tutti.

Dopo aver passato l'intera estate dividendosi tra la sala pesi per mettere su un po' di muscoli e la palestra dove, sotto la supervisione di T.R Dunn, ex assistente allenatore dei Crimson Tide ed ex giocatore a metà  degli anni ottanta dei Denver Nuggets, per interi pomeriggi non ha fatto altro che infilare canestri su canestri.

Il super lavoro estivo ha dato i suoi frutti e se non ci credete vi invitiamo a controllare l'inizio di stagione del prodotto del Mississippi che dopo aver mantenuto una media di 32 punti nelle partite di esibizioni di pre-stagione, ha letteralmente fatto saltare il banco nella partita contro i Sooners di Oklahoma University e per l'occasione anche numeri uno del ranking facendo ammattire l'ottimo backcourt formato da Quannas White e da Ebi Ere.

Proprio da questa partita è possibile ricavare un episodio esemplificativo sul nuovo Mo Williams: entrato in campo con una t-shirt bianca sotto la tenuta da gioco dopo una serie di tiri in sospensione che non hanno buon esito si toglie la maglietta e la lancia in panchina, primo tiro dopo tale scena tripla con solo retina e per Oklahoma iniziano i dolori… come se gettando via la maglietta si fosse liberato da tutte le angosce e tutte le paure e sia maturato riuscendo a farsi carico di tutto la squadra e voglia far vedere a tutti coloro che non credono abbastanza in lui che può essere anche il migliore.

Mentre il vostro articolista si perde in questi ragionamenti pseudo-simbolisti e i tifosi dei Crimson Tide iniziano a sognare una Final Four che manca in Alabama ormai da troppo tempo; l'unica cosa in cui Mo si perderebbe volentieri è la voce di David Stern che lo chiama tra i primi dieci nel prossimo draft di giugno.. e guardate che ci sono buone possibilità !

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