Luke Walton, uomo barometro di Arizona…
Nella scorsa stagione la Pac-10 aveva incoronato i Ducks di Oregon per la prima volta nella loro storia campioni della Conference, dando un contentino ad Arizona nella prima edizione del torneo di Conference, e finendo con 2 squadre nelle Sweet 16 del Torneo NCAA, con Oregon ad un passo dalle Final Four.
Nell'annata alle porte gli occhi degli addetti sono tutti puntati sul rilancio della grande delusa dello scorso anno, Arizona, chiamata a rinverdire i fasti del titolo del 1997, con una covata di freshman da urlo e 2 leader all'ultimo anno di college pronti a continuare la loro marcia di avvicinamento al grande mondo della NBA.
A fare da contraltare ai Wildcats, molto probabilmente, ci sarà solo Oregon, con UCLA e California speranzose di recitare il ruolo di sorprese della Conference, magari con qualche scherzetto alle 2 potenze divisionali.
La Pac-10 è sempre stata una Conference ultra competitiva, anche a livello nazionale, con squadre che a turno hanno avuto gloria nella NCAA, con un'istituzione universitaria come UCLA e con uno spettacolo nello spettacolo dato dalla battaglia per il titolo che a gennaio coinvolge tutte le squadre.
Vediamo in breve quali sono le carte che i primi 5 team (in rigoroso ordine di merito) potranno giocare in questa stagione.
ARIZONA - Tutto ruota attorno a Jason Gardner e Luke Walton, i 2 senior che hanno deciso di concludere la carriera universitaria prima di dare l'assalto alla NBA, ma non prima di aver dato a coach Olson la possibilità di ripetere la fantastica cavalcata del 2000, conclusasi ad un passo dal titolo.
Gardner è forse attualmente il miglior play del college basket, capace di segnare da tutte le posizioni e con una versatilità incredibile, un play atipico che predilige la soluzione personale, ma che ugualmente sa giostrare con discreta maestria il gioco offensivo della squadra. Se però Gardner è il terminale primario dei Wildcats, Luke Walton è l'autentico regista occulto della squadra, un leader che nell'ultimo anno è esploso a livelli eccelsi, facendo impazzire i tifosi, che avevano aspettato nei primi 2 anni la consacrazione del figlio del grande Bill.
Insieme a loro ci sono da seguire il centro Frye, già ottimo nel suo anno da freshman, ma in particolare la covata di giovani venuti dall'high-school, messa allo stesso piano della fantastica covata di Duke. Hassan Adams e Chris Rodgers sono 2 guardie dal talento offensivo strabordante, con il secondo che può davvero essere considerato l'erede di Gardner, avendone in più un altezza non indifferente per una point guard.
Sono i favoriti indiscussi per il titolo della PAC-10, nonché per quello finale della NCAA.
OREGON - Dei Ducks abbiamo già parlato ampiamente in un articolo precedente, e quindi ribadiamo solo il concetto di fondo della loro annata, che si traduce in un solo termine: "Lukies". La squadra sarà guidata in tutto e per tutto dalla coppia Ridnour-Jackson, con il primo Luke pronto a vestire i panni di leader e di uomo faro nella posizione di play e il secondo chiamato a sopperire a livello realizzativo alla partenza, destinazione NBA, di Fred Jones. Da tener d'occhio tra i freshman al figlio di coach Kent, Jordan, grande atletismo e talento non indifferente.
UCLA - I Bruins nell'estate hanno dovuto subire di tutto, passando da essere una delle possibili favorite per il titolo divisionale, a dover sperare di essere la sorpresa della stagione. Persi in un batter d'occhio 2 elementi come Evan Burns e Andre Patterson per problemi accademici, si son ritrovati a puntare tutto sul loro leader Jason Kapono, arrivato all'ultimo anno da senior e pronto per guidare la squadra dal punto di vista offensivo, magari regalandosi alla fine dell'anno l'ambito traguardo di diventare il terzo realizzatore ogni epoca di UCLA.
Molte delle speranze di coach Lavin sono però riposte sul play Bozeman, finalmente a pieno regime dopo un primo anno segnato da un brutto infortunio. Occhio a T.J. Cummings (figlio del grande Terry) nel ruolo di lungo atipico, che dovrà rimpiazzare la presenza sotto canestro di Dan Gadzuric finito ai Milwaukee Bucks, e soprattutto a Jon Crispin, recente transfer da Penn State, dove con il fratello Joe ha portato i Nittany Lions alle Sweet 16 nel 2001.
Grande tiratore dalla distanza e buon difensore, Crispin aiuterà Kapono nella produzione offensiva, ma soprattutto darà un'aggiunta nella pericolosità offensiva dall'arco dei 3 punti per UCLA, arma principe della squadra di Lavin. Per il ruolo lasciato vacante da Barnes, ci sarà spazio per il sophomore Dijon Thompson, apparso in notevole miglioramento nel torneo NCAA, dove ha aumento in maniera esponenziale il suo fatturato offensivo.
Lavin, poi, punta molto sulla leadership di Ray Young, assente nella passata stagione, ma pronto per dare il suo contributo da oltre l'arco e dimostrare che le premesse di inizio carriera universitaria (era un'All-American) non sono state del tutto dimenticate.
Tra i freshman dei Bruins, dopo il doloroso no a Evan Burns, l'unico che può già quest'anno dimostrare il suo talento è Michael Fey, uno dei migliori centri usciti dalle high-school del 2001 (l'anno scorso era fermo per problemi di eleggibilità universitaria), con numeri attestati sui 20 e 10 ogni sera e il 56% dal campo. Sicuramente utile alla causa di coach Lavin, data la mancanza di lunghi nel roster di UCLA.
Squadra come al solito indecifrabile, dai tanti alti e bassi, che può battere chiunque, ma anche perdere da qualsiasi team, occhio però nel Torneo ai Bruins, perché lì si trasformano.
CALIFORNIA - I Golden Bears dopo un'ottima annata conclusa con 23 vittorie complessive e il secondo posto nella PAC-10, devono cercare di ripetere le prestazioni dell'anno passato, senza però 2 pedine fondamentali nel reparto lunghi come Hughes e soprattutto Jamal Sampson, passato a sorpresa dopo un solo anno nella NBA. Sono però ritornati i 3 top-scorers della squadra: Shipp, Wethers e Tamir.
Joe Shipp è stato il miglior marcatore nell'anno passato, ma attualmente, perse alcune pedine della vecchia squadra, è il miglior rimbalzista, assist-man ed anche quello con la miglior percentuale dal campo e da 3 punti. Fantastica la sua partita contro Fresno State, l'anno scorso, con 9/12 da 3.
E' lui il leader e su di lui gravano molte delle speranze dei Bears, che, perso Sampson e non avendo una formazione molto potente, cercherà di sfruttare a pieno il tiro dalla lunga, anche se Wethers dovrà migliorare di gran lunga quel 9/47 da 3 della passata stagione.
Amit Tamir, centro atipico, capace di segnare dalla distanza e di conseguenza portare fuori dalla zona pitturata i vari lunghi, dovrà migliorare la predisposizione al rimbalzo offensivo, dovendo fare a meno di Sampson, ma soprattutto puntando, come detto, molto sul tiro da fuori.
Il problema a rimbalzo sarà probabilmente il vero tallone d'achille di California, anche perché nel ruolo di centro non ci sono certezze (probabilmente verrà schierato Gabriel Hughes all'inizio o il freshman David Paris) e Shipp non ha una predisposizione naturale per il rimbalzo, soprattutto quello offensivo, anche se ha notevoli margini di miglioramento.
Sicuramente i Golden Bears non mancheranno di far assaggiare agli avversari la loro pressione difensiva e la loro notevole energia, guidati difensivamente dal play A.J. Diggs, autentico mastino, che andrà a colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Shantay Legans.
STANFORD - C'è aria di rinnovamento tra i Cardinals e non potrebbe essere altrimenti visto che in un sol colpo coach Montgomery ha visto partire, destinazione NBA, Casey Jacobsen e Curtis Borchardt, in cifre il 50% scarso del fatturato punti della squadra.
Partiti i dioscuri dei Cardinals, il peso dell'attacco graverà maggiormente su Josh Childress, ala al secondo anno, capace di buoni numeri nel suo anno da freshman (7.8 punti e 4.8 rimbalzi), ma atteso ad un sostanziale miglioramento, sfruttando la sua eccelsa versatilità .
Per sostituire in centro area il notevole buco lasciato da Borchardt, Montgomery dovrebbe orientarsi verso Rob Little, poco utilizzato nel suo primo anno, ma che in allenamento ha mostrato grandi progressi, soprattutto difensivamente parlando.
Molte delle speranze offensive di Stanford, oltre che su Childress, vengono riposte sulle 2 guardie Chris Hernandez e Julius Barnes (l'anno scorso attestato sugli 11 punti di media), avendo la possibilità di trovare, questi tre insieme, i 37 punti di media persi dalla partenza di Jacobsen e Borchardt.
Sicuramente la predominanza a rimbalzo vista nelle partite dei Cardinals, lo scorso anno, sarà un ricordo per coach Montgomery, ma sicuramente l'abile coach di Stanford, saprà trovare delle alternative giuste per sopperire al poco peso in zona pitturata e alla mancanza di un bomber da 20 punti di media, magari puntando maggiormente sulla pressione difensiva del backourt e sulla velocità del gioco.
Potrebbe essere un anno di transizione, vista anche la mancanza di freshman di valore, ma Stanford sicuramente darà fastidio a molti.