A Kansas, spazio in play a Aaron Miles…
In questa connotazione è una delle conference più giovani, in quanto è nata soltanto sei anni fa con una fusione tra la vecchia Big 8 e la southwest conference, fatta soprattutto per interessi legati più alla palla ovale che non al basket.
Ebbene, proprio per questo motivo non occorre andare molto a ritroso e si può dire con certezza che la Big12 sia davvero la miglior conference della Ncaa quest'anno, con tre favoritissime per il successo finale ed un livello medio mai così alto: “Non c'è una squadra scarsa in questa conference – dice il coach di Texas, Mike Barnes – e la grandezza di una conference si vede proprio tra nell'equilibrio che ha”.
Oltre ad avere il livello medio più alto, la Ncaa è una Conference che vanta su grandissimi coaches, fattore che garantisce sempre un buon basket, specie se il talento è tanto come questa volta. Nella Big12 ci sono ben cinque vincitori dell'Associated Press Coach of the Year Award, e sono: Bobby Knight ('75, '76, '89 a Indiana), uno dei più grandi allenatori di sempre; Eddie Sutton ('78 Arkansas, '86 Kentucky), Roy Williams ('92), Kelvin Sampson ('95) e Larry Eustachy (2000). Non dimenticando oltretutto ottimi coach come Quin Snyder.
Lo scorso anno due delle sue squadre sono andate alle Final Four, vale a dire Kansas ed Oklahoma, quest'anno
ALL CONFERENCE TEAM
G- TJ FORD, Texas, Sophomore, semplicemente il miglior playmaker della Ncaa.
G- Hollis PRICE, Oklahoma, Senior, grande fame di vendetta, e grande mano dalla lunga.
G- Kirk HINRICH, Kansas, Senior, la mente in campo di coach Roy Williams.
F- Andre EMMETT, Texas Tech, Junior, ala di alto livello, con tanti punti nelle mani per Bobby Knight.
F- Nick COLLISON, Kansas, Senior, probabilmente il miglior lungo in campo quest'anno.
IL NOSTRO RANKING
1- KANSAS JAYHAWKS, 16-0 nella Big 12 lo scorso anno (29-3 overall).
Sono stati la penultima vittima di Maryland nella corsa al titolo Ncaa, e proprio da lì ripartiranno, per vendicare una sconfitta che brucia ancora, per una gara giocata chiaramente sotto il proprio potenziale, con chiare colpe da parte di tutti.
Quest'anno Gooden è a Memphis, dove tra l'altro ha cominciato bene una carriera che si preannuncia essere di grande successo, e non c'è più neanche il capitano, Jeff Boschee, autentica macchina di triple. Si riparte da Hinrich e Collison, due potenziali All America, ma anche da Aaron Miles, che avrà sempre più spazio come play, Keith Langford, che prenderà il posto in quintetto di Boschee, ed infine Wayne Simien, il colosso d'ebano che dovrà rimpiazzare Gooden.
Un compito arduo, sicuramente, ma Simien, pur con caratteristiche molto diverse dal finnico, può dare una potenza sotto le plance che pochi altri team potranno vantare. Quali sono i problemi allora? Ci sono, e sfortunatamente per coach Williams stanno proprio in quello che per gli arcirivali di Arizona è il vero punto forte, vale a dire la profondità del roster. La panchina è un po' povera, a meno che Jeff Hawkins, play freshman dal momento che lo scorso anno era in redshirt, non si riveli un elemento importante in grado di cambiare bene Miles.
Anche Michael Lee e Bryant Nash devono fare un passo in avanti, mentre il nuovo arrivo Jeff Graves dovrà essere in grado di dare qualche minuto di respiro a Collison e Simien. Se ci saranno tracce di panchina, allora sì, Kansas è davvero la numero 1.
2- OKLAHOMA SOONERS, 13-3 (27-4).
Campioni dell'ultimo torneo della Big 12, in cui superarono proprio Kansas, i Sooners sono stati clamorosamente eliminati da Indiana in semifinale, quando erano nettamente favoriti. Sempre al pari dei Jayhawks sono l'unica squadra ad essere sempre approdata al torneo nei sei anni di esistenza della conference. Del quintetto hanno perso “solo” Aaron McGhee, che ora sverna la sua conclusione mancina in quel di Pesaro, per il resto, rieccoli tutti ai blocchi di partenza agli ordini di Kelvin Sampson, uno dei migliori coach difensivi esistenti.
Quannas White, Hollis Price ed Ebi Ere costituiscono uno dei migliori backcourt di tutto il college basketball, oltretutto con grandissime doti nel tiro tra tre da parte dei primi due. I maggiori dubbi sono sotto canestro, dove i rimbalzi di McGhee se li dovranno dividere Jabahri Brown, il rientrante da infortunio Johnnie Gilbert ed il freshman Kevin Bookout, destinato a diventare una delle migliori ali della nazione. In ogni caso manca un centro di ruolo, e questa assenza potrebbe essere solo in parte controbilanciata dalla grande energia difensiva della squadra.
3- TEXAS LONGHORNS, 10-6 (20-11).
Guidati da un tecnico molto esperto qual è Rick Barnes, e da un playmaker che nel suo anno da freshman è già stato il migliore negli assist, i Longhorns si candidano per le prossime Final Four, anche se al momento hanno ancora tutto da dimostrare, a cominciare dal poter battere Kansas e Oklahoma e non perdere malamente partite contro squadre di seconda fascia, come è invece accaduto lo scorso anno.
La perdita di Chris Owens, primo marcatore e rimbalzista della squadra, pesa fino ad un certo punti, in quanto l'ala ha saltato già quasi tutta la scorsa stagione, ed i suoi compagni hanno avuto il tempo per abituarsi a giocare senza di lui. Insieme a Ford il backcourt lo faranno Royal Ivey e Brandon Mouton, due discreti realizzatori. Sotto canestro quasi sicuramente sarà lanciato subito il talentuosissimo prodotto locale Brad Buckman, ed il centro lo farà ancora James Thomas. Deginald Erskin partirà come sesto uomo, e questo a nostro avviso è un bel lusso.
4- MISSOURI TIGERS, 9-7 (22-11).
Kareem Rush e Clarence Gilbert sono ormai soltanto un bel ricordo per i tifosi dei Tigers. Mizzou ha sempre faticato molto in stagione e nel torneo Big12, salvo poi fare sempre bene nel torneo Ncaa, dove lo scorso anno hanno ceduto soltanto nella finale del Regional contro i Sooners.
La stella che dovrà far dimenticare al più presto Rush e Gilbert è Rickey Paulding, il più forte dei quattro Junior in quintetto insieme al centro Arthur Johnson, che promette di migliorare il suo 12+8 della stagione da Sophomore. La novità interessante è il super freshman Jimmy McKinney, che però si è già infortunato, mettendo a nudo quello che è il primo grande limite del roster a disposizione di Quin Snyder: la totale mancanza di profondità . Poca panchina ma in assoluto uomini contatissimi. In una stagione così nevrotica potrebbe essere un bel problemaccio.
5- OKLAHOMA STATE COWBOYS, 10-6 (23-8).
L'anno buono, i Cowboys se lo sono proprio lasciati sfuggire. Gli infortuni in generale, ed il rendimento al di sotto delle aspettative di Maurice Baker, ha complicato di parecchio le cose. Quest'anno oltre a lui si è laureato anche il centro svedese Fredik Jonzen, che oltre a lasciare in pena le donzelle dell'ateneo, di cui era idolo assoluto, lascerà anche un bel vuoto sotto le plance.
Ivan McFarlin, se progredirà , potrà metterci una pezza, ma la squadra di quest'anno è bassa e non ha realizzatori patentati. In ogni caso, il lavorare senza pressione e la straordinaria abilità di coach Eddie Sutton sono comunque due ingredienti che potrebbero far volare i Cowboys, soprattutto in casa, dove sono supportati da un pubblico molto caloroso. Un nome? Victor Williams, play/guardia Senior, un po' underrated, potrebbe essere lui il go to guy che sembra mancare.
6. TEXAS TECH RED RAIDERS, 10-6 (23-8).
Secondo giro di giostra per coach Bobby Knight, che perde Andy Ellis, uomo da 16 punti e 8 rimbalzi, ma ritrova un Andre Emmett più scatenato che mai. Emmett è stato il giocatore che più di tutti è stato migliorato dalla cura del coach dal maglione rosso, aiutato da una straordinaria potenza fisica in rapporto all'altezza, che gli ha consentito di sfruttare appieno la motion offense.
Se metterà su un tiro decente da fuori, la star dei Red Raiders potrà costruirsi un futuro tra i pro ed aiutare la sua squadra a tornare nel Torneo. Il quintetto non è il massimo del talento, ma è sicuramente molto esperto, con elementi solidi come Kasib Powell e Pawel Storozynski. L'anno scorso sono stati una sorpresa, quest'anno non fregheranno più nessuno, ma con coach Knight, i cali di tensioni non sono ammessi.
7. IOWA STATE CYCLONES, 4-12 (12-12).
Dopo la figuraccia dell'anno scorso, in cui i Cyclones han vinto solo 4 gare nella Big12, Larry Eustachy proverà a tornare vicino ai livelli che competevano a questa squadra quando ancora vi giocava un certo Jamaal Tinsley, che ebbe fama di essere soprannominato The Abuser.
A rinfrancare le speranze sono arrivati alcuni JUCO transfer, tra cui il play Tim Barnes e l'ala Jackson Vroman. L'uomo faro rimane comunque il bianchissimo Jake Sullivan, che quest'anno tornerà a pieno minutaggio nello spot che gli è più congeniale, ossia quello di guardia tiratrice, dove può far molto male con il suo gran tiro. Arrivare al Torneo sarà dura, molto dura, ma non impossibile.
8. KANSAS STATE WILDCATS, 6-10 (13-16).
Coach Jim Wooldridge piazzerà le sue due stelle, vale a dire gli Junior Pervis Pasco e Matt Siebrandt sotto le plance, e con il freshman Marques Layden dalla panchina avrà una frontline probabilmente seconda solo a quelle di Kansas e Colorado. Per il backcourt arrivano gli JUCO Frank Richards e Jarrett Hart. Insomma, quest'anno i presupposti per fare meglio dell'anno scorso e chiudere con un record vincente ci dovrebbero essere.
9. COLORADO BUFFALOES, 5-11 (15-14).
Pochi a livello di college basketball possono vantare due big man come Stephane Pelle e David Harrison, ed è proprio su quest'ultimo che si ripongono le maggiori aspettative. Sette piedi che hanno confidenza con il gioco ce ne sono pochissimi in Ncaa, ma David per arrivare ad essere un fattore deve perdere peso, in modo da poter giocare di più e migliorare sia in attacco che in difesa. Il tempo è dalla sua, è infatti soltanto un Sophomore.
I guai per coach Ricardo Patton vengono dal settore piccoli, con la sospensione a tempo indeterminato del play James Wright per gravi motivi disciplinari. In ogni caso, se riusciranno a trovare una quadratura difensiva, con quei due sotto possono dare davvero molto fastidio.
10. TEXAS A&M AGGIES, 3-13 (9-22).
L'anno scorso, e forse anche gli anni prima, Texas A&M era la peggior squadra della Big12. Quest'anno il super Bernard King (quasi 18 punti di media l'anno scorso), non è più da solo. A fargli compagnia è arrivato anche Antoine Wright, ala di cui si dice un gran bene. Ora gli Aggies anno anche un playmaker, il JC transfer Leandro Garcia Morales. Insomma, Melvin Watkins ormai alle batoste è abituato, ma quest'anno magari qualcuna in meno potrà rimediarla.
11. NEBRASKA CORNHUSKERS, 6-10 (13-15).
Anche Nebraska quest'anno ha avuto un bel numero di inserimenti nel roster. Indispensabili, non solo per sostituire Cochran, ma anche per poter puntare ad una stagione oltre il 50%. Nel backcourt rimane un buon Jake Mulheisen, ma soprattutto arriva Nate Johnson, il miglior giocatore dell'ultima Division II. Saranno della partita anche Andrew Drevo e Wes Wilkenson, il miglior liceale del Nebraska l'anno scorso. La squadra ha stazza ed è abbastanza completa, coach Collier può sperare in qualcosa di positivo.
12. BAYLOR BEARS, 4-12 (14-16).
Brutte notizie per coach Dave Bliss: la stella Lawrence Roberts, la super ala che l'anno scorso ha esordito con un confortante 17+8, è fuori almeno fino a dicembre per infortunio. Nel frattempo potrà collaudare un buon backcourt cui fanno capo John Lucas, Ellis Kidd Jr e Robert Hart. Attenti a Terrence Thomas, potrebbe essere una delle sorprese di questa super Big12, che come abbiamo visto è proprio come dice Mike Barnes, fatta interamente di team molto validi, con alcune straordinarie eccezioni che diranno la loro anche a marzo. L'anno scorso la Big12 ha sistematicamente portato sei squadre al torneo, riuscirà il bis?