Un hall of famer ad Arizona

Coach Lute Olson, neo hall of Famer

Tra gli hall of famer che si sono aggiudicati l'enshrinment dell'annata 2002, c'è anche il brizzolatissimo Lute Olson, coach leggenda dei Wildcats. Non è potuto essere presente personalmente alla consegna del premio, perché impegnato a seguire ovviamente le nozze del figlio, avvenute proprio qui da noi, in Italia, ma sarà  sicuramente al via l'anno prossimo per dare la caccia ad un altro titolo Ncaa, tornando all'atto conclusivo dopo aver fallito nel 2001 la finalissima contro Duke, quando fu fatale l'esplosione realizzativa di un certo Mike Dunleavy jr, un figlio d'arte che avrebbe poi fatto strada finendo per aggiudicarsi, anche se in maniera palesemente combinè, la terza piazza del draft dello scorso 26 giugno.

Già  il draft, un appuntamento cui quest'anno non ha presenziato nessun prodotto del college di Tucson, dal momento che i maggiori indiziati hanno preferito rimanere al college per il loro anno da senior: avrete già  capito di chi stiamo parlando, ovviamente, Jason Gardner e Luke Walton, le colonne dei Wildcats.

Quest'anno, Jason e Luke guideranno una truppa agguerritissima, composta dai freshman dell'ultimo torneo e dai nuovi arrivati Hassan Adams, Chris Rodgers e Andre Iguodala. Spendiamo dunque qualche parolina sui due leader, i condottieri che esprimono in campo il verbo tattico di Olson.

La pedina principale di questo escamotage è indubbiamente il figlio del rosso, al secolo Bill Walton, vecchia gloria Nba, nonché star a Ucla, dove John Wooden ancora ritiene, alla faccia di Jabbar, che sia il miglior giocatore da lui allenato.

Luke è un'ala di oltre due metri in grado di fare praticamente tutto: segnare, prendere rimbalzi e passare eccellentemente la palla, per quella che è la miglior point forward del college basket. Tanto pedigree ha dovuto attendere la propria annata da Junior per emergere prepotentemente, quando ha preso tutti i minuti che erano di Richard Jefferson, fresco di finale Nba con i Nets, nel suo primo anno tra i pro.

Insomma, l'anello di congiunzione tra l'Arizona della finale 2001 e quella che cercherà  di fare la finale 2003, è proprio Jason Gardner, che era il perno del nucleo composto dai vari Arenas, Jefferson, Wright e Woods, elementi che stava seguendo nel draft dell'anno scorso, dove si era dichiarato eleggibile salvo poi ritirarsi in extremis quando si era reso conto nei workouts precedenti il draft, di non essere ancora all'altezza di fare il playmaker nella Nba, cosa che peraltro, probabilmente non è nemmeno oggi.

Gardner è comunque un giocatore fantastico, che potrebbe seguire le orme di Juan Dixon e succedergli come MVP del torneo Ncaa. Sono due giocatori con caratteristiche grossomodo analoghe, per quanto differenti nel dettaglio tattico: piccoli (Gardner è realisticamente sui 175 cm), ottimi tiratori (Dixon più dall'arco, Gardner più con il suo micidiale arresto e tiro), e autentici trascinatori del gruppo in cui giocano (se vogliamo dirla tutta Dixon era nettamente un miglior difensore, ma Gardner è senza dubbio più veloce e palleggia meglio).

Con un giocatore anomalo ma straordinariamente efficace e quello che si appresta ad essere il go-to-guy verso il titolo, Olson sta quindi crescendo, coadiuvato dall'ottimo vice John Pastner, un gruppo con tutte le carte in regola per primeggiare.

IL SETTORE LUNGHI: Walton, una certezza
Il centro titolare sarà  ovviamente Channing Frye, il lungo nativo di Phoenix, che eleverà  sicuramente il proprio minutaggio (l'anno scorso 10 punti e 6 rimbalzi in 24 minuti).

Attorno a lui abbiamo una serie di lunghi non molto alti di statura, ma davvero eccelsi in quanto a potenza. Si tratta di Isiah Fox, californiano di Santa Monica (205 per 125 kg!), un colosso che sarà  l'ala forte titolare. Il suo backup dovrebbe pertanto essere Dennis Latimore, giocatore poco impiegato l'anno scorso ma con un potenziale molto elevato, sicuramente ancora inespresso.

E' insomma una rotazione abbastanza corta di per sé, ma non dobbiamo dimenticare che Luke Walton (2.04 di statura, 15.7 punti, 7.3 rimbalzi e 6.3 assist di media l'anno scorso) benché sia un tre naturale, ha la solidità  per dare diversi minuti anche da quattro, dove oltretutto cela al meglio il suo difetto principale, essendo un giocatore molto lento di piedi.

Quando Fox darà  respiro a Frye, sarà  quindi Walton ha giocare in ala grande. Altro elemento molto tattico dovrebbe essere la novità  Andre Iguodala, ala piccola di 198cm, certamente uno dei migliori prospetti del ruolo della classe 2002.

IL BACKCOURT: imbarazzante dose di talento
Probabilmente, il più ricco di talento dell'intera Ncaa, l'unico ad avere almeno un paio di alternative per ogni ruolo, con giocatori che possono giocare ad altissimo livello sia in regia che nello spot di guardia tiratrice. Ovviamente, Gardner esprime ai massimi livelli questa accezione, e sarà  indiscutibilmente la prima opzione offensiva.

Olson potrebbe farlo partire come guardia, facendo portare palla a Will Bynum, altro giocatore sotto il metro e ottanta ma molto rapido e tecnico. Questa mossa permetterebbe di sfruttare Salim Stoudamire (il cuginetto di Damon, attuale play dei Blazers nonché egli stesso a suo tempo un Wildcats) come specialista al tiro. Altrimenti, soluzione forse più razionale con Gardner play, Stoudamire guardia, con Bynum primo cambio e i due formidabili talenti arrivati quest'anno, vale a dire Chris Rodgers e Hassan Adams, a completare una rotazione francamente stupefacente. Ce n'è davvero per tutti i gusti.

FOCUS: i freshmen
Arizona, come vuole la tradizione, è stata anche quest'anno una top class recruiting, Olson e il suo staff si sono infatti aggiudicati tre giocatori presenti in moltissime top 20 rankings nazionali.

1- Chris Rodgers (192 cm, play/guardia, Wilson HS, Portland): è il miglior playmaker sfornato quest'anno dalle high school dell'ovest. Alto, eccellente sia nel passaggio che nel tiro da fuori, dovrà  migliorare il proprio atletismo, ma è sicuramente destinato a far finire il proprio nome sui taccuini dei G.M. e degli scout del pianeta Nba. Probabilmente, vista l'abbondanza nel ruolo, uscirà  allo scoperto soltanto l'anno prossimo. Gardner ha comunque un erede che pare davvero all'altezza.
2- Hassan Adams (192 cm, guardia/ala, Westchester HS, Los Angeles): non sarà  acclamato come LeBron James, ma è sicuramente un esterno di stampo classico in grado di fare molto bene. E' un realizzatore formidabile che deve ancora perfezionare il tiro dalla lunga distanza, particolare in cui comunque non è certo disastroso. Potrebbe essere l'arma vincente di Olson, che potrà  sfruttarlo per avere punti preziosi nelle fasi di stallo del match, quando le difese saranno più difficili da aprire.
3- Andre Iguodala (198 cm, ala, Lanphier HS, Springfield, Illinois): fresco MVP del circuito AAU, in cui ha guidato la propria squadra alla vittoria del titolo nazionale. Atleticamente e difensivamente di primissimo livello, non aveva fino al suo anno da Junior grandi doti offensive. L'anno scorso, è decisamente migliorato anche sotto questo aspetto.

Insomma, i Wildcats hanno un potenziale a livello di talento secondo forse solamente a quello di Duke, che quest'anno ha preso davvero il fiore di ciò che c'era a disposizione, tanto che si parla addirittura di nuovi Fab Five, con Shavlik Randolph, Shelden Williams, Michael Thompson, Sean Dockery e J.J. Redick emuli di Webber, Rose e compagnia bella.

A differenza dei Blue Devils però, Arizona ha due leader espertissimi e un quintetto che sarà  praticamente identico a quello dello scorso anno, fattore che in una galassia in continua variazione di moto come quella Ncaa costituisce un vantaggio davvero determinante.

Olson dovrà  confermare la propria bontà  anche a livello di controllo della tensione lungo la stagione, in quanto la componente emotiva sarà  sicuramente tremendamente pressante, visto che i Wildcats partono in maniera pressoché unanime con tutti i favori del pronostico. Kansas e Oklahoma, giusto per citare un paio di altri team molto accreditati, aspettano a mo' di condor sul cactus nel deserto dell'Arizona ogni possibile passo falso. Sinceramente, non vediamo l'ora che arrivi la Midnight Madness.

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