Guida alla stagione NCAA

Jason Gardner è la stella degli Arizona Wildcats

Archiviato tutto il materiale relativo alle Final Four di Atlanta, al successo dei Terrapins, alle lacrime di Roy Williams, ai miracoli degli Hoosiers, tutta la critica americana si proietta già  verso il futuro, in modo tale da delineare, nella maniera più verosimile possibile, le prime top 25 della stagione.

Se gli americani non possono fare a meno delle classifiche, sempre e comunque, anche noi di Play.it non potevamo starcene con le mani in mano, ragion per cui vi proponiamo quella che a nostro avviso, con tutti i “se” e i “ma” del caso, potrebbe essere la lista delle favorite per il prossimo torneo.

Analizziamole tutte, specificando i fattori nel dettaglio, partendo da quella che, opinione quasi unanime nel terzo pianeta della Via Lattea, è la favorita numero uno: Arizona!

ZONA FINAL FOUR

1- ARIZONA
Dopo la finalissima persa con Duke, Lute Olson ha un po' rimescolato le carte per supplire alle partenze dei vari Loren Woods, Richard Jefferson, Michael Wright, Gilbert Arenas, insomma, quattro quinti di una formazione titolare che ha visto tra i suoi reduci il solo Jason Gardner, talento che a livello Ncaa rappresenta comunque il pezzo più pregiato della collezione, che l'anno prossimo si proporrà  da senior per diventare a tutti gli effetti, a livello di impatto sul torneo, il nuovo Juan Dixon.
Doveva, anche quest'anno, essere il playmaker titolare, ma la scoperta di Luke Walton, point forward da definizione enciclopedica, ha consentito a Jason di occupare prevalentemente il ruolo che sa ricoprire con maggior efficacia, al di là  di ogni possibile collocazione sulla lavagnetta: quello del realizzatore. Appassionante la sua rivalità  con Jacobsen di Stanford sotto questo aspetto. Ora Jacobsen non c'è più e Jason non dovrebbe avere rivali nella Pac-10, a meno che non esploda, cosa peraltro probabile, uno dei Lukies di Oregon.
Finita la stagione, Gardner e Walton hanno prontamente assicurato la loro presenza a Tucson per l'ultimo clock del quadriennio, a far loro compagnia c'è la sensazionale nidiata di freshmen capace già  quest'anno di mettersi in mostra: le guardie Will Bynum e Salim Stoudemire, le ali Isiah Fox e Channing Frye, che pur occupa lo spot di centro titolare, sono giocatori di primissimo piano, con serie ambizioni anche in ambito professionistico.
A questi si aggiunge la nuova carica di freshmen, che fanno di Arizona nuovamente una top 5 recruiting. Agli ordini di Lute Olson, tra gli altri, avremo infatti due guardie eccellenti come Hassan Adams (190 cm, Westchester HS/Los Angeles, California) e Chris Rodgers (188 cm, Wilson HS, Portland, Oregon).
Insomma, i Wildcats avranno una profondità  che nessun altra power house sarà  in grado di immaginare, con giocatori eccellenti in ogni ruolo, con potenziali All America come Gardner e Walton. Fattori questi che ci convincono alla grande, anche se non vorremmo che una certa fragilità  sotto le plance, dove Frye a quei livelli è un po' isolato, facessero fare ai Wildcats la fine dei Blue Devils quest'anno"

2- KANSAS
Alla fine, Drew Gooden, ha fatto la cosa giusta, dichiarandosi con un anno di anticipo per il draft Nba. Accanto ad un commosso, tanto per cambiare, Roy Williams, in conferenza stampa ha annunciato con parole sincere che: “Sarò per sempre un Jayhawk nel cuore, Roy Williams è stata una delle persone più importanti della mia vita, gli devo tutto, ma ho scelto da solo, dovendo pensare alla mia carriera professionistica, mi sono reso conto che aspettare un altro anno sarebbe stato inutile, mi sento pronto e quindi preferisco sfruttare ora questa opportunità “. Con Gooden Kansas perde un All America, uomo da 20 punti e quasi 12 rimbalzi di media, impossibile che la sua partenza sia indolore.
Non dimentichiamo poi che Jeff Boschee, autentico leader dello spogliatoio, ha finito il suo corso di studi, quindi Williams dovrà  ripartire senza le due pietre angolari, ma non è certamente stato con le mani in mano. Voci molto attendibili, vogliono Williams, già  all'indomani delle Final Four perse con Maryland, all'opera nelle palestre di mezza nazione a reclutare per l'anno prossimo.
Quest'anno non arriveranno nomi altisonanti a livello di High School, ma uno JUCO come Jeff Graves, ala che potrebbe aiutare Simien nel sostituire Gooden, per lo meno tappando i buchi di talento lasciati nel roster.
Lo spot di guardia titolare sarà  certamente di Keith “Freeze” Langford, che farà  reparto con il play Aaron Miles, altro freshman meraviglia dell'anno scorso. Ala piccola anomala ma efficace Kirk Hinrich, che insieme all'altro senior Nick Collison, elegantissimo centro di 205 cm con cifre simili a quelle di Gooden, dovrà  dare leadership e bilanciamento ad una squadra per tradizione corsaiola, capace di esplodere tantissimi punti in pochissime azioni di gioco. L'ala forte titolare sarà  senza dubbio il preannunciato Wayne Simien, potentissimo colosso d'ebano nativo di Leavenworth, a due passi da Lawrence, dove sorge l'ateneo dei Jayhawks.
Certo, una stagione da 33-4 non sarà  facile da ripetere, ma l'impressione è che Kansas possa tornare alla carica verso le Final Four con un pizzico di cattiveria ed esperienza in più, quelle che potrebbero fare realmente la differenza, anche se i dubbi a livello di panchina sono più che leciti al momento, in quanto dagli JUCO si possono pescare sia crack che flop clamorosi. Potrebbero, nella migliore delle ipotesi, ripercorrere la missione di Maryland, nella peggiore arrivare addirittura terzi nella Big 12 dietro Sooners e Longhorns.

3- DUKE
Partiti la superstar Jason Williams, il talentuoso Mike Dunleavy e il centro Carlos Boozer, finalmente vedremo quanto vale Chris Duhon, dal momento che quest'anno gli verranno richieste maggiori responsabilità  anche sotto il profilo offensivo.
Il fattore che ci dà  fiducia è la completezza del parco ali, che ai veterani Danthay Jones e, con buonissima probabilità , Mike Dunleavy jr, aggiunge due talenti come il prodotto locale Shavlik Randolph (205 cm, Broughton HS/Raleigh, North Carolina), e Shelden Williams (203 cm, Midwest City HS/Midwest City, Oklahoma), abilmente strappato alle attenzioni dei Sooners.
Attendendoci grosse cose anche da Daniel Ewing, il parco guardie è stato infarcito di talenti del calibro di Sean Dockery (185 cm, Julian HS/Chicago, Illinois) e J.J. Redick (192 cm, Cave Spring H.S./Roanoke, Virginia). Coach K, tanto per cambiare, è stato il numero uno in sede di recruiting, ma dovrà  inventarsi un centro dominante in Michael Thompson (208 cm, Providence Catholic H.S./New Lenox, Illinois), ragion per cui azzardiamo una piazza così alta con un margine di scetticismo che ci impedisce di vederli realmente favoriti.

4- OKLAHOMA
Eccoveli, i Sooners, ancora scossi dalla clamorosa eliminazione in semifinale contro Indiana. E' partito Aaron McGhee, e con lui se ne sono andati chili mancini, difesa, rimbalzi, propri di uno dei big man più importanti del torneo. Stesso discorso, a scala leggermente inferiore, valga per il sesto uomo Darian Selvy. Tuttavia, Hollis Price, Ebi Ere, Jabahri Brown e Quannas White ci saranno ancora, più cattivi che mai, con il fuoco negli occhi per vendicare la serataccia al tiro contro gli Hoosiers. A loro si aggiungeranno i prodotti locali Keleena Azubuike (195 cm, Victory Christian H.S./Tulsa, Oklahoma) e DeAngelo Alexander (190 cm, Midwest City H.S./Midwest City, Oklahoma). La squadra di Kelvin Sampson avrà  con tutta probabilità  ancora la miglior difesa del college basketball, con un gioco oltretutto molto adatto alla nevrosi della March Madness, ragion per cui, se non saranno Final Four, almeno le Elite Eight ci paiono assicurate.

FINAL EIGHT

5- PITTSBURGH
I Panthers per certi versi sono stati una sorpresa la scorsa stagione, in ogni caso, le Sweet 16 sono un risultato di partenza, non di arrivo, in quanto il quintetto, formato da Brandin Knight, Julius Page, Jaron Brown, Ontario Lett e Donates Zavackas, sarà  interamente riproposto ai blocchi di partenza. Knight è l'uomo faro, attorno a lui gravita un complesso rodato e tremendamente competitivo in difesa, ragion per cui, almeno nelle prime fasi della stagione, dobbiamo aspettarci un largo bottino di successi, cosa che li collocherebbe subito tra le prime piazze della top 25 con conseguenti attenzioni in sede di pronostico. Una Sweet 16 che insomma dà  l'impressione di poter soltanto migliorare, il passo successivo, logico, è nelle Elite Eight.

6- FLORIDA
Dalle parti di Billy Donovan, il talento è l'ultima cosa di cui bisogna preoccuparsi. Rimasto anche Brett Nelson, mossa azzeccata dal momento che non sarebbe mai stato scelto, si può dire che la squadra dello scorso anno, estromessa a pedate dall'ultimo torneo dopo due supplementari dalla cenerentola Creighton con le bombe del suo spauracchio Terrell Taylor, sia rimasta orfana in pratica del solo centrone Udonis Haslem, perno di tutti gli schemi offensivi nonché colosso in grado di garantire rimbalzi ad una squadra a dir il vero sin troppo soft.
Probabilmente vedremo Florida esprimere un basket più frizzante e spettacolare. Ci si aspettano progressi realmente significativi da parte di David Lee e James White, i migliori prodotti anche in prospettiva piano di sopra, soprattutto il secondo, che pare avere tutto per diventare una vera stella. Matt Bonner darà  il contributo in ala, laddove Donovan spera sempre che gli piombi in testa un fulmine in grado di dargli un po' di grinta, specie a rimbalzo, laddove potrebbe dare davvero una grossa mano visti i centimetri di cui è dotato (è 2.08).
Il migliore del lotto delle reclute è Anthony Roberson (185 cm, Saginaw HS/Saginaw, Michigan), playmaker che sicuramente ruberà  molti minuti a Nelson. Poi seguono Matt Walsh (198 cm, Germantown Academy/Fort Washington, Pennsylvania) e Mario Boggan (203 cm, Hargrave Military Academy/Chatham, Virginia). Insomma, il materiale c'è, andrà  assortito al meglio per evitare un'altra figuraccia.

7- TEXAS
Per una Big12 che si preannuncia nuovamente come la miglior conference del paese, avevamo solo l'imbarazzo della scelta tra i Longhorns e i Tigers di Missiouri. Abbiamo scelto i Longhorns, probabilmente condizionati dal fatto che la stella giallonera Kareem Rush sarà  del draft. In ogni caso, in maniera del tutto sorprendente, il freshman T.J. Ford, leader negli assist in tutta la Ncaa, trottolino che tra l'altro il metro e ottanta lo vede davvero dal basso, ha saputo portare i texani fino alle Sweet 16, nonostante il grave infortunio che li aveva privati di Chris Owens, ala/centro gravemente infortunatasi al ginocchio concludendo anzitempo il suo quadriennio cestistico universitario. James Thomas darà  solidità  sotto le plance, mentre c'è davvero un'attesa fuori dal mondo per l'idolo locale Brad Buckman (200 cm, Westlake HS/Austin, Texas).
Le Elite Eight saranno una prova di maturità  per Ford, leader come non se ne vedevano da tempi memorabili. Quest'anno è stato una sorpresa, confermarsi però, è sempre la più difficile delle imprese.

8- XAVIER
Già , proprio i moschettieri capitanati dal super David West. Il fatto che quest'ultimo sia rimasto è già  di per sé una garanzia assoluta. Stiamo parlando del dominatore della Atlantic 10, di quello che Vitale ama definire come un point center, sicuramente in grado di spostare, e di molto, gli equilibri. E' un naturale candidato ad All America che avrà  come spalla un realizzatore solido come Romain Sato, che quest'anno probabilmente farà  un ulteriore salto di qualità . E' una outsider, non certo un lock, ma siamo dell'idea che siamo di fronte ad una squadra che davvero non può far altro che migliore la già  positiva annata appena trascorsa, vista anche la agguerrita pattuglia di freshmen in arrivo: Brandon Cole (200 cm, Richton South HS, Illinois); Dedrick Finn (180 cm, Castle HS, Indiana); Randy Holbrook (208 cm, Odessa J.C.); Anthony Myles (205 cm, Olney J.C.), Angelo Smith (203 cm, Lawrence North HS).

SWEET SIXTEEN

9- OREGON
Fuori la guardia (ala piccola ai Ducks) Freddie Jones, sorprendente scelta numero 14 di Indiana, e il centrone Chris Christoffsen, li vediamo leggermente più indietro rispetto al Regional perso lo scorso anno contro Kansas. In ogni caso, potremmo sbagliarci, e non di poco, se i Lukies, al secolo Luke Ridnour, il play, e Luke Jackson, la guardia tiratrice titolare, faranno il salto di qualità  che potrebbe dare loro notevoli chance anche in prospettiva Nba. A dar loro una mano arrivano Andre Joseph (188 cm, Lee J.C.); Jordan Kent (Churchill HS, Eugene, Oregon); Brandon Lincoln (Jefferson HS, Portland, Oregon).

10- SYRACUSE
Com'è possibile che una squadra che non raggiunge nemmeno il torneo Ncaa e perde Preston Shumpert si possa proporre per andare fino in fondo nel prossimo mese di marzo? La risposta sta nelle due reclute: Carmelo Anthony, nome in grado di candidarsi già  per la lotteria del draft 2002 se si fosse dichiarato eleggibile, e Billy Edelin, altro animale da backcourt. In particolare le aspettative sono proprio su Anthony, meno famoso, ma non meno dominante a livello di High School di quel LeBron James che vanta rispetto a lui il maggior appeal di un anno di gioventù in più, nonché mezzi che paiono davvero irreali. Anthony comunque ha battuto James in un confronto diretto, per quanto questo possa significare in prospettiva, è comunque indice del valore del ragazzo.

11- VILLANOVA
Una follia alla 11? Probabilmente si. I Wildcats però sono lontani dal torneo Ncaa da ben tre stagioni, non possono aspettare ancora ed hanno un team di freshmen tra i più probanti dell'intera Ncaa. Facile pronosticarli in alto nel giro di un paio d'anni, ma noi preferiamo sbilanciarci sin da ora. La stella, assoluta, sarà  Jason Fraser (205 da Amityville HS, N.Y.), soffiato in extremis a St. John e alla Louisville dell'onnipresente Rick Pitino. Sarà  coadiuvato nella leadership da Curtis Sumpter, ala, Allan Ray, play, e Randy Foye. guardia, tutti appena reclutati nell'area di New York, per cui aspettatevene delle belle dai ragazzacci di Jay Wright.

12- ALABAMA
Hanno perso il super Rod Grizzard, ma non Erwin Dudley, questo basta e avanza per farne una certezza del prossimo campionato. Al giocatore dell'anno della SEC, nonché potenziale All America, faranno compagnia Maurice Williams, gregario di lusso, Terrence Meade e Kenny Walzer, tutti con un anno di solida esperienza in più.

13- GEORGIA
Formazione quest'anno vittima di un brutto upset (erano il terzo pick del loro bracket), ma coach Harrick potrà  contare ancora sui gemelli Hayes, in particolare su Jarvis, stella indiscussa della squadra. Ad una già  di per sé validissima squadra, si aggiungerà  la voglia di emergere di Damien Wilkens. Sì, i Bulldogs vinceranno ancora la SEC, poi cercheranno di stare più attenti nel torneo.

14- UCLA
Anche lo scorso anno, i Bruins hanno fallito. Quest'anno però vedremo davvero di che pasta è fatto Cedric Bozeman, sottilissimo playmaker che supporterà  le esplosioni realizzative di un motivatissimo senior come Jason Kapono, che cerca nei mesi a venire i numeri che possano garantirgli un posto nel primo giro del draft dell'anno prossimo. Un torneo da protagonista in California, glielo darà  sicuramente. Urge però un contributo di sostanza da parte di Dijon Thompson ed un ulteriore rischio può essere la crescente antipatia che coach Steve Lavin sta covando tra i supporters dell'ateneo cestisticamente più glorioso al mondo. Se fallirà  ancora, sarà  il primo a pagare per tutti. Non potrà  dire di non avere avuto le sue chance.

15- LOUISVILLE
Se sono stati fatti bene i calcoli, dovrebbero vedersi i primi effetti della cura Pitino. La stella c'è, si chiama Reece Gaines, realizzatore super, da oltre venti punti ad inno nazionale, ed a questi è stato aggiunto il transfer da Kentucky Steve Stone, al centro di una bella guerra diplomatica tra i due atenei. Espulso dal roster di Kentucky per problemi disciplinari (si era più volte assentato senza presentare giustificazioni valide), questi non volevano cederlo ad una rivale storica come i Cardinals, per di più facendo un favore a quello che viene, non con tutti i torti, considerato come un traditore, etichetta che Pitino impiegherà  parecchio prima di scollarsi di dosso. Alla fine, di fronte al buon senso, hanno ceduto, e il favore a Pitino è stato fatto.

16- MARQUETTE
Il college tradizionalmente noto per svezzare certamente più hockeisti che non cestisti, presenta un uomo solo al comando, Dwayne Wade, altro papabilissimo candidato ad All America, e l'abilità  di un coach emergente come Tom Crean, possono essere le armi vincenti per questa outsider, sicura protagonista della Conference USA.

LE ALTRE:

17- Maryland (ottimi freshmen guidati da Blake), 18- Mississippi State (Mario Austin è forse il miglior big man del college basketball), 19- Missiouri (Rickey Paulding è sulla rampa di lancio, la solidità  di Okafor ed Arthur Johnson), 20- Michigan State (l'alona Paul Davis sta studiando da star Nba, Tom Izzo non sbaglia mai un colpo), 21- Boston College (Bell+Sidney = backcourt da favola), 22- Wyoming (i Cowboys, con Bailey, Straight e Nsonwu Amadi hanno uno dei migliori backcourt del college basketball), 23- Wisconsin (squadra molto esperta, alla Pittsburgh, già  protagonista quest'anno nella Big Ten), 24- Tulsa (per i Golden Hurricanes vale lo stesso discorso fatto per Pittsburgh e Wisconsin, sono infatti tra le squadre che hanno perso meno giocatori), 25- North Carolina (tantissimi freshmen per rilanciare i Tar Heels, Raymond Felton, Rashad McCants e Sean May – il figlio di Scott – uber alles).

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