Major League (1989)

Wesley Snipes alla battuta. Nel film è un battitore di contatto molto rapido, grande stealer di basi.

MAJOR LEAGUE - La squadra più scassata della lega

Titolo originale : Major League

Anno : 1989

Genere : commedia

Regista : David S. Ward

Cast : Tom Berenger, Charlie Sheen, Corbin Bernsen, Rene Russo, Wesley Snipes, Chelcie Ross, Dennis Haysbert, Bob Uecker

Il passatempo preferito dagli americani passa al cinema nella sua veste più comica. Non ci dovrebbe essere accoppiata migliore, perché tutti noi sappiamo che quando gli americani hanno una storia non esitano un attimo prima di mandarla in giro per le sale.

Figuriamoci col baseball quindi. Se la storia poi è fatta bene, ha i personaggi giusti, fa ridere insomma, ecco pronto un bel successo al box office. Questo film del 1989 ha guadagnato solo negli USA 50 milioni di dollari (a partire da un budget di 11), un trionfo.

Partire nell'analisi di un film con nude cifre arabe che riguardano il denaro non è proprio carinissimo, me ne scuso, ma almeno per una volta ci mettiamo al pari con i produttori di Hollywood. Prima i soldi, poi tutto il resto.

Veniamo a noi. Il film narra le vicende di una squadra MLB, i Clevelend Indians, quindi di una squadra vera, e dei suoi derelitti giocatori. La bella proprietaria ereditiera, tutta vizi e capricci, una sorta di Paris Hilton ante-litteram, vorrebbe trasferire la sua franchigia al sole della Florida per passare lì le sue oziose giornate tra un drink in piscina e una passeggiate sotto le palme.

Non per darle ragione, ma il tentativo non era poi così folle, siccome dobbiamo ricordare che Cleveland non è mai stata esattamente una bella città , ne prima né adesso con LeBron James, che rimane ad oggi la migliore attrazione della storia della città .

La Lega però permette il trasferimento solo in caso di un ultimo posto in classifica e così la bella ereditiera progetta il piano vincente : allestire una squadra di disgraziati per arrivare ultimi. Anche il presidente della Longobarda di Oronzo Canà  fece una cosa del genere, adesso che mi ricordo, ordinando al leggendario Lino Banfi di perdere l'ultima partita per andare in Serie B e spendere quindi meno soldi.

Ma torniamo ancora a noi. Che dite, anche se magari non avete ancora visto il film, che succederà  ? Arriveranno ultimi o vinceranno il campionato ?

Memorabile le scene di presentazione dei giocatori da convocare al training camp, con gente che arriva svestendosi della tuta da meccanico o addirittura dal carcere. E proprio le scene del training camp sono a mio giudizio le migliori del film perché più genuinamente divertenti. Una tra tutti quella in cui il potente slugger cubano è letale con le fastball ma un idiota con le breaking ball.

Questo è ovviamente un film di squadra, corale non alla Altman ma proprio al contrario, perché ogni singolo interagisce con l'altro fin dall'inizio e non si incontra alla fine per un fatale destino. Come in ogni squadra che si rispetti quindi emergono alcuni personaggi.

Il primo tra questi è il lanciatore dalla fedina penale poco pulita, Charlie Sheen, un pazzo con una strana pettinatura e una lancio potentissimo ma assolutamente fuori controllo. Avrà  bisogno di un paio di occhiali alla Malcolm X per piazzare la pallina nella zona di strike con maggiore frequenza.

Altro bel personaggio è quello interpretato da Tom Berenger, il catcher, l'unico con una storia anche al di fuori del diamante. Tom infatti, deciso a ridare una risistemata alla propria vita, cerca di riconquistare il cuore di una sua bella ex fiamma, ora intellettuale. Ci riuscirà  ? Ragazzi, non puntate nemmeno un dollaro sul no, è un piccolo consiglio da amico.

Ultmo personaggio degno della mia umile penna è quello interpretato da Wesley Snipes, al suo primo film importante, l'inizio di una bellissima carriera che lo vedrà  recitare dopo Major League in King of New York, New Jack City, Mo Better Blues, il bellissimo Jungle Fever di Spike Lee ma soprattutto in White men can't jump (recensione del film), dove interpreta lo sbruffone dei playground.

Wesley in questo film è davvero irresistibile, la sua faccia sorridente è una garanzia di risate, dal primo giorno di training camp dove si presenta, non invitato, con una macchina di lusso (in contrasto con gli altri pezzenti) fino all'ultimo run decisivo con una bellissima scivolata a casa base. La sua corsa di giubilo poi è trascinante, fosse stata la realtà  sarebbe stato il manifesto di come si gioisce in un momento di gloria.

Insomma bel film, guardatelo subito, perché il baseball sa essere molto divertente. Oltretutto è una piccola lezione di abc del gioco, perché solo dal fondo si impara, dal livello più basso. Il coach baffuto e i suo ragazzi vi diranno anche cos'è l'orgoglio, perché vincere è farsi rispettare prima di tutto e rispettare il gioco, è la gloria da inseguire sempre e comunque.

Oh, piccolo aneddoto. Come mai il mio amico in camera sua aveva una pallina degli Indians ? Un po' di tempo fa non riuscivo a spiegarmelo, giacchè mi sarei aspettato piuttosto un gadget dei soliti Yankees (che nel film fanno i cattivi) o al più di Mets e Red Sox. Ecco, questo film è la spiegazione. Non ha incassato solo palate di dollari ma ha reso simpatica in tutto il mondo una squadra altrimenti grigia. E perdente.

Ultimo titolo nel 1948, così che il simpaticissimo speaker ufficiale ha potuto annunciare che in una partita di regular season sarebbero entrati gratis tutti i superstiti ancora vivi dell'ultimo trionfo. Iniziativa geniale.

Dal film in poi, anzi dal suo sequel del 1994 in poi, due apparizioni alle World Series, entrambe però fallimentari, nel 1995 (4 a 2 contro i Braves) e nel 1997 (in gara 7 contro Florida all'undicesimo inning, la rivincita dell'ereditiera !) e titolo ancora da riconquistare.

La reputazione però, oltre alla simpatia, quella è tornata.

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