Wels, unico infortunato serio della gara, lascia il campo col figlio dopo la vittoria su Michigan
Con le frange più esterne dell'uragano Ike che incominciavano ad inzuppare il Midwest, gli Wolverines di Michigan ed i Fighting Irish di Notre Dame hanno dato vita ieri ad una grande partita di college football. Non sappiamo se sarà questa la partita che finalmente riporterà verso la gloria il programma dell'università cattolica di South Bend, Indiana. Ma se lo sarà ieri appunto c'è stata la prima pietra miliare.
Michigan era scesa da Ann Arbor nelle praterie dell'Indiana con tutta l'intenzione di infliggere una terza batosta consecutiva ai rivali. A riprendersi quel titolo non ufficiale di 'miglior squadra del Midwest' - che proprio ieri i Buckeyes di Ohio State hanno smarrito definitivamente a Los Angeles contro USC.
E come Ike - il soprannome del famoso generale a cinque stelle (e poi trentaquattresimo presidente degli Stati Uniti d'America) Dwight Eisenhower – Charlie Weis, l'head coach di Notre Dame era rimasto per oltre due ore sulle sidelines, appunto come un generale ferito, sulle stampelle, sotto la pioggia con i legamenti del ginocchio sinistro spezzati e stoicamente aveva assistito alla superba prestazione della sua difesa.
Avrebbe potuto chiederglielo di giocare così e forse lo ha fatto all'intervallo, come suggerì - nell'inverno del 1920 - George Gipp “the Gipper”, sul letto di morte a coach Knute Rockne: ""quando i ragazzi sono sotto e sono abbattuti chiedigli di vincerne una per il Gipper. Io non so dove sarò, ma da qualche parte lo vedrò e ne sarò felice."
E così era andata.
Gli Irish avevano inziato bene. Con l'asciutto del primo quarto Jimmy Clausen, il biondo QB numero 7 aveva guidato l'attacco ad un vantaggio di 21-0. Le corse di Robert Hughes e le ricezioni di Golden Tate indifendibili dai linebackers e dalle secondarie di Michigan. Il TD da 48-yd con Tate che correva oltre le safety e riceveva un difficile pallone over the shoulders il punto esclamativo di quella che poteva trasformarsi in una robusta battuta dei posteriori dei Wolverines. E nelle rivalità non si aspetta altro.
Ma andiamo con ordine. Primo drive di Michigan e primo fumble sulle proprie 15. Notre Dame ne approfitta e Hughes entra in end zone dalla line delle 2. 7-0 Irish.
Sul successivo kickoff return la palla scappa al freshman Michael Shaw e gli Irish recuperano. Questa volta sono sulle 14 avversarie e dopo due giocate Clausen trova Duval Kamara per un TD pass da 10 yd di Michigan e gli Irish vanno avanti 14-0. Ma Michigan non molla. Mette la palla nelle mani del freshman Sam McGuffie e inzia a marciare verso la end zone opposta. Steve Threet, il QB, trova anche i suoi primi completi. Ma sulle 37 avversarie il drive va in stallo, quarto e sei. Ci prova Michigan a giocare alla mano, calciare un FG in queste condizioni da 54 yd non è un'opzione. Passaggio incompleto più penalità regalano la palla agli Irish sulle 48 di Michigan. E qui arriva la spettacolare presa di Tate, con Golden - quale nome migliore per un giocatore di ND, all'ombra del Golden Dome e con il caschetto dorato - che strappa dalle nuvole una perfetta colombelle di Clausen. Lampi di gloria NFL nel futuro di questi ragazzi? Tate avrà alla fine 127 yds in 4 ricezioni e 58 yds in 3 KO returns.
21-0, ma si ritorna subito con i piedi per terra, anzi restare in piedi diventa un'impresa, vista l'umidissima e presto fradicia giornata. Soprattutto per la difesa di Notre Dame che concede giocate da 16, 9, 14 ed infine 40 yds a Threet e compagni. L'ultimo uno screen pass che McGuffie trasforma in una rocambolesca corsa fra difensori che mancano placcaggi, cadono, scivolano. 21-7. E dopo il doloroso intercetto lanciato da Clausen, Michigan trova il ritmo offensivo. Corsa di McGuffie da 29 yds. Threet converte un 3rd-9 correndo lui stesso per 16 yds e K.C. Lopata calcia un FG da 23 yd quando finalmente la difesa degli Irish trova una giocata superba stoppando Zion Babb al terzo down, sulle 6 per un no-gain. Michigan è però rientrata in partita. 21-10
E dal cilindro di Clausen e Tate esce la giocata della partita - giocata da 60 yds frutto di un passaggio corto appena oltre la linea dei linebacker che la potenza di Tate, questo ex-RB all'high school trasformato in WR, trasforma in un big play trascinandosi dietro due-tre difensori prima di andare giù alle 25 di Michigan. Arriva il momento di James Aldridge, due corse da 7 ed 8 yds infilano la difesa degli Wolverines. Ora gli Irish entrano dappertutto e le sicure mani di Hughes portano in end zone il pallone del 28-10.
Ma in poco più di due minuti Michigan ribalta il campo. Threet va 3-3 per 38 yds e Kevin Grady segna con una corsa dalle 7 yds. Vantaggio ridotto a 28-17.
E per tutto il lavoro fatto Notre Dame si trova sopra solo di 11 con due quarti e mezzo da giocare.
Tre punt consecutivi, i primi in assoluto della partita chiudono la prima metà .
Ma poco prima dell'intervallo avviene una cosa che ha quasi dell'incredibile. Nella settimana in cui il suo allievo Tom Brady si rompe i legamenti del ginocchio sinistro (ACL e MCL) coach Weis, che ne era stato il coordinatore offensivo ai Patriots, subisce esattamente lo stesso infortunio, proprio contro Michigan, l'alma mater di Brady. Il ginocchio, naturalmente lo stesso, il sinistro, addirittura fa il medesimo movimento - colpo dall'esterno, si piega verso l'interno e giù. La "giocata" la fa un suo defensive end, John Ryan, che, bloccato da un avversario, finisce per colpire da dietro coach Weis, mentre questi guarda il portatore di palla ormai passato oltre.
Dopo l'intervallo Weis esce con giaccone impermeabile, tutore alla gamba e stampelle.
La seconda metà si apre con tre punt consecutivi. La difesa di Michigan ferma due volte Clausen. Al loro secondo drive invece i Wolverines riprendono vigore e avanzano in territorio avversario. Un passaggio di Threet a Martavious Odoms da 34 yds è il big play in aggiunta alle solite corse dell'elusivo McGuffie (finirà con ben 131 yds su 25 portate, media 5.2).
Ma il dio della pioggia vuole dire la sua, le condizioni meteo sono in netto peggioramento ed il diluvio, che si sta abbattendo sullo stadio e sull'intero Southwest e Midwest degli Stati Uniti, consigliano di andare a giocare sulle corse e su rapidi e sicuri passaggi. Ma non basta, perché la palla ormai è una saponetta e i difensori degli Irish lo sanno. Entrano in scena David Bruton e Kyle McCarthy, il #27 ed il #28 degli uomini blù scuro. I due che avevano forzato un fumble monumentale proprio sulla linea di TD contro San Diego State colpiscono Grady sulle 2 e Sergio Brown di Notre Dame recupera la palla (sarà uno dei sette fumble, quattro persi, che segneranno la gara di Michigan). Michigan forza un altro punt e Threet corre fino sulle 49 avversarie. Sulla giocata successiva Threet trova un altro spazio, si infila, ma anche lui viene colpito duramente e la palla schizza fuori. Brian Smith la riporta 35 yds in TD per il 35-17. E' il colpo di grazia, anche se manca quasi un intero quarto. Michigan va three-and-out. Notre Dame si accontenta di mangiare quattro minuti e Rich Rodriguez, l'head coach dei Wolverines, decide che è venuto il momento di Nick Sheridan. Scelta intrigante, perché fino a quel momento Threet è andato 16-23 175 yds, 1 TD e nessun pick, saranno i suoi numeri finali. Sheridan rischia il tutto per tutto e trova Babb con una bomba di 45 yds, ma poi ritorna il momento di Bruton, ancora lui, intercetto sulle proprie 12, ritorno di 40 yds, più penalità e palla agli Irish sulle 41 avversarie. Four-and-out con Clausen che non riesce a convertire un 4th-2 dalle 33. Oramai la pioggia ha reso il gioco di corsa rischioso, quello aereo improbabile.
Difficile non commettere errori. Si cerca di limitare i danni e la squadra in vantaggio è in questo favorita. Hughes (79 yds in 19 portate) e Aldridge (28 yds in 9) hanno le mani sicure e non ci sarà alcun fumble per loro.
Stavolta gli Irish permettono una giocata sola per Sheridan: l'intercetto è ad opera di Gary Gray, ritorno di 41 yds. Ancora una volta Clausen non sa approfittarne e lancia un pick dentro la end zone nelle mani dell'esperto CB Morgan Trent. Sporca il suo ruolino, ma Clausen finisce 10-21 147 yds, 2 TD, e 2 INT, ma i numeri sono bugiardi. Ha condotto gli Irish con maturità e controllo.
Michigan ha 2:08 sul cronometro, è sotto 35-17, è sulle proprie 20 ed ha finito le energie. Un 4th-16 dalle proprie 16 costringe all'ultimo punt. Alla fine sono solo quattro i punt, ma ben sei le palle perse di Michigan (4 fumble e 2 intercetti). Sei punt e due intercetti per Notre Dame invece.
Incuranti delle sue condizioni fisiche i giocatori di Notre Dame rovesciano il secchio delle bevande sulla testa di Weis. Dopo i due massacri (38-0 e 47-21) subiti da Michigan nel 2006 e nel 2007, dopo gli 8 sack di Clausen lo scorso anno, era ora di vendicarsi. Michigan (e pure Notre Dame) erano fuori dalle top 25 prima di ieri, ma il valore della vittoria rimane. Clausen in due partite non è stato toccato dalle difese avversarie dietro alla line di scrimmage. Se questa è la vera offensive line degli Irish potremmo avere qualcosa di buono a South Bend.
Uscendo, visibilmente sofferente, dal campo, sulle stampelle, Weis si ferma però a rilasciare la classica emozionante intervista dopo partita. Dopo aver congratulato i suoi ha detto, alla domanda sulle condizioni del suo ginocchio: "I've got a Tom Brady!".
Mai prima di allora la rottura dei legamenti crociati e mediali era stata indicata col nome di un giocatore, ma la grandezza di Brady e' così" grande, anche nella cattiva sorte. La speciale relazione tra Weis e Brady ha adesso un altro punto in comune.
"Tommy Brady's got nothing on me" (Tommy Brady non ha nulla più di me) ha aggiunto scherzando Weis. Sarà operato in settimana. "I feel like an athlete. First time in my life" ha detto ancora.
E quando Weis ha detto: 'Ho un Tom Brady' io ho pure pensato che potesse riferirsi anche ad un certo Jimmy Clausen. E la faccia felice di Clausen che cantava insieme ad 80,000 tifosi ondeggianti la 'victory song' a fine gara resta uno dei simboli di questa sfida che per la seconda volta da quando ci sono i ranking dalla AP (1936) aveva sia Notre Dame che Michigan fuori dagli stessi.
Per gli Irish (2-0) sabato ci sarà la prima trasferta dell'anno - test molto importante - ad East Lansing in casa di Michigan State, dove non si potranno concedere 159 yds di rushing agli avversari e 388 yds totali.
Per Michigan (1-2) si prevede una settimana di duro allenamento e di rimpianto. Sabato arriva ad Ann Arbor la numero 10 della nazione, Wisconsin, altra pretendente al titolo di migliore del Midwest e magari di qualcosa di più.