Ivan Rodriguez resterà ai Marlins anche la prossima stagione?
Jeff Loria e le scomode domande
"Dannato maltempo"": Jeff Loria, proprietario dei Florida Marlins, preferisce prendersela con le avverse condizioni atmosferiche, venute alla ribalta in gara 3, per spiegare i motivi della scarsa affluenza registratasi durante la stagione regolare, nel sempre vilipeso Pro Player Stadium. Paradossalmente, proprio alla vigilia della gara che portava i New York Yankees a condurre per due partite a una, Loria si lasciava andare, davanti ai microfoni, in una disamina dell'esizialità della pioggia e della sua ancor più dannosa imprevedibilità , soprattutto durante la stagione estiva.
Richiesto di un parere riguardo al rischio che la grande affluenza di pubblico nella postseason, possa mettere in secondo piano la necessità di un nuovo impianto pensato esclusivamente per il baseball, il numero uno dei Marlins ripeteva che "qualcosa di sicuro andrà fatto in quella direzione", anche se Jeff Conine ricordava come proprio la scomodità del ballpark di Miami, costituiva in molti casi un vantaggio, contro squadre avversario poco avvezze a giocare in uno stadio il quale, secondo le più classiche lamentele, "sembra pensato per il football"ha delle luci pessime ecc" ".
Di sicuro però, se le parole dell'owner della franchigia campione della National League, potevano avere un che di profetico, vista la pausa di 39 minuti cui una robusta precipitazione, costringeva le due squadre in gara 3, non erano esattamente le previsioni del tempo per i giorni a venire, quello che interessava gli organi di informazione. Esse rappresentavano casomai un efficace diversivo per sviare la discussione da quello che da qualche settimana, rappresenta il centro dell'interesse della stampa specializzata, ovvero il futuro dei Marlins. "In questo momento non è la mia preoccupazione principale"non mi va di parlarne adesso"". Posizione più che comprensibile, soprattutto vista la difficile situazione che proprio la dirigenza dovrà affrontare a World Series concluse: tenere il gruppo intatto, infatti comporterebbe probabilmente uno sforamento del payroll ben oltre i cinquantacinque, sessanta milioni di dollari previsti, un aumento dunque ben difficilmente sostenibile da una franchigia low budget come quella della South Florida.
La situazione Pudge
Proprio rifirmare Ivan Rodriguez, a postseason ultimata, sarà il principale obbiettivo da parte dei Marlins. Il catcher dieci volte Gold Glove e Mvp della American League nel 1999, nonostante un'ottima stagione e degli spettacolari playoffs (votato migliore giocatore della NLCS) non sembra ancora certo di tornare in Florida per il campionato 2004. Di sicuro, ciò che sembra essere cambiato, rispetto alla passata offseason, è il potere contrattuale di Rodriguez: la sua partenza dai Rangers, infatti, non aveva mobilitato, nel mercato dei free agents, orde di pretendenti intente a firmare il futuro hall of famer, tanto che il popolare Pudge, si accordava con Florida proprio tre settimane prima dello Spring Training, firmando un contratto di un anno per dieci milioni di dollari.
Con la propria famiglia da sempre abituata ad abitare a Miami (anche durante la sua militanza in Texas) Rodriguez non ha mai negato di ritenere i Marlins la propria prima opzione e fonti vicine all'ambiente, riportano la volontà del giocatore di liberarsi del proprio agente Scott Boras (famoso per essere uno che massimizza in termini contrattuali il valore dei propri clienti) per trattare da solo il nuovo accordo.
Moderatamente ottimista la dirigenza di Florida, a cui favore sembrano giocare alcuni significativi fattori, tra cui i più importanti sembrano essere proprio la volontà del trentunenne catcher di rimanere vicino alla propria famiglia e, da non sottovalutare, il fatto che dopo molti anni di carriera ad eccellenti livelli, il fattore economico potrebbe non risultare così determinante nella scelta del giocatore, cui il mantenimento delle prossime sette generazioni, dovrebbe essere stato ampiamente garantito dalle stagioni perdenti, ma economicamente gratificanti, in quel di Arlington.
Con i Marlins che hanno quindici giorni a disposizione, per negoziare con Rodriguez prima che questi possa essere contattato da altre squadre, occorrerà poco tempo per conoscere la prossima destinazione di Pudge, il cui contratto prevede che qualora la squadra di Loria, non riuscisse a trovare l'accordo entro l'8 dicembre (deadline per i free agents), non potrebbe rifirmare il giocatore sino a maggio 2004.
Se nell'ambiente dei Marlins si parla di un'offerta di circa 21 milioni di dollari per tre anni, è divertente pensare che proprio un'offerta identica, era pervenuta (prontamente rifiutata) al giocatore durante l'inverno, da parte dei Baltimore Orioles, gli stessi Orioles, che assieme ai Padres, guidano un gruppo di franchigie in cerca di pronto riscatto, decise a ingaggiare il fenomenale catcher qualora non trovi l'accordo con i suoi attuali datori di lavoro.
In seconda fila, nella corsa a Pudge, sembrano essere i Mets, reduci dalla ennesima stagione da dimenticare e comunque teoricamente coperti nel ruolo di ricevitore dalla presenza di un Mike Piazza, ancora non troppo convinto di un eventuale spostamento in prima base.
Forze soprannaturali aleggiano sui Marlins
Con la serie di nuovo in parità , un'eventuale sconfitta in gara 5, potrebbe risultare fatale per le speranze di Florida, di aggiudicarsi le World Series. Ma battere gli Yankees per due partite consecutive non è certamente impresa da poco e potrebbe richiedere aiuti "particolari". Se nella serie contro i Boston Red Sox, i Bronx Bombers hanno potuto godere di vantaggi di origine soprannaturale, grazie alla famigerata "maledizione del Bambino", la situazione sembra essersi ribaltata in queste finali, in cui i Marlins sembrano avere, almeno in questo settore, un certo vantaggio.
L'uomo che potrebbe infatti cambiare i destini della serie, è un certo Felo Ramirez, uno dei commentatori dei Marlins in lingua spagnola, già utilissimo nel corso della stagione regolare: con Lowell in serie negativa ad inizio campionato, Ramirez avvicinò il forte terza base, dicendogli "è solo un periodo sfortunato"", strofinando successivamente il proprio gomito contro il braccio del giocatore. La sera stessa, Lowell batté un fuoricampo, cosa che si verificò anche il giorno seguente, previa nuova strofinata da parte di Ramirez.
In settembre fu la volta dell'eroe di gara 4, Alex Gonzalez: reduce da uno 0 su 23, lo shorstop si rivolse a Ramirez, il quale prese una delle mazze di Gonzalez e la strofinò dalla testa al manico. Il doppio che seguì il rituale, anticipò solo di un giorno, il fuoricampo che l'interbase dei Marlins, mise a segno contro Pittsburgh, dopo una ulteriore strofinata da parte del buon Felo.
Ovviamente non poteva mancare il contributo di Ramirez nel momento più importante della stagione, ovvero nei playoffs, e se qualcuno si fosse chiesto dove avesse trovato, un ventenne come Cabrera, la forza e i nervi saldi di battere un fuoricampo da tre punti in gara 7 contro i Cubs, la spiegazione sembra ormai essere scontata, alla luce di quanto già raccontato. La mazza che avrebbe affossato le speranze dei Chicago Cubs, se ne stava, poche ore prima della partita, in mano di questo piccoletto che da più di cinquant'anni gira per i ballparks delle majors e che è da tempo, è entrato a far parte della Hall of Fame, nella sezione riservata ai mezzi di informazione. "C'è qualcosa di magico in lui" sostiene Lowell, "è come lo Yoda, il vecchio saggio che esiste da sempre"riesce a mutare il corso degli eventi"".
Contro i mitici Yankees, Ramirez dovrà impegnarsi a fondo per essere efficace, ma questo non sembra spaventarlo: "se sarà necessario - sostiene - sono pronto a entrare nel loro dugout e toccare le loro mazze"ovviamente per maledirle"". Joe Torre è avvisato"
Jack McKeon e le lingue
Se i playoffs hanno mostrato come il manager dei Marlins, sia un instancabile conversatore, una battuta d'arresto nella sua striscia di interviste concesse e commenti rilasciati, si è verificata quando gli inviati di "Si Habla Beisbol", programma in lingua spagnola di ESPN, hanno chiesto al popolare manager, di pronunciare la frase "Sportcenter en la Serie Mundial". Nessun problema al momento di pronunciare la parola Sportcenter, ma con la lingua forse "impastata" dall'onnipresente sigaro, McKeon palesava una certa difficoltà nelle proseguire e dopo molti tentativi, si decideva di optare per il "meno peggio", considerando accettabile qualcosa del tipo: "Sportcenter en la-sa-la-la-la-la"".
Impagabile Jack McKeon.