L'ultimo, storico, lancio di Roger Clemens
L'obbiettivo era quello di chiudere la serie addirittura in Florida.
Forse un po' presuntuoso, sicuramente ambizioso, ma da una squadra come i New York Yankees ce lo si può, anzi, ce lo si deve aspettare.
Dopo aver sprecato il vantaggio del campo perdendo Gara-1, ed aver riaffermato la propria forza nella dominante vittoria di Gara-2, la squadra di Joe Torre si presentava al Pro Player Stadium di Miami con l'intenzione di non tornare più a New York, se non per i festeggiamenti.
Per lo sweep esterno i Bombers si affidavano ad un trio di partenti di lusso, Mike Mussina, Roger Clemens e David Wells, quest'ultimo deciso più che mai a far dimenticare Gara-1 e a “vendicarsi” del suo incubo Juan Pierre.
In Gara-3, giocata davanti ad un impianto tutto esaurito, circa 60000 spettatori (un record per il baseball che non si vedeva dalle WS 1997), Mike Mussina ha emulato alla perfezione il suo predecessore Andy Pettitte, lanciando con la sicurezza e lo straordinario controllo che gli hanno permesso di ottenere 17 vittorie in regular season, ma che sembrava aver smarrito nei play-off.
Forse il duello con il giovane astro nascente dei Marlins Josh Beckett, forse la voglia di ottenere la tanto agognata prima vittoria nell WS dopo 3 sconfitte consecutive nei playoff, o forse la consapevolezza della fiducia che tutta una città , e oltre, riponevano il lui, hanno permesso al 35enne nativo della Pennsylvania di sfoderare una prestazione di altissimo livello.
“Sono molto soddisfatto”, spiega il vincente di Gara-3, terminata 6-1 per gli Yanks, “Era estremamente importante per noi vincere in trasferta dopo Gara-1, soprattutto quando sul monte Florida schierava il proprio miglior pitcher”.
Grande considerazione e rispetto quindi per il 23enne partente dei Marlins, che spaventava non poco Mussina e compagni: “Questi sono match che vengono decisi da pochi punti, in cui devi cercare di dare il massimo per tenere la squadra in partita il più a lungo che puoi, fino a quando il tuo line-up non riesce a piazzare qualche valida. Stasera penso di essere stato all'altezza.”
Fatto quindi il primo passo verso il 3-0 esterno che avrebbe consegnato a New York il 27esimo titolo, Gara-4 si presentava come una partita importantissima, ovviamente, per l'esito finale della serie, ma anche perché sul monte saliva, per l'ultima volta in carriera (molto strano da dire e da scrivere), Roger Clemens.
Il 6 volte Cy Young Award mai sconfitto nelle WS (3-0 il suo record), sperava di chiudere in bellezza una carriera a dir poco strepitosa, che lo porterà di diritto nella Hall of Fame, ma che il 41enne ex Boston e Toronto voleva arricchire con un'altra gemma.
La partenza però non è delle migliori, con un HR da 2 punti concesso al rookie Miguel Cabrera in un primo inning da incubo (3-0 Florida).
Come era prevedibile, Joe Torre gli dava fiducia e The Rocket rispondeva con classe ed orgoglio, facendo seguire alla francamente disastrosa prima ripresa altri 6 inning senza concedere un punto, ricorrendo a soli 54 lanci per eliminare 18 battitori (gliene erano serviti ben 42 nel solo primo inning).
La partita però, con un finale degno di un film thriller, o se preferite di Gara-7 del Championship Yanks-Red Sox, la portavano a casa i Marlins per 4-3, dopo che al nono inning il punteggio era fisso sul 3-3.
Nel 12esimo, infatti, lo short-stop Alex Gonzalez, per usare un eufemismo non la mazza più calda di Florida ( 0.094 di media in post-season), colpiva al cuore Jeff Weaver e spediva la pallina sugli spalti per il solo HR che impattava la serie sull'1-1 e mandava in delirio gli oltre 60000 del Pro Player Stadium.
“Abbiamo avuto le nostre occasioni”, commenta Derek Jeter, “Come basi piene con 0 out, ma non le abbiamo sfruttate, esattamente come in Gara-1; contro questa squadra dovremmo ormai aver imparato che non ci si può distarre neanche un attimo, non si può sbagliare. Complimenti a loro”.
Molto onesto anche il commento di Torre a fine gara: “Avete visto 2 grandissime squadre stasera, che meritano pienamente di essere qui a giocarsi il titolo. Abbiamo perso ma sono fiero dei miei ragazzi”.
Sull'addio di Roger Clemens Joe Torre ammette di essersi emozionato quando lo ha visto uscire dal campo: “E' stato veramente un momento toccante, vedere alle World Series tutto uno stadio riservare una standing ovation ad un giocatore avversario, è un tributo che Roger si merita tutto”.
Lo stesso Clemens afferma di essere rimasto molto colpito, e compiaciuto, del calore dimostratogli dal pubblico di Miami: “Sono stati coach Zimmer e gli altri ragazzi del dogout a farmi notare che il pubblico applaudiva me, è stato bellissimo. Quando lotti come ho fatto io per tutti questi anni in campo sono queste le soddisfazioni che ti riempiono di orgoglio, sapere di esserti conquistato il rispetto degli avversari”.
Le World Series proseguono, sul punteggio di 2-2 e con David Wells e Brad Penny pronti a concedere il bis dopo Gara-1, ma sul diamante The Rocket ci mancherà .