L'estate avrebbe dovuto sancire la rinascita dei New York Knicks con il loro ritorno nel basket che conta. Il principale indiziato ha però scelto Miami lasciando New York con un pugno di mosche.
Perso Lebron New York ha cercato di costruire la miglior squadra possibile per essere competitivi da subito senza però buttare alle ortiche il lavoro fatto da Donnie Walsh.
Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic
Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Heat).
Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
Probabile quintetto base
Playmaker: Raymond Felton
Shooting Guard: Wilson Chandler
Small Forward: Danilo Gallinari
Power Forward: Amare Stoudemire
Center: Ronny Turiaf
ROSTER
Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar'e Stoudemire, Ronny Turiaf.
Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
HEAD COACH: Mike D'Antoni
Il piano A dei Knicks si è infranto sulle dorate spiagge di Miami. Del tanto decantato spazio salariale per due free agent di spicco non rimane che la firma di Amare, deal onestamente di una certa esosità . L'ex Suns ha infatti strappato un quinquennale da 100 milioni scarsi, cifre esorbitanti di questi tempi. Probabilmente il front office dei Knicks sperava di poter attrarre Lebron giocando la carta Stat.
Invece si è dovuti riparare di corsa al piano B, salvo poi accorgersi che in questi tempi di crisi anche dei buoni giocatori come Joe Johnson sono riusciti ad ottenere dei contratti folli. A Donnie Walsh non è rimasto che imbastire una trade con i Warriors sacrificando David Lee ed ottenendo in cambio Anthony Randolph, Kelenna Azubuike e Ronny Turiaf.
Scelta logica, dal punto di vista tecnico, visto l'arrivo di Stoudemire. Lee, miglior giocatore dei Knicks delle ultime stagioni è stato sacrificato per motivi economici, ed in cambio di tre giocatori giovani. Soprattutto Randolph che a New York si spera possa diventare un giocatore di primissimo livello.
Invece Turiaf e soprattutto Azubuike hanno avuto un recente passato colmo di infortuni, tuttavia qualora fossero recuperati potrebbero dare il loro contributo alla causa dei newyorkesi. Da non sottovalutare il fatto che tutti e tre i giocatori in arrivo dalla baia hanno contratti a breve scadenza; qualora non dovessero rendere al meglio non andranno a pesare sui bilanci e sulle capacità di acquisizione futura della squadra.
Dopo la trade permaneva un buco nello spot di point guard. Perso, senza rimpianti, Chris Duhon, New York ha optato per il miglior (e conseguentemente più caro) free agent disponibile sul mercato, Raymond Felton. Felton è un buon play, su cui però si nutrono non pochi dubbi circa la sua capacità di essere determinante nel gioco D'Antoniano.
Acquisito Felton si è successivamente pensato a rinforzare il reparto esterni, in primis mettendo sotto contratto l'ex Spur Roger Mason Jr, giocatore poco atletico ma dal tiro mortifero, specialmente da oltre l'arco.
Tutta da verificare sarà l'efficacia di Stat senza il gemello Nash. Amare è una bestia da pitturato con delle spiccate capacità offensive, tuttavia restano da svelare le incognite legate alla sua alchimia con Felton, molto meno pericoloso del canadese da tre. Nash infatti rappresentava un rebus per le difese avversarie: vista la sua imprevedibilità e le sue alte percentuali al tiro creava numerosi spazi per Amare.
L'ex Bobcat ha carrateristiche diverse dal 2 volte MVP, di conseguenza Stoudemire dovrà sudare maggiormente per far breccia nelle difese avversarie. Il contratto prevede cifre da stella di prima grandezza, ed Amar'e dovrà dimostrare di meritare appieno lo sforzo economico dei Knicks.
L'ex Sun è probabilmente uno dei migliori, se non il miglior finisher dell'intera lega, tuttavia dovrà guadagnarsi ogni singolo dollaro investito su di lui migliorando in particolar modo l'approccio difensivo, senza limitarsi a cercare la stoppata o ad andare a rimbalzo come ai tempi di Phoenix.
Imprescindibile sarà la tenuta della sua condizione fisica, sperando che non insorgano problemi al ginocchio operato o agli occhi. In caso contrario il rischio è quello di avere in squadra un giocatore strapagato che offra un rendimento inferiore a quello di David Lee la scorsa stagione.
Ciononostante la stella della squadra, almeno in termini futuribili non è il lungo ex Sun bensì il nostro connazionale con la maglia numero otto. Sono lontani itempi dei fischi e dei booh successivi alla sua scelta al Draft 2008. Ironia della sorte, i tifosi invocarono a quel tempo l'arrivo di Randolph, da quest'anno compagno di squadra del Gallo.
Danilo ha mostrato ottime cose lo scorso campionato. Una capacità di stare in campo che pochi si aspettavano, e non solo per il suo tiro. Quest'anno dovrà dare maggiore continuità al suo gioco, cercando di migliorare a rimbalzo ed attaccando maggiormente il ferro.
Molto dipenderà da come coach D'Antoni lo utilizzerà . In alcuni frangenti, non è da escludere il suo utilizzo da guardia con Randolph in ala piccola ed Amare da quattro; un quintetto altissimo e veloce con enormi potenzialità in attacco ma decisamente migliorabile in difesa.
È pur vero che il Gallo è migliorato anche in questo fondamentale, a suon di prestazioni convincenti; Carmelo Anthony ne sa qualcosa. Nonostante i miglioramenti Danilo ha ancora da lavorare. A mio parere dovrà cercare di aumentare la sua efficacia a rimabalzo, soprattutto correggendo la sua tendenza ad uscire dall'area ed andare solo sui rimbalzi lunghi.
Il trio arrivato da Golden State è un interessante mix di talento e di incognite. Il pezzo forte è Randolph nel quale i Knicks vedono un potenziale all star.
L'ex lungo di Louisiana State è un mancino alto e veloce con un potenziale tutto da scoprire e mai pienamente dimostrato nelle due stagioni passate nella baia di San francisco. Walsh crede molto nel giovane lungo sul quale aveva fatto un pensierino al draft di due anni or sono.
Donnie è convinto che il ragazzo abbia mezzi fisici e tecnici che vanno ben oltre i 9.2 punti e 6 rimbalzi di media che ha finora in carriera. Il campo dirà se Randolph è stato finora frenato solo dalle alchimie di don Nelson oppure se effettivamente è uno di quei giocatori talentuosi ma incompiuti; in tal caso i Knicks non sono esposti con un contrattone avendo una team option per la stagione successiva.
Certo guardando gli highlights su youtube si capisce subito che Randolph porta in dote ai Knicks quello di cui hanno bisogno come il pane, atletismo, rimbalzi e uno stoppatore di primo livello, fondamentale in cui i newyorkesi sono risultati essere gli ultimi nella scorsa stagione.
Anthony è un cantiere aperto.
È ancora grezzo tecnicamente ed abbastanza limitato in attacco, tuttavia ha enormi margini di sviluppo, notevoli mezzi atletici, ed aspetto non indifferente 22 anni. Se le cose andranno come auspica il front office dei Knicks il giovane lungo potrebbe essere il vero steal della trade con Golden State.
Nel ruolo di centro New York ha scommesso su un giovane russo, Timofey Mogzov, che ha ben figurato nei recenti mondiali turchi, e che potrebbee avere subito a disposizione minuti in quintetto.
Per avere il russo i Knicks hanno deciso di non tratterenere Earl Barron, che aveva ben figuarto nello scorso finale di stagione.
Eddie Curry rappresenta un asset non indifferente quest'anno visto il suo contarttone in scadenza. Probabilmente non vedrà il campo, tuttavia il suo "peso" in una possibile trade, magari a febbraio, non è trascurabile.
Se il reparto lunghi ed esterni è pressochè completato, il reparto guardie è un work in progress.
È risaputo che Wilson Chandler non ha un raggio di tiro degno di una buona guardia NBA, motivo per cui New York ha cercato di scambiare l'ala con Rudy Fernandez in rotta con Portland. Non se ne è fatto null aperchè Portland chiedeva una prima scelta, ed i Knicks hanno subito chiuso il discorso.
Chandler è più un ala piccola, sia per caratteristiche che per la capacità di aggredire il ferro, tuttavia potrebbe fare un ulteriore salto di qualità a patto che metta in carniere delle percentuali decenti dall'arco. Molto dipende dal lavoro fatto in estate dopo la caduta di stile dell'arresto per possesso di marijuana lo scorso giugno.
Toney Douglas ha lavorato tantissimo in estate; dopo un buon finale di stagione vuole entrare stabilmente nelle rotazioni di D'Antoni. È il miglior difensore della squadra, ed è migliorato al tiro, fondamentale sul quale ha lavorato parecchio in estate. Potrà dare respiro a Felton, regalando minuti sia da point che all'occasione da shooting guard.
Azubuike dovrebbe essere la guardia titolare, ma a pochi giorni dall'inzio del training camp permangono ancora seri dubbi circa il suo effettivo recupero dall'infortunio. Qualora non fosse disponibile per la stagione, i Knicks perderebbero un giocatore atletico, versatile e con un buon tiro, caratteristiche molto adatte al gioco di coach D'Antoni.
Non è da escludere che New York possa cercare di reperire sul mercato una guardia, con il nome di Fernandez sempre in cima alla lista, a patto di non dover sborsare cifre folli o scelte future.
Nel caso in cui non arrivi nessuno si cercherà di continuare con quanto c'è ad oggi a roster, in attesa di un compelto recupero di Azubuike, e magari con un Chandler meno role player e più incisivo nel ruolo.
Il draft è figlio delle cattive scelte degli anni scorsi, che hanno tolto ai Knicks la possibilità di scegliere al primo giro (per buona pace degli Utah Jazz). Si è cercato di rimediare al secondo giro scegliendo prima Andy Rautins e poi Landry Fields. Rautins era probabilmente il miglior tiratore presente al draft, dote che potrebbe far molto comodo ai Knicks. Fields è un ala piccola potente che al college aveva punti e rimbalzi nelle mani, tuttavia entrambi sono entrambi da verificare.
Dal draft è arrivato via Milwaukee anche Jerome Jordan, centro acerbo che per la prossima stagione andrà in Europa a farsi le ossa.
I Knicks si sono indubbiamente rinforzati, ma stesso discorso vale per l'Eastern Conference. In vista della prossima stagione, quindi occorrerà lottare per portare finalmente la squadra ai play off facendo crescere i giovani e creare le basi per un futuro ancora più roseo.
A chi ha tempo suggerisco di leggere la bella preview di Mike Kurylo su Knickerblogger o in alternativa le preview sulla Atlantic division di altri blogger americani
Una riflessione conclusiva.
Lo scorso anno scrivevo nella preview dei Knicks: "Risparmiare oggi per avere più spazio possibile il prossimo anno. Basterà ?". La risposta è no.
New York ed i Knicks devono mettersi in testa un paio di concetti. Non basta il nome della città o del team per attrarre i migliori giocatori NBA, il caso Lebron insegna. Quindi anziché parlare di mecca del basket, si deve cercare di costruire un team vincente, allora si che la gente vorrà giocare a New York.
In caso contrario il rischio è quello di sentir parlare di gente come Carmelo Anthony, Chris Paul, e non ultimo Kevin Durant con i Knicks al centro dei loro pensieri. Walsh l'ha capito e sta creando un team giovane e futuribile proprio in questa direzione.
Ultimo ma non meno importante, i Knicks attuali non possono competere con altri team in termini di scambi per il semplice motivo che non hanno prime scelte da offrire.
Un ulteriore considerazione è questa, se io fossi Melo o Paul verrei in una squadra che per avermi debba cedere i suoi migliori giocatori (Gallo in primis), uhm qualche dubbio mi sorgerebbe. Quindi rimboccarsi le maniche, sudare, vincere ed andare ai play off, allora forse New York sarà si appetibile per i migliori talenti della lega.
Detto questo fa piacere notare che la caratteristica principale che contraddistingue i Knicks attuali è la giovane età dei componenti del roster, frutto dell'operazione di svecchiamento perpetrata da Walsh. Un segnale chiaro di voler investire sul futuro, non solo sul mercato dei free agent.
Il mercato non è stato quello che ci si attendeva, ma la dirigenza si è comportata in modo intelligente e lungimirante senza scelte populiste alla Isiah Thomas.
Ad oggi New York è solo una buona squadra, giovane e futuribile, e soprattutto con spazio salariale anche per le prossime stagioni. Si può solo migliorare passo passo, in attesa di nuovi campioni, e di poter competere un giorno per l'anello.