L'estate ha portato rinforzi per Wade, e soldi per JJ…
Dopo quasi due mesi dall'inizio della Free Agency più scoppiettante degli ultimi anni, è giunto il momento di tirare le prime somme su promossi o bocciati del mercato estivo NBA, ovviamente basandoci sulla cosa più sbagliata su cui fare le classifiche, cioè sulla carta.
Ma come per il mondo pallonaro, anche la lega cestistica più famosa del mondo vive il momento dell'attesa da ombrellone, per cui proviamo a vedere chi esce vincente e chi perdente dal giochino tra le 30 franchigie NBA.
Promossi
Miami Heat: ovviamente Miami è stata la vera vincitrice di questa post season. Alla riconferma di Wade hanno fatto seguire le firme di LeBron James e Chris Bosh, andando a formare quello che è probabilmente il miglior trio di stelle dell'intera lega. E se con i contratti dei tre i dubbi legittimi erano legati al cast di supporto, anche questi sono stati prontamente fugati.
A cifre più che ragionevoli è stato infatti rifirmato il capitano, Udonis Haslem, che darà la solita sostanza sotto i tabelloni e potrà usufruire degli spazi lasciati dai Big Three. Con la MLE è stato preso Mike Miller, un po' in fase calante nelle ultime stagioni ma che nel contesto giusto può essere un'addizione letale, grazie alla capacità nel tiro da fuori e alle sue doti di passatore.
A dare il cambio agli esterni è tornato, dopo un lungo peregrinare per la lega con anche un anello vinto in quel di Boston, Eddie House, che Thibodeau ha saputo disciplinare in difesa e che può far male con le sue bombe sugli scarichi.
Sotto canestro si è andati sulla quantità e sulla qualità di alcuni veterani come Ilgauskas e Juwan Howard che magari non avrano più un ruolo da protagonisti, ma che per qualche minuto possono dare quel che Joel Anthony, centro difensivo rifirmato in estate, non è in grado di dare offensivamente. Di più, davvero, non si poteva fare.
Atlanta Hawks: sugli Hawks ci potrebbero essere pareri discordanti. Dare 119 milioni in 6 anni a Joe Johnson è una mossa che fa storcere il naso a molti. Però non si considera il fatto che in alcuni casi devi sovrapagare dei giocatori per poter rimanere competitivo.
Se JJ non avesse rifirmato con Atlanta, gli Hawks sarebbero rimasti con un pugno di mosche in mano, non avendo sufficiente spazio a cap e l'appeal necessario per firmare una stella della stessa grandezza o giocatori di complemento più utili a fare il passo in avanti che tutti attendono.
L'ex Suns oltretutto è fondamentale perchè l'unico Hawks a cui poter affidare il pallone continuativamente nei momenti caldi della gara (Crawford permettendo). Gli Hawks erano un'ottima squadra la scorsa stagione, allenata male.
Ora con il cambio di panchina e la conferma della propria stella si cercherà di fare qualcosa in più provando a dare continuità alla crescita avuta negli ultimi 5 anni. Se economicamente quindi escono sconfitti, tecnicamente possono vincere la propria sfida.
Chicago Bulls: la tentazione di metterli fra i bocciati c'era. Soprattutto perchè ad un certo punto pareva che Wade potesse davvero lasciare Miami per andare nella sua città natale e portarsi Bosh con lui.
Dopo The Decision però, i Bulls non si sono lasciati prendere dallo scoramento e hanno iniziato a cercare i giocatori di cui avevano bisogno.
Certo, per provare a prendere una delle star i Bulls hanno dovuto cedere un pezzo di storia della franchigia come Hinrich (suoi diversi record di team) e giovani interessanti come Thomas, però hanno finalmente trovato il lungo con gioco in post che cercavano mettendo sotto contratto Carlos Boozer e un tiratore da tre puro che mancava lo scorso anno prendendo Korver.
Ad aggiungere atletismo tra gli esterni è anche arrivato Brewer, che sarà la guardia titolare e sotto a dare una mano a Noah e Boozer ci sarà il positivo Gibson della scorsa stagione e il veterano Kurt Thomas, reduce da ottimi playoff con i Bucks.
Per questo, nonostante le aspettative per la post season fossero migliori, la squadra sulla carta è migliorata rispetto all'anno scorso, e ad allenarla è arrivata quel mago della difesa di Thibodeau che potrebbe essere un ottimo coach.
Los Angeles Lakers: i Lakers partono da una posizione di vantaggio. Sono i campioni in carica e ancora la squadra da battere. Se ne è andato Jordan Farmar, che a dirla tutta non ha avuto un ruolo fondamentale nella scorsa stagione. A rimpiazzarlo è arrivato Steve Blake, preso con un onestissimo contratto da 4 Milioni annui che può davvero dire la sua nella triangolo di coach Jackson.
A puntellare il reparto lunghi è arrivato Ratliff, che per pochi minuti può ancora essere parecchio utile in difesa. L'acquisto più utile però potrebbe rivelarsi Matt Barnes, che con il suo atletismo e le sue braccia lunghe può cambiare i posti di 3 e 4 e dare una grossa mano ad Artest soprattutto in marcatura su James in un'ipotetica finale.
La ciliegina è stata la riconferma di Fisher, che ha preferito rimanere a LA piuttosto che accettare altre offerte. Il venerabile pesce, come l'anno scorso, nei playoff può davvero spaccare una partita. Oltre a confermarsi, il management dei lacustri è riuscita a migliorarsi, impresa non così semplice.
Phoenix Suns: l'anno scorso i Suns hanno giocato un'ottima stagione e dei signori playoff, mostrando come avessero una panchina di altissimo livello. Da quella panchina adesso sono partiti Amundson e Barbosa, ma sono arrivati Turkoglu, Childress e Warrick.
Probabile che Hill parta dalla panchina e che in quintetto vada Brother Hedo, migliorando così il quintetto e la panchina in un colpo solo potendo sfruttare Hill per meno tempo rispetto alla scorsa stagione. Childress è una buona presa, anche se il tiro è, per usare un eufemismo, parecchio ondivago.
Interessantissima però la struttura con Nash e due ali che sanno giocare molto bene palla in mano e passarla come il turco e l'ex Duke. Se Gentry saprà confermarsi come un buon allenatore, i Suns potrebbero addirittura aver migliorato la loro posizione e dare parecchio fastidio ad Ovest.
Indiana Pacers: poca manovrabilità sul mercato per Bird, che però ha saputo fare le scelte giuste, cedendo Murphy e il suo contratto e prendendosi in cambio un giocatore di complemento importante come Posey, chiamato al riscatto dopo un paio di stagioni non ottime e soprattutto uno dei migliori giovani della scorsa stagione, Collison. Quest'ultimo insieme a Granger potrebbe davvero essere un'ottima base di partenza per il futuro. La ricostruzione è iniziata.
Milwaukee Bucks: dopo la sorpresa che hanno destato lo scorso anno portando Atlanta a Gara7 nel primo turno dei playoff, i Bucks hanno provato a migliorare la squadra, riuscendoci.
Partiti StackHouse e Kurt Thomas sono arrivati Gooden e Maggette, e ci sarà il recupero di Bogut, assente sul finale dello scorso anno. L'est è diventato molto competitivo, ma la squadra di Skiles dovrebbe essere in grado di dar fastidio a molti.
Oklahoma City Thunder: l'unica mossa da fare è stata fatta. Rifirmare Durant e legarlo per molti anni alla franchigia. Il cap dal prossimo anno è sufficientemente scarico per rifirmare Jeff Green e provare a fare qualche mossa, ma già il fatto di non farsi prendere dalla frenesia e migliorare un passo alla volta è più che positivo.
San Antonio Spurs: oltre alle solite buone pesche al draft, il mercato degli speroni è stato oculato. Si è rifirmato Jefferson spalmando il suo vecchio contratto su più stagioni, sperando in una sua rinascita, ma soprattutto dall'Europa è stato fatto arrivare Splitter, che può davvero essere un aggiunta di valore per Popovich. La carta d'identità di Tim Duncan è nemica dei texani, ma anche qui era difficile fare meglio quest'estate.
Bocciati
Cleveland Cavs: più che sconfitti i Cavs escono devastati da quest'estate. L'uomo su cui un'intera città aveva fatto affidamento li ha salutati in diretta tv nazionale, mostrando poca riconoscenza verso un pubblico che lo ha amato per 7 stagioni.
Dopo essersi riempiti il cap per dare a James giocatori di supporto in grado di lottare per l'anello, ora non hanno modo di fare movimenti significativi e dovranno ancora pagare per anni giocatori che spostano poco come Williams e Jamison.
Oltre al prescelto sono partiti Shaq e Ilgauskas, quest'ultimo all'ultimo assalto all'anello a Miami. E' arrivato Session che farà giocare qualche minuto da guardia a Mo Williams, e il confronto con le partenze rimane impietoso. Da squadra in grado di lottare per l'anello a squadra che rimarrà presumibilmente nei bassifondi della classifica, la sconfitta è netta. Nonostante i propositi bellicosi del proprietario Gilbert.
New Jersey Nets: chissà cosa penserà Prokhorov in questo momento. Il russo era entrato nell'NBA con la chiara intenzione di elargire quantità di rubli esagerate alle star che avessero voluto giocare per lui, salvo poi vedersi rifiutare gli approcci da quasi tutti i giocatori contattati e accontentarsi di movimenti di giocatori di seconda fascia come Travis Outlaw e Jordan Farmar o giocatori in scadenza come Murphy, arrivato in una serie di scambi che ha visto partire Courtney Lee.
Prevedibile più spazio in quintetto per Terrence Williams dunque anche se il reparto esterni pare sovraffollato di giocatori non eccezionali, a parte Harris che però è chiamato alla definitiva consacrazione. Nella speranza che Favors mantenga le aspettative la squadra è leggermente migliorata rispetto alla scorsa stagione, che però è stata disastrosa.
A tirar le somme, considerando le aspettative e il punto (basso) da cui si partiva, si è fatto davvero troppo poco al momento in questa postseason.
Minnesota Timberwolves: di per sè gli arrivi non sarebbero nemmeno da considerare così negativamente, a parte il contratto quadriennale fatto firmare a una bomba a orologeria come Darko Milicic. Beasley potrebbe prima o poi sfondare lontano dalle tentazioni di Miami, Pekovic è un lungo che in NBA potrebbe far bene ed è stato fatto arrivare dopo averlo lasciato maturare in Europa, Martell Webster nel giusto contesto è un'addizione interessante con un contratto non troppo elevato ed ancora giovane, Delonte West un esterno che comunque in NBA ha dimostrato di saperci stare. Il problema rimane il progetto, o meglio, la mancanza di un progetto su cui puntare con decisione. Session firmato l'anno scorso ha già fatto le valigie.
Jefferson, con tutte le incertezze nel suo rendimento, era un giocatore importante per la squadra e su cui i Wolves parevano puntare ed è stato ceduto. Insomma, pare che Kahn, anche quest'anno abbia navigato un po' troppo a vista e la rinascita sia ancora decisamente lontana.
Toronto Raptors: la patria dei due italiani è diventata la patria di un solo italiano. Belinelli ha infatti salutato la compagnia ed è stato mandato a New Orleans per Julian Wright, giocatore ancora giovane che non è ancora esploso ma che ha un ottimo potenziale.
La squadra si è rinnovata, soprattutto a causa della partenza di Chris Bosh in direzione Miami. Oltre a Bosh dopo un solo anno è partito anche Turkoglu, mandato a Phoenix forse un po' troppo in fretta ma ormai in rotta con la franchigia canadese.
Con l'arrivo di Barbosa, Linas Kleiza e David Andersen i Raptors aumentano la loro anima FIBA, cosa che a questo punto potrebbe andare bene se si prendesse anche un coach con quel tipo di ottica. La rifirma di Amir Johnson a cifre che paiono un po' troppo alte rimane un'incognita, come la tenuta di Barbosa in netto declino da un paio di stagioni a queste parti.
La lotteria pare davvero ad un passo e non sarà certo, purtroppo, Bargnani a far fare a Toronto una stagione sopra le aspettative. Con la partenza di Bosh c'era da fare una scelta di tipo tecnico che non è stata fatta, Colangelo quindi bocciato quest'estate.
Charlotte Bobcats: alla squadra di quest'anno mancheranno Felton e Chandler, ovvero l'asse play-centro titolare. A sostituirli il solo Dampier, che però è un money saving che cammina, letteralmente, per il campo. La bravura di Brown è indubbia, ma qui per riacciuffare i playoff servirebbe davvero un miracolo.
Detroit Pistons: dopo la deludente stagione passata, si pensava che Dumars creasse un pacchetto con Hamilton o Prince per provare a cambiare qualcosa all'interno del roster.
Invece l'immobilismo è stato totale e l'unico arrivo, Tracy Mc Grady, è un campione con grosse incognite sulla condizione fisica e non più in grado di spostare come anni fa. La mediocrità in cui è ricaduta la franchigia in questi anni pare debba continuare anche nella stagione che sta per arrivare.
Houston Rockets: la conferma di Scola era pressochè obbligata, e con Yao ancora alle prese con l'infortunio c'era la necessità di prendere un lungo da mettere sotto le plance.
Non si capisce però il motivo per cui Houston sia andata a prendere Brad Miller cedendo Ariza, giovane che aveva fatto molto bene lo scorso anno, soprattutto nella prima parte di stagione, che non ha un contratto eccessivo. Miller potrà giocare bene nell'attacco dei Texani avendo buone mani ed essendo anche un buon passatore, ma liberarsi a cuor leggero di Ariza pur rimpiazzandolo con un altro giovane interessante come Courtney Lee è una scelta francamente mal consigliata.
Los Angeles Clippers: i Clippers non si sono mossi in questa postseason, e questa è stata già una sconfitta, perchè con lo spazio a disposizione sul cap avrebbero potuto tentare l'assalto ad una stella per fare un gran passo avanti.
Invece Sterling non ci ha nemmeno pensato ad andare a bussare alla porta di qualche FA, accontentandosi di attendere Griffin, fermo ai box tutta la scorsa stagione per infortunio. Con Griffin il passo in avanti potrebbe esserci comunque, ma si poteva decisamente fare di più. Come giudicarli allora?!? Male.. sono i Clippers!
New Orleans Hornets: presi dal panico dopo le dichiarazioni di Paul di volersene andare, gli Hornets hanno cercato di muoversi per dare qualche nuovo scudiero da dare al loro uomo franchigia. Hanno preso Ariza e Belinelli cedendo Posey, Julian Wright e Collison, ovvero l'unico campione NBA in squadra e 2 giovani molto interessanti.
Saranno riusciti a convincere Chris a voler rimanere? Forse per 3 mesi si, ma la squadra è lungi dall'essere competitiva, per buona pace del nostro Belinelli.
Portland Trail Blazers: francamente non si capisce l'estate di Portland. Lasciato andare il GM (prima mossa dubbia), si è pensato a sfoltire l'organico, lasciando partire Webster, Outlaw e Blake. In entrata di giocatori pronti da subito c'è Wesley Matthews, autore di buone prove con Uta lo scorso anno ma atteso alla riconferma.
Possibili più minuti per Bayless e un rilancio di Fernandez, sempre inserito in rumors che lo danno partente. Oden è sempre l'uomo più atteso, ma due anni fa si parlava di loro come dominatori del decennio appena iniziato, ma sembrano francamente lontani dall'essere contender.
Sacramento Kings: la mossa di cedere Hawes e Nocioni per prendersi Dalembert pare più essere fatta da un commercialista che da un GM NBA, anche se è stata fatta per dare più libertà a Thompson e al rookie Cousins. Il reparto esterni, oltre a Evans avrebbe avuto bisogno di un innesto di valore che non è arrivato. Altra stagione con più ombre che luci all'orizzonte.
Rimandati
Boston Celtics: Boston aveva 2 possibilità in questa off season.
Iniziare la ricostruzione lasciando andare Ray Allen e anche il proprio capitano Paul Pierce (che era uscito dal contratto) oppure riprovare ad aggiungere qualche tassello per l'ultimo assalto all'anello.
Si è andati con la seconda possibilità , rifirmando sia Allen a 10 milioni all'anno per 2 anni, sia Paul Pierce a cui è stato riconosciuto il ruolo avuto all'interno della franchigia mediante un contratto quadriennale da quasi 15 milioni di media.
Per poter quindi competere con Los Angeles, che l'anno scorso ha sconfitto i verdi in gara7 di finale, è stato puntellato il reparto lunghi, aggiungendo due veterani come Jermaine e Shaquille O'Neal. Entrambi nella fase calante della loro carriera, possono dare un sostanziale aiuto dove Boston ha sofferto di più durante le Finals, sotto i tabelloni.
Dovranno però non far rimpiangere il vecchio Rasheed Wallace, ritiratosi in estate, che aveva dato parecchio filo da torcere a Gasol e soci in primavera. Oltre a Sheed i Celtics dovranno fare a meno anche di Tony Allen, ovvero il difensore sugli esterni più competente che c'era a roster.
Allen sarà sostituito difensivamente da Marquis Daniels, confermato in squadra dopo aver fatto solo qualche comparsata la scorsa stagione e da Von Wafer, che dovrà invece produrre punti veloci dalla panchina insieme al rifirmato Nate Robinson. Le defezioni rispetto alla scorsa stagione, l'età che avanza e l'addio a Tom Thibodeau, mago della difesa, farebbero pendere la bilancia sul segno meno, ma il detto never underestimate the heart of a champion associato ai Celtics e agli O'Neal fanno riportare l'ago in parità .
New York Knicks: i grandi delusi di questo mercato sono i Knicks, senza dubbio.
Da 2 anni si faceva un gran parlare non solo dell'arrivo di James nella grande mela, ma addirittura di come avrebbero giocato i Knicks e chi gli avrebbero messo accanto.
Il suo approdo a Miami è stata quindi una sonora sconfitta per Walsh e D'Antoni che però non si sono persi d'animo e non hanno commesso l'errore di firmare qualcuno strapagandolo per accontentare una piazza.
E' stato preso Stoudemire, che tra tutti i lunghi della lega è quello che più si addice al gioco di D'Antoni e gli è stato messo vicino Felton con un contratto biennale basso che non uccide il cap.
Sono stati presi giovani interessanti come Azubuike e soprattutto Randolph da Golden State che possono tornare utili in futuro e hanno contratti bassi o in scadenza. E' stato fatto in modo di avere spazio a cap sia per la prossima estate, quando si libererebbe Carmelo Anthony, sia per quella 2012, quando sul mercato FA ci sarà Chris Paul.
E proprio di loro due si parla in ottica Knicks pre il futuro, con un'enfasi simile (sinistramente) a quella di James in questa stagione. Sospendiamo quindi il giudizio sui Knicks e riprendiamolo quando verranno mosse altre pedine sul mercato.
Dallas Mavs: Cuban non era atteso a grandi manovre quest'estate, dato il poco spazio di manorabilità all'interno del cap. Però da un presidente così vulcanico ci si aspetta sempre qualcosa. E puntualmente qualcosa è stato fatto, a partire dal rinnovo di Nowitzki, uscito dal contratto e rifirmato per altri 4 anni al massimo salariale.
Lasciato partire il centro Dampier. che aveva un contratto non completamente garantito, è arrivato Tyson Chandler da Charlotte, centro difensivo che può far comodo e all'ultimo anno di contratto. Sulla carta la squadra rimane ottima, ma bisognerà vedere se non si incaglierà contro gli scogli dei playoff su cui si è più volte abbattuta gli scorsi anni.
Denver Nuggets: aAl roster dello scorso anno è stato aggiunto Al Harrington, in arrivo da NY. Giocatore con punti nelle mani farà presumibilmente parte della second unit, e insieme a JR Smith promette momenti di pallacanestro individuale all'ennesima potenza.
Con la conferma del Birdman Andersen però anche la metacampo difensiva ritrova un elemento importante. La vera mossa però sarebbe il ritorno in panchina di coach Karl dopo la malattia, sia perchè significherebbe la completa guarigione, sia perchè si è dimostrato uno dei pochi in grado di tenere insieme lo spogliatoio.
Golden State Warriors: la franchigia quest'estate ha fatto parecchi movimenti, cedendo un giovane interessante come Randolph e prendendo sostanzialmente in cambio David Lee, firmato però a 13 milioni di media per 6 anni, rendendolo quindi un contratto potenzialmente inscambiabile.
Se però il secondo anno Curry giocherà sui livelli dello scorso anno e se Monta Ellis migliorerà ulteriormente il suo rendimento, i playoff potrebbero essere un obiettivo centrabile, sempre che Don Nelson non intenda dare un'altra impronta, di quelle che dopo il 2006 e la vittoria al primo turno contro Dallas sono diventate più deleterie che geniali.
Memphis Grizzlies: hanno strapagato Rudy Gay per poterlo tenere in squadra, hanno aggiunto Tony Allen, che può dare difesa e quel che resta del suo atletismo, ma la sensazione è che in panchina sotto canestro siano ancora troppo lontani dall'essere squadra da playoff, soprattutto se si considera che potrebbe aver minuti Thabeet, il vero enigma di due draft orsono.
Se Mayo e Randolph reggono, però, potrebbero fare bene come lo scorso anno.
Orlando Magic: dopo la delusione dello scorso anno Otis Thorpe ha provato a cambiare offrendo in giro Carter e cercando di prendere Chris Paul. La mossa non è riuscita, e si sono dovute fare altri tipo di scelta. Orlando ha pareggiato l'offerta di Chicago per Redick e l'ha ripreso con se. La partenza di Matt Barnes è stata surrogata con la firma di Richardson, giocatore differente che però è un buon difensore e ancor più valido tiratore da oltre l'arco.
Oltre la rifirma di Jason Williams da New York è arrivato Duhon, che può dare minuti di pausa a Nelson. Piccoli aggiustamenti, ma la squadra già era buona. Ci sarebbe da mettere a posto la testa e il ruolo di Howard in attacco nei playoff però.
Philadelphia 76ers: mancavano dei tiratori ed è stato preso Kapono. Sotto si è dato via Dalembert all'ultimo anno di un contratto esagerato e sono arrivati Nocioni e Hawes da Sacramento, anche per dare un'opzione ai momenti in cui Brand non è fisicamente al top. Nonostante le incognite Phila sembra sempre una squadra che con tutti i se al posto giusto può puntare ai playoff, c'è però bisogno che Brand riprenda a giocare in modo convincente.
Utah Jazz: borderline tra un mercato positivo e uno in bilico, hanno lasciato andare via Boozer, da troppo tempo insofferente nello stato dei mormoni ed è arrivato Jefferson, gran giocatore di post, giovane, che può giocare sia con Millsap che con Okur. In difesa cambia poco, Sloan avrà i suoi bei mal di pancia con Al come li aveva con Carlos, però se riesce a mettere in riga l'ex T- Wolves il passo in avanti potrebbe esserci.
Tra gli esterni arriva Bell, giocatore che pare fatto dal sarto per giocare con Sloan. E attenzione a Hayward…
Wahington Wizards: Arenas dovrebbe rientrare, Blatche si deve confermare, è stato rifirmato Josh Howard e sono arrivati Hinrich, Thornton e la prima scelta Wall. Posto che Arenas potrebbe ancora partire la squadra è comunque molto interessante, anche se le incognite sono talmente tante che sbilanciarsi sulla loro stagione è impresa troppo ardita per chi scrive.
Certo è che sul mercato i Wizard hanno fatto quello che era necessario fare per mettere Wall in condizioni di fare molto bene già dalla prossima stagione.