Brad Miller ricoprirà un ruolo molto delicato per Houston, quello del centro di riserva
La grande estate è passata. E' passata nonostante l'evidente montatura mediatica, al limite del vergognoso, che ha fatto passare l'agognata Summer 2010 come il più grande periodo di free agency mai esistito nella storia del gioco (la nostra memoria ci dice pur sempre che i titoli si vincono in qualche momento di giugno, non dopo - ndr).
Si sapeva che i Rockets, pur tentando qualche colpo qua e là , non sarebbero stati tra i protagonisti di tutti questi accordi raggiunti attraverso cene e dichiarazioni più o meno velate al limite del tampering, e si sapeva anche che Daryl Morey non avrebbe scialacquato inutilmente il poco denaro a disposizione della franchigia per effettuare scelte di cui si sarebbe potuto pentire tra un paio di stagioni.
Ma Houston, che le sue mosse le aveva già effettuate sapendo che non sarebbe arrivata ad alcuna superstar di questi periodi, non esce affatto sconfitta da tutta la serie di movimenti che ha visto comporsi la triade di South Beach, anche se un terzo di quel nucleo era stato corteggiato come da previsioni. Chris Bosh, texano di nascita, aveva infatti ricevuto una calorosa visita da parte delle rappresentanze della squadra, seguita da pullman di tifosi che l'avevano incoraggiato a vestire la maglia bianca e rossa, per aprire assieme un nuovo ciclo vincente che potesse vedere la presenza fissa del club ai playoffs, ovvero quell'obbiettivo che per un soffio è stato mancato nel campionato scorso, quando era stato chiaro che il cuore non era riuscito a sopperire alla mancanza di talento.
Houston ha utilizzato un approccio diverso, pensando a quanto aveva costruito in precedenza e conoscendo l'importanza del tenere il nucleo compatto, e la sua free agency l'ha conseguentemente gestita anzitutto confermando due elementi di importanza capitale, Luis Scola e Kyle Lowry.
Luisito era il primo bersaglio nel mirino della dirigenza, per il contesto di squadra e per il contributo che dal suo arrivo l'argentino ha saputo dare, era senza dubbio più importante rifirmare lui che non andare in cerca di soluzioni alternative anche se queste avrebbero ipoteticamente comportato un aumento del tasso di talento a roster. Il rinnovo era quindi sostanzialmente d'obbligo dopo un'annata in netto crescendo soprattutto dal punto di vista realizzativo, dove Scola è spesso e volentieri risultato essere il top scorer di squadra e la principale minaccia fronte al canestro, senza mai far diminuire la qualità in fase di cattura dei rimbalzi da ambo i lati del campo.
Per Lowry, restricted free agent come Scola, c'era stato l'interesse dei Cleveland Cavs, la cui offerta è stata pareggiata con tempismo da Morey, riuscendo così a trattenere un elemento rivelatosi un sesto uomo determinante per cambiare i ritmi della partita forzando adeguamenti difensivi all'avversario, ma anche un giocatore pienamente in grado di dividere il backcourt con un altro piccolo come Aaron Brooks, ed infine fondamentale per la difesa, dove l'alto numero di sfondamenti presi è stato un importante elemento statistico.
Sistemato quanto di già esistente, bisognava poi rivolgere le attenzioni verso un ruolo come quello del centro, che ha patito oltremisura l'assenza di Yao Ming per tutta la stagione scorsa ed è stato di negativo impatto per la corsa ai playoffs, nella quale i Rockets hanno spesso perso partite importanti anche con avversarie divisionali a causa del loro roster privo di centimetri ed intimidazione.
Ming rientrerà senza fretta anche se le ultime speculazioni lo vorrebbero pronto per l'inizio del training camp, ma è fin troppo intuibile (e logico - ndr) che il rientro del cinese non verrà né forzato e né velocizzato più del dovuto, perché un altro infortunio a quel piede, come si legge in queste ore, potrebbe addirittura far decidere a Yao di ritirarsi definitivamente.
Nell'attesa di sapere se il suo recupero potrà essere simile a quello di Ilgauskas anni addietro, Morey si è premunito piazzando per un triennio in spogliatoio un giocatore di sicuro impatto come Brad Miller, centro finalmente vero e proprio, che conosce molto bene il sistema di gioco di Rick Adelman avendo già praticato la Princeton offense a Sacramento, dove giocava con un altro Rocket, Kevin Martin. Miller sulla carta dovrebbe far parte del secondo quintetto, ma sarà lui ad essere lo starter alla prima serata di campionato, visto lo status abbondantemente incerto di Ming , con il quale si alternerà in campo strada facendo aggiungendo una nuova dimensione all'attacco di Houston, che predilige la presenza dei lunghi che possono tirare con successo da tre punti ed attirare il centro avversario fuori dall'area, liberando eventuali corsie di penetrazione per le guardie.
Nell'estate dei big, i Rockets avevano già un roster profondo, con i cambi adatti a formare una panchina molto interessante, ed uno starting five che al momento vede Brooks e Martin da guardie, un Ariza di diverso approccio mentale e Scola da ali e Yao nel mezzo, con un quintetto di backup comprendente elementi di spessore come Lowry, Battier, Miller, e giovani in rampa di lancio quali il positivo Jordan Hill ed il rookie Patrick Patterson, oltre alla difesa di Jared Jeffries.
David Andersen, la quale annata a Houston non è andata molto bene (5.8 punti di media, tanti errori difensivi), è invece stato spedito a Toronto in cambio di una seconda scelta 2013. Andersen, visti gli arrivi nel reparto lunghi, avrebbe subìto una drastica riduzione di un minutaggio tutt'altro che ricco.
Ad oggi la situazione è questa, e spazi di manovra, a meno di scambi che coinvolgano gli stipendi più alti del roster (Jeffries su tutti), non sembrano esserci almeno fino alla prossima pausa All-Stars, dove Morey potrebbe seriamente pensare di andare in cerca della stella (i Rockets faranno parte del Chris Paul derby? Vedremo") in grado di completare il pieno salto di qualità della squadra, di alzarne le potenzialità per fare strada in postseason, e di completare definitivamente il trapasso dall'era McGrady-Ming, già cominciato nel febbraio scorso, e che mai ha dato i frutti per ottenere i quali era stato composto.
Ed ora, sotto con gli allenamenti!