Pronti a riscrivere la storia?

Rivedremo ancora James e Wade con queste maglie?

Ci sono date che cambiano un epoca.
Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo approdò sullo coste delle Bahamas scoprendo l'America e chiudendo il Medioevo, il 20 luglio 1969 Neil Armstrong compì il piccolo passo per l'uomo e grande passo dell'umanità  toccando il suolo lunare, l'11 settembre gli attenti terroristici alle Torri Gemelle hanno cambiato la percezione mondiale del Terrorismo.

Il 1° luglio 2010, sta alla NBA, come le date sopra citate stanno alla storia dell'umanità . Probabilmente nei prossimi giorni assisteremo a una serie di eventi che può riscrivere la geografia della lega e la sua storia nel prossimo decennio.

Forse solo nel 1996 ci fu un simile fermento nel mercato dei Free Agent NBA.
In quell'estate infatti divennero Free Agent Michael Jordan, Shaquille O'Neal, Larry Johnson, Dikembe Mutombo, Zo Mourning, Juwan Howard, Allan Houston e molti altri.

Lebron James, Dwyane Wade, Chris Bosh, Amar'e Stoudemire, Carlos Boozer, Dirk Nowitzki, Paul Pierce, David Lee, Joe Johnson, Luis Scola, Udonis Haslem sono tra i pezzi pregiati di questo fantastico mercato dei Free Agent.

Di loro e di quest'estate si parla ormai da diversi anni. I maggiori siti specializzati del mondo da settimane non fanno altro che pubblicare le loro classifiche dei top Free Agent disponibili e pure il sito della NBA ha aperto una sezione riguardante la torrida estate che sta per cominciare.

Alcune franchigie, come Miami, New York, Chicago e New Jersey sono 2 anni che fondano le proprie strategie estive sul preservare il più possibile spazio salariale per poter arrivare al talento di uno o più dei giocatori sopra elencati, tralasciando in alcuni casi la competitività  nell'immediato.

L'oggetto dei desideri di ognuna di questa franchigie è ovviamente il prescelto, il giocatore più forte del pianeta, una macchina da soldi indipendentemente dal fatto che sia un fenomeno con la palla in mano, la chiave di volta per il successo di ogni team che riesca a prenderlo (o tenerlo).

LeBron James potrebbe cambiare il destino di ogni franchigia, anche in peggio, qualora dovesse andarsene dalla sua natia Ohio per altri lidi più luccicosi, come New York e Chicago.

New York rappresenta la destinazione naturale: Il re nella capitale del mondo. Solo lì il suo ego, il suo talento, e la sua aurea di leggenda può trovare la piena riuscita in una città  che aspetta a gloria il messia.

L'ipotesi più suggestiva è rappresentata dai Chicago Bulls. Durante la stagione ha espresso il suo desiderio di cambiare il numero di maglia, il 23, che apparteneva a Michael Jordan, e che ogni squadra avrebbe dovuto ritirare in segno di rispetto del più grande di sempre.

Guarda caso il numero 23 di Jordan è appeso da oltre 10 anni sul soffitto dello United Center, e subito gli addetti ai lavori hanno cercato di capire i significati nascosti tra le sue parole. Ma c'è un'altra squadra che non gli potrebbe concedere il numero 23, i Miami Heat, che lo ritirano proprio in onore di Michael Jordan.

Gli Heat hanno le proprie quotazioni in forte ascese e possono recitare un ruolo da outsider nella corsa a James. Il mercato della città  della Florida è in forte crescita ed espansione, le tasse sono irrisorie, il posto è alla moda, il clima favorevole in ogni giorno dell'anno e la prospettiva di giocare assieme al suo amico fraterno Wade e magari anche assieme a Bosh lo attira molto.

In ultima ipotesi James potrebbe decidere di restare a Clevaland, nei Cavs che per 3 anni hanno cercato di costruirgli attorno una squadra che potesse soddisfare la sua fame di vittorie, che lui ha contribuito anche solo con la sua presenza a rendere una contender, dopo che per anni è stata la barzelletta della lega.

I Cavaliers disperati, in questi due anni hanno cercato con ogni mezzo possibile a coccolare James, rinnovando i suoi protetti come Varejo e Gibson, comprando O'Neal e Jamison e ora, dopo la fallimentare uscita dai Playoff contro i Celtics, licenziando Mike Brown e dando il benservito a Danny Ferry, per trasmettere il segnale che loro sono dalla sua parte.

La sensazione di molti è che il suo ciclo ai Cavs sia finito, con una considerevole perdita in termini di immagine e soldi per una città  destinata a ripiombare nell'anonimato.

LeBron James come ogni re che si rispetti, non si muoverà  da casa sua fino alla firma. Saranno i General Manager come i Re Magi ad andare a rendergli omaggio portando in offerta i loro doni.

Dal 1° di luglio riceverà  nella sua villa nell'Ohio in ordine sparso la delegazione di New York, New Jersey del suo amico Jay-Z, di Miami e Chicago. Quando il re sceglierà  la sua nuova dimora, innescherà  inevitabilmente l'effetto domino che porterà  alla firma o conferma degli altri big liberi, come ha anche ammesso Chris Bosh recentemente.

Il fenicottero texano di una cosa è certo, non resterà  a Toronto, che in sede di draft, intuendo le sue intenzioni ha iniziato a ricostruire scegliendo Ed Davis. Il divorzio è inevitabile, e lo stesso Bryan Colangelo ammette la possibilità  non più remota di perdere la sua stella, che sta sfogliando la margherita dei pretendenti.

Le solite Chicago, New York e Miami sono in cima alla sua wish list, come 2° violino alle spalle di James o Wade. Tuttavia Bosh ha l'ambizione di ottenere il massimo salariale e continuare a essere il leader della sua prossima squadra senza dividere la partnership con un'altra stella.

Ecco perché stanno iniziando a spuntare piste alternative che lo vorrebbero di ritorno nel suo Texas, per l'esattezza a Houston, squadra che può soddisfare ogni suo capriccio a livello economico e tecnico tramite una sign & trade con i canadesi.

Ad alcuni infatti non è sfuggita la mossa al draft dei Rockets di scegliere Patrick Patterson, da molti mockato come scelta quasi certa e need di Toronto che poi ha virato sul talento di Davis scivolato fino alla 13esima posizione.

Ma il secondo nome della lista più calda della storia della lega è quello di Dwyane Wade. Wade ha dichiarato per tutto l'anno il suo amore alla città  che ha portato al titolo nel 2006, a patto che gli venisse restituita la possibilità  di competere per l'anello in tempi brevissimi.

Gli stessi tifosi Heat su imbeccata della dirigenza hanno aperto il sito www.wewantwade.com per convincerlo a restare. Ma la minaccia Bulls è sempre in agguato. Wade è di Chicago e da ragazzo ha vissuto nel mito di Jordan, sognando un giorno di rivivere le sue gesta con la casacca dei tori.

Durante la offseason vive a Chicago, dove ha pure comprato una chiesa a sua madre. Nella conferenza stampa dopo gara 5 del primo turno contro i Celtics le sue parole sono state un monito molto importante a Riley e al suo staff "io voglio rimanere a Miami ma voglio anche vincere e valuterò l'offerta migliore che mi darà  la possibilità  di farlo" .

A Miami sono iniziate le grandi mosse per accontentarlo, con la recente cessione della scelta al primo giro del draft e Cook, il taglio di Jones e le voci di trade che coinvolgono Beasley per guadagnare ulteriore spazio salariale.

L'obbiettivo di Pat Riley è evidente e molto ambizioso, di quelli che potrebbe sconvolgere i destini non solo degli Heat ma dell'intera lega: Wade, James e Bosh a Miami.

Durante le finals, in gara 5 era presente a Boston assieme al figlio e non ha voluto parlare del suo futuro glissando con "La priorità  della mia estate non è firmare il nuovo contratto, ma stare vicino ai miei figli" ma lo stesso Wade è molto affascinato da questa prospettiva e recentemente ha attirato non poche critiche il fatto che avesse deciso di riunirsi assieme a suoi amici James e Bosh per discutere appunto la possibilità  di firmare tutti per la solita squadra.

Tuttavia, nell'attesa di ulteriori sviluppi ha pianificato un tour che lo porterà  a prendere contatti con le dirigenze di New York, Chicago e Dallas, che non ha spazio salariale ma che potrebbe far parte delle contendenti, tramite una sign & trade.

Subito dietro a questi tre big, spuntano i nomi di Amar'e Stoudemire e Carlos Boozer. Su di loro, come alternative a Chris Bosh ci sono i Miami Heat in prima battuta.

Entrambi trascorrono la offseason nell'accogliente Florida, dove le tassazione è inesistente ed entrambi considerano Miami come il posto ideale per il proseguo delle loro carriere.

Amar'è nei giorni scorsi si è addirittura sottoposto a una visita media specializzata al ginocchio appunto a Miami, guarda caso nella clinica in cui lo staff lavora anche per gli Heat, scatenando non poche polemiche in merito. Stoudemire in questi giorni sta discutendo il rinnovo con i Suns, e stante anche le dimissioni di Kerr la questione procede un po' ad alti e bassi.

Un giorno riportano di progressi nella trattativa e il giorno dopo smentiscono. I Suns obbiettivamente sono il posto ideale per risaltare il suo gioco, e Nash il giocatore con cui forma una delle coppie più devastanti della lega. Altre situazioni tecniche potrebbero non essere così soddisfacenti.

Su Amar'è comunque non ci sono soli gli Heat, ma la possibilità  di ricongiungersi a D'Antoni nella Grande Mela potrebbe avere il suo fascino, benché in passato ci siano state delle frizioni tra il giovane ed immaturo lungo dei Suns e il baffo.

L'altra sponda di New York i Nets erano da molti additati come possibili pretendenti, ma la scelta al draft di Favors ha smorzato un po' questa pista. Viceversa sono tornati alla ribalta gli Spurs pronti a sferrare un clamoroso colpo: sign & trade di Stoudemire in cambio di Ginobili e altri asset, una voce che era già  circolata lo scorso febbraio.

Per quanto riguarda Boozer, sono almeno tre anni che lancia messaggi d'amore in direzione di Riley, salvo poi fare dietrofront onorando il contratto e i soldi dei Jazz.

Boozer è la terza opzione dichiarata di Riley, perché diversamente da Bosh e Stoudemire ha caratteristiche fisiche che non gli permettono di giocare anche da centro, ma un bagaglio tecnico più ampio e un talento molto più sviluppato.

Boozer può comunque trovare estimatori in altre situazioni, come ai Bulls alla perenne ricerca di una presenza in post basso e ai Pistons con Dumars che ha sempre avuto un debole per l'ex Duke. Sembrano invece poche le chances di vederlo a New York, non fosse solo per la presenza di D'Antoni e uno stile di gioco troppo differente dalle peculiarità  di Boozer.

Joe Johnson può essere la mina vagante del mercato Free Agent, perché una qualsiasi delle squadre che non riuscisse a metter sotto contratto James e Wade ha il dovere di virare le proprie attenzioni sull'ex Hawks.

I Nets sembrano il pole per concedergli il massimo salariale mentre i Bulls sarebbero il contesto tecnico ideale al fianco di Rose, ma occhio anche ai possibili inserimenti di Mavericks e Cavaliers che potrebbero offrire tramite sign & trade materiale interessante agli Hawks.

Nella Free Agency sono entrati di propria iniziativa anche due insospettabili con Paul Pierce e Dirk Nowitzki, con l'intento non tanto di cambiare aria (con le loro posizione saldamente consolidati nei rispettivi team) ma di firmare in calce l'ultimo grande contratto della carriera anticipandosi di un anno per non incorrere in ribassi dovuti al nuovo contratto collettivo.

Entrambi saranno contattati dai team ripetuti più volte in queste righe, ma le probabilità  che lascino rispettivamente Celtics e Mavericks sono molto remote.

Tra i Free Agent di un certo prestigio all'ultimo contratto della carriera di un certo spessore ci sono anche due mostri sacri come Ray Allen e Shaquille O'Neal.

Allen esce da un accordo pluriennale che gli ha fruttato nell'ultima stagione 20 milioni di dollari circa, cifra impossibile da confermare per ogni squadra del sistema solare. Non che non meriti ancora quei soldi, ma l'età  inizia a rallentare il suo fisico (ma non ancora la sua splendida esecuzione di tiro), per cui i Celtics potrebbero anche guardarsi intorno prima di confermarlo a cifre dimezzate a stare larghi.

He Got Game non dovrebbe comunque faticare a trovare altri estimatori in giro per la lega, per spendere con loro gli ultimi anni della sua carriera e le ultime cartucce della sua mitraglia.

Shaquille O'Neal ha 37 anni e diversi acciacchi, ma ha deciso che il suo fisico può reggere ancora un paio di stagioni NBA, e verosimilmente può trovare ancora qualcuno disposto a sborsargli 8 milioni di dollari in 2 anni.

Giungeva voce di un possibile interessamento dei Nets squadra che rappresenta la sua Newark e dei Mavericks, con Mark Cuban che ha sempre visto di buon occhio il sederone di Shaq in mezzo alla sua area non da avversario.

Uno che è uscito dal contratto con l'intento di guadagnare il più possibile a discapito del contesto tecnico cui finirebbe è John Salmons intenzionato a remunerare al massimo la sua esplosione nelle ultime due stagioni.

Finito il giro di top players dal massimo contrattuale, lui sarà  uno dei più ambiti assieme a Rudy Gay che sarà  Restricted Free Agent.

Rudy Gay è sembra braccato dai Wolves, che vorrebbero strapparlo alla concorrenza agguerrita che porta i nomi di Heat, Knicks, Clippers e Nets. Ma l'ultima parola l'avranno i Grizzlies come la restrizione impone.

Appena un gradino sotto la posizione di Raymond Felton, uscito rigenerato dall'ultima stagione NBA sotto Larry Brown e che ambisce a un posto da play titolare un po' in ogni squadra con almeno 7/8 milioni da spendere. Non è escluso che rimanga a Charlotte per dare continuità  alla sua crescita di giocatore.

Inizia poi una lunga sequela di giocatori di medio/alto livello, giocatori di indubbie qualità  e utilità  che mirano al contratto in grado di garantirgli un futuro di alto livello nella lega, a ridosso delle star e come loro complementi.

Udonis Haslem è il capitano degli Heat e la bandiera assieme a Wade, uomo simbolo perché anche nativo di Miami e prodotto dell'università  di Florida. E' impensabile ipotizzare gli Heat senza il suo leader emotivo, e Riley sa ricompensare i suoi pretoriani, anche se ci sarà  da attendere lo sviluppo di alcuni situazioni prima di rifirmare Captain U.

Nel frattempo la società  ha organizzato una festa a sorpresa per il suo compleanno, che ha reso Haslem orgoglioso di essere un Heat. Luis Scola dopo un triennio di spessore ai Rockets ha diverse offerte al vaglio, dai Bulls che qualora non riuscissero a mettere sotto contratto un big nel ruolo di power forward hanno tutto il bisogno dei servigi dell'ex Taugres Vitoria con i suoi spin move spalle a canestro. Josh Howard, Matt Barnes, JJ Reddick, Channing Frye, Brendan Haywood. Larry Hughes, Brad Miller (diretto verso i Magic per fare il back-up di Howard con la probabile partenza di Gortrat), Mike Miller (interessa ai Celtics che vogliono un esterno di talento che esca dal pino), Kyle Korver (cercato da New York), Steve Blake, Tracy McGrady, Al Harrington, Darko Milicic, Jermaine O'Neal, Nate Robinson, Ben Wallace e Hakeem Warrick sono la folta schiera degli altri Free Agent di grido disponibili.

Alcuni di loro potrebbero essere il tassello mancante di una squadra ambiziosa, un innesto importante di una squadra da titolo o giocatori importanti in team che puntano a ricostruire senza troppe pretese.

Le loro quotazioni vanno dalla Mid Level Exception in giù, ma occhio a sottovalutare il loro impatto nel contesto giusto.

Per finire noi vi lasciamo con la nostra TOP 10 dei Free Agent con tanto di quote.

10 – Raymond Felton - 50% Charlotte, 30% New York, 10% Miami, 10% Detroit
9 - Paul Pierce - 80% Boston, 15% Los Angeles Clippers, 5% New York
8 – Rudy Gay - 40% Memphis, 40% Minnesota, 10% Miami, 10% New York
7 - Joe Johnson - 40% New Jersey, 40% Chicago, 20% New York
6 - Carlos Boozer - 30% Miami, 30% Detroit, 20% New York, 20% Utah
5 - Amar'e Stoudemire - 50% Phoenix, 40% Miami, 10% Chicago
4 - Dirk Nowitzki - 70% Dallas, 20% New York, 10% Miami
3 - Chris Bosh - 30% Chicago, 30% New York, 20% Miami, 20% Cleveland
2 - Dwyane Wade - 70% Miami, 20% Chicago, 10% New York
1 - LeBron James - 40% New York, 40% Chicago, 15% Cleveland, 5% Miami

Siete pronti per l'estate più importante della storia della NBA?

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