Crisetta per i Suns di Amare Stoudemire?
Arrivati a metà stagione, dopo 42 partite giocate, ancora non sappiamo chi siano i Phoenix Suns. Sono quelli che hanno preso tutti di sorpresa con il loro folgorante inizio?
Oppure sono quelli che, dopo aver vinto 14 partite su 17, hanno un record di 10 vittorie e 15 sconfitte, di cui quattro consecutive?
Stavolta non vale nemmeno la scusa dei rivali difficili. I Suns, dal nostro ultimo team report, sono stati sconfitti da squadre di medio livello come i Thunder o gli Heat e anche da squadre a dir poco mediocri come i Pacers o i Bobcats. Insomma, la parola crisi non è più un tabù nella Valle del Sole.
"A volte abbiamo giocato molto bene e altre volte abbiamo giocato malissimo. A volte giochiamo bene e malissimo nella stessa partita - dichiarava un frustrato Hill - Ormai mi è difficile capire chi siamo. Credo che gran parte del problema sia mentale".
È possibile che sia così. Almeno spiegherebbe in parte la fatale tendenza a farsi rimontare, che è diventata il male endemico di questa squadra nelle ultime partite. Negli ultimi sette incontri i Suns hanno buttato al vento vantaggi di 20, 18, 13 e 24 punti (due volte). Anche l'altro capitano, Steve Nash, sembra essere dell'opinione di Hill affermando che a inizio stagione la squadra "aveva più fame". Una fame che, secondo il canadese, portava i Suns a "non lasciare nulla al caso e dare tutto dall'inizio alla fine".
Lo stesso Nash, però, sembra considerare un'altra possibilità : "Quello che dobbiamo capire è che non siamo più forti di squadre come i Thunder o i Grizzlies". Traduzione: forse questi Suns non sono così forti come quel 14-3 di inizio stagione sembrava indicare. Forse questa è la squadra mediocre e imprigionata in un limbo che avevamo previsto a fine estate.
Il problema per i Suns è che, Nash e Stoudemire a parte, il resto della squadra sembra aver fatto un passo indietro rispetto ad inizio anno o alle passate stagioni. Hill, dopo un ottimo inizio, sta cominciando a dare segni della sua età ; Barbosa ha dovuto lottare con un paio di infortuni e gioca meno minuti che mai e Frye, una volta che gli avversari hanno imparato a non sottovalutare il suo tiro da tre, non è più lo stesso e le sue debolezze sono più visibili ora che non segna così tante triple.
Perfino Dudley, e la sorpresa dell'anno ed uno dei migliori Suns ad inizio stagione, è stato protagonista di una serie di brutte partite: in otto partite a Gennaio sta segnando 4.1 punti a partita (8.2 di media stagionale), tirando col 36% dal campo e il 23% da tre (le sue percentuali stagionali sono: 45% e 47%).
La situazione non è certo idilliaca se anche il comandante della nave non sa esattamente cosa fare. "Abbiamo pensato a cambiare il quintetto - affermava Gentry - ma non credo sia quello il nostro problema. In fin dei conti è il nostro quintetto che ci porta a vincere di 24 punti. Dovrei cambiarlo?". I numeri sembrerebbero dargli ragione, secondo HoopStats.com, il quintetto dei Suns è il quinto migliore della NBA in quanto a differenza punti.
Nonostante le parole di Gentry, che risalgono al 14 Gennaio, appena dopo la sconfitta ad Indianapolis, giravano sempre più voci su un possibile cambio di centro. Nell'ultima partita, a Memphis, le voci si sono rivelate fondate.
Il coach ha inserito in quintetto Robin Lopez al posto di Frye e Barbosa al posto di Richardson. La promozione di Lopez non è una sopresa, soprattutto dopo la solida prestazione dell'ex Stanford contro gli Hawks (11 punti, 6 rimbalzi e 6 stoppate).
Il problema di dare più minuti a Lopez è che commette falli troppo spesso. Senza andare troppo lontano, proprio ieri notte ne ha collezionati sei in 28 minuti. Robin è attualmente l'ottavo peggiore giocatore della NBA in "falli per 48 minuti" se si considerano solo i giocatori che stanno in campo più di 10 minuti a partita.
L'idea dietro questo possibile cambio è quella di migliorare in fase difensiva, il grande obbiettivo di Gentry: "Dobbiamo migliorare difensivamente quando accumuliamo un grosso vantaggio. È in questi casi che dobbiamo difendere meglio".
Con il roster attuale sembra un miraggio pensare di giocare meglio in difesa, come ha dimostrato la pessima partita a Charlotte, nella quale i Suns sono arrivati a perdere di 31 punti nel secondo quarto 39 punti nel terzo (103-64). La sconfitta è ancora più grave se pensate che la squadra di Larry Brown contro Phoenix ha segnato la bellezza di 33 punti in più della sua media stagionale. Due giorni dopo, Nash e soci hanno concesso altri 125 punti ai Grizzlies.
L'altro titolare sacrificato in panchina è l'incostante Richardson, che non è molto entusiasta del cambio di ruolo: "È ingiusto, ma se è questo che ci vuole per aiutare la squadra a vincere lo farò. Sono un professionista".
Dopo aver raggiunto il punto più basso della stagione con la terribile sconfitta contro i Bobcats è decisamente suonato l'allarme nello spogliatoio dei Suns e l'ambiente ottimista degli inizi è ormai soltanto uno sbiadito ricordo e i Playoff, che prima sembravano una certezza, sono adesso in pericolo. Phoenix è a solo una partita di differenza dalla decima squadra ad Ovest.
"Siamo tornati sulla terra - dichiarava un deluso Nash - Sarà una vera battaglia per arrivare ai playoff. Ce la possiamo fare, ma non è garantito".
Già , i Suns sono tornati sulla terra, la questione è se saranno capaci di rialzarsi e riprendere il volo. Ne hanno bisogno, il prima possibile.