Dirk Nowitzki è tornato decisivo e costante come nell'anno da MVP. Basterà a Dallas per giocarsi il titolo?
La bruciante sconfitta delle Finals 2006 sembrava essere stata assorbita nel migliore dei modi, stimolo per una regular season, quella successiva, chiusa con il miglior record della Lega. Invece l'uscita prematura e inaspettata al primo turno contro i Warriors di coach Don Nelson, che di quei Mavs era stato il creatore, faceva nascere forti dubbi sul futuro di un gruppo incapace di salire l'ultimo gradino. Un'analisi dei Mavs del 2009/10 non può che partire da quel sfortunato biennio.
Il dubbio nato dalla delusione della sconfitta in finale e amplificato dall'uscita al primo turno gettava ombre e perplessità sul leader della squadra, il tedesco Dirk Nowitzki.
L'MVP 2007 è crollato con tutta la squadra contro Nelson, l'allenatore che nei primi anni di carriera lo aveva plasmato e che ne conosceva ogni debolezza. I dubbi su Nowitzki a tre anni di distanza non sono stati dissipati e sempre più spesso si sono avvicendate voci su una sua possibile trade, però mai avvenuta e l'inizio di questa stagione sembra aver segnato un cambiamento di rotta.
Fallito sia il progetto con Nelson e Nash, nemmeno il più difensivista Johnson aveva centrato l'obbiettivo nonostante una squadra tra le più costose della Lega. Harris da playmaker, Howard, Terry e Stackhouse come guardie-ali, Nowitzki da ala grande e Dampier da centro.
Quest'ultimo non ha mai convinto pienamente ma non avendo mai trovato un'alternativa migliore è rimasto al suo posto. Individuato come altro punto debole Harris il primo passo per migliorare la squadra è stato quello di scambiarlo per Jason Kidd. Operazione vantaggiosa nell'immediato per Dallas che però lasciava andare un giocatore talentuoso e giovane.
L'arrivo di Kidd ha portato esperienza nel ruolo delicato di PG oltre che ad un gioco più votato al contropiede e alla transizione, aspetto gradito da Nowitzki che non disdegna tirare da fuori a difesa non schierata occupando in transizione gl spazi lasciati liberi dalla difesa. Play-off 2009 e vittoria convincente contro i rivali storici, gli Spurs, ma uscita al secondo turno contro i Nuggets.
Il solo arrivo di Kidd non si è rivelato sufficiente per tornare ai livelli del 2006 ed in estate molti giocatori sono giunti in Texas. Primo fra tutti Shawn Marion, liberatosi dai Raptors. Per rinforzare la panchina sono stati scelti Gooden, Tim Thomas e Quinton Ross. Confermato come cambio in regia JJ Barea e Singleton come cambio dei lunghi. Unico rookie il francese Beaubois che ha trovato minuti dopo l'infortunio di Josh Howard sfruttando al meglio l'occasione per mettere in mostra tutte le sue doti atletiche.
L'inizio di stagione vede i Mavs lottare per le primissime posizioni ad Ovest. Se i Lakers sono difficilmente raggiungibili, Dallas rimane incollata a Denver per il secondo posto e presumibilmente se la giocherà anche con Phoenix per la piazza d'onore dietro i losangelini. Positivi i risultati degli scontri diretti con le squadre dell'Ovest.
Vittorie con i Lakers, Phoenix e Utah e una gara a testa con San Antonio e Houston.
Le sconfitte invece arrivano spesso con squadre di medio-basso valore, segno che spesso la squadra dà il meglio di sé contro avversari che stimolano sia per prestigio che per classifica, sottovalutando sfide più abbordabili.
Punti fermi della squadra rimangono Nowitzki, leader offensivo, che gioca sia da ala grande che da centro, Kidd in regia e Terry come sesto uomo. Anche durante il periodo in cui Howard è stato infortunato Carlisle ha preferito mantenere le consuete rotazioni spostando in quintetto Ross o Barea. Marion, comunque lontano dalle prestazioni dei tempi di Phoenix, parte da ala piccola ma è prezioso a rimbalzo e in campo aperto. Gooden è il primo cambio dei lunghi e spesso Barea è schierato assieme a Kidd in un quintetto con due playmaker.
Ipotizzando una griglia play-off Dallas affronterebbe probabilmente San Antonio o Houston al primo turno. I Rockets senza Yao hanno dimostrato di essere comunque una squadra difficile d'affrontare e con un McGrady in più sarebbero pericolosi, anche se non hanno nessuno da opporre a Nowitzki. Scola non può seguire il tedesco sul perimetro.
Probabilmente il miglior marcatore per Nowitki sarebbe Landry che lo può mettere in difficoltà con il suo atletismo che compensa la mancanza di centimetri. Kidd d'esperienza su Brooks, Howard e Ariza a neutralizzarsi a vicenda. Dallas vincente 4-2, maggiore esperienza, più fisicità , un finalizzatore decisivo nei finali come Nowitzki e una panchina più attrezzata.
Discorso diverso se incontrassero gli Spurs. La squadra di Popovich è stata data per finita più volte e puntualmente è resuscitata. Ora però sembra che sia arrivata davvero l'ultima corsa per questo gruppo di giocatori e tutto dipende dalle condizioni fisiche di Duncan e Ginobili.
Dallas ha dimostrato in questi anni di poter battere gli Spurs, anche a casa loro. Dallas vincente 4-2 se riesce a tenere alti i ritmi e molto dipenderebbe da come McDyess riuscirebbe a contenere il tedesco, unico nel roster in grado di limitarlo.
Proseguendo al secondo turno Denver.
Molto dipenderebbe dal fattore campo nei play-off. Denver è la squadra che sfrutta meglio la partite in casa, sia per un fatto atletico, in quanto più abituati a giocare ad altitudini maggiori, sia per il pubblico vero sesto uomo della squadra di Karl.
Billups rimane uno dei giocatori più determinanti, specie nei play-off. Martin sarebbe sacrificato su Nowitzki mentre Anthony sarebbe dirottato su Marion meno pericoloso quando è limitato in un attacco a difesa schierata.
Denver ha perso un po' della sua spinta dalla panchina da quando J.R. Smith parte in quintetto. Dallas può contare su giocatori più affidabili e nelle gare in trasferta può far rifiatare i titolari per più tempo, mente Denver è costretta da una rotazione più corta . Serie incerta e decisa in 7 gare con vantaggio in partenza per la squadra con il fattore campo a favore.
Un eventuale ritorno in finale di Conference dopo quattro anni li porterebbe a sfidare i Lakers.
La bilancia pende nettamente a favore dei giallo-viola, con Gasol e Bynum che dominerebbero in area pitturata. Artest potrebbe prendere Nowitzki in una staffetta con Odom. Poche possibilità per la squadra di Cuban che difficilmente vincerebbe la serie.
Nowitzki è nel momento migliore della sua carriere in attacco con una media di quasi 27 punti a partita che eguaglia il suo primato risalente ala stagione 2005/2006. Questa è anche la stagione della sua carriera che lo vede più impegnato con quasi 39 minuti per gara.
Ottimo tiratore di liberi questa è la stagione in cui ne tira di più per partita, oltre 20, con una percentuale vicina l 90% mentre ha diminuito i tentatavi da oltre l'arco, solo 2 a gara, segno che il suo gioco si è evoluto col tempo e che non ha paura di prendersi responsabilità in attacco, non solo tirando da fuori ma cercando anche soluzioni in area.
Nowitzki è tornato solido e decisivo, Terry rimane una macchina da punti che cambia il ritmo della partita uscendo dalla panchina. Dei protagonisti della squadra del 2006 quello che è sembrato in netto calo è Josh Howard.
Quest'anno è reduce da un infortunio e le cifre saliranno con il proseguo della stagione ma nel gioco dei Mavs mancano le sue giocate d'intensità che contribuivano a tenere alto il ritmo in attacco e davano l'imprevedibilità ad un sistema basato su Nowitzki e Terry. arlisle sa di non avere una squadra difensiva e solo l'apporto di tutti i suoi giocaoti principali può portare lontano.
Kidd ormai si prende sempre meno responsabilità in attacco preferendo costruire per i compagni. La sua capacità di sfruttare il contropiede è ancora seconda a pochi e il gioco ne risente positivamente trovando punti facili e veloci. In difesa è destinato a soffrire molto contro avversari più giovani e più atletici. Dalla sua ha comunque un carico d'esperienza come pochi oggi. La sua gestione sarà fondamentale anche perché spesso è accusato di fidarsi troppo dei compagni per l'impostazione del gioco.
Da qualche partita Nowitzki indossa una fascia bianca in testa, la stessa che indossano Terry, Howard e Dampier, gli unici ancora a Dallas della squadra che arrivò alle Finals. Forse solo una nota di colore ma simbolicamente può rappresentare l'unità d'intenti di questi giocatori quasi a rafforzare e ricordare la volontà di guadagnarsi un'altra possibilità per vincere l'anello.
Dallas è tornata ad essere una delle migliori squadre ad Ovest, le nuove leve, come Hornets e Trail Blazers non stanno mantenendo le promesse e la squadra di Cuban vuole tornare a giocare per il titolo, consapevoli che i favoriti sono altri, come lo erano nel 2006, quando l'anello è stato ad passo. Nowitzki è tornato sui livelli da MVP e smaltita la delusione per l'opportunità persa, vuole riportare i suoi Mavericks in finale conscio di giocare di nuovo in una squadra tra le migliori nella Lega.