Razzi sotto l’ombrellone

Adelman e Morey discutono del futuro dei Rockets

Le vacanze estive in Texas, sponda Rockets sono finite.
Pur essendo appena iniziata l'estate e nonostante impazzino i primi caldi di stagione, nel sud-ovest degli Stati Uniti non è più tempo di prendere il sole sotto l'ombrellone, sorseggiando un mojito in qualche spiaggia messicana.

Forse per i giocatori, che si stanno godendo un periodo di meritato riposo dopo la lunga stagione, ma non di certo per i dirigenti. In particolare, il Gm più appassionato di numeri della Lega, Daryll Morey, sta cercando di portare a termine con successo gli obbiettivi principali per questa estate.

Sono stati già  mossi i primi passi per cedere l'eterno infortunato Tracy McGrady: sulla dose di talento che si porta dietro il ragazzo penso che neanche il suo più grande detrattore possa avere dubbi, è incredibile però che passi da un infortunio all'altro con la frequenza con la quale una ragazza cambia i suoi vestiti (perdonate la citazione musicale di infimo livello).

Di squadre interessate all'Assonnato ce ne sono comunque parecchie ed in prima fila troviamo i “sempre disposti ad accogliere contratti in scadenza nel 2010” New York Knicks. Per la strutturazione di gioco di D'Antoni, The Big Sleep parrebbe fatto dal sarto, grazie alla sua capacità  di prendersi un tiro con estrema facilità , venendo anche dalla transizione, con visione di gioco celestiale e ottimo ball-handling.

In questo modo inoltre il numero 1 potrebbe trascorrere una stagione mostrando a tutto il mondo il suo devastante potenziale nella squadra mediaticamente più esposta d'America, così da poter strappare l'ultimo contratto della sua vita a cifre da super-star.

Il clima intorno a She-Mac si è fortemente involuto nel deserto, la dirigenza non lo difende più a spada tratta come era solita fare fino a poco tempo fa, sfinita dalle mille delusioni che ha subito in questi anni.

La linea provvisoria sembra quella di non esporsi per evitare di far calare il prezzo di mercato di quello che rimane in potenza uno dei talenti più cristallini della Lega, ma voci vicine all'ambiente texano affermano che Morey & Co. stiano cercando di inserire in qualche trade i 23 milioni di dollari in scadenza il prossimo anno.

Inoltre si cerca di risolvere il problema scelte al draft. In molti credono che dalle chiamate di quest'anno non possano uscire grandi talenti, e Houston teoricamente non avrebbe nessuna scelta al primo turno, avendo lasciato la loro (numero 23) ai Sacramento Kings all'interno dell'affaire Artest. Rimane di fatto la necessità  di rinforzare la squadra, specialmente sotto le plance dove si denota la mancanza di una riserva nel ruolo di centro, che perdura da parecchi anni, a meno che non si giudichi il vecchio Dikembe un back-up affidabile per una squadra da titolo.

L'uomo giusto sarebbe proprio quello che è ritenuto l'erede designato del giocatore africano, vista anche la provenienza geografica del giovane: i Rockets hanno infatti mostrato grande interesse per il lungo da Connecticut, Hasheem Thabeet, che dovrebbe rientrare in una delle prossime 5 chiamate al draft. Difficilmente quindi si riuscirà  a convincere una squadra con un pick così alto a cederlo, pur presentando un'offerta interessante anche a livello economico.

A non far perdere le speranze ai tifosi houstoniani ci pensa però l'agente del giocatore, il quale ha affermato che il suo cliente non ha alcuna intenzione di vestire il prossimo anno la maglia dei Memphis Grizzlies.

Questo potrebbe spingere Wallace, uomo-mercato della città  di Elvis, ad imbastire una trade con l'intento o di accaparrarsi giocatori utili alla causa ed interessati a mettersi in mostra anche in una compagine perdente oppure di liberare spazio salariale in vista della caldissima estate del 2010.

Proprio sul tavolo degli scambi si rincorrono le voci più disparate riguardo a quelli che saranno gli acquisti e le cessioni. L'interesse verso uno dei free-agent più appetiti di questa post-season, il polacco Marcin Gortat è ormai cosa nota.

Quest'anno il centro di riserva dei Magic sarà  unrestricted free-agent e sembra difficile che Orlando possa offrirgli il contratto che lui desidera, vista la situazione salariale della squadra e l'ottima stagione che ha fatto registrare. Anche qui però si deve vincere la concorrenza di parecchie franchigie, in particolare dei sempre attivi Knicks, che stanno ricostruendo la squadra dalle fondamenta e selezionano attentamente i pezzi pregiati esposti sulla piazza.

Il sistema di Adelman sembra possa fare al caso di Gortat, che in difesa ha esibito grande caparbietà  e impegno ed in attacco sta dimostrando di poter essere un fattore se innescato in situazioni dinamiche e non lasciato staticamente contro il proprio difensore. Creerebbe inoltre alternative al gioco Ming-centrico dei bianco/rossi che con lui in campo sarebbero costretti ad iniziare l'azione più spesso con il pick and roll al posto del solito appoggio in post-basso nelle mani del cinese.

Ci si chiede se la valutazione del giocatore sia la cifra che verrà  inchiostrata sul suo nuovo contratto oppure se la sete di accaparrarsi un free-agent così appetito non faccia lievitare il prezzo ben più del suo reale valore. Secondo il mio punto di vista, considerando anche gli ottimi fondamentali di cui dispone e la dedizione al lavoro profusa da quando è entrato nella NBA, l'acquisizione di Marcin potrebbe risultare un'arma tattica ideale, che consentirebbe inoltre di lasciare più minuti di riposo a Yao, prevenendo suoi eventuali infortuni.

Infine, si deve risolvere il rilevante problema della rifirma dei free-agent. Posto che Ron Artest sembra abbia tutte le intenzioni di firmare nuovamente con Houston, si devono decidere le cifre in base alle quali avverrà  l'accordo.

La franchigia ha proposto al giocatore un contratto quadriennale a 37 milioni di dollari, poco più di 9 milioni a stagione. Ron Ron pensa che il suo valore di mercato sia superiore alla cifra offertagli, ma non vuole assolutamente allontanarsi da uno spogliatoio che lo ha accolto a braccia aperte come unico e vero leader della squadra. La società  inoltre tenterà  con ogni mezzo di accontenare le necessità  dell'ex Sacramento, considerati anche i risultati ottenuti durante la post-season. Ritengo che l'accordo si raggiungerà  sulla base di un contratto quadriennale intorno ai 40 milioni di dollari, vista la decisa volontà  delle parti di non separarsi.

Per quanto riguardo il vero Most Improved Player di questa stagione, Von Wafer, anche in questo caso l'accordo sembra essere piuttosto vicino.

Il giovane giramondo, prima di accasarsi ai Rockets, aveva vagato in ben cinque squadre NBA, non riuscendo mai a trovare la continuità  di prestazioni che è stato in grado invece di inanellare in questa regular-season.

Attualmente guadagna intorno agli 800 mila dollari annui, ma se lo si vorrà  schierare in roster anche il prossimo anno sarà  necessario un ritocco dell'ingaggio, quantomeno al doppio delle cifre percepite in questo momento. Von è un ottimo elemento e nonostante le non eccelse prestazioni nei i PO, se continuerà  la sua crescita durante la prossima annata, sarà  una pedina fondamentale come cambio degli esterni, con la possibilità  di diventare il classico sesto uomo che, alzandosi dal pino, può mettere a referto molti punti pur avvalendosi di un minutaggio ridotto. Sperando che l'esperienza di post-season lo abbia fatto maturare sia mentalmente che nel livello del gioco.

Il mercato in uscita al momento pare piuttosto statico; sembrano solo voci quelle che riguardano un possibile scambio che coinvolga il giovane Aaron Brooks e il centro di riserva Chuck Hayes per portare alla corte di Adelman un play-maker che possa condurre la squadra al titolo.

I nomi che gravitano intorno al sistema Rockets sono sempre i soliti: si parla di Steve Blake che pare essere in uscita dalla squadra dell'Oregon, di Kirk Hinrich e dei vari anzianotti in scadenza quest'estate (vedi Bibby e Kidd). La necessità  di un creatore di gioco che possa gestire le situazioni più ostiche senza affidarsi alle potenti ma grezze mani di Artest è senz'altro una conditio sine qua non per arrivare al titolo, ma, se deve essere fatto, il sacrificio di Aaron Brooks dovrà  essere ben ponderato.

L'unico termine che mi sovviene per commentare la notizia del possibile trasferimento di Yao alla corte di LeBron è “fanta-basket”. Oltre a non vedere alcuna possibilità  per uno scambio di giocatori, il cinese in questo momento è il punto focale, nonchè pietra angolare della squadra texana, che non ha certo intenzione di indebolirsi dopo aver passato il primo turno di Play-off in seguito a 12 anni di attesa.

Ed anche se si prevedesse un tentativo di ricostruzione da parte dei Razzi, cedendo i loro pezzi più pregiati, non sarebbe certo Cleveland la squadra che potrebbe garantire contratti appetibili per il prossimo futuro.

Finalmente coach Adelman ha trovato il nucleo di giocatori attraverso le mani dei quali passeranno le fortune (o sfortune) di Houston nelle prossime stagioni; sta a lui riuscire ad amalgamare il gruppo di veterani con i più giovani, con la certezza che il suo GM lavorerà  fino allo stremo delle sue possibilità  per affidare al suo allenatore un gruppo in grado di strappare dalle mani dei giallo-viola il Larry O'Bryen Trophy.

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