Iguodala festeggia la vittoria sui Lakers!
Ci eravamo lasciati con l'ultimo team report alla ricerca di un pò di continuità , di gioco ma soprattutto di risultati.
Ebbene, pare che la squadra ci abbia ascoltato e così sono arrivate quattro vittorie consecutive. Vittorie che hanno riportato il record sopra quota .500 e soprattutto hanno dato un pò di stabilità all'interno della corsa ai Playoffs che ora vede i Sixers ben ancorati al sesto posto nella classifica della Eastern, con il quinto occupato dai Miami Heat nel mirino.
Chemistry and rhythm
Coach Tony DiLeo ha speso le ultime settimane a parlare di chimica di squadra e ritmo partita, i due ingredienti che prima della pausa per l'All Star weekend avevano permesso di vincere 14 partite su 18 (miglior record dell'NBA in quel lasso di tempo) e che invece ultimamente erano venuti a mancare.
Così grazie alle vene realizzative di Andre Iguodala e Thaddeus Young – 21,5 e 22,7 i punti di media rispettivamente nelle quattro W – e al ritrovato Samuel Dalembert che ha strappato una media di 14,5 rimbalzi a partita (di cui 5 offensivi) ed è sembrato il giocatore della scorsa stagione e non la brutta copia vista fino a questo momento la squadra è riuscita a battere senza grossi problemi Raptors, Bulls e Heat (tutte partite casalinghe) per poi volare a Los Angeles e compiere il miracolo: battere i Lakers allo Staples Center, dove in questa stagione solo altre quattro squadre erano riuscite nell'impresa.
Iguodala ha fatto un lavoro incredibile su Kobe Bryant, tornando ad essere quel “defensive stopper” che fece innamorare tutti nella Lega durante il suo anno da rookie limitando il numero 24 avversario a soli 11 punti (peggior prestazione realizzativa dal 17 febbraio scorso) frutto di un 5/15 al tiro con ben 5 palle perse. Come se non bastasse poi Iggy ha anche preso e segnato il tiro da tre che sulla sirena ha regalato la vittoria a Philadelphia.
Nel timeout precedente, con la squadra sul -2, DiLeo aveva disegnato lo schema lasciando tre opzioni al suo giocatore: penetrazione con possibile ricerca del fallo, penetrazione e scarico ad uno degli esterni per un tiro da tre oppure arresto e tiro. Iguodala, sempre più leader dello spogliatoio e della squadra, ha risposto al suo allenatore dicendo: “I'm going to win the game.”
Palleggio. Arresto. Tiro. Swoosh.
Solo rete, i 76ers sbancano lo Staples e dopo tanti finali amari ricchi di delusione ecco che finalmente sono loro a saltare e gioire per una vittoria sulla sirena.
Goodbye Spectrum
“It was the 76ers' home court for twenty-eight years. While the building itself will be brought to rubble, the moments and memories are ever last. One last game, as we remember the Spectrum.”
È iniziata con queste splendide parole la gara del 13 marzo contro i Chicago Bulls. La partita verrà ricordata come l'ultima mai giocata all'interno delle mura dello Spectrum, la famosissima arena di Philadelphia che il prossimo autunno verrà abbattuta per far spazio ad un hotel in un nuovissimo centro commerciale.
Il Wachovia Spectrum (da tutti conosciuto però come “The Spectrum”) è stato la casa dei Sixers e dei Flyers (la franchigia cittadina della NHL) dal 1967 al 1996. Ha ospitato squadre, giocatori e partite che hanno fatto la storia del gioco, sia a livello cestistico che hockeystico.
I 76ers vinsero qui il loro ultimo titolo, in quel 1983 in cui la squadra guidata da Julius Erving e Moses Malone battè nelle Finals i Los Angelers Lakers per quattro partite a zero. I Philadelphia Flyers invece giocarono addirittura ben sei Stanley Cups (l'equivalente delle NBA Finals) nel 1974, '75, '76, '80, '85 e '87 vincendendo però solamente due. Nel 1970 e nel 1976 lo Spectrum ospitò anche l'All Star Game dove furono premiati come MVP rispettivamente Willis Reed, dei New York Knicks e Dave Bing, dei Washington Bullets. Lo Spectrum ancora oggi rimane l'unica arena nella storia dello sport americano ad aver ospitato nello stesso anno (1976): NBA Finals, Stanley Cup e Final Four della NCAA.
E a proposito di college basketball, lo Spectrum è stato reso famoso proprio anche dal basket collegiale avendo ospitato due Final Four (1976 e 1981, casualmente vinte entrambe da quella Indiana allenata da Bob Knight); tre Regional Finals (quella del 1992 la più famosa, con il tiro di Christian Laettner sulla sirena che permise a Duke di battere Kentucky); otto tornei della Atlantic Ten Conference e diverse partite delle “Big 5”, le cinque università più famose dei sobborghi di Philadelphia: University of Pennsylvania, Villanova, Saint Joseph's, Temple e LaSalle.
Oltre agli eventi sportivi inoltre lo Spectrum viene ricordato per aver ospitato alcuni tra i gruppi più famosi nella storia della musica, tra cui: The Doors, Led Zeppelin, Aerosmith, Pink Floyd, Queen, U2 e tanti tanti altri ancora.
Prima della partita contro i Bulls è stato reso omaggio ai giocatori delle squadre campioni NBA del 1966/67 e 1982/83. Bobby Jones, Malone ed Erving sono stati i più osannati dal pubblico. Quello stesso pubblico che ha poi trasformato la partita in un vero e proprio omaggio al glorioso passato della squadra. Persino alcuni giocatori avversari sono stati colpiti ed emozionati da quello che li circondava. Brad Miller, centro di Chicago ha infatti così espresso il suo pensiero: “I liked playing in this atmosphere. It was pure Philly.”
Pillole
Career nights • Thaddeus Young ha ritoccato il suo career high per quanto riguarda i punti segnati in due partite consecutiva. Prima, nella sfida contro i Raptors ne ha segnati 29, sbagliando tra l'altro due tiri liberi nei secondi finali. Poi, due giorni dopo, nella gara con i Bulls ne ha realizzati 31 stabilendo il suo nuovo massimo in carriera. Non male averlo fatto nell'ultima partita NBA disputata all'interno dello Spectrum, davanti a tutto quello che lo circondava. “When you have guys like that in the building, you can't do nothing but go out there and give them a great showing.”
What's up Donny!? • DNP-CD, Did Not Play – Coach's Decision. La stagione di Donyell Marshall si poteva riassumere così, con cinque semplice lettere. Poi nelle partite contro Heat e Lakers leggiamo di: 22 minuti giocati con 6/11 da tre punti – 19 punti, 5 rimbalzi e 3 assist nelle due partite combinate. Marshall è riuscito a dare una scossa alla squadra, pur giocando minuti limitati è stato in grado di fare quello che per tutta la stagione è mancato: segnare tiri da tre punti in momenti importanti. Delle sei triple segnate in queste due partite ben cinque sono infatti arrivate nell'ultimo quarto. Ben fatto, Donny!
Once in Seven years • Erano ben sette anni che i Los Angelers Lakers non perdevano una partita casalinga giocando con un vantaggio di almeno 14 punti nel quarto quarto di gioco. Iguodala con la sua tripla allo scadere ha quindi fatto qualcosa che non succedeva addirittura dal 2002! Finalmente una piccola rivincita per tutta la squadra, dopo aver perso il maggior numero di partite sulla sirena in tutta la Lega.
Risultati & Classifiche
11/03 – vs Toronto W 115-106
13/03 – vs Chicago W 104-101
15/03 – vs Miami W 85-77
17/03 – at LA Lakers W 94-93
Record: 34–31 (.523%)
6th Eastern Conference
2nd Atlantic Division
Up Next
Dopo la conclusione del viaggio ad Ovest con le trasferte di Phoenix, Golden State, Sacramento e Portland si torna a casa per quattro delle seguenti cinque partite. Al Wachovia arriveranno infatti Bobcats e Hawks (inframezzati da una trasferta a casa a Detroit) e poi Bucks e Pistons.
Successivamente sarà la volta di tre trasferte consecutive a New Jersey, Charlotte e Chicago per poi chiudere in bellezza la stagione affrontando Cavs e Celtics in casa e Raptors e di nuoco Cleveland on the road.