Primi bilanci in casa Knicks

Nate Robinson è on fire!

Il road trip di metà  dicembre non è andato benissimo, ma il bicchiere è mezzo pieno per i Knicks di coach D’Antoni.

Il bilancio parla di tre sconfitte e due vittorie in trasferta, condite da altre due sconfitte successive al rientro, la prima in casa con Milwaukee (la bestia nera dei Knicks quest’anno), e la seconda più prevedibile con Boston.

Ma al di la del risultato i numeri sono confortanti, perché sia a Phoenix che a Los Angeles la squadra ha dimostrato carattere, giocandosi sino al termine la possibilità  di vittoria. In particolare rimane il rammarico della gara coi Lakers, nella quale la squadra ha dilapidato un cospicuo vantaggio, facendosi rimontare nel finale e perdendo poi di misura.

Attualmente il record parla di una percentuale di vittorie poco al di sopra del 40%, tuttavia ciò che conforta di più è il netto cambio di atteggiamento rispetto alla passata gestione. E’ chiaramente troppo presto per poter dire che il team abbia recepito il pensiero del suo coach, tuttavia i segnali sono confortanti.

Lo scorso Natale si parlava del fatto che Isiah difficilmente avrebbe mangiato il panettone, ora invece si sta lavorando per la rinascita della franchigia. E la strada sembra quella buona.

Facendo un primo bilancio si può dire che i miglioramenti sono tangibili.
Inoltre, a parità  di roster, o meglio con un organico leggermente più debole dopo le cessioni di Crawford e Randolph, i passi in avanti sono stati notevoli.

Il primo dato di rilievo, e che molti tendono a sottovalutare, è proprio quello per cui D’Antoni viene sovente criticato, la difesa. A tale proposito segnalo un bell’articolo di Henry Abbott su ESPN dal titolo Not the Worst Defensive Coach Out There: Mike D'Antoni (ringrazio Go7enKs per la segnalazione).

In questo articolo il giornalista di ESPN parte dalle critiche ricolte a Mike per il suo scarso approccio alla difesa, e giustifica coi numeri la sua tesi, secondo la quale non è vero che D’Antoni sia il peggior coach difensivo della lega; anzi lo ritiene nella media, considerando però la sua eccellenza in termini offensivi.

Secondo Abbott il punto di partenza è questo, il tipo di gioco espresso dale squadre di Mike segue il dogma dei seven seconds or less, il che significa che la palla rimane poco in mano al team, il quale tira di più rispetto alla squadra avversaria. A loro volta gli avversari hanno più possessi rispetto ad un altro tipo di partita e squadra, di conseguenza i loro numeri sono “gonfiati”.

Per vedere la vera efficacia di questo modo di giocare si potrebbero fare molte considerazioni ed analisi, ma a parere di Abbott la più corretta è quella di parametrare il numero di punti al numero di possessi. Perché in questo modo si è in grado di stabilire se un team è in grado di fermare un altro team, mentre altre statistiche esprimono come questo avviene.

In base a questa teoria Abbott ha riscontrato che la carriera di D’Antoni si può riassumere così:
– 1998-99 Nuggets 29mo su 29 squadre. Male certo, ma come ben saprete chi viene etichettato in un modo all’inizio tale rimane, anche se spesso è vero il contrario. Inoltre non so se qualcuno ricorda quei Nuggets..
– 2003-2004 Suns 24mo su 29. Un piccolo miglioramento, ma partendo da zero e da un team che non sapeva cosa volesse dire difendere.
– 2004-2005 Suns 17mo su 30. Il che significa nella media dei team NBA, senza considerare che il team era il più efficente in attacco. Steve Nash, Joe Johnson, Shawn Marion, Amare Stoudemire, Quentin Richardson erano un super team con poca esperienza, sfido chiunque a dire che se fossero rimasti tutti non avrebbero almeno giocato per l’anello..
– 2005-2006 Suns 16mo su 30. Costante miglioramento perchè oramai la squadra conosceva il tipo di gioco a memoria, nonostante qualche perdita dolorosa.
– 2006-2007 Suns 13mo su 30. Phoenix eccelleva in attacco ed era più che decente in difesa, I Suns si sono giocati le loro chance per il titolo, e tutti sanno come andò a finire contro gli Spurs, non solo per colpa del team.
– 2007-2008 Suns 16mo su 30. Un leggero calo, dovuto al’età  del team ed ai problemi fisici dei migliori difensori della squadra. Tuttavia sempre nella media NBA.
– 2008-2009 Knicks 21mo su 30. Nulla di eccezionale, ma otto team sono peggio, senza contare che Mike non ha grandi difensori. Basta ricordare che lo scorso anno i Knicks erano 29mi su 30. Il miglioramento va considerato in relazione ad una rotazione di sette uomini di cui nessuno è un gran difensore, ditemi se è poco .

Per concludere posso dire di essere d’accordo con Abbott sul fatto che Mike non sarà  un defensive coach alla Greg Popovich, tuttavia c’è chi cura la difesa peggio di lui, senza considerare l’attacco. Spesso i pregiudizi o le etichette sono difficili da estirpare, ma il caso Phoenix è sotto gli occhi di tutti, perché Porter viene osannato come un coach difensivo, ma i Suns nella classifica di cui sopra sono passati dal 16mo al 26mo posto; il tutto con un calo di efficacia anche in termini offensivi.

Nell’NBA attuale in cui il livello tecnico dei coach è in costante calo sono dati che dovrebbero far riflettere.

Le partite

New York @ Chicago L 100 – 105
New York @ New Jersey W 121 – 109
New York @ Sacramento W 114 – 90
New York @ Phoenix L 103 – 111
New York @ L.A. Lakers L 114 – 116
Milwaukee @ New York L 105 – 81
New York @ Boston L 105 – 124

Il borsino dei giocatori

Di sicuro ognuno trae le sue opinioni, ma i numeri parlano chiaro, e gli attuali Knicks sono ancora un cantiere aperto. Il bilancio dei primi mesi di gestione D’Antoni-Walsh è positivo, anche i due sono attesi da molto lavoro.

Non voglio più parlare di Lebron, perché oramai ne parlano tutti e troppo, non è certo che si muova da Cleveland (specie per come sta giocando attualmente ) e se lo farà  non è sicuro che i Knicks siano certi di accaparrarselo.

La parte interessante del lavoro del duo GM-coach, è quella di avere un occhio al futuro, facendo tuttavia attenzione al presente. La cessione di Crawford e Randolph è stata attenuata dall’arrivo di un Harrington che pochi si attendevano a questi livelli, e da una maggior responsabilizzazione del duo Lee-Robinson.

David è una macchina da doppia doppia, ed attualmente è a mio modo di vedere il miglior lungo che segue a rimorchio in attacco, nonché uno dei migliori rimbalzisti offensivi, caratteristiche che a Phoenix avevano pochi.

Nate invece appare maggiormente disciplinato, e più efficace una volta esulato dei compiti di playmaking. Il piccoletto di Seattle è stato fermato da un infiammazione all’inguine, e la squadra ne ha risentito non poco, specie per la carenza nel reparto guardie.

L’addio di Mobley ha lasciato un buco nel reparto, e prima di fine Febbraio servirà  mettere un pezza. Duhon continua la sua ottima stagione, e qui mi permetto di fare un paragone. Con le molle il caro Chris mi ricorda Billups che ad inzio carriera non riuscì ad emergere a Boston e Denver, salvo poi fare un salto di qualità  a Minneapolis ed esplodere definitivamente a Detroit.

Duhon ha molto da lavorare ma i suoi progressi sono costanti, e dalla sua ha l’età . Potrà  non piacere ai più scettici ma ricorso che i numeri di Marbury, sebbene più ridondanti non hanno portato a nulla. Stephon rimane un talento assoluto, ma allo stesso tempo incompiuto e sprecato, causa un carattere difficile, senza contare che al di là  dei propri numeri è da definire un “perdente”, perché non ha mai veramente migliorato i suoi team. Ci si aspetta solo il suo buy out, e le polemiche con la stampa newyorkese non fanno nemmeno più notizia.

Mercato e d’intorni

In termini di mercato le voci che sono circolate nelle scorse settimane hanno riguardato Charlotte, interessata ad un centro (Curry?) in cambio di Felton e\o Sean May ma sono apparse più che altro una speculazione.

Più insistente il rumor di un contatto coi Nuggets per uno scambio tra Linas Kleiza e David Lee, in quanto a Denver stanno cercando un lungho con caratteristiche simili a quelle di David. Per i Knicks attuali sarebbe una disgrazia perdere i servigi di Lee, perché sebbene Kleiza sia un buon giocatore, senza David il team si troverebbe a il team si troverebbe a “corto” di lunghi. Vedremo se sono voci fondate o solo pattume di qualche blogger USA.

Danilo Gallinari continua a non essere pervenuto. Da parte mia posso solo augurare al Gallo un 2009 ricco di soddisfazioni in attesa di vederlo in campo.

Prossime partite

Il 26 in casa con Minnesota, il 28 al garden con Denver. Trasferta a Charlotte il 30, e primi due impegni casalinghi del 2009 il 2 con Idiana e il 4 con Boston. Poi road trip di 4 gare ad ovest, il 6 coi Thunders, l’8 a Dallas, il 10 a Houston ed il 12 a New Orleans.

Per i tifosi domenica 28 appuntamento alle 19 in diretta su Sportitalia per la gara contro Denver. Da non perdere!!

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