Esulta pure, Kobe, ne hai ben donde!
Indubbiamente Babbo Natale esiste, ed ha portato un bel regalo a tutti i tifosi gialloviola.
Come già accaduto a Superpippo, San Nicola (il Santa Klaus anglosassone) si è aggirato nei pressi dello Staples Center ed ha donato una nocciolina fatata al timido ed impacciato scribacchino Gasoft, il quale ha gettato al vento cravatta ed occhiali, ha indossato il mantello trasformandosi in Super Gas Gas ed urlando imprecazioni catalane ha deciso la partita di Natale contro gli avversari più sentiti, i rivali di sempre, i verdi bostoniani che apparivano imbattibili.
Questa partita arrivava a conclusione di un periodo denso di luci ed ombra, con una squadra che è scesa troppo spesso in campo in ciabatte, sorseggiando un cappuccino e leggendo il giornale, interessandosi davvero agli avversari solo nel finale delle partite.
Per più di mezza partita i ragazzi angelini anziché divertirsi con i videogiochi si sono regolarmente divertiti con il pallone a spicchi, passandoselo divinamente e velocemente, mostrando a se stessi ed al pubblico dei giochi offensivi d'altri tempi, quando gli isolamenti ed i pick e roll erano un'arma da usare solo saltuariamente quando gli schemi saltavano, poi, dopo essersi divertiti ed aver divertito, osservavano interessati le azioni offensive degli avversari, senza tentare di rendergli la vita difficile difendendo, perchè che diamine, sembra una cosa poco educata interrompere le trame offensive altrui.
Questo modo di giocare in alcune partite ha funzionato, ma è chiaro che non può essere un metodo vincente alla lunga, e così sono arrivate vittorie, anche molto spettacolari, come quella contro i Knicks o la pronta rivincita contro i Kings, ma sono anche arrivate sconfitte difficili da digerire come quella con gli Heat, attualmente non certo irresistibili.
Poi finalmente è arrivata una certa inversione di tendenza contro i New Orleans Hornets, squadra che solo un anno fa di questi tempi era indigesta per Kobe e compagni, ma tale cambiamento era da verificare, in quanto gli Hornets non stavano vivendo un momento eccezionale nemmeno loro, ed anche loro sono stati sculacciati dai Magic di Howard, ben più duramente dei gialloviola.
Contro i Celtics invece abbiamo visto i Lakers che vorremmo sempre vedere: ottimi in attacco, buonissima circolazione di palla, buona selezione di tiro, ricerca dello scontro favorevole, con il tiro preso sempre da un giocatore affrontato da un avversario che faceva fatica a tenerlo, ma questi sono pregi che ormai conosciamo bene.
Quel che ha sorpreso è stata la difesa, continua ed anche dura in alcuni momenti e, con esperienza, quando i Celtics sembravano forzarla, con tiri agevoli presi da Pierce e Garnett, allora sono arrivati falletti vari per spezzare il ritmo ed obbligare i Celtics ad una serie di tiri liberi, di cui ogni tanto qualcuno veniva sbagliato. Le partite che contano davvero arriveranno fra qualche mese, questa alla fine non ha deciso nulla, ma per lo meno c'è la certezza che i Lakers ci sono.
Intanto Phil Jackson ha anche qualche problema di uomini da affrontare, oltre che lavorare per migliorare la difesa. Se Walton sembra un giocatore rinato, stiamo vedendo di nuovo l'ottimo regista aggiunto dei primi due terzi di stagione 2006/2007, sempre molle in difesa ma intelligente, attento, ottimo passatore e decente tiratore, Ariza ormai è una certezza, può compiere un ulteriore salto di qualità per essere davvero l'ala piccola del quintetto di una squadra che punti al titolo, ma non gli manca moltissimo per poter avere un ruolo come quello di Perkins ai Celtics (non ruolo in campo, ovviamente, ma ruolo nel roster, quello di ottimo comprimario ideale per giocare con i tre compagni più dotati!), se Odom sembra essersi calato alla perfezione nelle vesti di finto “sesto uomo”, che parte dalla panca per giocare i minuti che contano e, libero dagli obblighi del “secondo violino” sta giocando per la squadra, Bynum sembra essersi un po perso per strada.
Dall'inizio della stagione il bimbo anziché progredire ha compiuto passi indietro, comprendendo di non riuscire ad incidere come vorrebbe, vedendo in campo nei momenti decisivi Odom e Gasol, anziché mettere più decisione e cattiveria agonistica nel suo gioco si sta perdendo dietro dubbi esistenziali, perdendo le sicurezze che stava raggiungendo. Con Phil “Svengali” Jackson potrà sicuramente superare questo momento e riprendere la sua crescita, ma perchè i Lakers possano puntare al titolo serve che il bimbo lo faccia entro l'All Star Game di Phoenix.
Risultati
12 dicembre: Los Angeles Lakers vs Sacramento Kings 112-103
14 dicembre: Los Angeles Lakers vs Minnesota Timberwolves 98-86
16 dicembre: Los Angeles Lakers vs New York Knicks 116-114
19 dicembre: Los Angeles Lakers @ Miami Heat 87-89
20 dicembre: Los Angeles Lakers @ Orlando Magic 103-106
22 dicembre: Los Angeles Lakers @ Memphis Grizzlies 105-96
23 dicembre: Los Angeles Lakers @ New Orleans Hornets 100-87
25 dicembre: Los Angeles Lakers vs Boston Celtics 92-83
Come già detto, serie di partite ravvicinate affrontate in ciabatte, senza eccesiva cattiveria agonistica, quasi con supponenza, giocando bene ma senza provare a difendere, cosa che è stata abbondantemente sufficiente contro squadre più o meno derelitte, come i Kings (che comunque avevano battuto i Lakers tre giorni prima), i Timberwolves, i Grizzlies dell'ottimo Gasol Junior (che hanno però mostrato segni di ripresa nell'ultimo periodo, dimostrando di avere larghi margini di crescita. Vuoi vedere che il tanto vituperato GM Wallace, crocifisso per la cessione di Gasol, invece sta costruendo una squadretta decorosissima?), è stata appena sufficiente contro i Knicks, contro gli Heat ed i Magic sono arrivate due sconfitte preoccupanti, ma che sono riuscite salutari. Infatti i gialloviola hanno cambiato l'atteggiamento in campo, divorando degli Hornets discontinui ma sempre validi e soprattutto tenendo botta e vincendo contro i Celtics.
I Singoli
Molte delle cose che posso dire sono ripetizioni, cose già dette e sentite, ma qualche novità c'è.
Promossi
Non vorrei ripetermi sul conto di Bryant e Gasol, ma un accenno è necessario.
Kobe ha preso in mano la squadra nel momento di difficoltà , prendendosi più tiri e mettendo più punti, fino ai 41 punti segnati nella sconfitta contro i Magic (con 31 tiri!) ed i 36 segnati nella vittoria contro i Grizzlies, prendendosi sempre dai 20 ai 25 tiri a partita, ma poi, come i Lakers sono tornati a giocare decentemente, è tornato alle nuove abitudini, coinvolgendo i compagni e giocando per la squadra. Nell'ultimo quarto contro i Celtics ha addirittura giocato da “assistente personale” di Gasol, ed i passaggi vincenti per il catalano sono stati più dei tiri tentati. Sempre più uomo squadra, sempre meno magnifico solista, ed i risultati si vedono.
Pau Gasol ha avuto un passaggio a vuoto in Florida, venendo annichilito da Howard come il suo compagno di reparto Bynum, a volte ha faticato a rimbalzo, ma in attacco sta spiegando basket. Gioca benissimo fronte a canestro, con un buon tiro in sospensione ed un palleggio, arresto e tiro degni di una guardia europea, ma anche con la capacità di attaccare il ferro ed andare fino in fondo se pressato.
Non avrà il raggio di tiro di un Nowitzki, ma per il resto sa essere una delle migliori ali forti perimetrali. Spalle a canestro però ha mostrato un gancetto niente male, si gira velocemente, passa benissimo, riuscendo anche a tratti a dettare tempi e modi dell'attacco gialloviola, cosa fondamentale in un modulo definito “Triple post offence”.
Difendesse meglio e fosse più cattivo nei finali di partita sarebbe un fuoriclasse assoluto, differente ma degno dei grandi centri dei Lakers del passato, ma attenti: contro i Celtics è risultato decisivo nell'ultimo quarto, trascinando i compagni in attacco e piazzando due giocate decisive in difesa, soprattutto con una stoppata ad House ed una palla rubata che hanno scavato il solco decisivo. Peccato i pochi rimbalzi, ma non pretendiamo troppo.
Abbiamo parlato troppo dei due leaders, ma fra i promossi non ci possiamo dimenticare di un Odom calatosi alla perfezione nel ruolo di comprimario di una squadra che vuole il titolo, di un Ariza presente e volitivo, entrambi buoni al di la delle cifre, di un Walton tornato quello di due anni fa, poco atletico, a volte impalpabile in difesa, ma con una comprensione del gioco molto buona.
Fra i bocciati il primo nome da scrivere sarebbe stato quello di Derek Fisher, negativo nel tour ad est, ma le prestazioni contro due giocatori come Paul e Rondo hanno imposto il cambio di settore. The Fish vuoi per caratteristiche, vuoi per età , soffre molto contro giocatori veloci, atletici ed abili in penetrazione, si è trovato contro i due play forse più forti in assoluto attualmente in queste specifiche situazioni, due furetti indemoniati difficilissimi da affrontare per chiunque, e lui ha sfoderato due prestazioni maestose.
Bocciati
Il titolo più adatto sarebbe “rimandati”, in quanto abbiamo appena superato il terzo di stagione e c'è tempo per recuperare, ma in queste ultime otto partite ci sono stati giocatori da cui ci si attendeva di più.
In primo luogo Bynum, anziché essere gratificato dal rinnovo del contratto a cifre importanti, oscilla fra la depressione per non incidere come vorrebbe e la pretesa di un ruolo più importante. Psicologicamente ci penserà Jax a recuperarlo e rilanciarlo, ma il giocatore al momento sta deludendo. Contro i Celtics solo la casacca permetteva di distinguerlo da Perkins, anzi, Perkins difendeva bene e lui no. Un comprimario, un sesto uomo che si alza dalla panca e cambia Odom e Gasol non può essere pagato 14 milioni.
Il tempo c'è, lo staff idoneo a seguirlo pure, le doti le ha mostrate, alcune da sviluppare, ma le ha mostrate, fino a poche settimane fa il ragazzo sembrava anche umile e disposto ad imparare, ma ora è il momento di iniziare a cambiar passo. Se i Lakers vogliono sperare di conquistare l'anello, serve un bimbo diverso.
Farmar è fuori per una pulizia del ginocchio, starà fuori da uno a due mesi, speriamo approfitti di questo periodo per riprendersi e lavorare tanto, nelle partite precedenti all'infortunio ha mostrato problemi nel prendere le decisioni giuste ed una preoccupante leggerezza difensiva, in quanto Jordan nella sua metà campo si è limitato a cercare l'anticipo e la palla rubata.
Radmanovic ha perso sia il posto in quintetto che quello in rotazione, Walton ed Ariza stanno dimostrandosi ottimi giocatori, se vorrà avere minuti o trovare un buono scambio dovrà riprendersi. Ad inizio stagione il tiro era ondivago, ma le decisioni buone e l'applicazione difensiva insospettabile per lui. Oggi l'applicazione difensiva e le decisioni prese sono tornate ad essere quelle consuete per lui fino a qualche mese fa, scellerate, in compenso il tiro è rimasto ondivago. Forza Slalom, con un contratto lungo e da Mid Level Exeption rischi di essere una zavorra per i tuoi compagni se non ti svegli.
Fra promossi e bocciati non si può però non citare colui che al momento sembra essere il principale protagonista di questa stagione, Phil Jackson; solo la settimana scorsa sembrava aver perso il polso della squadra, eccolo qua, con la situazione in pugno, la migliore circolazione di palla dell'intera NBA, varietà di giochi, di soluzioni, persino progressi difensivi.
Se riuscirà a migliorare la difesa ed a recuperare per lo meno Bynum la sua sarà veramente una stagione da incorniciare.