Popovich indica ai suoi la strada per tornare a vincere: ce la farà senza Parker e Ginobili?
Era da 35 anni che i San Antonio Spurs non iniziavano così male un campionato, nell’era Duncan mai si erano visti tempi cosi bui e anche se l’anno in cui terminerà questa stagione Nba è uno di quelli dispari, in cui i Texani dal ’99 in poi si sono arresi solo al three-peat dei Los Angeles Lakers di Kobe e Shaq, il mercato estivo degli Speroni ha fatto storcere il naso a chi si aspettava una piccola rivoluzione per ringiovanire la rosa, e le difficoltà con cui è iniziata la regular season rendono leciti questi dubbi.
Appena iniziano i problemi in Texas qualcuno da 3 anni a questa parte comincia a parlare della fine di un ciclo, di una dinastia o presunta tale; qualcun altro dice che comunque la strada di chi vuole arrivare all’anello passa dall’At&T Center.
La verità , come sempre, sta nel mezzo, perché molti interpreti di lusso del sistema di Popovich, soprattutto quelli che hanno preso parte al trionfo più bello, quello del 2005 contro i Detroit Pistons, hanno lasciato la squadra o sono finiti ai margini delle rotazioni (vedi Bowen), ma i tre principali artefici sul campo della dinastia (Parker, Ginobili e Duncan) ci sono ancora, Tony è giovane e ha ancora qualcosa da dimostrare, e gli altri 2 non sembrano mai essere sazi di vittorie nonostante il palmares.
Il mercato
In estate però, come già anticipato, i San Antonio Spurs avrebbero dovuto ringiovanire la rosa, perché l’anno scorso c’era stata qualche avvisaglia di cedimento.
Così in parte è stato, perché sono arrivati Mason, Farmer, Tolliver e Hill, ma non sempre a quantità e ad età corrisponde la qualità , e tranne Roger Mason, che ha permesso al reparto esterni di trovare un po’ di punti nonostante le assenze pesanti, gli altri non sono ancora riusciti a far dimenticare Brent Barry (36 anni), che ha lasciato San Antonio ma non il Texas, direzione Houston, tiratore mortifero perfetto per la circolazione degli Spurs e soprattutto Robert Horry (38), giocatore con un’intelligenza tattica innata sia difensiva che offensiva, e che poteva dare riposo a Tim Duncan e non far sentire la sua mancanza difensivamente.
Ma Mr.Big Shot l’anno scorso ha dato poco o nulla alla causa neroargento e la dirigenza ha deciso di non rinnovargli il contratto.
Il mercato quindi non ha certo portato grandi nomi e R.C. Buford, il general manager dei miracoli, che nei Draft del ’99 e del 2001 portò a San Antonio Ginobili e Parker rispettivamente con la 57esima e la 28esima scelta facendo 2 colpi clamorosi, ha un po’ deluso e negli ultimi anni ha mancato parecchie occasioni.
Il boccone più amaro da digerire per la dirigenza rimane probabilmente Luis Scola, scelto nel Draft del 2002 e mai approdato alla corte di Coach Pop, per problemi di accordi con il Tau.
L’argentino avrebbe formato una front line ottima con Tim Duncan ma nel 2007 gli Spurs hanno ceduto i diritti su Scola ai Rockets in cambio di Vassilis Spanoulis, mai visto dalle parti dell’Alamo Dome.
Nel Draft 2007 gli Speroni hanno pescato Tiago Splitter, altra ala grande, ottimo prospetto, anche lui finora rimasto al Tau dove ha appena rinnovato il contratto, e potrebbe diventare un nuovo caso “Scola”.
Altri 2 nomi di spicco sono stati accostati al Roster dei San Antonio nell’ultima stagione, e sono Corey Maggette, free agent nell’estate, che ha rifiutato gli Spurs per accasarsi ai Golden State Warriors dove ha trovato un contratto più oneroso e un ruolo da protagonista, e J.R. Smith, anche lui free agent che ha deciso di rimanere a Denver.
Per rimediare a questi vuoti creati ora, nel mercato di riparazione si parla di Toto McDyess, passato a Denver con cui ha già detto di non voler giocare, ma anche lui in là con l’età (34 anni) e di Eddy Curry, centro dei New York Knicks che sembra non essere nelle grazie di D’Antoni.
Le uniche 2 possibilità di modificare il roster sembrano queste perché non appaiono chance di fare trade visto che giocatori da usare come contropartite tecniche non ci sono, a meno che non ci sia voglia privare di una delle 3 superstar.E visti i recenti infortuni le rotazioni di Popovich sono ridotte all’osso.
Gli infortuni
L’inizio dei guai dei neroargento ha una data e un luogo: 22 agosto, Pechino, semifinale olimpica fra Usa e Argentina; dopo 6 minuti di gioco Manu Ginobili lascia il terreno di gioco per il riacutizzarsi dell’infortunio alla caviglia sinistra, lo stesso problema che lo aveva fatto sembrare durante le Finali di Conference contro i Lakers solo un lontano parente del giocatore che tutti conoscono e temono.
Pochi giorni dopo lo stesso Ginobili dichiarerà che l’unica soluzione per tornare al meglio è quella di operarsi ed essendo ottimisti ( anche se le ultime indiscrezioni dicono che l’argentino sia in vantaggio rispetto alla tabella di marcia prevista ) fino a metà dicembre gli Spurs dovranno farne a meno.
Quando arriverà l’auspicata data del rientro inizierà la rincorsa ai Playoff anche perché fino ad allora la truppa di Gregg Popovich sarà privo di Tony Parker, che durante la sfida contro i Miami Heat persa 100 a 82 si è procurato una lesione di secondo grado alla caviglia sinistra e ne avrà per almeno un mese.
Il Roster
Analizziamo ora le cartucce a disposizione dell’ex Agente della CIA Gregg Popovich.
Tutto quello che succede dalle parti degli Spurs passa da Tim Duncan e come sempre le speranze di ripetere i successi degli anni passati passerà dalle sue mani.
Il più fedele degli uomini di Pop, con cui sembra esserci da sempre una splendida intesa, quest’anno, almeno fino a Dicembre è chiamato a fare gli straordinari, cosa che non ama e rischia di arrivare stremato ad Aprile.
Rimane però che sul campo tutti i titoli degli Spurs hanno una sola variabile in comune: Tim Duncan.Tony Parker e Manu Ginobili, le altre 2 stelle, avranno destini simili fino a Dicembre e non li vedremo; colpa delle caviglie sinistre di entrambi, e quando torneranno si capirà fino a dove possono arrivare i neroargento.
Le premesse però sono ottime, perché il francesino, prima dell’infortunio, aveva appena messo a segno il suo career high con 55 punti e stava giocando un ottimo avvio di stagione.
Bruce Bowen, l’agente difensivo speciale di Popovich è finito ormai ai margini delle rotazioni per via dell’età e non riesce più a contenere le superstar avversarie. La sua assenza complica non poco il sistema difensivo degli Spurs e il suo sostituto naturale, Ime Udoka, deve ancora dimostrare di valere come il mastino di Merced.
Finley, Oberto e Thomas, non più giovanissimi, dovranno dare qualcosa in più dell’anno scorso viste le assenze e sono chiamati al riscatto anche se, soprattutto il primo, appare sazio di vittorie dopo aver conquistato nel 2007 l’ambito titolo.
Roger Mason sembra per ora essere l’unica nota lieta di quest’inizio di regular season e un’ottima acquisizione estiva. Appare già ben inserito nel complicato sistema Spurs e quando tornerà Ginobili sarà una validissima alternativa. Gli altri, in particolare Hill e Bonner, avranno minuti importanti e la possibilità di dimostrare tutto il loro valore durante le 82 partite per conquistare spazio anche nella post season.
Risultati e classifica
Gli Spurs hanno iniziato malissimo la stagione cedendo subito a rivali come Dallas, Phoenix e Portland, servendosi poi di 2 supplementari e di un super Parker per avere la meglio di Minnesota.
C’è stata la già citata sconfitta contro Wade e compagni, ed infine la vittoria contro i Knicks, dove è bastato Tim Duncan per battere la compagine di D’Antoni.
Rimane la sensazione che ogni vittoria d’ora in poi sarà ossigeno puro nelle vene degli Spurs in attesa di metà dicembre e vista la concorrenza agguerritissima che si è rinforzata in estate sarà ancora più difficile ad Ovest raggiungere l’agognato traguardo dei playoff, considerando anche che qualcuna delle squadre nella Western Conference deve avere ancora il dente avvelenato con i neroargento e non si tirerà indietro se potrà fare uno sgambetto ai rivali.
Per ora San Antonio ha una percentuale di .333 con 2 vittorie e 4 sconfitte ed è undicesima ad Ovest. I prossimi incontri sembrano abbordabili visto che ci saranno i Bucks,i Kings, i Clippers e gli unici forse proibitivi Rockets, ma Duncan e gli Spurs dovranno dare il massimo per mettere nel carniere queste vittorie fondamentali.