Focus – Salary Cap NBA

Il Salary Cap? Forse l'ho fatto troppo complicato…

L'NBA affascina per lo spettacolo che offre sui suoi campi, nelle arene, e perché no da qualche anno anche sul web.

Un giocattolo che diverte, ma allo stesso tempo rende parecchi dollari; a partire da David Stern, fino ai proprietari delle franchigie. Annualmente la rivista USA Forbes pubblica on-line delle statistiche sul valore di mercato delle franchigie NBA.

L'ultima disponibile, del 2007, vedeva guarda caso al comando le tre principali marketing cities degli Stati Uniti; nell'ordine New York, Los Angeles e Chicago (valori in milioni di dollari):


1 New York Knicks 608
2 Los Angeles Lakers 560
3 Chicago Bulls 500
4 Detroit Pistons 477
5 Houston Rockets 462
6 Dallas Mavericks 461
7 Cleveland Cavaliers 455
8 Phoenix Suns 449
9 Miami Heat 418
10 San Antonio Spurs 405
11 Boston Celtics 391
12 Sacramento Kings 385
13 Philadelphia 76ers 380
14 Toronto Raptors 373
15 Washington Wizards 348
16 Utah Jazz 342
17 New Jersey Nets 338
18 Indiana Pacers 333
19 Orlando Magic 322
20 Denver Nuggets 321
21 Golden State Warriors 309
22 Minnesota Timberwolves 308
23 Memphis Grizzlies 304
24 Los Angeles Clippers 294
25 Charlotte Bobcats 287
26 Atlanta Hawks 286
27 New Orleans Hornets 272
28 Seattle SuperSonics 269
29 Milwaukee Bucks 264
30 Portland Trail Blazers 253


Fonte: Forbes.com

In sostanza nulla di differente dalla nostrana serie A, dove da sempre i team con maggiori disponibilità  economiche, e di pubblico, hanno fatto e fanno da padroni.

Ma nello sport professionistico statunitense esiste il magico meccanismo del Salary Cap, che tende a riequilibrare quelle gerarchie che altrimenti non lo sarebbero in una situazione di totale libertà . Paradossalmente si può parlare di un "capitalismo al contrario", proprio in quella che è stata da sempre l'emblema del capitalismo mondiale.

L'appeal, e l'introito che certe città  possono rappresentare per una franchigia, non sempre coincidono con le vittorie. Questo, se vogliamo, è il vero valore aggiunto del Cap.

Riassumiamo ora il meccanismo del tetto salariale.

Il Salary Cap è il limite massimo che ogni franchigia può destinare al pagamento dei propri giocatori. Fin qui tutto semplice, in realtà  è un sitema abbstanza complesso e di difficile lettura.

È stato introdotto dalla stagione 1984/85 per equilibrare il livello dei team delle leghe pro USA. Il Salary Cap è definito dal CBA (Collective Bargaining Agreement) la cui ultima negoziazione risale al 2005, subito dopo la scadenza dell'accordo del 1999 (la famosa lock out season).

L'attuale CBA scadrà  nella stagione 2010/11, con la facoltà  per l'NBA di un opzione di rinnovo fino al 2011/12, esercitabile entro il 15 dicembre 2010.
L'NBA a differenza di altre leghe, ha delle regole meno stringenti riguardo al Cap. Vi sono in fatti una serie di eccezioni, motivo per cui il monte salari NBA viene definito anche Soft Cap.

Le principali eccezioni sono:

La Mid Level Exception (5.6 milioni di Euro nel 2008) consente ai team di firmare, fino a concorrenza del totale dello stipendio medio NBA, uno o più giocatori free agent anche se la franchigia supera il livello del Salary Cap

La Larry Bird Exception consente alle franchigie di eccedere il cap, firmando un proprio Free Agent al massimo salariale, a condizione che il giocatore sia un veterano con almeno tre anni di contratto consecutivi (senza interruzioni o licenziamenti, non necessariamente nello stesso team). Il giocatore può essere messo sotto contratto fino ad un massimo di sei anni. Dal nome è facile intuire quale team ne abbia usufruito per primo.
Una versione ulteriore è la Early Bird exception che prevede la facoltà  di mettere sotto contratto un free agent veterano che abbia almeno due anni consecutivi di contratto, ad un massimo stipendio di partenza pari al 175% dell'anno precedente (e con una durata massima del contratto di 5 anni).
Infine la Non Bird Exception consente di firmare i free agents (definiti non qualifying) ad un massimo stipendio di partenza pari al 120% dell'anno precedente (e con una durata massima del contratto di 6 anni).

La Traded Player Exception consente, nel caso di trade di un giocatore con uno stipendio più alto della contropartita, di poter sfruttare il "gap" salariale per firmare uno o più giocatori fino a pareggio degli stipendi. Questa opzione, che dura un anno, è molto utilizzata per scambiare scelte al draft o per i sign and trade.

– Infine la Disabled Player Exception permette a qualsiasi team che abbia un giocatore infortunato per un anno o più di sostituirlo con un altro giocatore, purchè lo stpendio del rimpiazzo non ecceda il 50% del'infortunato. Tale opzioni è esercitabile solo per un giocatore.

Ma il vero colpo di genio dell'avvocato Stern, nonché suo fiore all'occhiello è la Luxury Tax, ossia una soglia predefinita sopra il Salary Cap, oltre la quale ogni team paga alla lega un dollaro di multa per ogni dollaro eccedente la soglia.

Gli introiti della Luxury Tax vengono successivamente ripartiti tra tutti i team della lega, rappresentando quindi un incentivo per le franchigie a rimanere al di sotto di tale soglia, pena il finanziamento forzato a delle "concorrenti". Il livello 2008/09 della Luxury Tax è fissato in 71.5 milioni di dollari.

Unica eccezione ammessa è la Amnesty Clause (ironicamente detta Allan Houston rule) che consente di licenziare un giocatore ed escluderlo ai fini del calcolo della Luxury Tax (ma non del Salary Cap e dello stipendio). Qualora un team usufruisca di questa opzione non può più mettere sotto contratto il giocatore fino alla scadenza del contratto tagliato.

Riassumendo, le regole salariali consentono un adeguata possibilità  per le "piazze minori" di costruire squadre competitive e di mettere sotto contratto giocatori che altrimenti non potrebbero permettersi.

Per i proprietari il meccanismo sopra descritto consente di equilibrare le disponibilità  economiche tra i propri team. Essere i più ricchi (Knicks docet) non è sinonimo di essere anche i più forti. Spesso situazioni in cui non vi sia timore della Luxury Tax sono potenzialmente dannose, perché rischiano di ingessare la gestione sportiva e finanziaria della squadra per diversi anni.

Attualmente il monte salari dei team Nba è il seguente:


TEAM SALARY 08/09 LUXURY TAX
1 New York 98.93 27.78
2 Cleveland 89.64 18.49
3 Dallas 85.14 13.99
4 Portland 81.54 10.39
5 Boston 80.24 9.09
6 Denver 80.17 9.02
7 L.A. Lakers 78.85 7.70
8 Washington 75.30 4.15
9 Phoenix 74.46 3.31
10 Houston 74.20 3.05
11 Chicago 70.92
12 Indiana 70.04
13 Sacramento 69.39
14 Golden State 68.99
15 Milwaukee 68.91
16 Miami 68.63
17 Orlando 67.86
18 Detroit 67.80
19 Toronto 67.38
20 Philadelphia 67.25
21 New Orleans 65.69
22 Utah 65.63
23 Minnesota 64.73
24 San Antonio 64.57
25 New Jersey 62.61
26 Atlanta 62.55
27 L.A. Clippers 58.30
28 Charlotte 55.06
29 Oklahoma City 53.80
30 Memphis 44.71


La fonte dei miei calcoli è il sito http://hoopshype.com/salaries.htm, rettificato per quei giocatori il cui stipendio è stato rinegoziato o per dei rinnovi (Arenas, Jamison, Ellis, Biedrins, J.R. Smith, Pietrus). Il dato di cui sopra è quindi indicativo e suscettibile di modifiche.

Un aspetto interessante, e poco evidenziato dalle statistiche, è quello di analizzare il monte salari e le prospettive dei vari team.

NEW YORK
I Knicks hanno il Cap più alto della lega e quasi 28 milioni di $ di Luxury Tax da pagare, ma quest'anno scadono 22 milioni di Marbury e 8 milioni di Rose, una buona base per rifondare. L'obiettivo è di far quadrare i conti entro il 2010. Il peggior rapporto tra salario e rendimento del team (e forse dell'intera lega) è il contratto di di Jerome James (13 milioni ancora per due stagioni). Marbury è il secondo giocatore più pagato, ma al momento non vede il campo"

CLEVELAND
I Cavs non stanno certo meglio dei NY, a parte i 20 milioni che liberano Szerbiack e Snow quest'anno, tutto il resto del roster è pagato caro. Il peggior investimento è Big Ben Wallace che occupa 28.5 milioni per due stagioni. Se non si vince nel breve ci vorrà  altro per trattenere Lebron nel 2010.

DALLAS
Capitolo Mavs, 28 milioni in scadenza quest'anno tra Kidd e Stackhouse ma il futuro è un incognita. Spropositata la cifra che occupa Dampier, più di 32.5 milioni per tre anni. Altro team che guarda al 2010 con fiducia. Cuban apre il rubinetto e ricapitalizza tutti gli anni, ma prima o poi i soldi o la voglia finiranno e allora?

PORTLAND
Il futuro passa dall'Oregon, 34.5 milioni in scadenza da due ex giocatori (Francis e La Frentz) più Blake. Che dire i Blazers saranno pure la squadra che vale di meno, ma questi in campo e fuori faranno vedere i sorci verdi a molti. La rifondazione sta per finire, a Portland hanno uno dei team più futuribili in assoluto e parecchio spazio salariale per il play che gli serve.

BOSTON
Situazione stabile, in Massachussets si speso, si spende e si spenderà , ma di certo lo si è fatto e lo si farà  bene. La squadra è a posto, ha il giocatore più pagato della lega (Garnett, 24.7 milioni) ma lo sforzo economico ha portato il titolo al primo tentativo. Unico neo in relazione a quanto guadagna è Brian Scalabrine (6.6 milioni in due anni). Scusate l'inciso ma quando faccio la Lecco-Bergamo in auto sorrido sempre vedendo l'insegna di una fabbrica, Scalabrini".. Il buon Brian lo vedrei bene iscritto al fondo cometa.

LOS ANGELES LAKERS
Altro team a posto, scade solo Odom che libera 11.4 milioni a fine stagione. Bynum è stato rinnovato da poco e la squadra è ben assortita per quanto costa. Gli scettici dello scorso anno, compreso il sottoscritto, si dovranno ricredere. Eccessivi i 19.4 milioni da sganciare a Radmanovic nelle prossime tre stagioni.

DENVER
Le pepite hanno 30 milioni circa in scadenza, soprattutto grazie al secondo stipendio della lega (Iverson, alla pari con Marbury). Nonostante ciò la passata gestione della franchigia del Colorado non fa ben sperare. I due lunghi K Mart e Nenè sono sovra pagati ed ingolferanno il Cap nei prossimi anni. C'è spazio per lavorare in una delle arene più belle della lega.

PHOENIX
Il post D'Antoni è un incognita in campo e fuori, la squadra è avanti con gli anni e costa non poco. Fino al 2010 il Cap è intasato, vedere alla voce O'Neal che chiama 40 milioni in due stagioni. Anche i 36 milioni in quattro anni per Boris Diaw paiono esser un po' tantini specie al di fuori del dogma dei tre secondi. Molto lavoro per Kerr"

HOUSTON
La proprietà  non bada a spese, e non ci baderà  per i prossimi due anni, ma i risultati non sono un granché, T Mac (44 milioni in due anni) e Yao (48 milioni in tre anni), al momento garantiscono più una cospicua uscita mensile sul cedolino ed in infermeria, che non risultati. Si è investito sul cattivo Artest che costa, ma non esageratamente, e che potrebbe far fare il salto di qualità  ai texani, altrimenti altra squadra da make up nel 2010.

CHICAGO
La tegola sono i 26.4 milioni da dare a Larry Hughes, vero fardello contrattuale dei tori. Per il resto le scadenze garantiranno un poco di flessibilità  da qui in avanti, anche se alcuni contratti sono sopra la media in termini di costoricavo, vedi Hinrich e Nocioni. Non hanno voluto pagare Gordon, e se riusciranno a cederlo con un sign & trade o a Febbraio avranno avuto ragione.

INDIANA
I Pacers portano ancora, e porteranno almeno per altre tre stagioni, il fardello contrattuale di Murphy e Dunleavy. Nesterovic e Foster liberano 14.5 milioni in estate ma non basta. Situazione onestamente intricata, con Bird chiamato ad una rifondazione che pare costosa e non immediata.

SACRAMENTO
Altro team costoso in rapporto a ciò che produce, i 23 milioni e mezzo di Brad Miller sono l'emblema di quanto i lunghi siano sopravvalutati ed eccessivamente pagati in NBA. Il contratto di Kevin Martin (56 milioni in cinque anni) è folle, di più lo è quello di Kenny Thomas (16.5 milioni in due anni, praticamente incedibili). Poco spazio per i fratelli Maloof.

MIAMI
Team giovane, Marion libera (quasi sicuramente senza futuri esborsi) 17 milioni il prossimo anno. Ci sarà  flessibilità  per una franchigia che ha già  gettato le basi per una discreta rifondazione. Dovranno spendere bene, perché nel 2010 Wade sarà  uno dei free agent più appetibili del mercato,e non sarà  così facile tenerlo.

MILWAUKEE
I prossimi tre anni viaggiano su cifre simili, non ci sono asset in scadenza e le due stelle (Redd e Jefferson con rispettivamente 51 milioni in tre anni e 43 milioni in tre anni) costano. La vera follia è il contratto di Bogut (66 milioni per i prossimi sei anni), che molto inciderà  sulle sorti della franchigia. Non è solo Skiles che deve lavorare sodo in Wisconsin.

DETROIT
Squadra costosa e definitivamente non in grado di ripetersi. L'asset sono i 13.6 milioni che libera Rasheed a fine stagione, ma tutto il resto costa e Dumars lo sa bene. Lo spazio a disposizione servirà  per firmare Maxiell, e se i Pistons vogliono lottare per il titolo servirà  un investimento, sempre che non sia l'ennesimo team che attende il 2010.

TORONTO
Colangelo ha rischiato parecchio portando si casa i 44.3 milioni di Jermaine O'Neal (quinto giocatore più pagato della lega, ed ultimamente molto incline all'infortunio). Jermaine intasa parecchio il Cap, ma se non funziona nel 2010 c' spazio per rifirmare Bosh. Per il resto il team avrà  uno spazio abbastanza limitato nel breve, dopo il rinnovo di Calderon.

PHILADELPHIA
Attendesi conferme, era uno dei team che poteva spendere di più la scorsa estate e lo ha fatto. Adesso servono i risultati, perché per qualche stagione il libro paga dei 76ers sarà  a pieno regime. L'unico in scadenza è Miller che libera 10 milioni e che difficilmente potrà  essere rifirmato a certe cifre. I 34 milioni a Dalembert per i prossimi tre anni non fanno che confermare il trend dei lunghi strapagati.

NEW ORLEANS
Poco spazio per i prossimi tre anni ma la dirigenza sembra aver lavorato bene. I giocatori del roster sono completi come ruolo, talento e stipendio. Posey ha monetizzato il suo apporto al titolo di Boston facendosi garantire un quinquennale da 25 milioni, forse un po' esagerato. Per il resto solo Stojakovic con 42.5 milioni pare essere fuori mercato.

UTAH
A Salt Lake City hanno probabilmente il sesto uomo più costoso della lega (forse della storia della lega), tale Kirilenko che impegna 49 milioni in tre anni. In realtà  ci sarebbe spazio vista la possibilità  per Okur e Boozer di svincolarsi il prossimo anno. Molto dipenderà  dai due, ma in tal caso servirà  uno sforzo per firmare un lungo, e coi prezzi correnti si prevede un bel salasso.

MINNESOTA
Per ciò che fa vedere in campo la squadra di Minneapolis cista e non poco. Jefferson si è fatto garantire un bel contratto da 65 milioni per le prossime cinque stagioni, e Mike Miller comporterà  un esborso di 18 milioni per le prossime due. Il resto è noia come direbbe Califano. McHale è uno dei peggiori GM di sempre a mio modo di vedere, dubito che gli serva avere spazio.

SAN ANTONIO
Si spende solo per i big three, questo è il dogma dell'Alamo Arena. Motivo per cui Duncan è uno dei più pagati e Ginobili e Parker concorrono ad occupare ciò che resta. Uno dei team meglio gestiti economicamente e con un maggior ritorno in proporzione alle spese. Ma serve fare attenzione, e tra un paio di stagioni aprire il portafoglio.

ORLANDO
In Florida non si bada a spese, ma il contratto di Rashard Lewis è veramente un esagerazione. Lui e Howard impegnano il Cap fino al 2013, senza contare che va rifirmato Turkoglu, vera anima in regia della squadra. Probabilmente si è speso con poco criterio, basta vedere alla voce Jameer Nelson (quasi 34 milioni in sei anni, troppo!!).

NEW JERSEY
Lavori in corso, unico obiettivo 2010 e l'amicizia di Lebron con Jay-Z. ostacolo il dissennato contratto di Vince Carte, un macigno quadriennale affossa Cap. L'obiettivo pre 2010 è cedere Vincecredible..

ATLANTA
Team che libera spazio il prossimo anno, ma che non ha investito in estate su uno come Josh Smith. Il solo Bibby che fu lascia liberi 15.2 milioni, per un team giovane, che necessita disperatamente di un veterano che faccia la differenza. Altri candidati per il 2010.

WASHINGTON
Spese folli in estate per Jamison e Gilberto i cui 111 milioni in sei anni sono una follia allo stato puro, per un giocatore che ha continui guai fisici. Nella capitale si pensa di vincere con questi uomini, ma la scommessa è molto rischiosa, perché se va male saranno anni duri.

LOS ANGELES CLIPPERS
Si è speso tanto per il Barone, ma attorno a lui c'è il nulla; un nulla che però costa troppo in base a quanto rende. Almeno per le prossime due stagioni. Inoltre il 2010 non è detto che riservi belle sorprese alla seconda squadra di LA.

CHARLOTTE
Altra squadra dove si è speso francamente un po' maluccio, per tre anni i conti non torneranno. Si è speso per Okafor e Fallace come lo si è fatto a suo tempo per Richardson, ma i risultati scarseggiano, confermando le scarse doti da dirigente di Jordan.

OKLAHOMA CITY
Lavori in corso, molto spazio, team giovane, città  nuova e poca pressione. Unico dubbio i contratti di Watson (12. 6 milioni per 2 anni, e Collison 19.2 per tre stagioni).

GOLDEN STATE
Squadra costosa, Mullin lo sa, così come sa che l'investimento non è detto che dia i frutti sperati. Harrington vuole andar via e libererebbe un poco di spazio, ma per il resto si è scommesso pesante su Ellis e Biedrins con due triennali da 67 e 62 milioni rispettivamente. Probabilmente un po tantini.

MEMPHIS
Last but not least, molto margine, unica pecca il macigno di Walzer (Antoine chiama 30 milioni in tre anni, follia pura made in Dallas). Una sfida che potrebbe risultare vincente se i giovani faranno il salto di qualità  che ci si aspetta.

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