Russel Westbrook, il rookie sula quale la franchigia punta molto
Obiettivi? Continuare la ricostruzione e migliorare (non che ci voglia molto) il record di 20-62 ottenuto lo scorso anno.
E' innegabile che dalla squadra ci si aspettino progressi, sia sul piano del gioco (la difesa va assolutamente sistemata) che su quello dei risultati, ma è lecito attendersi un'altra stagione da lottery, vista la nutrita concorrenza ad ovest. In particolare, parlando di northwest, sarà battaglia con i TWolves per non risultare il fanalino di coda della division.
Conference: Western Conference
Division: Northwest Division
Arrivi: Joe Smith (Cleveland Cavs), Desmond Mason (Milwakee Bucks)
Partenze: Luke Ridnour (Milwakee Bucks), Adrian Griffin (Milwakee Bucks), Donneyl Marshall (tagliato)
Rookie: Russel Westbrook, DJ White, Kyle Weaver (via trade dai Charlotte Bobcats), Serge Ibaka (firmato da Manresa, Spagna), Devon Hardin (firmato dal Marsin, Turchia)
Probabile quintetto base
Playmaker: Russel Westbrook
Guardia: Kevin Durant
Ala piccola: Jeff Green
Ala grande: Chris Wilcox
Centro: Nick Collison (?)
Roster
Guardie: Earl Watson, Kyle Weaver, Russel Westbrook
Ali: Nick Collison, Kevin Durant, Mickael Gelabale, Jeff Green, Desmon Mason, Joe Smith, Chris Wilcox, DJ White, Damien Wilkins
Centri: Johan Petro, Mouhamed Sene, Robert Swift
Head coach
P. J. Carlesimo
Commento
Quel che è fatto è fatto, tagliamo corto, i Sonics non esistono più e chi ve lo dice ha il cuore che sanguina gialloverde. Il progetto però c'è ancora, anche se targato Oklahoma City. Sam Presti, il giovane GM ex-Spurs, ha dato seguito alle mosse fatte l'anno scorso, lavorando con coerenza e cercando di rendere la squadra ancor più giovane, talentuosa e affamata.
I primi colpi sono arrivati, come fu lo scorso anno, in sede di draft. La franchigia disponeva di ben cinque scelte, due delle quali al primo giro (la 4 e la 24). Presti però non si è accontentato e ha impacchettato, destinazione Detroit, la 32 e la 46, per ottenerne un'altra scelta al primo giro,la 29. E così sono arrivati Russel Westbrook (4), Serge Ibaka (24), DJ White (29) e Devon Hardin (50).
Solo due di loro però faranno parte della squadra, perchè Ibaka è un prospetto e deve ancora maturare (lo farà a Manresa, nella lega ACB Spagnola), mentre ad Hardin non è stata data nemmeno l'opportunità di provarci ed ha finito così per firmare in Turchia. Chi rimane invece è gente in grado di dare fin da subito il proprio contributo. Westbrook nella settimana precedente al draft ha scalato diverse posizioni nei vari mock, fino appunto alla chiamata alla 4 da parte degli allora Sonics.
Una scelta da un lato rischiosa, ma che va a premiare il talento e la grande voglia di emergere del sophomore di UCLA, che al secondo anno di università , complice l'infortunio del playmaker titolare Darren Collison, ha saputo ritagliarsi uno spazio che ha poi mantenuto fino a fine anno, giostrando tra le posizioni di uno e due e portando a casa statistiche di tutto rispetto (12.7p, 4.3a, 3.9r e 1.0s), considerate le molteplici armi offensive della squadra californiana.
L'altro nome nuovo è Dewayne White Jr, più semplicemente DJ White, ala/centro senior da Indiana University, votato come Big Ten Player of the Year nella stagione appena conclusa, dove ha sfornato cifre di riguardo (17.4p, 10.3r e 1.6b). DJ è un giocatore solido, che potrà sicuramente da una mano al disastrato reparto lunghi dei Thunder, soprattutto a rimbalzo. Valutare ora quale sarà il suo impatto è piuttosto difficile, bisognerà vedere lo spazio che gli verrà concesso e che saprà guadagnarsi.
Presti ha in seuguito portato a termine un paio di trade intelligenti, grazie alle quali ha ulteriormente rinforzato la squadra. In uno scambio a tre, con Milwakee Bucks e Cleveland Cavs, si è assicurato i servigi del veterano Joe Smith, prima scelta del 1995, power forward che arriva da un'ottima annata, e Desmon Mason, cavallo di ritorno, guardia/ala spettacolare e figlio adottivo dello stato di Oklahoma, dove ha disputato 4 anni in NCAA.
Ceduti invece Luke Ridnour, playmaker vero, ma che ormai con questa squadra aveva chiuso e Adrian Griffin, praticamente mai utilizzato. L'ultima pennellata è stata l'acquisizione del primo anno Kyle Weaver, guardia specialista difensiva, a scapito di una futura scelta al secondo giro ceduta ai Bobcats.
Dunque in fase di playmaking, ad alternarsi saranno il rookie Westbrook, che play puro decisamente non è, ma che vanta grande esplosività , fame, intensità e un'ottima predisposizione a difendere duro, e l'onesto Earl Watson, affidabile guida di scorta, titolare di un tutt'altro che disprezzabile 10+7 (assist) di media, seppur ottenuto in una stagione da poche pretese. Non sarà disprezzabile, a mio modo di vedere, l'utilizzo contemporaneo dei due, con il giovane Russel schierato in guardia, dove cederà sicuramente centimetri agli avversari, potendo contare però su una maggior rapidità .
Per quanto riguarda gli esterni c'è solo di che sbizzarrirsi. Il rookie of the year 07-08, al secolo Kevin Durant, sarà ovviamente titolare, in coppia con l'altro sophomore prodigio Jeff Green. Inutile dire che da entrambi ci si aspetta il classico salto di qualità , quello che distingue i ragazzi dai giovani uomini, gli ottimi prospetti dai solidi pilastri su cui poggiare le basi di un'intera franchigia. Durant ha concluso le sua stagione col ventello di media, ma è anche vero che non sempre ha convinto il suo stile di gioco, basato troppo spesso sul tiro da fuori (deludente il suo 28% da tre) e troppo poco su penetrazioni e post basso dove il divario di centrimetri coi pariruolo avversari. Inoltre ha sempre giocato libero da qualsiasi pressione, date le bassissime aspettative di risultati e con una squadra totalmente al suo servizio.
E' atteso dunque ad un miglioramento si mentale, ma anche fisico, perchè mentre la sua altezza sarà croce e delizia visto il ruolo che interpreta, la sua esilità è innegabilmente un difetto da sistemare. Certo è che stiamo parlando di una possibile superstar, che ha avuto picchi di rendimento, come il career-high di 42 punti contro Golden State, non certo comuni a tutti gli esordienti. Oltretutto il ragazzo sembra avere anche un ottimo killer instict nelle fasi calde del match, come dimostrano le giocate da clutch player messe in mostra contro Memphis e Denver, che hanno fruttato due delle 20 vittorie annuali.
A fargli da spalla ci si aspetta un grande Jeff Green, giocatore forse non troppo appariscente ma in grado di fare mille cose sul parquet. Magari per molti di voi bestemmierò, ma quando penso a questo ragazzo mi viene in mente Scottie Pippen, ovviamente con le debite proporzioni. Dietro ai due giovani virgulti la concorrenza è piuttosto agguerrita: D.Wilkins, D.Mason, K.Weaver e M.Gelabale sono tutti uomini in grado di dire la loro sul parquet.
Wilkins arriva da un'annata positiva, seppur in calando col passare dei mesi, dove i suoi 10 punti alla causa li ha sempre portati, con una straordinaria vetta di 41 ad Atlanta, dove sembrava di vedere in campo lo zio (Nique). Mason lo conosciamo, non è certamente un fenomeno ma è in grado di dare un solido contributo, oltre ad essere uno dei giocatori più spettacolari dell'intera NBA. Weaver invece è stato preso per fare “rotazione”, da lui ci si attende solo che lavori duro in allenamento e che magari doni un po' della sua mentalità difensiva alla squadra. Gelabale ha fatto vedere qualche interessante progresso, dimostrando di poter competere a questi livelli, starà a lui cercare di mettere in difficoltà il confermato head coach PJ Carlesimo.
Se dovessimo finire qui, ci troveremmo di fronte ad una squadra davvero versatile e in grado di fare male con molte armi, “putroppo” però esistono anche i lunghi e qui inizia il dramma dei Thunder. Le power forward a dire il vero sarebbero più che accettabili, se si pensa a Wilcox, Collison e il rookie DJ White.
Il problema è che Wilcox ha le potenzialità per essere un ottimo giocatore, ma lo fa vedere una volta ogni tre, oltre al fatto che c'entra poco col contesto tecnico della squadra. Inoltre entra nell'ultimo anno di contratto e la cosa non porta necessariamente benefici, se non quello di essere possibile oggetto di scambio o, male che vada, di risparmiare il suo ingaggio il prossimo anno.
Collison invece ha dimostrato di essere uomo da doppia-doppia di media e rientra sicuramente nei piani della società . White è stato fortemente voluto per il contributo che potrà dare a rimbalzo e in difesa, aspetto su cui ha puntato molto l'attenzione Presti nelle scelte, prima e negli scambi, poi. Non dimentichiamo infine Joe Smith, veterano di lungo corso, che ha fatto rimangiare a molti la parola “bollito”, soprattutto nei PO. E' sicuramente l'uomo adatto a fare la chioccia come fece, per mezza stagione scorsa, Dirty Kurt Thomas, prima di essere ceduto agli Spurs.
Allora perchè dramma? E' presto detto: i tre giovani centri, messi insieme non ne fanno uno, e quindi capiterà spesso che uno dei quattro succitati si ricicli da numero cinque, quantomeno nei momenti in cui si decide la partita. Provando comunque a dare fondo al più cieco ottimismo possiamo dire che Petro ha dato qualche segnale positivo col trascorrere della scorsa regular season, che Swift ha rifirmato per due anni e quindi qualcosa di buono devono pure averci visto in lui, e Sene…beh lui sta simpatico a tutti!
Insomma, non stiamo certo parlando di una squadra da playoff, ma il progetto Balzers-Style sembra davvero interessante e per renderlo anche vincente ci vuole tempo. Il mio pronostico oscilla tra un realista 28-54 e uno sfacciatamente ottimista 35-47, perchè onestamente chiedere di più sarebbe come sperare nel terzo rientro di Jordan.
Intanto, per la gioia di Bennett (autore dello scippo ai danni della città di Seattle) le prevendite dei biglietti stanno andando a gonfie vele, OKC si sta infatti dimostrando una città davvero affamata di basket, come aveva già dimostrato ai tempi dell'uragano Kathrina, quando ospitò gli Hornets. Certo, i nuovi colori non sono esattamente originali e il logo, di recente presentato, ha ricevuto commenti diciamo poco entusiastici. Non tutte le ciambelle riescono col buco, Clay.