Gira che ti rigira, il migliore è sempre il bigliettone!
Casa dolce casa.
Il povero cronista che debba descrivere una partita di questa serie cosa altro può dire per iniziare la sua fatica, a costo di una ripetitività stucchevole? Quinta partita della serie e quinta vittoria della squadra di casa, stavolta a Boston vincono i Celtics per 96 ad 89. Sembra di raccontare la storia di Rocky V o di Rambo IV, l'ultimo Batman o magari l'ultimo Spiderman.
C'è da dire che questa è stata una partita decisiva per i Celtics, i quali se avessero perso si sarebbero trovati in una situazione molto difficile, una partita tutt'altro che facile da giocare. Invece i Celtics hanno giocato come al solito, con un minimo di sicurezza in più rispetto alle partite giocate in trasferta, dimostrando di non subire eccessivamente la pressione, ma anche di non saper elevare il proprio rendimento quando conta davvero.
D'altro canto i Cavaliers hanno dimostrato una volta di più di essere un osso durissimo per i Celtics, di poterli infastidire davvero, di poter andare vicini alla vittoria a Boston, ma anche di non riuscire ad ottenerla questa benedetta vittoria in trasferta, decisiva per il passaggio del turno.
Ottimi i Big Three dei Celtics, Garnett, Pierce e Allen… ho scritto Allen? Volevo scrivere Rondo, autore di una ottima partita, con 20 punti e 13 assist. Allen non è che sia andato male, ma con 11 punti ottenuti con 11 tiri è lecito dubitare che considererà questa partite fra le migliori della sua carriera. Garnett come il solito ha giocato molto bene, probabilmente ancora il migliore dei suoi, ma stavolta anche Pierce ha ottenuto numeri importanti; il numero 34 ha giocato una buona serie, nel complesso, spremendosi in difesa su James e giocando sempre per la squadra, ma stavolta è anche riuscito ad avere una giornata di gloria con 29 punti, risultando decisivo, in quanto per la prima volta è riuscito davvero ad impensierire la difesa avversaria con le sue penetrazioni e le partenze dall'isolamento ed ha tenuto lontani gli avversari in rimonta nel finale.
Fra i Cavaliers invece a fronte di un Lebron James protagonista con i suoi 35 punti (ma stavolta pochissimi assist e rimbalzi per le sue abitudini e per oltre 20 minuti è stato quasi annullato dall'attenta difesa avversaria), solamente West e Szczerbiak, che fino a pochi mesi fa a Boston avrebbero giocato in casa, sono riusciti a farsi valere in fase offensiva.
In partenza i Cavaliers, guidati da un ottimo James, erano riusciti a portarsi in vantaggio, fino a chiudere il primo quarto in vantaggio di cinque punti. Grande sfida fra James, Wally e West da una parte, Garnett, Rondo e Pierce dall'altro, fino ad una chiusura di primo tempo con i Cavaliers ancora in vantaggio di tre punti.
Verso la fine del primo tempo però la difesa dei Celtics è riuscita a prendere le misure a James, cancellandolo dal gioco per quasi due quarti, ed i verdi di Boston sono riusciti a piazzare un buon parziale chiudendo il terzo quarto finalmente in vantaggio, di 9 punti, un piccolo capitale in sfide con bassi punteggi e grande tensione come queste.
Quando finalmente James ed il suo scudiero West, negli ultimi 5 minuti, hanno provato a stringere i tempi ed a tentare un recupero ormai il divario era di 12 punti, troppi da recuperare ai Celtics in così poco tempo. I tiri liberi di Paul Pierce hanno infatti tenuto gli avversari a distanza di sicurezza, evitando reali pericoli di sorpasso.
Ora si torna a Cleveland, con i Cavaliers sull'orlo del baratro ed obbligati a vincere.
"Noi sappiamo che la prossima è una partita da vincere, altrimenti torneremo a casa" – ha commentato il prescelto, al secolo Lebron James - "ma noi siamo la squadra di Lebron James, e la squadra di Lebron James non è mai disperata, inoltre in casa siamo davvero forti."
Un commento da arrogante viziato o da leader che vuole condurre i compagni alla vittoria? Si potrebbe discutere per pagine e pagine su questo, meglio lasciare la parola allo stesso Lebron, che presto avrà la possibilità di dimostrare con quale veste ha parlato.
Coach Brown sembra in sintonia con il suo miglior giocatore: "Lui contribuisce in molti modi, che segni o meno, a me dispiace solamente la sconfitta!"
Il suo rivale Doc Rivers sembra invece sicuro della vittoria: "Ci basterà vincerne una, sarebbe bello riuscirci in gara 6!"
Big Ben Wallace invece sembra in grado di imparare dai propri errori.
Nell'ultima partita a Boston aveva dovuto lasciare il parquet preda dell'allergia al fumo dei petardi lanciati per festeggiare la partita. Stavolta appena sceso in campo, è scappato negli spogliatoi, fino a che il fumo non si è diradato.
"Dura giocare con un occhio solo, se non sei un pirata!" ha commentato Wallace.
Il giocare con due occhi però lo ha aiutato poco in fase offensiva. Sarà importante che lui ed i suoi compagni di reparto migliorino il loro rendimento, in quanto i Cavaliers non hanno reali speranze di vittoria se i lunghi dei Celtics hanno il sopravvento.
Sulle rive del lago Eire quando Garnett andava in raddoppio su King James i Cavaliers riuscivano a sfruttare la superiorità numerica, sulle rive dell'Oceano Atlantico raramente ci sono riusciti.
Stiamo ora a vedere se il "team di Lebron" riuscirà a provocare una delle maggiori sorprese degli ultimi anni oppure se i Celtics riusciranno a confermare tutti i pronostici.
Nel Massachusetts tutti si augurano di non dover vedere una nuova partita di questa serie al Boston Garden.